L’Unione europea conferma che l’Italia deve recuperare gli aiuti di Stato concessi all’Alcoa sotto forma di tariffa agevolata per l’elettricità.
Dall’Unione europea giunge una nuova mazzata sulle speranze di rilancio della produzione di alluminio nello stabilimento Alcoa di Portovesme. Secondo quanto ha riportato questa mattina l’Agenzia stampa nazionale quotidiana ASCA, la sentenza pronunciata dalla Corte di giustizia dell’Unione europea stabilisce che «l’Italia e’ venuta meno al proprio obbligo di recuperare gli aiuti di stato concessi all’Alcoa sotto forma di tariffa agevolata per l’elettricità». L’importo da recuperare ammonta a circa 295 milioni di euro di cui 38 di interessi.
«Il termine per il recupero degli aiuti, disposto con una prima decisione del 20 novembre del 2009 – scrive l’Agenzia ASCA – scadeva il 20 marzo del 2010, orbene, a tale data, non era stato recuperato l’intero aiuto. Al contrario il procedimento di recupero risulta ancora aperto ‘dopo più di due anni e mezzo dalla notifica della decisione.»
«Se l’Italia non dovesse conformarsi ai dettami della sentenza – riporta ancora l’Agenzia ASCA – allora la Commissione potrà proporre un altro ricorso chiedendo sanzioni pecuniarie. L’Alcoa ha beneficiato della tariffa elettrica agevolata dal 1996, l’agevolazione tariffaria, autorizzata allora dalla Ue, aveva una validità di 10 anni e interessava gli stabilimenti di Portovesme (Sardegna) e di Fusina (Veneto). Scaduto questo periodo, l’agevolazione è stata prorogata due volte: fino al giugno 2007 e poi fino al 2010, ma nel 2009 era finanziata da una tassa imposta ai consumatori di elettricità e non corrispondeva più alla condizioni di mercato. Nel 2009 la Commissione aveva ritenuto queste proroghe incompatibili con le regole comunitarie in quanto procuravano all’Alcoa “un vantaggio rispetto ai concorrenti”.»
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