Si è svolto ieri l’incontro tra la Regione, presenti la presidente Alessandra Todde e l’assessore dell’Industria Emanuele Cani e il ministro Adolfo Urso e la sottosegretaria Fausta Bergamotto, per fare il “punto” sulla vertenza Portovesme srl, l’azienda metallurgica controllata dalla Glencore.
«Nel corso dell’incontro è stato illustrato il progetto sulla black mass presentato nei giorni scorsi dalla Glencore al Governo. È stato stabilito di convocare un incontro con la società nei prossimi giorni, in vista del tavolo plenario a cui parteciperanno anche i sindacati nelle prossime settimane, proprio per illustrare lo stato dell’arte. A tal proposito, dato che si parla di materie prime critiche, la Regione ha ribadito la necessità di prendere in considerazione quelle presenti nel territorio regionale», ha detto l’assessore regionale dell’Industria Emanuele Cani.
Questo pomeriggio durante le interrogazioni a risposta immediata in Commissione Attività Produttive, la deputata Francesca Ghirra ha chiesto al Mimit cosa intenda fare per mantenere in produzione la linea dello zinco primario a Portovesme e relativamente al progetto “litio”, domandando anche quando il ministro Adolfo Urso abbia intenzione di riconvocare il tavolo di crisi.
«La risposta del sottosegretario Bitonci è stata gravemente insufficiente, anzi preoccupante direi. Il ministro Urso aveva garantito un forte intervento del Governo per evitare che Glencore sospendesse la linea di produzione dello zinco primario – dichiara la deputata – oggi scopriamo invece una resa da parte del Governo per noi inaccettabile.»
«L’unica notizia positiva è la proroga di sei mesi del piano di cassa integrazione, non è però tollerabile che rimanga attivo solo il Waelz, che tratta fumi di acciaieria e residui provenienti da altri impianti, o che si accetti il progetto litio senza averne neanche condiviso il piano industriale e le ricadute occupazionali con le parti sociali – conclude Francesca Ghirra -. Continueremo a chiedere al Ministro Urso un impegno concreto per garantire la produzione della fabbrica e la tutela dei posti di lavoro.»
Il Consiglio regionale ha approvato oggi un ordine del giorno unitario a sostegno della vertenza dei lavoratori della Portovesme srl.
La seduta del Consiglio regionale è stata aperta dal presidente Piero Comandini che ha dato notizia della sentenza n. 142 della Corte costituzionale relativa alla legge della Regione Sardegna n. 9 del 2023 che trattava “Disposizioni di carattere istituzionale, ordinamentale e finanziario su varie materie”. Il testo prevede, in particolare, l’illegittimità costituzionale degli articoli n. 123, comma 11, limitatamente all’inciso dei “limiti volumetrici”, n. 128, limitatamente all’inciso “condono”, n. 131, limitatamente all’inciso “pergole bioclimatiche intese come”. Il presidente Piero Comandini ha anche annunciato che nella Gazzetta ufficiale è stato pubblicato il ricorso della Regione sarda finalizzato a dichiarare l’illegittimità costituzionale della legge 26 giugno 2024, n. 86 sull’autonomia differenziata.
Il presidente, inoltre, ha comunicato che dal 10 settembre scorso i consiglieri regionali Alfonso Marras, Piero Maieli e Gianni Chessa hanno dichiarato di aderire al gruppo di Forza Italia, e che il gruppo Misto ha eletto presidente Alessandro Sorgia e vice Alice Aroni.
Franco Mula (Alleanza Sardegna-Pli), intervenendo sull’ordine dei lavori, ha chiesto maggiore rispetto sulla puntualità di inizio dei lavori e ha auspicato che il presidente intervenga per fare rispettare gli orari. Franco Mula ha anche evidenziato positivamente le migliorie del settore tecnologico apportare al funzionamento dell’Aula.
