22 November, 2024
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La Asl 7 ha ridotto i trattamenti riabilitativi, petizione di 11 pazienti affetti da patologie degenerative progressive.

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Centro direzionale ASL 7 7 copia

La drastica riduzione dei trattamenti riabilitativi decisa dalla direzione della Asl 7, sta creando notevoli problemi ai pazienti sottoposti a terapia che hanno inviato una petizione al responsabile del Distretto di Carbonia, il dottor Marco Vinicio Grussu e, per conoscenza, al commissario straordinario, Antonio Onnis.

«C’è stata un’indiscriminata riduzione, sospensione o addirittura dimissione dei pazienti – si legge nella petizione, recante le firme di 11 pazienti – e tale atto non è stato preceduto d alcuna valutazione medica da parte dell’organo competente (U.V.T.) o di qualsiasi altro medico incaricato. Chiediamo chiarimenti su tale decisione e quali siano le motivazioni che l’hanno prodotta, anche in considerazione del fatto che i pazienti ai quali la terapia è stata sospesa o ridotta, sono soggetti a patologie degenerative progressive.»

Uno dei pazienti interessati è Guerino Figus, da 15 anni affetto dal morbo di Parkinson.

«La mia vita ha subito un cambiamento radicale – racconta Guerino Figus -, questo cambiamento non è stato improvviso ma lento e progressivo, inesorabile: con l’andare degli anni mi sono accorto che  mi era difficile fare certe cose, certi movimenti, anche il modo di camminare non era più quello di una volta, sbandavo, barcollavo e, soprattutto, con le mani mi era diventato impossibile fare dei movimenti fini. Anche girare il cucchiaino nella tazzina del caffè o usare la tastiera del computer poteva essere un problema. A tutti questi problemi ci  si abitua, ma sono sempre problemi.»

«Sì, controllare la emozioni è fondamentale; anche la visita con il neurologo o lo psicologo o un dispiacere o un dolore fisico qualsiasi, causano un’alterazione dell’equilibrio psico-fisico e l’insorgenza dei sintomi caratteristici del morbo di Parkinson: tremore, discinesie, perdita dell’equilibrio e sbandamento, ecc. Questi sintomi possono essere tenuti sotto controllo fino ad un certo punto, mediante una terapia farmacologica adeguata ed una terapia fisica controllata. Precisamente: la terapia fisica interessa il controllo dei movimenti e dei riflessi, che stavo seguendo, devo dire con profitto, presso il C.T.R. di Carbonia.

Il Progetto/Programma della durata di 90 giorni, prevedeva una frequenza trisettimanale per 45 minuti pro die. Ora, essendo giunti alla scadenza del progetto assistenziale, la Commissione UVT, riunitasi in data 27.04.2016, ha deciso (senza alcuna valutazione medica da arte dell’Organo Competente o di qualsiasi altro medico incaricato), di prorogare il progetto assistenziale per 365 giorni, con frequenza bisettimanale, per 60 sedute di 30 minuti pro die, con dimissioni alla scadenza.

A questo punto – sottolinea Guerino Figus – mi viene spontaneo chiedermi: se al termine dei 90 giorni appena trascorsi, l’esito della valutazione è stato positivo, perché ridurre in modo così drastico il nuovo progetto assistenziale? Se in seguito al progetto appena scaduto, il quadro clinico di un male notoriamente progressivo è stato definito stazionario, con quale criterio adesso viene ridimensionato? Sicuramente, al termine delle prossime 60 sedute, diluite in 365 giorni, il quadro clinico non sarà più altrettanto stazionario.»

«Naturalmente i malati di Parkinson non vogliono andare in palestra per un capriccio, ma per seguire una terapia specifica e seria. Per questo chiedono di proseguire la terapia nei modi e nei tempi che finora hanno dato i loro buoni risultati. Se si tratta di una questione di soldi, ricordiamoci che la ASL, pur essendo Azienda, non è una S.p.A., dove i Soci, a fine anno, si spartiscono i dividendi, e che i pazienti sono più importanti del pareggio del Bilancio. Purtroppo, il Morbo di Parkinson è una malattia progressivamente ingravescente – conclude Guerino Figus -, e i farmaci non bastano se non sono supportati da una terapia psico-fisica adeguata.»

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giampaolo.cirronis@gmail.com

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