Ferdinando Pellegrini, Angelo Deidda e Roberto Lallai.
Si è svolta questa mattina nella sala consiliare del Comune di Domusnovas la conferenza stampa dei sindaci di Domusnovas, Angelo Deidda, di Fluminimaggiore, Ferdinando Pellegrini, e di Nuxis, Roberto Lallai, per la presentazione del referendum popolare regionale per l’abrogazione della società pubblica “Abbanoa spa” quale gestore unico del Servizio Idrico Integrato dei Comuni della Sardegna e della proposta del disegno di legge di iniziativa popolare su “Norme in materia di gestione da parte dei Comuni della Sardegna del Servizio Idrico Integrato”.
La battaglia dei sindaci è iniziata alcuni anni fa. Già una prima volta giunse alla raccolta e presentazione delle firme per l’abrogazione di Abbanoa e la legge di iniziativa popolare per l’affidamento della gestione del servizio idrico ai Comuni ma per problemi procedurali non giunse al traguardo ed ora riparte la mobilitazione per la raccolta delle firme. L’obiettivo è costituito da 20.000 firme per l’abrogazione di Abbanoa ed altrettante per la legge di iniziativa popolare.
Angelo Deidda, Ferdinando Pellegrini e Roberto Lallai hanno spiegato le motivazioni che li hanno portati a questa nuova iniziativa. Non accettano il passaggio del servizio idrico dei loro Comuni ad Abbanoa, servizio che oggi funziona bene con costi contenuti a carico degli utenti e che, se trasferito ad Abbanoa, «avrebbe sicuramente un notevole aggravio di costi a carico dei cittadini ed un peggioramento della qualità, come dimostrano le esperienze maturate dagli altri comuni sardi in tutti questi anni, dacché è iniziata la gestione di Abbanoa come servizio idrico integrato».
L’art. 1 della proposta di legge prevede che «la Regione, in deroga alle disposizioni previste dalla Legge Regionale n. 29 del 17 ottobre 1997, conferisce ai singoli Comuni della Sardegna, trasferendo le funzioni dell’Autorità d’ambito territoriale ottimale, la facoltà di decidere autonomamente le modalità di affidamento e gestione del Servizio Idrico Integrato, costituito dall’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione dell’acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione delle acque reflue.»
L’art. 2 prevede due commi: «1) I Comuni di cui all’art. 1 della presente disposizione, possono esercitare le funzioni sia in forma singola che associata con le modalità previste dal decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267, senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica. 2) I Comuni che intendono gestire il servizio nelle modalità indicate all’art. 2 comma 1, possono procedere all’affidamento diretto della gestione del servizio idrico integrato, a società a totale o a prevalente capitale pubblico. Tali società sono comunque escluse dalle gare per l’affidamento di altri servizi pubblici locali e tale esclusione si estende anche a società collegate o controllate».
L’art. 3 prevede che «I Comuni che all’entrata in vigore della presente disposizione non hanno ancora consegnato gli impianti all’attuale gestore del Sistema Idrico Integrato, possono proseguire l’erogazione del servizio, senza variare quanto già in essere, rispettando le condizioni dettate dall’art. 2».
L’art. 4, infine, prevede due commi: «1) Al fine di razionalizzare i consumi ed eliminare gli sprechi, sarà cura della Regione prevedere nei propri bilanci un fondo economico per sostenere i Comuni relativamente ai seguenti interventi: • realizzazione di nuove reti e nuovi impianti; • sistemazione di quelli esistenti che necessitano di interventi straordinari. 2) I Comuni che intendono usufruire dei fondi di cui al comma precedente formulano ufficiale richiesta alla Regione, inoltrando la documentazione necessaria al fine di provare la spesa da sostenere».