Il presidente Piero Comandini ha, quindi, aperto la discussione sul punto all’ordine del giorno della seduta di oggi: la mozione n. 15 (Solinas e più) sulla annunciata chiusura da parte della Portovesme Srl – Glencore della linea piombo e delle gravi conseguenze per i lavoratori e il territorio. Piero Comandini ha ringraziato per la presenza in tribuna dei sindaci dei territori del Sulcis Iglesiente e del Medio Campidano e le rappresentanze sindacali della Glencore. Piero Comandini ha ricordato che «siamo coinvolti in una vicenda estremamente negativa che riguarda la Glencore e sulle ripercussione che ha sui territori del Sulcis e del Medio Campidano» e che domani c’è un importante incontro al Ministero a Roma. La seduta di oggi, ha spiegato, ha l’obiettivo di avviare una discussione aperta che porti all’approvazione di un ordine del giorno unitario. «Non è il momento delle divisioni politiche, ma è il momento del sostegno a questa vertenza che è la vertenza di tutta la Sardegna», ha detto.
Il presidente ha dato quindi la parola al consigliere del Pd Antonio Solinas, presidente della IV commissione (Governo del territorio), che ha illustrato la mozione, le tappe della vertenza e ha sottolineato l’importanza di questa seduta e di questo dibattito che possa dare più forza alla Sardegna nella riunione di domani al ministero delle Imprese e del Made in Italy sulla possibilità di chiusura della Portovesme srl da parte di Glencore.
Antonio Solinas ha ricordato l’importanza strategica dell’attività della Portovesme srl nella lavorazione dello zinco e del piombo, ma anche i 1200 lavoratori che rischiano di perdere il lavoro e dell’incertezza che stanno vivendo anche le loro famiglie. Per Antonio Solinas è evidente che la Glencore non ha intenzione di tener fede all’accordo sottoscritto con i sindacati sul progetto per la lavorazione dei materiali critici come il litio. Solinas, che ha voluto riunire la commissione che presiede a Portovesme per dare solidarietà ai lavoratori, ha ricordato che la cassa integrazione scade a ottobre. Serve unità, ha continuato, affinché la Glencore tenga fede agli impegni assunti e bisogna salvaguardare tutti lavoratori. Sicuramente, ha concluso, la Glencore potrà occuparsi delle bonifiche del territorio, attività a cui non potrà sottrarsi.
Per Gianluigi Rubiu (Alleanza Sardegna-PLI) la vertenza della Glencore richiede unità e un lavoro comune di tutte le forze politiche anche in previsione dell’incontro di domani al Ministero. E’ un’azienda strategica per la Sardegna, per il Sulcis Iglesiente, ma anche per l’Italia, ha detto, apprezzando la volontà del ministro Adolfo Urso di convocare il tavolo domani. Anche Gianluigi Rubiu ha ricordato che è in gioco il futuro di 3-4mila cittadini, se contiamo i 1200 lavoratori e le loro famiglie. E’ una vertenza, ha proseguito nel suo intervento, che riguarda la Sardegna intera e non un solo territorio. Portovesme srl rappresenta, ha detto, l’ultimo baluardo dell’industria in Sardegna, settore in questi anni abbandonato. Per Gianluigi Rubiu comunque c’è speranza per la Portovesme srl, con o senza Glencore, visto il grande interesse delle grandi aziende a investire nell’industria in Italia: ieri sono arrivate, ha detto, 15 manifestazioni di interesse per l’ex Ilva di Taranto. Una notizia che fa sperare anche per la Portovesme.
Per Alessandro Pilurzu (Pd) si tratta di una crisi industriale, ma è anche una questione di responsabilità. Per il consigliere quello che sta avvenendo rappresenta l’esempio di un’azione di sfruttamento e poi di abbandono. «Quello che sta avvenendo è inaccettabile», ha ribadito ricordando che nella gestione della crisi è stata evidente la mancanza di trasparenza da parte della Glencore. L’azienda, ha continuato, sembra prenda tempo e questo sta creando incertezza nel territorio. Per Alessandro Pilurzu non è soltanto un problema economico, ma anche etico e la politica sarda ha il dovere di intervenire con decisione in sinergia con il Governo. Il consigliere ha ribadito che la Sardegna non è un terreno da sfruttare e abbandonare e ci vuole rispetto per le lavoratrici, per i lavoratori e per tutto il territorio.
