L’Associazione Amici della Miniera di Carbonia, in concorso organizzativo con il circolo soci Euralcoop, il CSC Umanitaria Fabbrica del Cinema, l’Associazione Storia e Radici della Città di Carbonia, Il Circolo ANPI di Carbonia, lo SBIS, e con il patrocinio del comune di Carbonia, ha programmato per il giorno lunedì 16 settembre, alle ore 17.00, nella Sala Assemblee del Circolo Soci Euralcoop, nell’ambito delle manifestazioni per il centenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti, organizzato ed eseguito dallo squadrismo fascista, la presentazione del libro del prof. Alberto Vacca, “L’occhio del Duce in casa Matteotti”.
Chi era Domenico De Ritis? Un grande simulatore e dissimulatore che, nella sua qualità di spia dell’Ovra, rese un grande servizio a Mussolini, neutralizzando l’azione politica della vedova di Giacomo Matteotti, Velia Titta, durante gli anni del regime, e quella di Bruno Buozzi nel periodo della repubblica di Salò. Vissuto sempre nell’ombra, tessendo subdole trame nei confronti delle vittime da lui spiate, uscì indenne dal processo penale e da due procedimenti amministrativi che furono promossi contro di lui nell’immediato secondo dopoguerra. Fu senza dubbio la spia più geniale del regime fascista che, dopo avere svolto attività spionistica per quattordici anni, riuscì persino a farsi cancellare dall’elenco delle spie dell’Ovra pubblicato nel 1946, in cui era compreso il suo nome, e a farsi passare come benefattore della famiglia Matteotti e di quella di Bruno Buozzi. Prefazione Giorgio Benvenuto.
Presso l’ufficio postale di via Napoli, a Portoscuso, è stato installato ed è già operativo un nuovo impianto di climatizzazione, in grado di ottimizzare il microclima interno sia negli ambienti aperti al pubblico sia nei locali utilizzati esclusivamente dal personale.L’intervento, che consentirà una sensibile riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di anidride carbonica, è in linea con il miglioramento del comfort ma anche con le politiche aziendali finalizzate alla sostenibilità e all’attuazione di azioni finalizzate alla tutela ambientale e al risparmio energetico e a garantire soluzioni efficienti e sostenibili per gli uffici postali e più in generale per tutti le sedi aziendali.
L’ufficio postale di via Napoli è a disposizione dei cittadini con il consueto orario dal lunedì al venerdì dalle 8.20 alle 13.35 e il sabato fino alle 12.35.
Un progetto finanziato con fondi nazionali post emergenza Covid per promuovere il progressivo ritorno alla normalità dopo la pandemia che risponde ad un’esigenza di prevenzione, tutela della salute e cura dei bisogni psicologici inespressi o non individuati, e pertanto, non ancora supportati. Su questi presupposti si basa il progetto di supporto psicologico gratuito che vede impegnati i Consultori familiari di Carbonia e Iglesias (e molti altri Consultori a livello regionale) attraverso una serie di iniziative avviate a dicembre 2023 e che si protrarranno fino al 31/12/2024.
L’obiettivo è offrire uno spazio di ascolto per favorire il benessere della persona e facilitare l’accesso ai servizi psicologici supportando le fasce di popolazione più vulnerabili e potenziando l’offerta psicologica e di primo livello in spazi non stigmatizzanti. Tutto ciò attraverso l’individuazione precoce delle forme di malessere emotivo, personale, relazionale e familiare che coinvolge i minori e gli adolescenti in età scolare, i pazienti oncologici con diagnosi entro 5 anni impegnati nel percorso di cura, i familiari e caregiver che vivono il sovraccarico fisico ed emotivo legato all’accudimento e, talvolta, al lutto di un familiare.
«Si tratta – spiegano le psicologhe del consultorio (nel progetto coadiuvate dalla presenza di colleghi liberi professionisti) -, di un servizio psicologico specialistico gratuito che concretamente consiste nella possibilità di usufruire di un percorso di supporto individuale o nella partecipazione a gruppi di auto mutuo aiuto.»
La realizzazione di tali iniziative offre uno stimolo per connettere e potenziare maggiormente le risorse di comunità e il fare rete con i servizi sociali e sanitari già presenti su un territorio così difficile e sofferente come il Sulcis, che fa spesso i conti con la mancanza di risorse. Dopo l’isolamento sociale dovuto alla pandemia, infatti, si avverte in maniera sempre più pressante il bisogno di recuperare una dimensione di socialità, comunità e condivisione sperimentando “relazioni che curano” e che si creano in maniera spontanea, consentendo di non sentirsi soli nell’affrontare un momento così delicato come la malattia oncologica o i cambiamenti e turbolenze che si accompagnano all’essere un adolescente in una società come quella che stiamo conoscendo oggi.
