21 November, 2024
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Tanto pubblico, interesse per i temi portati dagli autori con le loro opere, momenti di socializzazione e grandi emozioni. Si è conclusa ieri sera con un bilancio molto positivo, nel suggestivo scenario dell’Arena Mirastelle, la 1ª edizione del Festival letterario Carta Carbonia, promosso dal Comune, con il sostegno della Regione Sardegna, assessorato Pubblica istruzione, Sport e Spettacolo, della Fondazione di Sardegna e del Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna, e il coordinamento organizzativo dell’Associazione Enti Locali per le attività culturali e di spettacolo.

La manifestazione, che ha avuto la direzione artistica di Giovanni Follesa, ha proposto un programma eterogeneo fra letteratura, presentazioni, reading, momenti di intrattenimento musicale e degustazioni enogastronomiche di prodotti locali.

«È stata una scommessa vinta – ha dichiarato il sindaco di Carbonia, Pietro Morittu , un punto di partenza per le prossime stagioni. Abbiamo preannunciato che l’anno prossimo, nelle stesse giornate di quest’anno, prevediamo di realizzare il Festival numero due, che poi sarà il numero uno, visto che questo del 2024 l’abbiamo identificato un po’ come il numero zero.

Anticiperemo di una settimana una scuola di scrittura, e proveremo a costruire come contorno finale un lavoro fatto con le professionalità della città finalizzato alla realizzazione di audiolibri e podcast, così da poterlo rendere ancora più inclusivo di quest’edizione. La sollecitazione è emersa anche dalla presenza nelle serate di cittadini non vedenti che hanno manifestato contentezza per l’appuntamento, molto apprezzato per i temi proposti.

Da parte mia, dell’assessora della Cultura Giorgia Meli e di tutta l’amministrazione ci teniamo a ringraziare tutte le professionalità che hanno contribuito a realizzare al meglio questa edizione zero nonostante il pochissimo tempo a disposizione, quindi sia l’Associazione enti locali per le attività culturali e di spettacolo, sia i singoli professionisti che hanno collaborato per la buona riuscita del Festival.»

La terza e conclusiva serata della 1ª edizione del Festival letterario Carta Carbonia è stata aperta, come le precedenti, dal momento aperitivo, con le bontà culinarie e i drink del servizio catering curato da “Il nuovo caffè del portico”, disponibili per il pubblico al costo di 15 euro. L’animazione è stata affidata alla bella voce di Martina Garau, che ha scaldato il pubblico esibendosi accompagnata alla chitarra da Gianluca Tozzi.

Il primo ospite letterario della serata è stato Valerio La Martire, con il suo romanzo “Stranizza”, edito da Rizzoli – collana BUR. Il giovane scrittore romano, dialogando con Marco Corrias, ha portato sul palco, con la sua trasposizione letteraria del delitto di Giarre, il tema dei diritti LGBT. Attraverso la sua sensibilità e le sue doti comunicative, l’autore è riuscito a coinvolgere il pubblico trasmettendo emozioni e suscitando grande interesse per la tematica trattata.

Dopo di lui è toccato a Caterina Bonvicini presentare il suo romanzo autobiografico “Molto molto tanto bene”, edito da Einaudi. La scrittrice, dialogando anche lei con Marco Corrias, ha affrontato il tema del dramma dell’emigrazione. Il libro nasce, infatti, da una storia vera a bordo di una nave Ong.

Un altro momento particolarmente coinvolgente della serata, che ha regalato emozioni al pubblico, è stato quello del reading letterario conclusivo “Sette bambine ebree”. La lettura, tratta dai testi di Caryl Churchill, pluripremiata drammaturga inglese, è stata curata da Agnese Fois con le musiche di Luca Spanu e ha affrontato il tema caldissimo della Shoa e della situazione arabo-israeliana.

 

L’Arena Mirastelle è pronta ad accogliere venerdì sera la prima delle tre serate della 1ª edizione del Festival letterario Carta Carbonia, promosso dal Comune, con il sostegno della Regione Sardegna, assessorato Pubblica istruzione, Sport e Spettacolo, della Fondazione di Sardegna e del Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna, e il coordinamento organizzativo dell’Associazione Enti Locali per le attività culturali e di spettacolo. Il programma del 26 luglio sarà aperto alle 20.30 dall’aperitivo culturale, che caratterizzerà tutte le serate. Il servizio catering sarà curato da “Il nuovo caffè del portico”: il pubblico potrà avere un aperitivo con finger food e calice di vino/bibita al costo di 15 euro.