Gianluca Mandas (M5S) ha recitato l’articolo 1 della Costituzione, ricordando che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Ha poi definito drammatica situazione della Portavesme srl, sottolineando che 1200 lavoratori, le loro famiglie e un intero comparto industriale vivono nell’incertezza e nella disperazione. «Non è solo una questione economica ma di giustizia sociale e di responsabilità», ha detto. Non possiamo permettere, ha proseguito, che l’industria del Sulcis e della Sardegna muoia. Per Gianluca Mandas bisogna riprendere a parlare di industria, fare nuovamente programmazione, e ricordare le opportunità legate alla transizione energetica. Il primo obiettivo, però, ha continuato il consigliere è quello di difendere il lavoro affinché lavoratrici e lavoratori guardino al futuro con speranza e non con paura.
Per Alberto Urpi (Sardegna al centro 20Venti) è importante l’unità di tutte le forze politiche, dei lavoratori, dei sindaci e dei sindacati. «Questo è il momento dell’unità», ha detto, imputando dalla Glencore di aver giocato con il destino dei lavoratori sardi in due territori, il Sulcis Iglesiente e il Medio Campidano, interessati da una grande emergenza occupazionale. Alberto Urpi ha ricordato anche i 40 posti di lavoro persi con la VillaService e ha manifestato apprezzamento per la posizione assunta dal ministro Adolfo Urso.
Per Luca Pizzuto (Sinistra futura) aver dato sovranità ai mercati e alle multinazionali sta portando tutti a pagare un prezzo carissimo da decenni. Abbiamo delle leve che dobbiamo utilizzare, ha detto, ma rendendoci conto con chi abbiamo a che fare e che agiscono in base a leggi di mercato. Pizzuto ha esortato i colleghi a reagire uniti per dare un mandato pieno alla Regione Sardegna nella discussione di domani a Roma. Servono politiche nuove, ha continuato, e aprire a nuovi settori industriali. E’ necessario anche capire dove sono finiti, ha detto, i soldi del Piano Sulcis. Luca Pizzuto ha poi concluso annunciando il voto favorevole all’ordine del giorno e sottolineando che bisogna avere la possibilità di scrivere nuove pagine per il futuro del nostro territorio.
Stefano Tunis (Sardegna al centro 20Venti) ha ribadito il pieno sostegno ai lavoratori e alle loro famiglie. Il consigliere ha ripercorso le tappe della vertenza Glencore e ha detto che è fondamentale chiarirsi le idee su quale «partita vogliamo giocare: che Glencore rimanga attiva o giocare la partita del dopo». Stefano Tunis ha parlato di programmazione necessaria per attrarre gli investimenti e non certo, ha detto, con l’ultimo progetto di legge della Giunta regionale.
Solidarietà a tutti i lavoratori che lottano per il proprio posto di lavoro è stata espressa anche da Alessandro Sorgia, capogruppo del Gruppo Misto. Il consigliere ha ribadito la volontà della politica di salvaguardare i posti di lavoro e far sì che vengano rispettati gli impegni presi. Non è possibile accettare che 1200 famiglie rimangano senza reddito, ha detto, è a rischio la tenuta sociale del territorio. Per Alessandro Sorgia Regione e Ministero devono prendere posizione forte e decisa nei confronti della Glencore.
Dopo l’on. Alessandro Sorgia, l’on. Franco Mula (Alleanza Sardegna) ha preso la parola e ha detto: «Come disse il ministro Pisanu l’unità è una bambina e va coccolata, non presa a schiaffi. Se dobbiamo e vogliamo essere uniti, per il bene dei sardi e dei lavoratori della Glencore, è inaccettabile leggere i vostri comunicati trionfalistici sulla fine della peste suina. Allo stesso modo pensare di modificare lo Statuto senza chiedere il parere all’opposizione non è un atto molto intelligente né utile. Anche noi siamo pronti ad andare a Roma ma è necessario che la Regione non apra più la porta i “prenditori” come quelli che sono stati insediati negli anni a Ottana come nel Sulcis».
Per i Riformatori sardi l’on. Umberto Ticca «il colosso Glencore non ha messo al riparo negli anni i lavoratori e i siti produttivi. Abbiamo dunque armi spuntate ma al tavolo di domani deve giungere la voce forte e univoca di questo Consiglio. Non possiamo sederci con l’azienda dimenticando il sostegno pubblico che ha ricevuto né è accettabile che l’azienda pensi di non doversi occupare delle bonifiche o del futuro dei lavoratori che vorrebbe abbandonare».
