Cristina Malavasi, segretario generale SDIRS, interviene su “Retribuzioni di risultato e valutazione dei dirigenti regionali”.
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Le notizie e i commenti apparsi sulla stampa locale negli ultimi giorni hanno reso indispensabile un ennesimo intervento dello SDIRS sulla retribuzione di risultato e sul sistema di valutazione dei dirigenti della Regione Sardegna. Di seguito una dichiarazione di Cristina Malavasi, segretario generale del Sindacato Dirigenti e Direttivi Regione Sardegna, che riprende una nota inviata al presidente Francesco Pigliaru, all’assessore Gianmario Demuro e alle altre organizzazioni sindacali.
Da cittadina posso essere d’accordo: sembra incredibile che quasi tutti i direttori generali della Regione Sardegna abbiano meritato per il 2015 il massimo dei voti per la retribuzione di risultato. Ma da dirigente chiedo: è colpa nostra se il sistema di valutazione ideato dal legislatore funziona male? Ed è colpa dei dirigenti se l’organo politico stenta ad individuare strategie e a fornire obiettivi misurabili?
Purtroppo ogni anno siamo costretti a tornare sulla questione, per rispondere a chi ne tratta in termini demagogici e strumentali. Voglio ricordare che lo SDIRS era stato il primo a chiedere che nel processo di valutazione fosse introdotto un organismo indipendente, garante dell’obiettività e della correttezza del processo stesso. Nel corso degli anni, questa nostra richiesta è stata più e più volte riaffermata. Siamo stati e siamo oggi a favore di valutazioni serie e differenziate secondo equità.
Più di ogni altro soggetto, i nostri iscritti considerano fondamentale che la valutazione dell’operato dei dirigenti regionali sia basata su criteri oggettivi e trasparenti e corrisponda alla qualità della nostra performance e del nostro comportamento organizzativo.
L’approvazione da parte del Consiglio Regionale della legge istitutiva dell’Organo Indipendente di Valutazione e la conseguente nomina da parte della Giunta Regionale dei suoi componenti erano, pertanto, atti attesi da tempo da questo sindacato.
Sindacato che, ricordiamo, in uno spirito di collaborazione con l’organo legittimato a rappresentare l’Amministrazione Regionale nella contrattazione collettiva, accettò anni fa di trasferire una parte consistente della retribuzione fissa all’interno della cosiddetta retribuzione di risultato, riducendo la parte retributiva fissa ad importi assai inferiori a quelli corrisposti ai dirigenti degli enti locali.
Ma vi sono dati incontrovertibili che spazzano via ogni demagogia: sommando la parte fissa della retribuzione e l’indennità di risultato dei dirigenti della Regione Sardegna, si ottiene un importo complessivo che posiziona detta retribuzione nella media dei dirigenti italiani, escludendo perciò qualsiasi posizione di privilegio.
Stupisce, poi, che l’ammontare della retribuzione di risultato dei Direttori generali venga criticato da sigle sindacali come CISL e UIL che hanno firmato il contratto: sigle che dimenticano quanto da loro condiviso in quella sede, e oggi lo rinnegano, nel vano tentativo di captare un fatuo consenso. Qualche dirigente sindacale evidentemente preferisce spostare l’attenzione su quanto corrisposto ai dirigenti piuttosto che sottolineare che l’intero personale regionale – dirigenti e dipendenti – percepisce oggi retribuzioni inferiori a quelle dei corrispondenti colleghi degli Enti locali.
Va inoltre ricordato che, per l’anno 2015, l’ammontare massimo della retribuzione di risultato dei Direttori generali e, a cascata di tutta la dirigenza, è stato diminuito con una delibera di Giunta che ha ridotto di circa il 20% l’importo corrisposto nei precedenti 5 anni: un taglio significativo, in termini assoluti e ancora di più in termini relativi rispetto alle altre categorie di lavoratori, che è stato volutamente ignorato o, peggio, omesso.
Condividiamo con l’opinione pubblica la necessità di correttivi nel processo di valutazione dell’operato dei dirigenti, ma condividiamo altresì, con chi studia e si occupa dell’argomento da anni, che la materia non può essere trattata in termini semplicistici e demagogici. Crediamo che le difficoltà nella definizione di un metodo di valutazione equo ed obiettivo non possano ricadere su chi deve essere valutato. Spetta all’organo politico definire il sistema di valutazione, che dovrà delineare un metodo efficiente e capace di innescare processi virtuosi nella Pubblica Amministrazione.
Cristina Malavasi
Segretario generale SDIRS Sindacato Dirigenti e Direttivi Regione Sardegna
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