L’opposizione su Forestas: «Una riforma mancata che penalizza lavoratori ed Enti locali».
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«Una riforma debolissima che non incide strutturalmente sul sistema e cambia in modo anomalo la governance, relegando i Comuni in un ruolo marginale.»
Lo ha dichiarato il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis i lustrando insieme ad altri consiglieri quelli che, secondo la minoranza, sono i “punti deboli” della riforma recentemente approvata dal Consiglio, con cui è stata costituita l’Agenzia Forestas.
«L’inconsistenza della riforma – ha aggiunto Pietro Pittalis – emerge, soprattutto, in materia di organizzazione e personale perché i lavoratori dell’Agenzia (a parte dirigenti ed impiegati) sono gli unici dipendenti della Regione ad avere un contratto diverso, si allontana il traguardo della stabilizzazione e mancano risorse per la contrattazione integrativa; un’occasione persa su tutta la linea.»
Si tratta di una legge importante che non può essere liquidata con un arrivederci, ha protestato il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ricordando che «il bosco è un grande patrimonio della Sardegna ma per valorizzarlo occorre una buona gestione e non si possono ignorare i Comuni, proprietari per ben due terzi dei terreni. Inoltre il concetto di bosco che viene fuori dalla legge, pari ad una superficie di appena 2.000 metri quadrati, non consentirà di conservare i premi comunitari ma, piuttosto, costringerà anche i proprietari di un piccolo giardino a districarsi in una giungla burocratica inutile e costosa, obbligando i privati perfino a predisporre piani particolareggiati».
La costituzione di Forestas, ha poi osservato il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni, «è una delle tante riforme mancate di questa maggioranza, che nasce senza risorse e non cambia nulla, anzi peggiora le cose perché, nel nostro caso trascura del tutto le grandi potenzialità di una risorsa preziosa come il bosco sotto i profili economico, turistico e paesaggistico».
Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha messo l’accento sull’insufficienza delle risorse per la contrattazione, «in un Ente in cui il 94% del bilancio è assorbito dalle spese per il personale ed ha situazioni territoriali molto complesse con concentrazioni di dipendenti tanto rilevanti quanto anomale in alcuni territori; non sono, in queste condizioni, quanti lavoratori precari potranno essere concretamente stabilizzati e quanti lo chiederanno». «In altri termini – ha concluso Oppi – come ha scritto il Cal nel suo parere siamo davanti ad un carrozzone; io aggiungo che è stato riverniciato ma la sostanza non cambia».
Sempre per l’Udc, il consigliere Gianni Tatti ha espresso forte preoccupazione (“parlo anche da Sindaco”) per un passaggio della legge a suo avviso carico di incognite e potenzialmente pericoloso in alcuni territori. «Molti terreni – ha detto Gianni Tatti – saranno restituiti ai Comuni ed i lavoratori si dovranno trasferire da altre parti; questo fenomeno in determinate realtà delle zone interne e più povere potrebbe aumentare il malessere. Per questo è stato un grave errore estromettere i Sindaci dalla gestione dei loro territori”.
Sul piano politico, infine, i consiglieri Pietro Pittalis e Giorgio Oppi hanno segnalato che, ad oltre due anni dall’inizio della legislatura e, nonostante, il regolamento, «non è stata discussa alcuna proposta di legge presentata da uno o più gruppi dell’opposizione ed anche le mozioni della minoranza vengono discusse con grande ritardo, ben oltre i termini consentiti».
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