Durante la prima serata il momento aperitivo sarà arricchito dalla presenza di Roberto Ziranu, che allestirà una piccola mostra delle sue opere. L’artista presenterà il libro autobiografico “Anima ferrosa”, che racconta 50 anni della sua vita, del suo lavoro e delle sue mostre e dialogherà con il pubblico.

Alle 21 seguirà Paolo Restuccia, che farà un po’ da apripista al Festival e, dialogando con Andrea Fulgheri, presenterà il suo ultimo romanzo, il thriller “Il sorriso di chi ha vinto”, edito da Arkadia. La filmaker Greta Scacchi e Tommaso Del Re, un dirigente di polizia sospeso dall’incarico che collabora con il canale televisivo Crime Net, indagano sulla scomparsa misteriosa di due giovani ragazze, Daria Gentile e Carla Ferrara, e di un giovane attore, Casemiro Rocco. La trama è ricca di colpi di scena, dinamica e incalzante come se ci si trovasse di fronte alle sequenze di un film.

Alle 21.45 il programma proseguirà con Federico Palmaroli, che, sempre in un dialogo con Andrea Fulgheri, presenterà “Er pugno se fa co la destra o co la sinistra?” – #lepiùbellefrasidiosho, edito da Rizzoli. L’autore con irriverenza e toni politicamente scorretti colpisce senza distinzione tutte le forze politiche, cogliendo le contraddizioni e le stravaganze della politica contemporanea, sempre più distante dai bisogni reali delle persone.

La prima serata si chiuderà con il reading “Difficili gli amori”, una lettura scenica musicata dedicata a Italo Calvino. Protagoniste Michela Atzeni, che sarà la voce recitante, e Francesca Viero, che suonerà oboe e corno inglese. Le pagine scelte per questo suggestivo viaggio nell’universo letterario spaziano tra alcune delle sue opere più celebri come “Gli amori difficili”“Il cavaliere inesistente”“Palomar”“Le città invisibili”“Lezioni americane”“Marcovaldo”,etc.

Attraverso i contributi testuali tratti da questi capolavori, lo spettacolo invita il pubblico a esplorare i labirinti dell’esistenza umana, scoprendo le sfumature più profonde e coinvolgenti della produzione di Italo Calvino, non ultima la sua grande ironia. La scelta musicale, che spazia da un repertorio settecentesco a brani contemporanei, è stata selezionata in dialogo con le opere, creando un filo conduttore che lega in un unicum parola e musica.

Sabato 27 luglio il momento aperitivo alle 20.30 sarà animato dal Dj set e percussioni “Origins” di Ricky Em feat Andrea Tuveri. Alle 21.00 sarà una delle legali della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, in dialogo con Francesca Spanu, a presentare “Cercando Emanuela”, edito da Rizzoli. Il libro è un viaggio alla ricerca di Emanuela, scomparsa il 22 giugno 1983, al fianco del fratello Pietro, che vuole andare fino in fondo per trovare delle risposte. L’autrice svela nell’opera verità nascoste e analizza le nuove indagini sul ruolo del Vaticano sul caso Orlandi.

Alle 21.45 Tiziana Ferrario dialogherà con Aurora Cacciapuoti e parlerà del suo romanzo “Cenere”, edito da Fuoriscena, e ambientato nella Milano del 1898. L’autrice, attraverso le vicende di due bambine, Giovannina e Mariuccia, racconta la storia del capoluogo lombardo negli anni della rivoluzione industriale e dell’ascesa del socialismo.

La seconda serata del Festival proseguirà, a partire dalle 22.30, con un momento musicale,, “Sulle onde di Marconi”, un progetto sviluppato dal sassofonista nuorese Gavino Murgia che si propone di omaggiare la creatività italiana, congiuntamente alla valorizzazione della bellezza naturale e artistica del Paese.

Ad ispirare il musicista è la figura di Guglielmo Marconi e la sua inventiva unica che trasformò per sempre il modo di comunicare. Tutti i brani sono inediti e composti ed arrangiati da Gavino Murgia (sassofoni). Con lui ci saranno Fabio Giachino (piano e tastiere), Salvatore Maiore (contrabbasso) e Daniele Russo (batteria). La voce narrante sarà quella di Marco Spiga.