La “forza” del gruppo è quella di potersi confrontare con persone che condividono la stessa esperienza e che possono così sostenersi, sentirsi capite e trovare nuove risorse e nuovi punti di vista per migliorare la qualità della propria vita condividendo tempo, emozioni, sofferenza ma anche interessi, attività ricreative e piacevoli.
Nella prima fase del progetto, oltre ai percorsi di supporto individuale, sono stati attivati dei gruppi di auto aiuto per pazienti oncologici, di cui si riportano alcune esperienze, che evidenziano l’opportunità avuta di rinascita: «Dopo la malattia, il supporto individuale mi ha consentito di imparare a conoscermi meglio e a conoscere le persone che mi giravano attorno, dagli estranei, agli amici e, per finire, ai miei familiari. Nel gruppo, fare squadra insieme a uomini e donne che hanno affrontato un tumore al colon, mi ha permesso di mostrare disagio, rabbia e paura in un contesto accogliente e protetto che mi ha fatto sperimentare la sofferenza fisica e psichica e, contemporaneamente, attraverso le storie narrate dai partecipanti, di scoprire nuove risorse per vivere bene e in modo pieno anche durante la malattia».
Significativo il nome assegnato ad uno dei gruppi, «“Sa cariredda” (la seggiolina), «che vuole simboleggiare l’intreccio delle mani e dei legami tra le persone che da bambini abbiamo sperimentato nel gioco della seggiolina, lasciandoci trasportare da due coetanei».
Ad altri partecipanti l’esperienza di supporto ha permesso di acquisire una maggiore consapevolezza e riscoperta di sé: «La mattina che ho ricevuto la chiamata dal consultorio dicendomi che ci sarebbe stata la possibilità di fare delle sedute individuali e di gruppo mi è stata data la disponibilità di rinascita perché essendo allergica ai farmaci mi sono sentita abbandonata. Con il supporto ho capito dove sbagliavo, con il gruppo mi trovo benissimo perché abbiamo intesa e le nostre esperienze ci aiutano. Mi ha aiutato a conoscere la mia malattia (tumore al colon) e di poterne parlare tranquillamente. Ora riesco a stare bene con la gente e sopratutto con la mia famiglia, incomincio ad avere voglia di uscire e sto cominciando a sentirmi nuovamente donna, non più madre e moglie ma anche DONNA».
Infine, alcuni hanno potuto ricostruirsi trovando nuovi e più costruttivi significati nonostante la malattia: «Quando per la prima volta ho incontrato la dottoressa per il supporto individuale, avevo come unico obiettivo mettere ordine nei miei pensieri e andare avanti con ciò che rimaneva della mia vita. Agli occhi di molti non ero più una persona ma “quella con il cancro”, un nome associato a un numero di una cartella clinica. In quella piccola stanza ho trovato una persona che mi ha riportato al giusto senso delle cose e sopratutto al mio essere umano ed espressione di vita, che è sempre bella anche se con altri obiettivi. Il gruppo è stato ed è parte importante per il mio vivere quotidiano, con i ragazzi e le ragazze del gruppo abbiamo condiviso gioie e dolori, incoraggiandoci e sostenendoci a vicenda, sperando e camminando insieme: il cancro ci ha incontrato ma noi continuiamo la strada della vita, cercando di godere di ogni momento»; «sono molto felice di aver avuto l’opportunità di iniziare questo percorso che in brevissimo tempo è diventato fondamentale per la mia personale esperienza, sostegno nella malattia e basilare per poter affrontare problematiche che mi hanno segnato profondamente».
I risultati ottenuti nella prima fase del progetto confermano il ruolo del supporto psicologico nell’incrementare la spinta al cambiamento, nella costruzione e riscoperta delle risorse utili a far fronte alle situazioni più critiche ma anche nell’espansione delle reti relazionali attraverso l’interdipendenza tra persone laddove il cambiamento di un soggetto finisce per coinvolgere e condizionare positivamente anche gli altri.
