Eccidio di Buggerru. Il presidente del Consiglio regionale Piero Comandini: «Subito il salario minimo e più sicurezza nei luoghi di lavoro»
«Subito il salario minimo. Strumento necessario per tutelare i lavoratori, per dare più sicurezza, per evitare qualsiasi forma di sfruttamento.»
Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale Piero Comandini, questa mattina a Buggerru, intervenendo alle celebrazioni del 120esimo anniversario dell’eccidio, organizzate dal comune di Buggerru, per ricordare la lotta in cui persero la vita tre minatori che si batterono per il riconoscimento dei loro diritti e per condizioni di lavoro più umane.
«Questo anniversario non deve essere solo un momento di riflessione e di commemorazione – ha aggiunto il presidente Piero Comandini – ma un monito per il futuro. Oggi ricordiamo coloro che sono diventati il simbolo della lotta al lavoro senza tutele, senza garanzie, con un salario inadeguato, in condizioni disumane. Quel 4 settembre del 1904, soprattutto per noi sardi, sarà per sempre ricordato come il giorno del primo vero sciopero nazionale della storia italiana. Sono passati 120 anni da quando, a Buggerru, durante una protesta morirono tre operai e altri 11 rimasero feriti. Un sacrificio che non si può e non si deve dimenticare. Una strage che, purtroppo, non ha mai fine. Troppe morti ancora si registrano in Sardegna e in tutta Italia a causa di sfruttamento o per scarsa sicurezza nei luoghi di lavoro. Oggi onoriamo la memoria dei minatori di Buggerru che furono i primi, con il loro coraggio, ad aprire la strada alle rivendicazioni ma reclamiamo con forza maggiori tutele e un’equa retribuzione. Il primo passo per un nuovo futuro è il salario minimo. Una misura ormai necessaria e non più rinviabile.»