Approvate oggi nuove misure per permettere la reintroduzione del visto d’ingresso nell’UE in caso d’emergenza
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In base alla nuova normativa approvata giovedì dal Parlamento, l’obbligo di visto per i cittadini non comunitari potrà essere reintrodotto rapidamente qualora i Paesi dell’UE si trovino ad affrontare un aumento forte di immigrazione irregolare o rischi per la sicurezza.
Il relatore del Parlamento, Agustin Diaz de Mera (PPE, ES), ha dichiarato che «siamo riusciti a creare uno strumento più flessibile e operativo, garantendo nel contempo il rispetto dei diritti umani e un ruolo chiave per il Parlamento europeo. Sono sicuro che dopo l’approvazione del “meccanismo di sospensione”, il Consiglio coopererà pienamente affinché le proposte per garantire l’esenzione del visto per Georgia e Ucraina non incontrino ostacoli, dato che entrambi i Paesi hanno soddisfatto i criteri richiesti qualche tempo fa».
La sua relazione è stata approvata con 485 voti a favore, 132 voti contrari e 21 astensioni.
Secondo le nuove norme, il visto di ingresso può essere reintrodotto anche per quei paesi che hanno un accordo di esenzione con l’UE, in uno o più dei seguenti casi:
- aumento sostanziale del numero di cittadini del Paese terzo interessato cui sia stato rifiutato l’ingresso o che soggiornino irregolarmente nel territorio dell’UE,
- sostanziale aumento di domande di asilo infondate,
- diminuzione nella cooperazione per la riammissione (ritorno dei migranti)
- aumento dei rischi o imminente pericolo per l’ordine pubblico o la sicurezza interna relativi a cittadini del Paese terzo interessato.
Entrambi gli Stati membri e la Commissione europea saranno in grado di avviare il meccanismo di sospensione degli accordi di esenzione dei visti. Tuttavia, il testo sottolinea che la decisione di sospendere temporaneamente l’esenzione dal visto deve essere basata su “dati pertinenti e oggettivi”.
A seguito di una notifica da parte di uno Stato membro (o di una richiesta da parte di una maggioranza semplice degli Stati membri), o sulla base di una propria relazione, la Commissione avrà un mese di tempo per decidere di sospendere l’esenzione dal visto per nove mesi. Questa decisione prenderà effetto automaticamente
Durante il periodo di sospensione, la Commissione avrà il compito di, in collaborazione con il Paese interessato, trovare soluzioni alle circostanze che hanno portato alla sospensione.
La Commissione, inoltre, dovrà monitorare la situazione nei Paesi esenti dal visto e riferire, almeno una volta all’anno, al Parlamento e al Consiglio se detti Paesi continuano a soddisfare le condizioni di esenzione dal visto, come il rispetto dei diritti umani.
Se la situazione persiste, la Commissione dovrà presentare, al più tardi due mesi prima della fine del periodo di nove mesi, una proposta per prolungare il ripristino provvisorio del visto per ulteriori 18 mesi. Sia i deputati sia gli Stati membri possono opporsi a questa decisione.
La Commissione può anche decidere in qualsiasi momento di presentare una proposta legislativa per spostare un Paese terzo dall’elenco dei Paesi esentati dai visti all’elenco di quelli che devono farne richiesta. Questo trasferimento dovrà essere approvato dal Parlamento e dal Consiglio.
Questa revisione del meccanismo di sospensione, sancito nella legislazione dell’UE dal 2013, è legata alle proposte di concessione di un accesso senza visto verso l’UE per la Georgia, già accordate dai deputati e del Consiglio, così come per Ucraina e Kosovo.
Il progetto di regolamento deve ancora essere formalmente approvato dal Consiglio e entrerà in vigore venti giorni dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.
Il meccanismo di sospensione non si applicherà al Regno Unito o all’Irlanda.