Applausi a scena aperta, al Teatro Centrale di Carbonia, lunedì sera, per Giuseppe Pambieri e Carlo Greco, protagonisti di “Nota Stonata”
Applausi a scena aperta, al Teatro Centrale di Carbonia, lunedì sera, per Giuseppe Pambieri e Carlo Greco, protagonisti di “Nota Stonata”, testo teatrale dell’attore e drammaturgo francese Didier Caron, per la regia di Moni Ovadia, proposto per la Stagione di Prosa 2021-2022 organizzata dal CeDAC.
Un celebre direttore d’orchestra, artista estremamente esigente, conosciuto e temuto per il suo temperamento sulfureo oltre che per la passione ed il talento, Carlo Greco, incontra nel camerino, al termine di un concerto, un sedicente ammiratore, Giuseppe Pambieri: il consueto rito dei complimenti e degli autografi si trasforma gradualmente, attraverso un dialogo enigmatico e ricco di sottintesi, in una situazione molto più inquietante, quasi un appuntamento con il destino.
“Nota Stonata”, è una vicenda inventata ma del tutto verosimile, che mette a confronto carnefici e vittime in un’impossibile resa dei conti: l’orrore dei lager nazisti riaffiora nella sua mostruosa crudeltà, attraverso i ricordi, in una sorta di interrogatorio, volto ad estorcere una tremenda confessione (l’omicidio compiuto dal figlio 18enne di un gerarca nazista, 47 anni prima, sulla scena il direttore d’orchestra Carlo Greco, che dopo aver cambiato nome è diventato un grande direttore d’orchestra, nei confronti del padre di Giuseppe Pambieri, reo di una nota stonata durante un’esecuzione al violino, che ha impiegato quasi mezzo secolo per arrivare alla verità e a scoprire l’identità dell’uccisore del padre).
“Nota Stonata” affronta una delle pagine nere del Novecento attraverso lo sguardo di due giovani, testimoni all’epoca ma anche partecipi in prima persona di un’insensata strage. La perdita dell’innocenza per entrambi è legata a un episodio lontano nel tempo ma vivido e incancellabile nella memoria, che ha segnato irrimediabilmente, sia pure in maniera diversa, le rispettive esistenze: tra gli echi di un’esecuzione musicale, risuonano nella mente i fatali colpi di pistola o di mitragliatrice che scandivano le giornate nei campi di concentramento, tra lo strazio dei corpi e le vite spezzate.
Gli altri particolari della storia li hanno raccontati i due attori protagonisti, Carlo Greco e Giuseppe Pambieri, che ho intervistato ieri mattina, all’Hotel Acquarius, a Carbonia, a distanza di 12 ore dallo spettacolo. La lunga intervista è visibile su Youtube e cliccando su questo link .
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