L’ultima serata della 1ª edizione del Festival Carta Carbonia, domenica 28 luglio, partirà alle 20.30 con l’aperitivo culturale animato dalla voce di Martina Garau e dalla chitarra di Gianluca Tozzi. Alle 21 lo scrittore romano Valerio La Martire dialogherà con Marco Corrias e presenterà la novità editoriale Stranizza.

Il romanzo, edito da Rizzoli, affronta il tema dei diritti LGBT. Tratto da una storia vera, racconta l’amicizia di due ragazzi siciliani, figli di due famiglie totalmente diverse ma molto conosciute, che sfocerà in una relazione amorosa e darà luogo a scandalo e omofobia, fino all’assassinio dei due protagonisti. Il titolo del romanzo prende spunto dal brano di Battiato “Stranizza d’amuri”, cantato dai due ragazzi nei loro incontri in un Ape scassato.

La serata proseguirà alle 21.45 con la scrittrice bolognese Caterina Bonvicini, che, sempre in dialogo con Marco Corrias, porterà all’Arena Mirastelle il suo romanzo autobiografico Molto molto tanto bene, pubblicato da Rizzoli. Il libro affronta il tema del dramma dell’emigrazione e nasce da una storia vera su una nave Ong.

Il titolo è l’espressione tenerissima e sgrammaticata che una bambina ivoriana di cinque anni, Amy, imparerà a dire a Caterina, che non è altro che l’autrice, durante un difficile salvataggio a trenta miglia a nord di Zawiya. Amy era sul gommone insieme alla giovanissima madre Chantal (22 anni), originari della Costa d’Avorio, provenienti dalla Libia. Mentre la madre sviene per la paura, Amy, seduta davanti a Caterina, la prima ad incrociare il suo sguardo, accoglie e ricambia sorrisi.

La terza e conclusiva serata del Festival terminerà, a partire dalle 22.30, con il reading Sette bambine ebree. La lettura, curata da Agnese Fois con le musiche di Luca Spanu, è tratta dai testi di Caryl Churchill, pluripremiata drammaturga inglese. Il testo è composto da sette brani, sette canti, sette brevi composizioni, che raccontano il tema caldissimo della Shoah e della situazione arabo israeliana, mettendole a confronto, con durezza, verità disarmanti.

All’Arena Mirastelle sarà presente in tutte le tre serate del Festival anche la libreria Lilith per la vendita dei libri e i firma copie.

«Stiamo investendo sulla cultura con un festival di grande interesse, certi che tante persone giungeranno a Carbonia per assistere a tutte le tre giornate di eventi. Con Carta Carbonia ambiamo creare un vero e proprio circuito culturale anche a beneficio del settore ricettivo e turistico locale – ha detto il sindaco di Carbonia Pietro Morittu –. Benché questa sia solo la prima edizione siamo certi che Carta Carbonia arricchirà l’offerta culturale a livello regionale a beneficio di tutto il settore. Il nome Carta Carbonia nasce dal fatto che con l’amministrazione comunale stiamo costruendo un percorso che parte dalla prima carta disegnata in un periodo storico particolare, con alcune delle firme, di origine ebraica, poi scomparse dopo l’approvazione delle Leggi razziali. L’idea di ripartire da questa connotazione ben chiara, di partire dalla prima carta, dalla prima pietra di Carbonia, all’interno di un processo di valorizzazione culturale più ampio della città, ci è sembrato un bel modo per valorizzare la nostra identità. Dando anche il significato che attraverso la lettura, la riscoperta della storia locale, assieme alla Cooperativa Lilith.»

«Esprimiamo grande soddisfazione per essere riusciti a programmare quest’anno un importante festival letterario a Carbonia, con la presenza di altrettanto importanti ospiti – ha aggiunto Giorgia Meli, assessora della Cultura del comune di Carbonia – L’offerta del festival letterario Carta Carbonia sarà completata da aperitivi culturali, intrattenimento musicale e reading letterari che lo rendono maggiormente attrattivo anche per chi si approccia ad un festival letterario per la prima volta. Vogliamo provare così ad avvicinare alla cultura anche quelle persone che in questo momento la vedono distante dai propri interessi. Carta Carbonia sarà il più importante appuntamento culturale della programmazione estiva.»

