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Il segretario generale della Femca Cisl Nino D’Orso ed i delegati RSU della stessa Femca Cisl Puddu, Meletti e Muller, hanno chiesto l’immediato interessamento dell’assessore regionale dell’Industria Maria Grazia Piras e del presidente della Regione Francesco Pigliaru, per chiarire la situazione di incertezza nella quale versa la Carbosulcis con circa 200 lavoratori.
«Già nell’incontro tenutosi lo scorso 9 novembre 2017 presso l’assessorato dell’Industria – si legge in una nota – la Femca Cisl ha portato all’attenzione dell’azionista le problematiche che riguardano la vita lavorativa all’interno della Carbosulcis, evidenziando la necessità di conoscere il futuro die lavoratori. Raccolte le preoccupazioni emerse in quell’incontro, l’assessore Piras aveva assunto l’impegno di riconvocare le parti entro la prima quindicina del gennaio 2018. La Femca Cisl non può però esimersi dal denunciare che la politica industriale di dismissione dell’attività estrattiva carbonifera, approvata con legge regionale 4 dicembre 2014, delibera n° 52/21 del 23/12/2014, ha soltanto prodotto tra le maestranze uno stato di immobilismo per il quale si ritiene debbano essere utilizzati urgentemente tutti gli strumenti atti a garantire la certezza del futuro a tutti i lavoratori attualmente in forza lavoro.»
«Già dal 1 marzo 2018, per via dei progressivi esodi incentivati, resteranno in capo all’azienda 99 lavoratori assunti tra il 1977 ed il 1991, ed altri 89 lavoratori assunti tra il 2006 ed il 2009 – aggiungono il segretario D’Orso ed i delegati RSU Puddu, Meletti e Muller –. Se si considera che dal piano industriale e dei progetti sperimentali di riconversione non si conoscono ancora gli sviluppi, e tantomeno i numeri del personale interno che sarà impiegato, restano grosse perplessità rispetto al futuro del personale che sarà comunque escluso da tali progetti. La Femca Cisl è convinta che si debba discutere urgentemente di soluzioni che salvaguardano il posto di lavoro di tutti i dipendenti Carbosulcis, e a tal proposito rendono noto che, sulla base del Dlgs 100/2017 in materia di riorganizzazione delle società partecipate, l’azienda avrebbe dovuto dichiarare gli esuberi entro il 30 novembre 2017, darne comunicazione ai rappresentanti sindacali entro il 10 dicembre e, infine, alla regione Sardegna entro il 20 dicembre 2017.»
Il segretario generale D’Orso e i delegati RSU Puddu, Meletti e Muller chiedono all’assessore dell’Industria e al presidente della Regione:
– di conoscere le motivazioni per le quali la regione Sardegna non ha assunto posizione rispetto al decreto Madia;
– che venga subito dichiarato lo stato di crisi, gli esuberi, e venga presa in seria considerazione la possibilità di attuare immediatamente le procedure di accesso alla mobilità tra partecipate, per la fascia dei lavoratori più giovani, assunti tra il 2006 ed il 2009:
– che venga siglato un accordo tra azienda, rappresentanze sindacali ed Inps, per attuare l’isopensione, che riguarda la fascia dei lavoratori a cui mancano sino a 7 anni per il completamento dei requisiti pensionistici, in applicazione della nuova legge di bilancio 2018;
– che venga attuata una sanatoria dei contributi previdenziali, assegnando la marca pesante ai dipendenti che, per causa di scelte (poco condivisibili) aziendali, sono stati oggetto di discriminazioni e non hanno potuto maturare il beneficio dello scivolo per poter avere accesso alla pensione al raggiungimento dei 30 anni lavorativi, come stabilito dalle normative di legge per i lavoratori del settore estrattivo e di cava.
La Femca Cisl è convinta che, solo attraverso questi strumenti, si possano dare concrete garanzie a tutte le maestranze Carbosulcis, e sulla base di queste proposte intendono concentrare un serio confronto con l’azionista.