Nuovo incontro ieri, al ministero delle Attività produttive, sulla vertenza Sider Alloys
Nuovo incontro ieri, al ministero delle Attività produttive, sulla vertenza Sider Alloys. Erano presenti il dr. Rizzardi quale rappresentante di Invitalia, per il Governo il dr. Anibaletti, il dr. De Camillis rappresentante del Ministero del Lavoro ed un funzionario dell’assessorato dell’Industria, la Sider-Alloys e le organizzazioni sindacali.
La Sider-Alloys – si legge in un documento sindacale -, ha relazionato il momento rispetto alle situazioni determinatesi nei mesi passati che hanno ritardato di fatto l’investimento sul riavvio dell’impianto. Contestualmente, prosegue la nota sindacale che afferma che l’Azienda ha avuto conferma che Invitalia ha versato la quota spettante del contratto di programma e la Direzione Aziendale ha rimarcato la volontà di partire già da settembre con la Fonderia e nel primo semestre del 2023 con la Sala Elettrolisi.
Per quanto attiene l’aspetto occupazionale, è previsto ad agosto 2022 un organico di 101 unità dirette e 209 unità degli appalti, in virtù proprio delle lavorazioni sul Revamping.
A tal riguardo nella nota sindacale si fa presente che l’azienda ha manifestato la volontà di superare il problema dell’età anagrafica attraverso strumenti che possono permettere di ringiovanire la forza lavoro.
L’azienda ha confermato che con l’ENEL è stato sottoscritto un accordo decennale ma questo non esclude nemmeno che potrebbe essere necessaria una rimodulazione del piano energetico, in virtù proprio della nuova situazione economica mondiale.
Invitalia ha confermato l’impegno a garantire il contratto di programma ed ha comunicato che, seppure in ritardo, è stato onorato l’impegno finanziario a supporto dell’investimento.
Dal canto nostro – prosegue il comunicato sindacale -, precisiamo che abbiamo posto al centro il problema dei lavoratori attualmente in mobilità in deroga privi di qualsiasi risorsa e anche quella attualmente prevista è ancora fortemente al di sotto della soglia di povertà. Per tali ragioni abbiamo chiesto ai ministeri delle Attività produttive e del Lavoro di attivarsi, al fine di trovare una soluzione definitiva, per poter traghettare i lavoratori al rientro al lavoro in maniera dignitosa.
Abbiamo chiesto al Governo – proseguono le organizzazioni sindacali – di vigilare e sostenere l’attività di ripresa produttiva dell’unica fabbrica di alluminio primario in Italia, non disdegnando il fatto che c’è da parte sindacale la disponibilità ad affrontare ragionamenti anche di ringiovanimento della fabbrica, con programmi formativi, purché i lavoratori interessati dall’eventuale uscita siano supportati da condizioni che vedano il loro accompagnamento alla pensione in modo dignitoso.
A tal riguardo è stato deciso di mettere in piedi un tavolo per verificare quelle che possono essere le eventuali opportunità con il contributo del Governo e della Regione Sardegna, e se necessario, anche dell’Azienda.
Per quanto riguarda la mobilità in deroga, è stato chiesto alle organizzazioni sindacali di presentare sia al Ministero delle Attività Produttive sia al dottor De Camillis del ministero del Lavoro, una nota conoscitiva rispetto alla situazione ed eventuali correttivi da inserire in una nuova norma, in quanto l’attuale sta ponendo i lavoratori in ginocchio, nonostante il Ggoverno metta a disposizione le risorse per un normale ammortizzatore sociale.
In conclusione, nel documento sindacale si precisa che è stato deciso di fissare un nuovo aggiornamento a breve, per riaffrontare i temi fondamentali come la mobilità, il possibile prepensionamento, lo stato di avanzamento degli investimenti e la garanzia del ricollocamento dei lavoratori fuoriusciti dallo stabilimento.
Armando Cusa
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