Copagri Sardegna lancia l’allarme sul fenomeno delle imitazioni del pecorino romano.
Copagri Sardegna lancia l’allarme sul fenomeno delle imitazioni del pecorino romano. Una catena di vendita all’ingrosso napoletana commercializza il “Pecorino romanino”. L’agroalimentare italiano fa gola in tutti i sensi e così, sempre più spesso, prodotti che di italiano hanno ben poco vengono spacciati come tali.
Il made in Italy agro alimentare non conosce infatti crisi: negli ultimi anni il suo fatturato ha superato quello della moda e, per queste ragioni si è diffusa la pratica di “copiare” prodotti a marchio DOP e IGP, o anche con il semplice richiamo all’italianità senza alcun requisito né di qualità, né di provenienza.
Il fenomeno – conosciuto come “italian sounding” – interessa anche la Sardegna e in particolare il pecorino romano, oggi arrivato a una quotazione storica di 9,20 euro per Kg franco produzione. Le segnalazioni di fenomeni di questo tipo sono quotidiane e in questi giorni in un volantino di un importante gruppo commerciale dell’hinterland napoletano (specializzato nel commercio all’ingrosso di prodotti agroalimentari), viene ad esempio pubblicizzato un “pecorino romanino” al prezzo di 6,99 euro al kg.
Può essere che abbia dimensioni inferiori a quanto stabilito dal disciplinare del “pecorino romano”, è sprovvisto di marchio ma di sicuro può trarre in inganno il consumatore. Per queste ragioni Copagri Sardegna ha segnalato il problema alla sede regionale dell’Istituto ministeriale repressione frodi affinché compia gli opportuni accertamenti e assuma, nel caso, le conseguenti determinazioni.
Ma c’è di più: sembra che proprio in Sardegna un importante produttore sardo stia immettendo sul mercato un formaggio molto simile al pecorino romano, per dimensione e modalità di confezionamento, a base di latte di pecora e di vacca; come dire: «Ci facciamo male da soli».
Il fenomeno dell’italian (o in questo caso sardinian) sounding è da reprimere. Negli Stati Uniti, ogni dieci prodotti italiani, sette sono “taroccati”. È quindi opportuno dare particolare attenzione al negoziato transnazionale aperto tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti (TTIP) che si spera contenga, una volta definito, specifiche clausole di tutela delle produzioni di qualità riconosciute dagli organi comunitari, così come, di contro, delle produzioni eventualmente tutelate dagli USA.
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