Le iniziative del progetto continueranno fino al 31 dicembre 2024. Chi fosse interessato può rivolgersi al Consultorio Familiare di Carbonia, via Brigata Sassari 37, al numero 366 9315295 o al Consultorio familiare di Iglesias, C/o Ospedale Santa Barbara, al numero 0781 3922274.
Asl Sulcis Consultori di Carbonia-Iglesias
Italo Treni, primo operatore privato italiano sulla rete ferroviaria ad alta velocità e il primo al mondo ad utilizzare il nuovo treno Alstom AGV detentore del primato di velocità ferroviaria, assumerà nuovo personale in possesso di diploma o di laurea, con proattività, flessibilità, curiosità e innovazione, capacità organizz
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«La situazione è precipitata nelle ultime settimane, con l’incremento dei focolai negli allevamenti isolani. Occorre un intervento urgente per arginare la propagazione del virus. Nelle campagne sarde il quadro è drammatico. La presidente Todde convochi immediatamente le associazioni di categoria per adottare una task force di contrasto alla lingua blu.»
È quanto auspica il consigliere Gigi Rubiu (FdI) sul fronte della nuova diffusione dell’epidemia tra gli ovini e i bovini sardi.
«Gli assessorati regionali competenti continuano a rimanere inattivi, aggravando una crisi che sta causando perdite ingenti non solo in termini di animali, ma anche di fatturato tra le aziende – aggiunge Gianluigi Rubiu -. È urgente rendere immediatamente operativa la campagna di vaccinazione dei capi. Non solo. Occorre agire per lo stanziamento di ingenti somme da destinare alle aziende come risarcimento dei danni.»
Il clima, che favorisce la proliferazione degli insetti vettori, dovrebbe alzare l’asticella sull’emergenza in atto nei capannoni rurali. Le ricadute rischiano di ripercuotersi sul mercato del latte e del formaggio.
«Purtroppo, gli appelli delle associazioni del comparto sono rimasti inascoltati. E siamo arrivati ad un nuovo aumento della blue tongue negli allevamenti di pecore e mucche. È necessario un impegno della Regione per mettere in campo tutte le soluzioni necessarie a tutelare la filiera zootecnica, proprio a partire dal reperimento dei vaccini immunizzando così il patrimonio degli ovini e dei bovini – conclude Gianluigi Rubiu -. Penso sia indispensabile tutelare le aziende colpite, salvaguardando la pastorizia sarda da un’ulteriore diffusione del virus senza controllo, con gli indennizzi necessari per evitare altri danni economici.»
Contro la dermatite atopica scende in campo la Dermatologia del San Giovanni di Dio. Sabato 21 settembre, dalle 9.00 alle 12.00, gli specialisti diretti dalla professoressa Laura Atzori, effettueranno consulti gratuiti e su prenotazione negli ambulatori in via Ospedale 46, con lo scopo di sensibilizzare e promuovere la diagnosi di questa patologia
Il numero di posti per gli screening è limitato e l’attività sarà disponibile fino a esaurimento. Per accedere all’ambulatorio è necessario prenotare un appuntamento chiamando il numero 02 8290 0620, attivo dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00.
La dermatite atopica è una patologia infiammatoria della cute in continuo aumento, per la quale esistono nuove possibilità di cura. «È importante partecipare a questa iniziativa – spiega la professoressa Laura Atzori -, perché questa patologia ha un andamento cronico-recidivante e determina una severa compromissione della qualità della vita dei pazienti. Attualmente sono disponibili nuove opzioni terapeutiche, caratterizzate da un profilo di efficacia e sicurezza elevato.»
«Lo scopo della campagna è duplice – prosegue la professoressa Laura Atzori -: da un lato aiutare i pazienti ad avere una percezione più completa della patologia e, dall’altro, far afferire ai centri di riferimento, autorizzati alla prescrizione dei nuovi farmaci, chi ne ha necessità.»
In Italia soffrono di dermatite atopica circa il 10% degli adulti e il 20% dei bambini. Spesso la malattia esordisce già nei primi mesi di vita protraendosi nell’infanzia, nell’adolescenza e proseguendo anche in età adulta.
Questa patologia cronica della pelle, a carattere infiammatorio, si manifesta con arrossamenti e vescicolazione estesi ad arti, tronco e volto, accompagnati da forte prurito, che impedisce il riposo notturno. Il prurito è intenso anche quando la dermatite sembra spenta e persiste solo una secchezza cutanea che non migliora con le normali creme idratanti. Fattori che fanno sì che la dermatite atopica abbia ripercussioni nei rapporti sociali, nelle attività e nella vita quotidiana. Ancora oggi, oltre il 60% delle persone affette da questa patologia non sono adeguatamente curate.