Per Forza Italia l’on. Gianni Chessa è importante riflettere sul fatto che «in Romania ci sono 30 mila aziende italiane mentre la Sardegna non ha un piano industriale e se perdiamo anche i 1.200 posti della Glencore abbiamo perso l’ultimo pezzo di industria della Sardegna. Dobbiamo rafforzare la visita di domani della presidente Todde e dell’assessore Cani per evitare di raccogliere briciole ma per dare una prospettiva all’industria sarda. La speranza della cassa integrazione è un fallimento, dobbiamo puntare a qualcosa di più».
Dai banchi della maggioranza l’on. Sandro Porcu (Orizzonte Comune): «Esprimo solidarietà ai lavoratori della Portovesme srl e ai sindaci, perché non dimentico le vertenze alle quali ho partecipato con la fascia tricolore. Un ordine del giorno ci deve vedere davvero uniti, maggioranza e opposizione. Questi territori e la Sardegna non meritano quel che stanno vivendo».
Parola di sostegno anche da parte di Angelo Cocciu (Forza Italia): «Ho sentito e subito il dolore dei dipendenti di Air Italy, che potevano essere salvati ma la politica, quella che a Roma sta nei ministeri, non ha mosso un dito. Siamo arrivati a questa situazione perché abbiamo rifiutato nel tempo altre alternative nel campo energetico, come il nucleare, e ne paghiamo le conseguenze».
Dall’opposizione l’on. Paolo Truzzu (FdI): «E’ molto importante l’unità tra noi e con il governo Meloni, ma serve una consapevolezza: che idea di industria per la Sardegna ha la Regione? Piombo e zinco prodotti nel Sulcis sono fondamentali per l’Italia e possono interessare i nuovi acquirenti dell’Ilva ma senza una politica industriale per la nostra isola non andremo molto avanti. Mi dà anche molto fastidio il fatto che questa multinazionale ha fatto extraprofitti ma non ha reinvestito nulla in Sardegna e sui suoi lavoratori. Nessuno può avere carta bianca, nessuno può stare fuori dalle regole, nessuno può essere esente da responsabilità. Nemmeno la Glencore. E se sarà necessario andremo avanti da soli, anche senza la Glencore».
Per Giuseppe Frau (Uniti) «il momento riguarda l’intera comunità sarda e l’economia della nostra isola, migliaia di famiglie che rischiano di rimanere a terra, senza futuro. Di tutto questo alla multinazionale Glencore importa molto poco: per loro ci sono soltanto i numeri. Per noi ci sono le persone e intorno alle persone noi daremo un forte segnale collettivo».
A seguire, la Giunta. L’assessore all’Industria Emanuele Cani ha preso la parola e ha detto: «La vera questione è che l’Italia non ha una sua politica industriale e questa assenza di programmazione ci porta a vivere sempre sull’onda delle esigenze spicciole. Questa Giunta crede all’industria e in passato non tutti hanno avuto la stessa posizione. Qualcuno ha creduto in passato che la Sardegna possa vivere senza industria, noi abbiamo un’idea diversa e riteniamo che non si possa crescere davvero senza industria. E permettetemi anche di parlare di energia: non c’è industria senza un prezzo competitivo dell’energia e senza infrastrutture efficienti. Anche per questo riteniamo che un atto di democrazia sia fissare un prezzo energetico unico europeo per le industrie, dovunque si insedino».
Tornando alla crisi Glencore, l’assessore Emanuele Cani ha ringraziato «il governo Meloni per la risposta spontanea e contraria davanti all’annuncio di Glencore sullo smantellamento delle linee di produzione. Domani a Roma ribadiremo questo concetto insieme alla disponibilità della Regione a un dialogo con la multinazionale per ridurre il costo dell’energia, che è davvero difficilmente sostenibile».
Il presidente del Consiglio, Piero Comandini, ha quindi comunicato la presentazione di un ordine del giorno sottoscritto da tutti capigruppo. Il documento unitario ripercorre le diverse fasi della vertenza Glencore e impegna, in sintesi, la presidente della Regione e la Giunta «ad adottare tutte le iniziative necessarie e opportune, sia a livello nazionale che regionale, affinché la Glencore tenga fede agli impegni assunti con le parti sociali, con la presentazione del piano industriale, scongiurando il proseguo di attività con la sola linea Waelz e riveda la propria decisione di interrompere la linea zinco, mantenendo gli attuali livelli occupazionale della Portovesme srl, nonché di verificare altre soluzioni possibili per l’acquisizione dello stabilimento».
