20 December, 2024
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Luigi Arru: «Nessun focolaio, nessun capo morto e nessun capo malato di blue tongue si è avuto in Sardegna, nel 2015».

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Nessun focolaio, nessun capo morto e nessun capo malato di blue tongue si è avuto in Sardegna, nel 2015, secondo i dati aggiornati al 23 settembre. Sono state oltre 3 milioni le vaccinazioni sugli ovini, più di 100mila quelle sui bovini, con una copertura immunitaria dell’80% e una spesa di 2 milioni di euro. Lo scorso anno i focolai di blue tongue erano stati 5 e 13 gli ovini morti; situazione decisamente diversa, invece, nel 2013, quando si sono registrati 5.777 focolai e 113.769 capi morti.
«Il rischio di malattia – afferma l’assessore della Sanità, Luigi Arru – è in costante diminuzione per gli allevamenti ovini della Sardegna, ma non possiamo ancora dire di aver vinto questa battaglia. Esistono, infatti, delle aree critiche dove non si è ancora vaccinato. Pertanto ,continuare a vaccinare è importante, non solo nell’interesse del singolo allevatore, ma per la difesa dell’intero patrimonio zootecnico regionale. Più è alto il numero di animali vaccinati, minore sarà la circolazione virale e dunque il rischio di malattia.»
Il vaccino utilizzato è spento, con virus inattivato, efficace e sicuro, che può essere utilizzato anche in gravidanza, perché non provoca aborti, ma immunizza le madri, che successivamente trasmetteranno l’immunità agli agnelli.
Per quanto riguarda la profilassi diretta, sono state poste in essere numerose azioni di igiene zootecnica per la lotta all’insetto vettore (documentate dalla Associazione regionale allevatori), che contribuiscono a contrastare la possibilità d’insorgere della malattia.
«Nel 2013 – spiega ancora Arru – i danni causati dall’epidemia sono costati alla Regione 28 milioni di euro. Nel 2014 e quest’anno abbiamo, di fatto, risparmiato 26 milioni, che possono essere utilizzati per fare fronte a tante richieste di carattere sociale». «Questo risultato – conclude l’assessore della Sanità – è stato possibile solo grazie alla collaborazione di tutti: allevatori, associazioni di categoria, veterinari e istituzioni. Finalmente sono state messe da parte diffidenze e contrapposizioni, lavorando nell’interesse generale.»

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