L’attività di screening dalla Dermatologia del San Giovanni di Dio è svolta in occasione della campagna nazionale di sensibilizzazione “Dermatite atopica? Da oggi si cambia”, realizzata con il patrocinio di ANDeA (Associazione Nazionale Dermatite Atopica) e il contributo incondizionato di AbbVie.
“Glencore” e tutte le società industriali del territorio, chiariscano, unitamente a tutte le istituzioni politiche, il futuro per le nostre cittadine e cittadini. Non sarà un autunno sereno quello che vivranno le famiglie sospese sul baratro dei licenziamenti o al meno peggio dei “cerotti”- elemosina delle “casse integrazioni”. Sono centinaia e centinaia, uomini e donne, con i loro figli, che hanno paura perché senza lavoro non c’è vita e non c’è futuro. L’UPSL facendosi voce di tutta la chiesa diocesana iglesiente, sentiamo il dovere di inviare ai responsabili delle aziende e alle istituzioni pubbliche un forte appello perché non ci si trinceri nel manifestare le difficoltà dei mercati, per dare ragione delle varie chiusure e della drastiche e gravi riduzioni dei livelli occupazionali. Si faccia di tutto per conservare le produzioni e i posti di lavoro. La crisi industriale viene da lontano ed anche alcuni imprenditori ne sono vittime, ma davvero non possiamo rassegnarci … Stiamo parlando di vite umane. Desidero osservare che l’emergenza delle piccole e medie aziende del Sulcis Iglesiente, rientra, da decenni in una crisi di sistema, originata primariamente dalla contrazione dei comparti di lavorazione di prodotti primari, che a cascata hanno prodotto e producono chiusure e ridimensionamenti nell’indotto, anello più debole degli attuali modelli industriali. Quasi nulla inciderà, in termini di occupazione, l’apertura di prospettive per il riciclo delle batterie esauste delle auto elettriche, nulla inciderà nel favorire l’occupazione i grandi appetiti delle società che vogliono occupare e colonizzare i nostri territori e i nostri mari per produrre energia con tecnologie fotovoltaiche e eoliche. Per questo ci rivolgiamo con fiducia insistente verso i responsabili delle dirigenze delle industrie del territorio perché partecipino con giustizia e solidarietà alla vicenda del Sulcis Iglesiente, offrendo innanzitutto un chiarimento sui loro progetti e comunque, ottemperando alle direttive concordate. Alle istituzioni che a vario titolo governano e hanno responsabilità di amministrazione politica, il dovere di partecipare in modo unitario, con totale vicinanza alle vicende del territorio e in modo coraggioso e tenace, lottando per il bene dei cittadini e cittadine e per la salvaguardia del nostro amato Sulcis Iglesiente.
Sono da condannare decisamente tutti gli interessi per garantire pingui guadagni…personali, di lobby nascoste nei nostri territori, di ogni azionista che gioca le sue fortune nelle borse internazionali e di coloro che pensano di avere poteri elettorali per le prossime campagne elettive…nessuno ci abbandoni e nessuno si macchi del grave peccato di schiacciare la dignità delle cittadine e dei cittadini del Sulcis Iglesiente.
Stiamo vivendo, tragicamente, per l’ennesima volta, un’altra grave crisi occupazionale che sconvolge il nostro territorio… ma forse è la stessa crisi che attraversa in modo continuativo e progressivo il Sulcis Iglesiente, da alcuni i decenni. Noi cristiani non possiamo arrenderci, ma nella speranza che ha la radice nel Dio Provvidenza che in Gesù Cristo ha manifestato per l’umanità la sua Misericordia, desideriamo, tutte e tutti, agire secondo le proprie responsabilità sociali e tutte e tutti, desideriamo pregare …. Nell’occasione della Memoria liturgica del “Santissimo Nome di Maria”. Giovedì 12 settembre 2024, alle ore 22,00, presso Chiesa “Vergine d’Itria” Portoscuso Santo Rosario meditato seguendo il percorso dei Misteri gaudiosi. Sentitevi tutte e tutti invitati a stare insieme Le risorse sociali, politiche e spirituali, unitariamente, si impegnano a camminare per far risaltare la dignità di ogni persona e favorire il “Bene comune” per tutto il Sulcis Iglesiente.
Don Antonio Mura, parroco in Portoscuso e responsabile UPSL Iglesias