Individuate le aree di libero ancoraggio a tutela dei fondali marini dell’Arcipelago di La Maddalena.
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Con un’ordinanza a firma del Presidente Giuseppe Bonanno sono state emanate disposizioni urgenti relative alla tutela dei fondali marini e delle praterie di posidonia oceanica all’interno dei confini del Parco nazionale dell’arcipelago di La Maddalena. Alla luce delle verifiche operate dal personale dell’Ufficio ambiente dell’Ente Parco sono stati evidenziati significativi danni alle praterie di posidonia causate in primis dalle attività di ancoraggio non controllato. La frequentazione turistica all’interno dell’area di “Porto Madonna” è stata particolarmente intensa quest’anno.
Per queste ragioni, sulla scorta della positiva esperienza maturata all’interno della Riserva delle Bocche di Bonifacio, sono state individuate nel territorio specifiche aree di libero ancoraggio all’interno delle quali questa attività non comporta alcun impatto sugli habitat perché localizzate su fondali inerti. L’ordinanza ribadisce l’assoluto divieto all’interno del perimetro del Parco di ancorare in presenza di praterie di posidonia oceanica ma, per quanto riguarda Porto Madonna, si è voluto indicare una specifica area di massima tutela per dar possibilità alla posidonia di procedere a recuperare stabilità escludendo l’area dall’attività di ancoraggio (zona rossa).
È possibile prendere visione delle aree di libero ancoraggio individuate dall’Ente Parco all’interno dell’ordinanza pubblicata all’albo pretorio digitale: http://albo.lamaddalenapark.it/atti/docs/1441108133.pdf
«Ho fortemente voluto questa ordinanza – spiega il presidente Giuseppe Bonanno – ed ho chiesto di monitorare la situazione per darmi la misura della situazione e chiedendo alla struttura uno strumento di tutela che si fondasse su specifici e inoppugnabili dati tecnici. La stessa misura di tutela, invero, è già contenuta nella bozza del regolamento e del Piano del Parco che sono al momento in attesa di approvazione. Avevamo bisogno di dati oggettivi per emanare un provvedimento di questo tipo, dati che sono arrivati grazie ai rilevamenti portati avanti nel corso della stagione dal Dott. Donno e dall’Ufficio ambiente dell’Ente Parco. L’ordinanza – aggiunge il presidente – anticipa un nuovo sistema di gestione mutuato dalla Riserva delle Bocche di Bonifacio che servirà ad arginare preoccupanti fenomeni depauperativi determinati da una pressione antropica decisamente superiore ai limiti di sostenibilità sopportati dall’ecosistema dell’Arcipelago».
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