L’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ieri ha partecipato ad un incontro nel centro sociale di Fluminimaggiore.
L’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ieri ha partecipato ad un’assemblea pubblica nel centro sociale di Fluminimaggiore.
«Non ricordo, a memoria, la visita di un assessore regionale dell’Agricoltura nel nostro Comune», ha detto Ferdinando Pellegrini, sindaco di Fluminimaggiore, all’inizio dell’assemblea, un faccia a faccia a con cittadini, rappresentanti delle organizzazioni agricole, amministratori locali e Francesco Loi, sindaco di Musei e presidente dell’Unione di Comuni “Metalla e il Mare”.
«Per mettere in moto una svolta sulla via della creazione di un nuovo reddito – ha esordito l’assessore Falchi – è necessario pianificare gli interventi sui territori nell’ottica di un ragionamento collettivo: le Unioni di Comuni devono avere per esempio un ruolo di copianificatori di queste nuove politiche. Non possiamo pensare che l’iniziativa di un singolo possa valere da sola se non inserita in un progetto.»
Con la chiusura delle miniere, il settore agropastorale è la principale economia del piccolo centro dell’iglesiente. Poco meno di tremila abitanti, 64 aziende zootecniche e circa 7 mila capre allevate fra le valli e i boschi. Vista la particolare conformazione montagnosa del territorio, i temi della viabilità rurale e dell’elettrificazione da portare in tutte le aziende sono stati particolarmente dibattuti.
«All’interno del nuovo Programma di sviluppo rurale 2014-2020 (Psr), e ancora in fase di approvazione da parte dell’Unione europea – ha spiegato l’assessore – sono previsti interventi per migliorare le condizioni delle zone più lontane e più difficili da raggiungere nei nostri agri. Sempre con il Psr finanzieremo e promuoveremo il ricambio generazionale nelle aziende con un nuovo intervento sul primo insediamento in agricoltura: procedure burocratiche più snelle, presentazione di un progetto di master plan, concessione dei finanziamenti in più passaggi con il raggiungimento degli obiettivi.»
Uno stanziamento che passa dai 35mila euro dei precedenti bandi ai 50mila di quelli in arrivo e che vedrà le agenzie regionali Laore e Agris impegnate in un ruolo di tutoraggio nell’avvio delle nuove imprese.
Si è parlato inoltre dei gravi danni causati dalla fauna selvatica (cinghiali, cervi e mufloni), degli aggiornamenti sull’uso dei suoli operato dalla Commissione europea con il nuovo refresh, e dei buoni risultati portati a casa dall’assessorato dell’Agricoltura con il riconoscimento dei boschi come pascoli tradizionali finanziabili quindi dall’Ue. E poi del marchio di qualità Sardegna, di filiere della carne e della eradicazione della Peste suina africana. «Basta con il pascolo brado – ha detto Elisabetta Falchi – se vogliamo veramente sconfiggere l’epidemia dobbiamo tenere al chiuso e in biosicurezza i nostri maiali per almeno due anni».
Una novità importante è arrivata alla chiusura dell’incontro: «Una parte delle enormi risorse del vecchio Psr, non spese da chi mi ha preceduto – ha concluso l’assessore dell’Agricoltura – sarà impiegata per l’infrastrutturazione della banda larga, dove pensiamo di investire fra i 15 e i 20 milioni di euro».
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