I Riformatori sardi attaccano ancora la Giunta Pigliaru sulla riforma degli Enti locali.
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I Riformatori sardi attaccano ancora la Giunta Pigliaru sulla riforma degli Enti locali.
«Non abbiamo partecipato ai meeting tra l’Anci e la Giunta, e quindi seguiamo solo sui giornali l’evolversi della legge sul riassetto degli enti locali – dicono il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa, e il coordinatore del Centro Studi, Franco Meloni -. Da questi abbiamo dunque appreso che verrà aggiunta la straordinaria novità delle “città medie”, qualunque cosa ciò significhi. L’impressione che se ne ricava è che alcuni primi cittadini abbiano dato il loro contributo a rendere ridicola una vertenza che sembrava un’inarrestabile battaglia di principi: alla fine si sta rivelando una miserabile battaglia del grano, per giunta poco e inevitabilmente sottratto agli altri territori dell’isola.»
«Adesso – aggiungono Cossa e Meloni – si tratta di accettare una cosetta qualunque, dopo esser andati in guerra per il Santo Graal, una via d’uscita per ritirarsi in buon ordine senza aver nemmeno sfiorato il nocciolo di una riforma che poteva essere fondamentale e che si riduce invece a recuperare qualche soldo in più. Secondo i media, infatti, su questo vertono le difficoltà residue su un accordo, come certificare la partecipazione delle città medie alla spartizione del bottino. Adesso c’è da spettarsi la corsa alla promozione a “città media”. Sassari e Olbia forse sono a posto. E Nuoro? Forse diventa anche lei media mentre Oristano e Alghero, nonché Iglesias e Carbonia niente, finiti i bon bon. C’è pur sempre il ruolo di città medio-piccola, accanto a quello di città piccola o piccolissima, per accontentare un po tutti e far passare in consiglio una legge che non soddisfa nessuno ma che, sopratutto, non risolve i problemi del funzionamento della rete degli enti locali nell’isola. E che costringerà presto a tornare sul tema ma per fare davvero scelte – concludono Cossa e Meloni -, non per questa modestissima ammuina di borbonica memoria!»
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