22 November, 2024
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Alla Sardegna il primato del mare più pulito d’Italia. I risultati delle analisi di Goletta Verde.

Tuerredda 10Malfatano 6Porto Pino 6Il bilancio di Goletta Verde - la scheda

I risultati delle analisi effettuate da Goletta Verde,  la storica campagna di Legambiente che per due mesi ha circumnavigato lo Stivale, monitorando lo stato di salute del mare italiano, conclusa lo scorso 8 agosto, assegnano alla Sardegna il primato del mare più pulito d’Italia. Su ben 1.731 km di costa e ben 31 punti monitorati, di gran lunga la maggiore estensione tra tutte le regioni italiane, Sicilia compresa, la Sardegna ha fatto registrare solo 4 punti oltre i limiti, fortemente inquinati, a causa soprattutto dei ritardi nelle bonifiche in aree interessate a servitù militari, all’ex arsenale di La Maddalena e al poligono del Salto di Quirra, in Ogliastra, dove le attività militari, segnala Goletta Verde, continuano a danneggiare ambiente e salute.
Complessivamente, sul territorio nazionale sono stati rivelati 130 punti inquinati, uno ogni 57 km di costa. Cattiva depurazione, estrazioni petrolifere, abusivismo, consumo di suolo costiero, grandi navi e inquinamento da attività militari, in pratica quasi il 50% dei punti monitorati lungo i 7.412,6 km di territori costieri toccati dall’imbarcazione ambientalista. Di questi campionamenti risultati oltre i limiti di legge, ben 104 sono stati prelevati alle foci di fiumi, torrenti, canali, fiumare, fossi o nei pressi di scarichi di depuratori malfunzionanti, i nemici numero uno del mare italiano.

«Per l’ennesimo anno ci troviamo a denunciare una situazione riguardo la depurazione degli scarichi divenuta ormai imbarazzante e che va sanata una volta per tutte. – ha dichiarato Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente – A questa situazione di emergenza si risponde sempre allo stesso modo: rinviando il problema e cercando di tamponare le falle di un sistema inefficace nei tre mesi estivi per placare le ire di bagnanti e turisti. Nelle regioni del Mezzogiorno, poi, al danno si sta per unire la beffa. Si rischia, infatti, di perdere ben 1,7 miliardi di euro dei fondi Cipe destinati alla costruzione e all’adeguamento degli impianti che sono in scadenza a dicembre. Come se non bastasse, inoltre, ci prepariamo anche a far pagare ai cittadini italiani multe milionarie da parte dell’Unione europea per l’incapacità di gestire il ciclo delle acque reflue. Soldi che invece potrebbero essere investiti per aprire nuovi cantieri per la depurazione. Realizzare sistemi efficienti e moderni – ha concluso Zampetti – deve trasformarsi in una priorità nell’agenda politica italiana. È l’ennesima vergogna che questo Paese non merita. Non si tratta più soltanto di difendere fiumi e mari, vera grande risorsa di questa nazione, ma ne va dell’intera economia nazionale, buona parte della quale è basata sul turismo.»

 

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