Hanno dichiarato il voto favorevole e dei rispettivi gruppi di appartenenza i consiglieri: Giuseppe Dessena (Avs); Stefano Tunis (Sardegna2020); Gigi Rubiu (FdI); Luigi Piano (Pd); Francesco Agus (Progressisti); Umberto Ticca (Riformatori) e Gianluca Mandas (M5S).
Posto in votazione l’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità ed il presidente dell’assemblea ha quindi rivolto parole di ringraziamento alle forze sindacali, ai lavoratori, agli amministratori ed ai consiglieri e alle consigliere regionali per il lavoro svolto, l’impegno e l’attenzione dimostrati nei confronti di una vertenza definita, da più parti, come cruciale per l’intera Sardegna.
L’assessore regionale dell’Industria, Emanuele Cani, ha ribadito e rafforzato l’unità di intenti con le rappresentanze sindacali degli stabilimenti Glencore di Portovesme e di San Gavino Monreale nel corso di un vertice che si è svolto oggi, nella sede dell’assessorato. Durante la riunione l’esponente dell’Esecutivo ha ricostruito i passaggi più significativi degli incontri e delle interlocuzioni dei giorni scorsi con il ministero delle Imprese e del Made in Italy, ribadendo, ancora una volta, la necessità di convocare, quanto prima, un tavolo nazionale alla presenza di tutti i soggetti interessati.
«Con i sindacati – ha detto l’assessore Emanuele Cani – si è condiviso un passaggio fondamentale. Punto fermo di questa vertenza, da sostenere unitariamente, e in linea con gli impegni già assunti dalla società, è l’assoluto rifiuto della chiusura della linea zinco. Non accetteremo che si mantenga in funzione solo la produzione dei forni Waelz, gli impianti rotativi che trattano i fumi di acciaieria e residui.»
Il prossimo 24 settembre, a Roma, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha convocato un incontro con i soggetti interessati alla presenza della ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, e della sottosegretaria Fausta Bergamotto. «Si tratta – ha concluso Emanuele Cani – di un atto importante che certifica l’impegno e la volontà di voler trovare una soluzione a una vertenza che ha una valenza non solo locale, ma nazionale.»
Domattina, alle 8.00, si svolgerà l’assemblea dei lavoratori, per un aggiornamento sullo stato della vertenza.
I sindaci del Sulcis Iglesiente hanno chiesto un incontro urgente al MIMIT sulla situazione di crisi dell’area industriale di Portovesme – Eurallumina, Enel, Portovesme/Glencore, Sider Alloys.
«Rilevate le gravi criticità, persistenti ormai da anni, riguardanti le varie attività industriali insediate nell’Area Industriale di Portovesme e caratterizzate da produzioni strategiche nel settore dell’alluminio e dello zinco oltre alla produzione termoelettrica di energia – si legge nella richiesta, inoltrata al ministro Adolfo Urso, alla sottosegretaria Fausta Bergamotto, al dottor Giampiero Castano della Struttura per le crisi d’impresa, al dottor Mattia Losego della Struttura per le crisi d’impresa, all’assessore regionale dell’Industria Emanuele Cani e, per conoscenza, alla presidente della Regione Alessandra Todde -; considerato che l’Area Industriale presenta tuttora gravi carenze infrastrutturali, come a titolo di esempio il Porto solo parzialmente fruibile; preso atto che ad oggi non si riscontrano concreti progressi nelle attività di riavvio produttivo di Eurallumina e Sider Alloys e considerata, inoltre, la significativa riduzione produttiva di Portovesme/Glencore e la ormai prossima dismissione della centrale termoelettrica di Enel; vista, infine, la nota della Direzione della Sider Alloys che comunica la Cassa Integrazione Ordinaria a decorrere dal prossimo 6 maggio; i sindaci del Sulcis Iglesiente chiedono un incontro urgente tra MIMIT, Regione Sardegna, Istituzioni del territorio e rappresentanze dei lavoratori, rimarcando che il grave disagio socio-economico del Sulcis Iglesiente diventa ogni giorno che passa sempre più difficile da gestire e che i Sindaci non possono essere abbandonati a loro stessi e restare inascoltati.»