«L’aspetto più significativo per me, a livello personale, è far parte del gruppo che ha fatto nascere l’edizione numero zero di questo festival – ha sottolineato Giovanni Follesa, direttore artistico Carta Carbonia -. Da subito si è creato un clima di piena collaborazione fra tutti i soggetti coinvolti. Un altro aspetto rilevante per la collettività è incontrarsi di nuovo in piazza, come veniva in passato nella nostra regione e non solo, per raccontarsi delle storie. Il Festival letterario restituisce un rito collettivo ad un atto personale come quello della lettura, e Carta Carbonia ha tutte le carte in regola per coinvolgere la cittadinanza. Nel programma c’è un po’ di tutto. Al di là dei nomi importanti, quello che ho cercato di privilegiare in questa edizione numero zero sono le storie, che in qualche modo hanno un’attinenza con la realtà e con la cronaca. Questo lo ritroviamo ad esempio nell’incontro con Federico Palmaroli e lepiùbellefrasidiosho, ma ancora con Laura Sgrò, una delle legali della famiglia Orlandi. Tiziana Ferrario ci porta nel mondo delle donne e del lavoro con un libro appena uscito, così come domenica c’è un doppio appuntamento: Valerio La Martire ha dato le parole, con Stranizza, al delitto di Giarre, una coppia di ragazzi che si amano, non accettati dalle famiglie e dal paese, che verranno uccisi, e poi Caterina Bonvicini, una bravissima giornalista e scrittrice di Einaudi che vive quasi ogni anno l’esperienza delle navi ONG che vanno a salvare i profughi in mare.»

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Dal linguaggio del gesto danzato al linguaggio di genere per coinvolgere e sconvolgere, far riflettere e infrangere il silenzio della società. Domani, mercoledì 22 maggio. alle 20.00, a Palazzo di Città, l’associazione Danza Estemporada inaugura l’ottava edizione di “Primavera a Teatro” con un appuntamento dicato alla violenza domestica e agli orrori del femminicidio. E lo fa attraverso l’espressività artistica della composizione “Fiore di Loto” proposta della Compagnia Asmed di Cagliari, ispirata al libro “Ferite a morte” di Serena Dandini che, con la sua pubblicazione, ha creato un’importante occasione di riflessione e di coinvolgimento dell’opinione pubblica, dei media e delle istituzioni.

La kermesse diretta artisticamente da Livia Lepri, come momento preliminare della serata mette in campo uno speciale incontro dal titolo “Chiacchierand* di linguaggio di genere”. Una iniziativa organizzata da Roberto Manca, direttore artistico dell’Associazione culturale Music & Movie, sempre in prima linea sui temi legati ai diritti civili. Al di fuori degli schemi di un asettico dibattito, l’incontro vuole porsi non solo come un momento di riflessione, ma anche di relazione e condivisione.

Sul palcoscenico del Civico interverranno Maria Paola Curreli, già dirigente scolastica e socia Agedo, Ernesto Lodi, ricercatore al Dumas dell’Università di Sassari e Maria Francesca Fantato, attivista per le politiche di genere e i diritti e componente di “noiDonne 2005”. Ci sarà anche spazio per un breve monologo ripreso dal libro della Dandini e interpretato da Vera Pischedda, alunna del liceo artistico Filippo Figari nonché protagonista da anni di Student’s Got Talent Sardegna.

“Fiore di loto” prenderà il via alle 21.00, per portare in scena una partitura emotiva a tratti drammatica e a tratti leggera, ideata da Senio Dattena con l’intento di preservare i toni di delicata e versatile ironia propri dello stile della Dandini. Lo spettacolo sarà interpretato da Agnese Fois, Camilla Soru, Chiara Aru, Cristiana Camba e quindi da Sara Manca, che è anche l’autrice delle coreografie.

L’obiettivo di questa coproduzione tra Balletto di Sardegna e Nymphaea Rubra è quello di non smettere di parlare di violenza domestica e cercare, anche attraverso il teatro, di sensibilizzare il più possibile l’opinione pubblica. Per informazioni rivolgersi allo 079 281129 o a estemporada@yahoo.it .

