Sulla rinegoziazione dei mutui prima casa, la Regione si schiera con i cittadini.
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L’assessore regionale dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, ha inviato una lettera all’ABI e alla Banca d’Italia sulle resistenze delle banche convenzionate con la Regione a procedere alla rinegoziazione dei mutui agevolati prima casa di cui alla L.R. 32/85.
«Mi aspetto un intervento determinante che, al di là del mero dettato normativo, riporti i vostri Istituti associati a comportamenti che, in un contesto di difficoltà economica generalizzata, non arrechino ulteriore danno ad una fascia sociale per altri versi già penalizzata.»
In una conferenza stampa convocata a Viale Trento, l’assessore ha illustrato la situazione, denunciata da numerosi cittadini, in cui le banche, nella maggior parte dei casi, non forniscono risposte alle richieste di rinegoziazione.
«Un atteggiamento inaccettabile – ha commentato Maninchedda – da parte delle banche che, nonostante acquistino il denaro a tasso zero e godano di una serie di protezioni, per pigrizia nell’attivazione delle istruttorie o per altri motivi non vengono incontro alle legittime aspettative dei cittadini. Una rinegoziazione oggi, per una famiglia, può voler dire un risparmio ben più grande del bonus di 80 euro del Governo – ha detto l’assessore – e questo fatto non può essere ignorato, soprattutto da parte di istituti radicati e diffusi il tutto il territorio regionale». «Noi ci schieriamo nettamente dalla parte dei cittadini – ha proseguito l’esponente della Giunta – e procederemo con tutte le azioni necessarie: la lettera ad ABI e a Banca d’Italia è solo un primo passo, andremo a fondo».
La legge 32/85 impegna ogni anno uno stanziamento regionale che supera i 30 milioni di euro, per l’abbattimento dei tassi di interesse, in misura del 30, 50 o 70% a seconda dei casi, dei mutui per la prima casa. La Regione versa alle banche convenzionate il proprio contributo in un’unica soluzione all’inizio del piano di ammortamento. La rinegoziazione è quindi importante non solo per il cittadino, che con i tassi attuali otterrebbe un significativo risparmio mensile, ma anche per le casse pubbliche: la quota di contributo eccedente a seguito della rinegoziazione deve infatti essere restituita dalle banche. Questo comporterebbe la possibilità di aumentare il numero dei cittadini beneficiari dell’agevolazione.
E’ del 21 gennaio scorso la direttiva con cui l’assessore dei Lavori Pubblici comunicava agli Istituti bancari l’autorizzazione della Regione al mantenimento delle agevolazioni attraverso l’abbattimento originariamente previsto del tasso rinegoziato. Il 20 aprile, a seguito della richiesta di chiarimenti da parte di Banca Intesa, l’assessore ha inoltre comunicato ai quattro Istituti convenzionati (Banco di Sardegna, Banco di Sassari, Banca UNIPOL e Banca Intesa San Paolo) le Linee Guida in materia di rinegoziazione che prevedono, tra le altre cose, la determinazione del tasso di rinegoziazione, equiparato al tasso di riferimento vigente al momento della rinegoziazione stessa che, per il mese di maggio 2016, si attesta al 1,78 %.
Nonostante i chiarimenti sulla metodologia, le banche continuano a rifiutare la maggior parte delle richieste di rinegoziazione, o a proporre alternative comunque più onerose per i cittadini, i quali da tempo si rivolgono esasperati agli uffici dell’assessorato per chiedere chiarimenti e sostegno da parte della Regione. «Un sostegno che da oggi – ha concluso l’assessore Maninchedda – sarà ancora più forte, attraverso tutte le azioni possibili. Se le banche intendono ostacolare i cittadini sardi e aprire una strisciante guerra civile sulla rinegoziazione dei mutui, devono sapere che hanno superato il segno e che la Regione è in campo contro di loro e contro le loro pratiche informate iscrivibili nel perimetro delle microtirannidi burocratiche».
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