In soli 5 mesi di attività il Consorzio Turistico per l’Iglesiente ha registrato l’adesione di oltre 60 operatori del settore.
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Oltre 60 operatori del settore associati, accolti 3.000 scandinavi e avviata una lunga serie di collaborazioni. Sono i numeri dei primi cinque mesi di attività del neonato Consorzio Turistico per l’Iglesiente che sta raccogliendo riscontri positivi non solo in termini di associati ma anche e, soprattutto, in presenze sul territorio.
Quello della promozione e dell’accoglienza, infatti, è la mission del Consorzio nel quale lavorano, con entusiasmo e voglia di fare, un gruppo di giovani che hanno visto in questo progetto una grande opportunità di crescita per Iglesias e le realtà limitrofe.
E i numeri già raccolti sono la testimonianza che la strada intrapresa è quella giusta: ben 61 sono i soci attuali, di cui 12 tra hotel, b&b, affittacamere e agriturismo; 20 attività ristorative (ristoranti e bar); 13 guide turistiche e ambientali; 7 associazioni di promozione turistica; 2 stabilimenti balneari; 1 immobiliare; 5 società di servizi e ovviamente il Comune di Iglesias come socio onorario.
«Il percorso è stato lungo – spiega il presidente del Consorzio, Attilio Casti – ma già dai primi mesi di lavoro siamo riusciti ad accogliere, in collaborazione con il Comune di Iglesias e il Centro Città, oltre 3.000 scandinavi che ritorneranno anche quest’anno.»
Sono state tante le collaborazioni fino ad ora attivate, con scuole, università e tour operator. Risultati positivi per neanche un anno di lavoro. Ci riproponiamo nel 2016 di ampliare le collaborazioni affinché si possa dare un servizio migliore in grado di attirare sempre più turisti, facendo conoscere la città di Iglesias e il territorio e facendo crescere l’economia. Con la nuova programmazione 2016, dove si cercherà di promuovere la nostra storia, le tradizioni e tutte le attività, dal punto di vista ambientale, storico e turistico nonché economico e sociale, si è deciso di partire dalla presentazione del Consorzio al pubblico previsto per metà marzo. Occorrerà infatti garantire un reddito sufficiente al settore affinché i giovani possano essere incentivati nel non partire.
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