I 23 sindaci dei Comuni del Sulcis Iglesiente hanno chiesto al ministero delle Imprese e del Made in Italy la convocazione urgente di un tavolo di confronto sulle criticità delle vertenze dell’area industriale di Portovesme. Questa sera hanno inviato una nota al ministro Adolfo Urso, al sottosegretario Fausta Bergamotto, al presidente della Regione Christian Solinas e, per conoscenza, al prefetto di Cagliari, nella quale scrivono che, vista la nota del 7.02.2024 della Società Sider Alloys SpA con la quale si convoca una riunione con le organizzazioni sindacali territoriali del Sulcis Iglesiente per l’apertura della Cassa Integrazione; preso atto delle dichiarazioni del MIMIT che in più occasioni ha confermato il pieno sostegno per il riavvio delle attività produttive dell’Area Industriale di Portovesme (Sider Alloys, Eurallumina, Portovesme Srl) ritenute strategiche a livello nazionale; valutati i ritardi registrati nelle attività di riavvio produttivo, dell’erogazione dei finanziamenti programmati e della realizzazione delle infrastrutture indispensabili per la vita stessa di qualsiasi attività economica del territorio; ricordato, infine, il grave disagio socio-economico del Sulcis Iglesiente, ormai esasperato dalle tante promesse e tanti progetti mai realizzati, chiedono la convocazione urgente da parte del MIMIT di un tavolo di confronto con tutti i soggetti istituzionali regionali e del Sulcis Iglesiente per una diretta e corretta informazione sulle criticità riguardanti le varie vertenze dell’Area Industriale di Portovesme.
La Confindustria della Sardegna Meridionale ha scritto una nota ai ministri delle Imprese Adolfo Urso e dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin la Confindustria Sardegna Meridionale nella quale ha espresso sconcerto per la delibera assunta nei giorni scorsi dalla Giunta Regionale della Sardegna sulla realizzazione del nuovo impianto dimostrativo per la produzione di carbonato di litio e ossidi di metalli misti.
Si tratta del rinvio a valutazione di impatto ambientale dello stadio dimostrativo del progetto per il recupero di litio e mix di metalli che compongono le nuove batterie per veicoli elettrici.
«L’incomprensibile scelta della Regione Sardegna, tecnicamente immotivata in quanto conforme a tutti gli standard di salute, sicurezza e ambiente previsti dalla normativa attualmente vigente, scoraggia gli investimenti e si pone in aperta contraddizione con la strategia italiana di assicurare un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche, in particolare attraverso modelli di economia circolare e svantaggia l’Italia rispetto ai principali paesi europei come Francia, Germania e Spagna – si legge in una nota diffusa questa sera -. Inoltre, tale decisione, appare in contrasto anche con la volontà espressa dal Governo italiano di volere assicurare il coordinamento e l’azione amministrativa necessaria per la tempestiva ed efficace realizzazione di investimenti riconosciuti di preminente interesse strategico nazionale, quale appunto quella di un nuovo progetto d’investimento quale quello il recupero del litio a cui anche la stessa Portovesme srl è stata ripetutamente sollecitata per confermare un impegno verso un nuovo sviluppo industriale.»
«Tra gli aspetti più allarmanti della decisione presa, c’è quello di perdere la possibilità di realizzare nel nostro Paese il più grande impianto in Europa di raffinazione dei metalli delle batterie – un’iniziativa con investimenti significativi, che costituirebbe un volano economico per il territorio e la Sardegna, oltre ad assicurare il futuro domestico – oggi incerto – nella produzione di veicoli elettrici – aggiunge la Confindustria della Sardegna Meridionale -. Nel dubbio, pertanto, pare prevalere la strategia del non fare e del rinvio sine die, senza l’assunzione delle responsabilità proprie e di competenza regionale. Ciò è particolarmente grave se si tiene conto del contesto economico, sociale e occupazionale del territorio in cui opera la Portovesme s.r.l. e se si considera che lo stesso costituisce la base su cui si fonda il progetto di riconversione del sito.»
«La preoccupazione è ancor più profonda se si pensa che tale iniziativa potrebbe essere facilmente realizzata in una località europea alternativa, con un pessimo messaggio nazionale ed internazionale, già veicolato dai media, circa l’incapacità istituzionale di accogliere ed attrarre grandi ed innovativi investimenti, ancor più trattandosi di una regione colpita da una inarrestabile desertificazione economica ed industriale», conclude la Confindustria della Sardegna Meridionale.
