Eseguito al Santa Barbara di Iglesias il primo intervento di termoplastica
Un nuovo prestigioso risultato è stato raggiunto dai medici della ASL 7. Lo scorso 20 maggio, presso l’Unità Operativa di Pneumologia dell’Ospedale Santa Barbara, diretta dal dr. Pietro Greco, è stato eseguito, con l’assistenza degli anestesisti, il primo trattamento di termoplastica in una paziente portatrice di una forma severa di asma resistente alle comuni terapie. In Italia sono pochi i centri che utilizzano tale metodica e quello di Iglesias è il primo in Sardegna. «Il risultato raggiunto – ha commentato il Direttore generale, Maurizio Calamida – è la dimostrazione dell’instancabile azione diricerca dei nostri medici, che si avvalgono delle tecniche più avanzate ed efficaci, con le quali arricchiscono l’offerta terapeutica degli ospedali ed offrono ai pazienti un servizio sempre più accurato e all’avanguardia». L’asma bronchiale è una malattia cronica delle vie aeree che colpisce circa 300 milioni di persone nel mondo: in Italia la prevalenza varia dal 4 al 13%. Una malattia che ha un alto impatto, sia economico che sociale, con elevati costi diretti ed indiretti. «La termoplastica bronchiale – spiega il dr. Pietro Greco – è stata recentemente approvata dall’FDA per il trattamento dell’asma grave dell’adulto non controllata dalle comuni terapie. La metodica consiste nella distruzione del muscolo liscio attraverso l’introduzione di un fibrobroncoscopio, all’interno del quale viene inserito un catetere che rilascia energia termica sotto forma di radiofrequenze a partire dai bronchi.» Il muscolo liscio è uno dei fattori responsabili della bronco ostruzione: riducendo con la termoplastica il suo spessore, si ha potenzialmente un miglioramento dei sintomi e quindi della qualità di vita del paziente. Il trattamento viene effettuato in tre sessioni con intervallo di tre settimane: studi clinici hanno dimostrato miglioramento della qualità di vita, riduzione delle esacerbazioni, del ricorso a cure mediche e degli accessi al Pronto Soccorso. Nel mese di maggio sono stati presentati al congresso mondiale dell’ATS (American Thoracic Society) i risultati ai cinque anni dal trattamento, che risultano ulteriormente incoraggianti sull’utilità di tale metodica.
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