16 July, 2024
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Fabio Enne (Ust Cisl): «Occorre accelerare sulla discarica di Genna Luas, i posti di lavoro sono a rischio».

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Genna Luas 8

Il segretario generale della Ust Cisl del Sulcis Iglesiente, Fabio Enne, sollecita un’accelerazione nel percorso autorizzativo per la costruzione della nuova discarica a Genna Luas,

«Perdere il livello occupazionale garantito dalla Portovesme srl, ultima industria presente sul territorio, sarebbe dare il colpo di grazia ad una zona su cui grava una crisi economica senza precedenti» dice Fabio Enne, segretario generale UST CISL del Sulcis Iglesiente.

«E’ vitale, in questo momento storico, mantenere i 1.000 posti di lavoro (tra diretti e indiretti) ancora garantiti dall’industria dello zinco primario – aggiunge Fabio Enne -. La discarica di Genna Luas, fondamentale per l’attività della Portovesme Srl deve essere necessariamente terminata, messa in sicurezza e sorvegliata per i prossimi decenni. Sappiamo fin da ora che il nono anello non sarà sufficiente a garantire l’abbancamento per gli anni a venire, pertanto chiediamo alle istituzioni coinvolte nell’iter per la costruzione della nuova “Genna Luas 2” che prestino le attenzioni dovute e che la procedura amministrativa e tecnica venga ultimata al più presto.»

«Purtroppo, negli ultimi anni, registriamo l’incapacità degli enti locali e della Regione di essere determinati e determinanti nella risoluzione delle vertenze, nella programmazione comunitaria e governativa, insomma, manca la consapevolezza che occorre rivitalizzare l’economia. Per centrare questo obiettivo, non è certamente sufficiente la sola industria, occorre una visione globale, un rilancio culturale che, partendo dall’emergenza occupazionale offra soluzioni a medio e lungo termine. Soluzioni programmate e condivise. Troppo spesso si tende a trasferire le responsabilità dei drammi sociali ed economici al governo nazionale e/o europeo, che certamente ne hanno, dimenticando che l’apporto che gli enti locali potrebbero fornire risulterebbe strategico e determinate, non solo per il mantenimento dei livelli occupazionali – conclude Fabio Enne -, ma anche per la programmazione articolata di un necessario sviluppo economico diversificato da quello attuale.»

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