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Venerdì 18 maggio, alle 21.00, al Teatro delle Saline di Cagliari, va in scena l’opera “Angeli” dei Figli d’arte Medas. Lo spettacolo, testo e regia di Gianluca Medas, fa parte del calendario di“1 €uro festival” 2018, curato dalla compagnia Akròama.

Uno spettacolo di denuncia, avvincente e crudo, costruito per avviluppare e confondere. La trama si sviluppa con continui colpi di scena, tra disagi ed emarginazione. Nessuna concessione al buonismo di alcun tipo. La trama si sviluppa cambiando continuamente punti di vista, quello pubblico e quello dei media. Due versioni della stessa storia mostrate con immagini proiettate dallo schermo, presente sulla scena, e quello più intimo ed inaspettato dei personaggi coinvolti nella vicenda. “Angeli” è  una storia che si biforca nell’immaginario collettivo, racconta due storie parallele che sono la stessa storia vista da occhi differenti, il tutto attraverso la scelta estetica di una forma ibrida che resta in sospeso continuamente tra cinema e teatro, una forma drammaturgica che da qualche tempo distingue i nostri prodotti più importanti. Uno spettacolo ibrido, costruito con grande profusione di mezzi utilizzando la cinepresa per dare maggiore forza alle immagini, e ponendo l’accento sulla necessità di spezzare le barriere che separano il cinema dal teatro e così consentire alla narrazione di raccontare una difficile vicenda  permettendo al pubblico di scegliere da che parte stare invitandolo ad oltrepassare le coordinate normali del giudizio morale. Lo vicenda è semplice, e racconta di due giovani, appartenenti al microcosmo degli invisibili, uno dei quali con forti disagi personali. Questi due giovani si ritrovano, dopo una serie di scelte sbagliate, dentro una storia più grande di loro. Dopo una sfortunata e maldestra rapina e la conseguente precipitosa fuga, i due, vengono circondati e rinchiusi all’interno di un capannone, assieme ad un ostaggio, un vecchio signore. Lì si scoprono perduti e senza uscita. (…)

Angeli”, testo e regia di Gianluca Medas. Con Noemi Medas, Roberto Pettinau, Alessandro Pani, Piarpaolo Congiu. Nel video Agnese Fois, Filippo Salaris, Jo Perrino, Mauro Sollai, Lisa Zedde, Stefano Curgiolu.

Sabato 19, alle 21.00, al Teatro delle Saline va in scena l’opera “Donne dell’underground” di Marta Proietti Orzella.

“Donne dell’underground” propone una fusione di brevi monologhi brillanti. Piccoli “mostri”, brevi ritratti “maledetti” di donne “al margine”, donne “dell’underground”, alla ricerca di una rivincita, personaggi grotteschi e mostruosi, spesso odiosi e insopportabili. Le protagoniste, Marta Proietti e Carla Orrù, dividono la scena con ironia e leggerezza, offrendo agli spettatori un improbabile (ma non troppo!) “spaccato” femminile. I personaggi appartengono a storie che ci fanno sorridere, ma anche riflettere sulla condizione “underground” della donna. La liberazione da una condizione di sottomissione e di marginalità è l’elemento che accomuna la storia di queste donne alla ricerca di un riscatto personale e sociale. Il ritratto che ne viene fuori è quello di donne vulnerabili e umili, ma non arrendevoli, che si ribellano a una condizione di subordinazione ed inferiorità. Il linguaggio è quello tipico della commedia (qua e là si fa uso sapiente della lingua sarda). Le storie sono arricchite da suoni, musiche e immagini che sottolineano le azioni scena.

Drammaturgia e regia di Marta Proietti Orzella. Con Marta Proietti Orzella e Carla Orrù.

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Prende il via il 27 dicembre la stagione 2015-16 de La Grande Prosa organizzata dal CeDAC/ Circuito Multidisciplinare della Sardegna al Teatro Centrale di Carbonia con il patrocinio e il sostegno del comune di Carbonia. Sette i titoli in cartellone dal 27 dicembre al 2 aprile, tra grandi classici e testi contemporanei, per un vivido affresco di varia umanità con tutte le sue debolezze, i vizi e le (rare) virtù, e tutto il fascino della Danza con una fiaba sulle punte e la sensualità del tango argentino.

