Emergenza nuovi focolai di Blue Tongue nell’Iglesiente
«Come se non bastasse il problema della siccità a mettere in ginocchio il comparto agro pastorale, è esploso, con un mese di anticipo, il fenomeno della Blue Tongue, che sta già interessando numerosi allevamenti dell’Iglesiente. Sono diversi i casi che sono stati confermati dall’Istituto Zooprofilatico nella provincia del Sulcis Iglesiente, ma tanti altri sono già sotto esame e verranno ufficializzati nei prossimi giorni. Iglesias, Gonnesa, Fluminimaggiore sono solo alcuni dei comuni interessati, con un patrimonio ovicaprino di circa 275.000 capi. A tal fine si rende necessario un intervento urgente e non differibile per porre riparo ad un emergenza che rischia di diventare devastante per il mondo agro pastorale. In primis dando una risposta di natura economica a tutte le aziende colpite da questa emergenza, per cercare di fronteggiare il crollo della produzione dovuto ai danni che la blue tongue causa ai greggi. Moltissimi i capi che moriranno o che dovranno essere soppressi, e tanti altri che manifesteranno la sterilità e quindi non potranno andare in produzione con un danno che raggiungerà il suo picco in prossimità della fase produttiva autunnale.»
A dirlo è Gianluigi Rubiu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia.
«Allo stato attuale il sistema sanitario veterinario soffre già per un organico sottodimensionato e questa nuova emergenza richiede un incremento urgente degli organici – aggiunge Gianluigi Rubiu -. Ad oggi sono solo 4 i veterinari preposti ai controlli nelle aziende del comparto agropastorale per l’intera provincia del Sulcis Iglesiente, e con questi numeri sarà impossibile affrontare una emergenza di questa portata. Alla base del problema ci sono i ritardi con la campagna vaccinale dei capi ovini e l’inadeguatezza del sierotipo utilizzato per i vaccini.»
«E’ necessario inoltre programmare fin da ora tutti gli strumenti di prevenzione utili ad evitare che tale emergenza si riproponga ogni anno, causando ingenti danni all’economia agropastorale della Sardegna e ai suoi allevatori», conclude Gianluigi Rubiu.
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