Giornata cruciale per la vertenza della Portovesme srl, al quarto giorno dell’occupazione della ciminiera dell’impianto Kss da parte di quattro lavoratori. A Roma è iniziato nella tarda mattinata, l’atteso incontro al ministero delle Imprese e del Made in Italy, convocato dal ministro Adolfo Urso in videoconferenza, alla presenza della sottosegretaria delegata alle crisi industriali Fausta Bergamotto, del presidente della Regione Sardegna Christian Solinas e degli assessori dell’Industria Anita Pili, del Lavoro Ada Lai e dell’Ambiente Marco Porcu, l’azienda Glencore e le organizzazioni sindacali.
Stamane, davanti ai cancelli dello stabilimento, si sono ritrovati centinaia di lavoratori, con sindaci e amministratori locali del Sulcis Iglesiente e del Medio Campidano, parlamentari, del direttore della Pastorale per il Lavoro don Antonio Mura e del cardinale mons. Arrigo Miglio.
Allegati gli interventi di Fabrizio Floris, rappresentante della RSU aziendale e di un altro lavoratore della Portovesme srl, Fabrizio Pusceddu.
Vicinanza massima ai lavoratori della Portovesme e alle loro famiglie, i cui gesti estremi di protesta, non possono lasciare indifferenti nessuno. È quanto espresso questa mattina dagli assessori dell’Industria e della Difesa dell’Ambiente, Anita Pili e Marco Porcu, in visita a Portovesme agli operai che da tre giorni si sono asserragliati sulla ciminiera dell’impianto Kss della Portovesme Srl a 100 metri di altezza.
«Portovesme rappresenta un polo di importanza strategica per l’economia del Sulcis e dell’intera Sardegna – ha detto Anita Pili – ma evidentemente anche e soprattutto, un sito d’importanza strategica nazionale essendo l’unico produttore italiano di zinco e piombo da primario. Come Giunta regionale abbiamo garantito sin dal principio della crisi, sostegno concreto alla azienda e ai lavoratori, sia con l’attività volta all’approvazione dell’energy release, sia agevolando un confronto tra i soggetti in campo, con l’obiettivo di affrontare in modo stabile ed efficace il problema del costo dell’energia. Oggi la stessa azienda deve essere chiara sulla riconversione e sulle reali condizioni che impediscano l’ulteriore fermata delle linee produttive. Dal governo nazionale – ha aggiunto l’assessore dell’Industria – continuiamo a pretendere l’individuazione di strumenti di uguaglianza energetica che oggi non sono garantiti a nessuna delle aziende energivore in Sardegna, diversamente da quanto accade nel resto d’Italia. Non possiamo dimenticare infatti che le nostre aziende energivore non dispongono del gnl, non essendoci stato concesso, in assenza della traduzione in legge del patto per la Sardegna di Renzi e Gentiloni, il completamento della metanizzazione nell’isola, né di misure quali ad esempio l’interconnector. Non è più rinviabile, ormai, l’inserimento di misure ad hoc per garantire il mantenimento del presidio industriale e dei livelli di occupazione del Sulcis. È tempo di concretezza.»
«È necessario – ha detto l’assessore Marco Porcu – che la Società giochi a carte scoperte perché dobbiamo capire esattamente quale sia la situazione e valutare quali misure dobbiamo mettere in campo per tutelare i lavoratori. Abbiamo fornito al Ministero tre ipotesi percorribili e confidiamo che durante la prossima riunione ci sia un’indicazione ben precisa.»
«Vogliamo rassicurare gli operai, i sindacati e tutto il territorio – ha detto l’assessore del Lavoro, Ada Lai – perché dopo aver messo in cassa integrazione tutti i lavoratori, compresi quelli degli appalti, e ove possibile tutti gli altri, metteremo in campo tutte le soluzioni tecniche possibili anche per i lavoratori rimasti fuori dagli ammortizzatori sociali, e per scongiurare i licenziamenti. Auspichiamo che l’area di Portovesme da area di crisi diventi un’area di sviluppo. La Regione c’è, non lasceremo solo nessuno.»
Domani mattina, alle ore 10.00, gli assessori interverranno in videoconferenza al tavolo convocato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sulla vertenza.