Sono circa 6.700, in calo dell’1% rispetto allo scorso anno, le imprese artigiane sarde potenzialmente coinvolte nel mercato turistico isolano.
Lo rileva un’elaborazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato, su dati UnionCamere-Movimprese del 2013, che sottolinea anche come queste rappresentino il 17,1% del totale del comparto artigiano isolano, coinvolgendo settori come quelli dell’agroalimentare, delle manifatture e dei servizi, dell’abbigliamento e delle calzature, delle attività ricreative, culturali e dell’intrattenimento, dei bar, caffè e pasticcerie, dell’editoria, della somministrazione di alimentari e bevande, delle strutture ricettive, e dei trasporti.
A livello nazionale, il trend peggiore lo registra l’Abruzzo (-2,2%), seguito dalla Basilicata (-1,9%), la Puglia (-1,5%) e la Sardegna (-1%). Se anche la media nazionale è negativa (-0,4%), al contrario “vòlano” Valle D’Aosta (+2,5%) e Toscana (+1,2%).
Tra le vecchie province della Sardegna, cresce solo Cagliari (2.617 imprese con un +0,2% rispetto all’anno scorso), mentre arretrano Sassari (2.358 aziende, -0,9%), Nuoro (1.240 e -2,6%) e Oristano (1.240 con un -3,2%).
«Le imprese sarde legate al turismo, soffrono la crisi quasi come quelle dell’edilizia – commentano da Confartigianato Imprese Sardegna – con problematicità legate alla netta diminuzione delle disponibilità delle famiglie, alla insufficiente disponibilità o dal costo dei mezzi di trasporto (aerei e navi in primis) e alla inadeguata programmazione turistica.»
«Purtroppo – sottolinea l’associazione degli artigiani – ci si accorge solo adesso che la “bacchetta magica”, che funzionava qualche tempo fa al solo pronunciare il nome “Sardegna”, non funziona più e non è più sufficiente.»
«Solo qualche anno fa – continua l’organizzazione di Categoria – l’assessorato regionale all’Artigianato e turismo avviò un percorso che avrebbe portato alla certificazione delle produzioni artigiane ovvero i produttori si sarebbero dotati di un marchio collettivo di qualità con l’indicazione di qualità geografica; infatti, sul sito della Regione (http://www.regione.sardegna.it/marchiodiqualita/) si possono trovare ancora le indicazioni e i documenti per la richiesta di tale attestazione.»
«Non crediamo che la certificazione dei prodotti sarebbe stata la panacea dei mali del turismo e dell’artigianato – viene precisato – però possiamo dire che i marchi d’origine e qualità, in ogni parte del mondo, hanno sempre portato visibilità, nuovi acquirenti, apertura a nuovi mercati, e riconoscimenti e qualificazione dei territori.»
«Il turismo e le imprese collegate – conclude Confartigianato – rappresentano uno dei settori fondamentali per l’economia della regione. Non possiamo più permetterci di perdere posizioni sul fronte dell’attrattività, dell’artigianato, dell’ambiente e della cultura, che rappresentano i motori della nostra economia. Per questo a livello regionale vanno intensificati gli sforzi per restituire competitività alla nostra offerta turistica e valorizzare le eccellenze del Made in Sardegna che hanno reso famosa la nostra isola nel mondo, mentre a livello nazionale è necessario rinvigorire i consumi delle famiglie.»