22 November, 2024
HomeEconomiaFiscalità di vantaggioFrancesco Sanna (PD): «Sono buoni i dati del monitoraggio dei primi sei mesi sull’applicazione della fiscalità di vantaggio nel Sulcis».

Francesco Sanna (PD): «Sono buoni i dati del monitoraggio dei primi sei mesi sull’applicazione della fiscalità di vantaggio nel Sulcis».

Francesco Sanna copia

«I dati dei primi sei mesi di applicazione della Zona Franca Urbana del Sulcis dimostrano che la misura sta avendo un notevole successo, anche se occorre approfondire il ritardo nella utilizzazione dei fondi da parte delle imprese individuali». Lo scrive, in una nota, Francesco Sanna, il deputato del Partito democratico che propose con successo all’approvazione del Parlamento la misura della fiscalità di vantaggio nella legge Crescita del 2012, commentando i dati comunicati al ministero dello Sviluppo economico dall’Agenzia delle entrate.

«Le 4.375 imprese che nei 23comuni del Sulcis Iglesiente stanno fruendo della fiscalità di vantaggio, da giugno a dicembre 2014 hanno utilizzato circa il 15% delle risorse disponibili: 18,7 milioni di euro sui 125 milioni stanziati dalla legge Crescita – spiega Sanna -. La somma supera il gettito delle tasse pagate in un anno intero allo Stato dalle imprese del Sulcis sui redditi da esse prodotti. Se il trend di utilizzazione dovesse essere confermato, l’intero fondo a disposizione delle imprese sarebbe esaurito in tre anni e mezzo, ma in realtà è possibile che se migliora il ciclo economico, sia più forte e accelerato il “tiraggio” delle risorse chele imprese usano per pagare le loro tasse (IRPEF, IRES, IMU aziendale, INPS dipendenti). Ma nel caso di un ritorno di fiducia, la regolarizzazione o la stabilizzazione dei contratti di lavoro, con gli incentivi previdenziali del Jobs Act a favore del lavoro a tempo indeterminato, potrebbe portare nel prossimo triennio ad usare le agevolazioni ZFU più per compensare le tasse sui redditi e sul patrimonio immobiliare aziendale, e meno per i contributi previdenziali.»

«Andando più in dettaglio – aggiunge il deputato di Iglesias -, si può osservare che ci sono imprese che impiegano le risorse più velocemente delle altre. Un gruppo di testa di 293 aziende (il 6,69% del totale) ha giàutilizzato tra il 75% ed il 100% delle risorse assegnate. Il quale, sommato ad un altro gruppo di imprese “veloci” (sono 171, pari al 3,9% del totale) rappresentano poco più di un decimo delle imprese che hanno usato in tale breve lasso di tempo la metà delle loro assegnazioni. Un altro 10,5% di imprese si colloca invece tra un quarto e la metà della quota di utilizzo delle agevolazioni. Guardando alla tipologia di imprese, le 178 cooperative hanno “speso” il 35,33 % delle somme a loro disposizione; un poco di più delle società a responsabilità limitata, che hanno già compensato nei modelli F24 il 32,6% delle risorse.

Se questi sono i buoni risultati, occorre interrogarsi sulle zone d’ombra. C’è una piccola percentuale di imprese (l’1 %) che hanno ricevuto un preavviso di revoca delle agevolazioni perché quanto dichiarato nella domanda non corrisponde allo stato reale della loro azienda.

Ma soprattutto vi è un terzo delle imprese agevolate che non hanno ancora iniziato ad utilizzare le risorse, lasciando fermi gli oltre 40 milioni di euro che sono loro destinati. Tra queste imprese, 1005 sono ditte individuali che evidentemente o non hanno avuto scadenze fiscali da saldare in questi sei mesi, ovvero sono impegnate a versare al fisco solo imposte non compensabili con la fiscalità di vantaggio.»

«Per l’entità della finanza pubblica in gioco – conclude Francesco Sanna – credo che al giro di boa del primo anno di applicazione della misura sia necessario aprire una riflessione e approfondire gli aspetti di successo: oltre i dati quantitativi, sarebbe utile sapere quante imprese non hanno chiuso perché aiutate dalla fiscalità di vantaggio; quante hanno assunto o fatto investimenti che non avrebbero realizzato se non ci fosse stata la zona franca urbana; quante hanno migliorato le loro condizioni di credito. Poi occorrerà anche chiedersi che cosa non funziona, se serve migliorare qualche regola e come, se del caso, riprogrammare le risorse sempre nell’ambito del Piano Sulcis.»

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