Fabio Sgarzi (Ad RWM): «Sull’ampliamento una sentenza discutibile del Consiglio di Stato che arriva a lavori ultimati»
«In meno di due anni RWM Italia completa una grande opera, all’avanguardia sotto il profilo tecnologico e avanzatissima sotto quello della sicurezza, e così ammoderna uno stabilimento riconosciuto strategico per il Paese, con un investimento imponente di 45 milioni di euro senza finanziamenti pubblici, peraltro in un quadro economico generale di crisi, aggravata dalla pandemia. Il tutto viene eseguito sulla base di autorizzazioni rilasciate per assenso di oltre quindici enti e amministrazioni, riconosciute legittime dal TAR all’esito di un processo scrupoloso. E alla fine, il Consiglio di Stato sorprendentemente azzera ogni cosa, liquidando la questione in maniera superficiale. Una vera delusione!»
Così commenta Fabio Sgarzi, Amministratore delegato della società, la sentenza del Consiglio di Stato del 10 novembre che impone di sottoporre a VIA i reparti R200 e R210 ed il Campo Prove R140.
«In sintesi – aggiunge Fabio Sgarzi – il Consiglio di Stato emette la sua sentenza sulla base di un suo dubbio (tra l’altro già risolto dal TAR con l’ausilio di una perizia tecnica): siccome si trova in imbarazzo nel decidere se e quello di RWM Italia sia o non sia un impianto chimico integrato da assoggettare a VIA, risolve il proprio dilemma uscendosene dicendo che il caso è dubbio e, pertanto, è necessario adottare l’interpretazione più prudente, conforme al principio di precauzione. Fermo il rispetto che si deve ad ogni sentenza, va però constatato che i giudici del Consiglio di Stato non hanno svolto la loro funzione come ci si sarebbe atteso: di fronte all’ipotetico dubbio, anziché risolverlo con l’ausilio di una nuova perizia tecnica, se ne sono lavati le mani come Ponzio Pilato, rinunciando alla decisione e rimandando il tutto alle Amministrazioni della Sardegna, che già si erano pronunciate, imponendo un procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale. Una maniera discutibile di procedere.»
«I lavori dei reparti R200 e R210 sono, comunque, già terminati – prosegue Fabio Sgarzi – e gli impianti sono pronti a entrare in funzione. Essi hanno un impatto ambientale praticamente nullo. Sono lì da vedere. Il Campo Prove R140, invece, è già in funzione dal marzo scorso, e le attività avvengono alla presenza e sotto la sorveglianza dell’autorità competente e tutto risulta nel rispetto di tutte le norme ambientali del caso.»
«Non ci sono dubbi che difenderemo i nostri investimenti con tutti i mezzi di cui disponiamo, in quanto restiamo convinti di avere agito nel giusto, senza alcuna violazione normativa e ci mettiamo a disposizione del comune di Iglesias e della Regione Sardegna per trovare una soluzione pragmatica e rapida alla questione, nell’interesse dei lavoratori e del territorio», conclude Fabio Sgarzi.
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