19 December, 2024
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Tramonta anche la speranza in un rilancio dell’ex Ila, oggi Port.Al. e il buio sul polo industriale di Portovesme si fa sempre più nero.

Tramonta anche la speranza in un rilancio dell’ex Ila, oggi Port.Al. e il buio sul polo industriale di Portovesme si fa sempre più nero. Ad oltre tre anni dall’acquisizione per oltre tre milioni di euro dello stabilimento ex Ila, fallito per i numerosi errori commessi dalle gestioni precedenti, con i suoi 160 dipendenti, l’imprenditore iglesiente Ninetto Deriu ha annunciato ieri l’accantonamento definitivo del progetto di riattivazione dello stabilimento per la produzione di laminati di alluminio. All’origine della decisione, nell’aria ormai da alcuni mesi, preannunciata anche nel corso di una conferenza stampa tenuta nello stabilimento di Portovesme a fine novembre 2014, e fin qui rimandata nella speranza che potessero finalmente sbloccarsi i tempi infiniti della burocrazia che non hanno ancora dato risposte su un problema fondamentale qual è quello dell’approvvigionamento energetico a condizioni economiche agevolate e concorrenziali sul mercato nazionale e internazionale.

Ninetto Deriu ha investito nel progetto Port.Al. circa 10 milioni di euro, nell’attesa, rilevatasi vana, prima della firma di un decreto della Giunta regionale per il via libera all’installazione di un mini parco eolico costituito inizialmente da tre pale, poi da due, mai arrivata per i vincoli posti da una norma legislativa che vieta la realizzazione di nuovi impianti a meno di tre km dal mare; poi di un accordo bilaterale con l’Enel per la concessione di tariffe agevolate.

Il progetto Port.Al. è l’unico, ad oggi, in grado di segnare l’inizio di un’inversione di tendenza nel processo di crisi che ha colpito molto pesantemente il polo industriale di Portovesme, con la chiusura prima dell’Eurallumina poi dell’Alcoa, che hanno provocato la perdita, tra diretti e indiretti, di oltre un migliaio di posti di lavoro, ed il suo accantonamento costituisce un segnale assai negativo sulle prospettive di rilancio socio-economico dell’intero territorio del Sulcis Iglesiente, la provincia più povera d’Italia.

Unitamente al progetto della Port.Al., rischia di tramontare anche il progetto dello stesso gruppo per il Centro termale Coquaddus, per il quale è previsto un investimento di 20 milioni di euro con la creazione di 200 posti di lavoro stabili. Ad oltre cinque anni dalla sua presentazione, la Giunta regionale non ha assunto ancora nessuna decisione circa il raggiungimento di un’“Intesa”, necessaria e indispensabile per superare i vincoli posti dal Piano Paesaggistico Regionale ed ora Ninetto Deriu sembra intenzionato ad arrendersi e quindi a rinunciare definitivamente alla sua realizzazione.

Portal 1 copiaNinetto Deriu

 

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