Ignazio Locci (FI): «La riforma anziché migliorare, complica il quadro di riferimento degli Enti locali».
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«Non si può chiamare riforma ciò che, anziché migliorare, complica il quadro di riferimento degli Enti locali. Quanto proposto dalla Giunta regionale fa acqua da tutte le parti: un progetto sbagliato nell’impianto di base e destinato a peggiorare ulteriormente a causa delle pressioni che giorno dopo giorno aumentano in maniera esponenziale, tanto che sarà impossibile ottenere un buon lavoro.»
A dirlo è Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.
«Il legislatore non è sereno – aggiunge Locci -. Il rischio è perdere la facoltà di autodeterminarsi per capire quale sia il migliore modello di gestione degli Enti locali. E di sicuro non lo è la riforma proposta dall’Esecutivo Pigliaru, che innanzitutto non tiene conto delle variazioni a livello costituzionale.»
«La Giunta sta mettendo in piedi un sistema che resuscita le province, spalmandole in molteplici Unioni di comuni – sottolinea ancora Ignazio Locci -. Complicando, appunto, il quadro di riferimento. E, soprattutto, creando il caos nella gestione delle funzioni primarie e fondamentali degli Enti locali (come definite nella Costituzione), ovvero quelle che hanno una ripercussione diretta sui cittadini (politiche sociali, edilizia scolastica, Polizia municipale, pianificazione urbanistica, etc). Basti pensare che i consigli comunali verranno vuotati di ogni prerogativa: spariranno le facoltà in capo alle opposizioni e il potere decisionale sarà esclusivamente in mano al Presidente dell’Unione dei comuni e alla sua Giunta, composta dai sindaci dei comuni aderenti. E stop ai contrappesi alla base della moderna democrazia: il cosiddetto check and balance, quell’insieme di meccanismi politico-istituzionali finalizzati a mantenere l’equilibrio tra i vari poteri.»
«Non si possono fare le riforme tenendo come faro di riferimento logiche che sono di fatto tecnocratiche e tengono a salvaguardare e nutrire chi è dentro questo sistema. E lo dimostra la processione di tutti i possibili portatori di interessi (i propri interessi, sia chiaro). Il presidente Francesco Pigliaru deve fare uno sforzo e guardare oltre la coalizione, concentrandosi sulla realtà, quella vera, fatta di cittadini che hanno bisogno di punti di riferimento e che non vogliono essere considerati semplici numeri o fattori di un’equazione matematica. Fermarsi non è una sconfitta – conclude il consigliere regionale di Sant’Antioco -. È invece una vittoria della politica che guarda alle esigenze dei sardi.»
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