Tra i protagonisti, artisti come Isa Danieli e Lello Arena, accanto a Michela Andreozzi, Roberto Ciufoli, Max Pisu e Barbara Terrinoni con Nino Formicola e Nini Salerno, gli attori del Teatro Stabile della Sardegna (ora diventato TRIC – con il nome di Sardegna Teatro) e la Compagnia Teatro Actores Alidos, il danzatore e coreografo Miguel Angel Zotto – stella internazionale del tango – e il corpo di ballo e i solisti del Royal Ballet di Mosca, e poi l’affiatato cast di Elsinor/ Teatro Stabile d’Innovazione alle prese con una divertente commedia di Molière.

L’ouverture – il 27 dicembre – è affidata alla “Cenerentola” del Royal Ballet di Mosca, una deliziosa versione del celebre balletto sulle musiche di Sergej Prokof’ev con le coreografie di Anatoly Emelianov: la storia della fanciulla orfana, maltrattata da matrigna e sorellastre, che grazie all’incantesimo della sua bellezza conquisterà l’amore del principe, è incentrata sulla scarpetta di vetro perduta a mezzanotte in una vorticosa fuga, simbolo di grazia femminile e purezza di cuore. Sotto i riflettori il corpo di ballo e i solisti del Royal Ballet of Moscow“The Crown of Russia” – primi ballerini Viktoria Truposkiadi (Cenerentola) e Eughenij Truposkiadi (il Principe) con Nataly Odinokova (la Fata) e lo stesso Anatoly Emelianov (nel ruolo quanto mai appropriato di Maestro dei divertimenti) – per un poetico e coinvolgente racconto sulle punte in cui, come accade nelle favole, il bene trionfa – attraverso l’intervento di una fata.

S’intitola “Forbici & Follia” la scoppiettante commedia di Paul Portner in scena il 19 gennaio (nella versione italiana di Marco Rampoldi e Gianluca Ramazzotti) con Michela Andreozzi, Roberto Ciufoli, Max Pisu e Barbara Terrinoni, e la partecipazione di Nino Formicola e Nini Salerno, per la regia dello stesso Marco Rampoldi: la pièce è ambientata in un salone da parrucchiere, dove improvvisamente tra shampoo e messe in piega, pettegolezzi e timide avances, irrompe la vita, o meglio il delitto. La vicenda si tinge così di giallo, con gli interrogatori e le indagini della polizia: il pubblico stesso diventa testimone del misterioso omicidio della padrona dello stabile, mentre si scoprono segreti e possibili moventi, in un crescendo di suspense e sospetti, e ogni personaggio mette a nudo il suo vero carattere, le sue paure e le sue piccole manie. Un piccolo thriller, messo in scena con la chiave della leggerezza e dell’ironia.

Spazio poi – il 4 febbraio – all’originale “Mobilit-Azione” del Teatro Actores Alidos, uno spettacolo di “corpi in esposizione” ispirato all’arte espressionista, ideato e diretto da Gianfranco Angei: Valeria Pilia, Manuela Sanna, Valeria Parisi, Roberta Locci, Manuela Ragusa, Michela Atzeni, Felice Montervino, Federico Saba e Mariano Anni sono i protagonisti di un racconto per quadri, un’affascinante e grottesca allegoria di umanissimi vizi e virtù. Ritratto della società in tutte le sue contraddizioni, e stravaganze, in un “mosaico drammaturgico” che mostra le piccole crudeltà quotidiane e la ferocia della guerra, sottolineando cause ed effetti della crisi economica ma soprattutto dello smarrimento dei valori e del senso stesso dell’esistenza – la pièce propone, in una sequenza non casuale, un gioco di accostamenti e contrasti dalla cifra spietatamente ironica e insieme onirica e poetica.

