Maria Grazia Caligaris (SDR): «I familiari e i detenuti sono preoccupati per la salubrità dell’area del carcere di Uta».
«Le nuove notizie in merito alla presenza di materiali tossici disseminati nell’area industriale di Macchiareddu, il territorio dove sorge il Villaggio penitenziario di Uta, stanno destando preoccupazione tra i detenuti di Buoncammino e i loro familiari per le conseguenze sulla salute.»
Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente della associazione “Socialismo Diritti Riforme”, con riferimento all’inchiesta della Procura della Repubblica di Cagliari che intende accertare se esistano situazioni di mancato rispetto delle norme in materia di protezione ambientale.
«Mentre da Buoncammino sono stati avviati i trasferimenti dei detenuti in altri Istituti sardi e della Penisola per predisporre le misure più idonee a garantire in totale sicurezza e rapidità il passaggio dei ristretti nel nuovo penitenziario di Uta, la cui apertura è prevista nelle prossime settimane, ha generato una diffusa preoccupazione – evidenzia Maria Grazia Caligaris – l’avvio della verifica ambientale affidata al Corpo Forestale, anche per le caratteristiche del territorio in cui sono stati edificati i padiglioni del Villaggio.»
«In prossimità delle strutture di reclusione, oltre a un impianto fotovoltaico e uno eolico e a una vasca per la raccolta dell’acqua di irrigazione, si trova – ricorda la presidente di SDR – l’Agrolip Sarda, ex Valriso, stabilimento specializzato nello smaltimento e trasformazione degli scarti di allevamenti e macellazioni da cui si sprigionano miasmi che viziano l’aria rendendola irrespirabile soprattutto in alcuni giorni.»
«Le preoccupazioni insomma non sono infondate anche perché nel nuovo sito penitenziario quotidianamente e con continuità convivranno oltre un migliaio di persone tra detenuti, familiari, agenti di polizia penitenziaria, personale dell’Amministrazione, insegnanti, medici e paramedici, senza contare magistrati, avvocati e volontari. Un realtà complessa che corrisponde numericamente a un paese di media grandezza per la Sardegna. Si pone quindi l’esigenza improcrastinabile di effettuare da subito dei controlli approfonditi con carotaggi e monitoraggi ambientali che scongiurino qualunque risvolto negativo per la salute. Ciò consentirebbe, aldilà delle polemiche legate alla scelta del sito in una landa desolata e difficilmente raggiungibile, di confermarne la salubrità oppure di risanarlo in tempi brevi con opportuni interventi. Rasserenare i cittadini ed evitare conseguenze sulla salute – conclude Maria Grazia Caligaris – deve essere una priorità anche se ciò dovesse comportare un ulteriore ritardo nella tabella di marcia dei trasferimenti.»
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