19 December, 2024
HomeRegioneSicurezza del cittadino e del territorioMaria Grazia Caligaris (SDR): «I familiari sono in ansia per l’imminente chiusura delle carceri di Iglesias e Macomer».

Maria Grazia Caligaris (SDR): «I familiari sono in ansia per l’imminente chiusura delle carceri di Iglesias e Macomer».

Il carcere di Iglesias si avvia alla definitiva chiusura. La conferma viene da Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”.

.«L’apertura del carcere di Uta, che sarà inaugurato alla presenza del vertice del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria a dicembre – dice Maria Grazia Caligaris –, coincide con l’ormai imminente chiusura della struttura detentiva di “Sa Stoia”, nel territorio di Iglesias. Lo stesso destino è riservato anche all’Istituto di Macomer (Nuoro). Entro la metà del mese di dicembre è prevista la conclusione della storia dei due Istituti gemelli. Il cui destino è stato definitivamente segnato sette mesi fa da un decreto ministeriale sospeso temporaneamente ma mai annullato, nonostante le manifestazioni e le proteste di amministratori, familiari, detenuti e volontari.»

«La riorganizzazione ministeriale del sistema detentivo in Sardegna – sottolinea Maria Grazia Caligaris – è improntata al risparmio e alla razionalizzazione dell’impiego degli Agenti della Polizia Penitenziaria. Il personale attualmente in servizio nelle due carceri sarà infatti utilizzato in buona parte per completare le piante organiche delle nuove strutture, in particolare quelle di Oristano-Massama e Cagliari-Uta, dove saranno concentrati la maggior parte dei detenuti.»

«E’ ancora incerto invece il destino dei sex offender dislocati a Iglesias. La struttura del San Daniele di Lanusei non può infatti accoglierli per il sovraffollamento. E’ quindi probabile che alcuni di loro vengano trasferiti a Sassari-Bancali e altri nel Villaggio Penitenziario di Cagliari-Uta. L’auspicio è che i trasferimenti avvengano – conclude la presidente di SDR – tenendo conto della vicinanza alle famiglie e dei programmi riabilitativi in atto. La migliore sicurezza infatti è quella di azzerare la recidiva garantendo con opportuni interventi il recupero dell’individuo durante il periodo di privazione della libertà.»

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