La magia del “Sogno di una notte di mezza estate” di Ruggero Cappuccio, liberamente ispirato all’opera di William Shakespeare – il 4 marzo – per un’intrigante e moderna rilettura del capolavoro dell’artista elisabettiano, nel bell’allestimento di Ente Teatro Cronaca/Vesuvioteatro con due interpreti d’eccezione, Isa Danieli e Lello Arena, accanto a Fabrizio Vona e Renato De Simone, Enzo Mirone, Rossella Pugliese, Antonella Romano, con la regia di Claudio Di Palma. «Nel perimetro simbolico della sala di un antico palazzo napoletano, Titania e Oberon attivano una drammaturgia di capricci e smanie riducendo le sorti degli uomini a fragili trame da vecchi teatri dei burattini». La regina e il re delle fate tirano i fili di vite sospese e decidono le sorti dei giovani innamorati come del sovrano di Atene e dell’Amazzone, e dei buffi artigiani, elargendo a capriccio felicità e infelicità, con ingenua crudeltà di fanciulli.

La passione e l’eleganza del “pensiero triste che si balla” – l’11 marzo – con “Tango Zotto Tango” di e con un artista come Miguel Angel Zotto – stella di prima grandezza e interprete straordinario del popolare ballo argentino in coppia con Daiana Guspero, e con quindici artisti della Tango X2 Company sulle note della Tango Sonos Orchestra. Un intrecciarsi di sguardi e di passi, di corpi allacciati che danzano sul ritmo sincopato delle musiche per comporre sinuose geometrie, secondo una grammatica insieme rigorosa e libera, per dar vita ad un susseguirsi di figure armoniose e ricche di pathos e rievocare l’atmosfera di una milonga con le storie di donne e uomini uniti dall’amore per il ballo. Uno spettacolo suggestivo, sul filo delle emozioni, e dei contrasti, in una perfetta fusione tra suono e gesto, tra le metriche incalzanti e le sequenze danzate, acrobatiche e virtuosistiche, di un tango moderno, raffinato e sensuale.

Tra mito e storia – il 22 marzo – “Incendi” di Wajdi Mouawad, nella mise en scène di Sardegna Teatro, con Maria Grazia Bodio, Lia Careddu, Corrado Giannetti, Paolo Meloni, Isella Orchis, Marta Proietti Orzella, Cesare Saliu, Giorgia Senesi, Marco Spiga, Mariagrazia Sughi, Luigi Tontoranelli, Agnese Fois e Leonardo Tomasi, per la regia di Guido De Monticelli, racconta l’epopea amara di una guerra fratricida. La tragedia moderna si intreccia agli archetipi antichi, la descrizione del caos, tra stragi, deportazioni, fughe e disastri di un paese sconvolto da un conflitto affiora attraverso i ricordi, rompendo il muro del silenzio, in una singolare eredità che una madre lascia ai figli, con il compito di scoprire le proprie radici, per ritrovare se stessi sulle tracce di un padre e un fratello scomparsi. La verità si rivelerà d’improvviso, tra l’eco delle parole della “donna che canta”, in una catena di odio che può essere spezzata e vinta solo dall’amore.

Suggellerà – il 2 aprile – la stagione de La Grande Prosa firmata CeDAC al Teatro Centrale di Carbonia una celebre e divertente commedia di Molière, “Le intellettuali”, nella versione di Elsinor con adattamento e regia di Monica Conti: la classica traduzione di Cesare Garboli restituisce il gusto di una lingua arcaica e sapiente, adatta al gioco scenico e ai duelli verbali di un affascinante affresco della società. Un cast affiatato – formato da Maria Ariis, Stefano Braschi, Marco Cacciola e la stessa Monica Conti, Federica Fabiani, Gaia Insegna, Miro Landoni, Stefania Medri e Roberto Trifirò – per una giostra delle passioni in cui si contrappongono l’ambizione e la presunzione delle “femmes savantes” e del loro prediletto ospite e mentore, un insulso pedante che si svelerà pure avido cacciatore di dote, e la sincerità dei sentimenti di due giovani. La pièce irride l’ingenuità e la cieca insensibilità delle matrone, ma anche le sottigliezze di un sapere fine a se stesso – monito sempre valido, nella civiltà dell’apparire – per premiare la semplicità e l’onestà.

La stagione 2015-16 de La Grande Prosa e Danza al Teatro Centrale di Carbonia è organizzata dal CeDAC/ Circuito Multidisciplinare della Sardegna con il fondamentale patrocinio e sostegno del MiBACT/ Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Regione Sardegna e del Comune di Carbonia, con il prezioso contributo della Fondazione Banco di Sardegna e l’apporto della Sardinia Ferries, che ospita sulle sue navi artisti e compagnie in viaggio per la Sardegna – e ritorno.

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