25 November, 2024
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Maiali

Il 100% dei 24 campioni prelevati sui 60 maiali allevati illegalmente e abbattuti lo scorso 16 dicembre nelle campagne di Villagrande Strisaili, dall’Unità di Progetto per l’eradicazione della Peste suina africana in Sardegna, sono risultati sieropositivi alla malattia. Lo ha reso noto oggi l’Istituto zooprofilattico sperimentale (Izs) alla luce dei controlli eseguiti in laboratorio. L’impressionante raccolta di dati fra i suini tenuti allo stato brado illegale, senza controlli sanitari, di proprietà ignota ed abbattuti in queste settimane descrivono e confermano un buco nero terrificante, che si estende fra i territori della Barbagia e dell’Ogliastra.

«Abbiamo a che fare con una bomba ad orologeria – ha osservato il direttore generale dell’IZS, Alberto Laddomada – su cui è necessario intervenire senza indugio, spezzando la catena che, partendo dal pascolo brado, continua ad alimentare la diffusione della PSA, fra maiali e maiali o fra maiali e cinghiali. La situazione complessiva della malattia nella nostra isola è gradualmente molto migliorata negli ultimi due anni, grazie ad un rafforzamento dei controlli sanitari: negli ultimi cinque mesi si è verificato un solo focolaio, prontamente controllato, in allevamenti regolari. Ma questi sforzi rischiano di essere vani: se non si agisce al più presto e con la massima determinazione nei confronti dell’allevamento brado, rischiamo di dover combattere una nuova ondata di diffusione della malattia anche negli allevamenti registrati, in particolare quelli a carattere familiare. Gli allevatori regolari, di fatto la grande maggioranza – ha concluso Alberto Laddomada -, sono perciò i primi ad avere l’interesse che la minaccia rappresentata dal pascolo brado illegale venga eliminata.»

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Venerdì scorso a Parigi i 180 Paesi Membri della Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (conosciuta con l’acronimo OIE), riuniti nella 85° Assemblea Generale, hanno espresso parere favorevole alla proposta di nominare l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna di Sassari quale Laboratorio di Riferimento internazionale dell’OIE per l’Echinococcosi. Questa nomina si aggiunge al titolo di cui l’Istituto si può già fregiare, quello cioè di Laboratorio di Riferimento Nazionale per la stessa malattia, nomina avvenuta nel 2002 con provvedimento del Ministero della Salute.
«E’ un risultato che non può che essere accolto con grandissima soddisfazione – commenta l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Arru – che testimonia che anche nella sanità sarda, pur con tutti i suoi problemi, ci sono eccellenze scientifiche che sanno farsi valere a livello nazionale e internazionale. Le mie congratulazioni, dunque, ai ricercatori e al direttore dell’Istituto Zooprofilattico.»
La notizia pervenuta da Parigi è stata accolta con grande soddisfazione dal direttore dell’Istituto, Alberto Laddomada: «E’ un riconoscimento importantissimo, ma anche una grande responsabilità per l’Istituto Zooprofilattico. E’ un risultato a cui si è pervenuti grazie alla competenza scientifica maturata da tanti veterinari e ricercatori dell’Istituto, ma non solo. Nel corso degli anni, il mio Istituto ha collaborato non solo con le Università e con tanti altri enti di ricerca della Sardegna ma anche a livello nazionale e internazionale. Vorrei perciò condividere con loro questo risultato. Devo sottolineare inoltre il pieno supporto fornito dal ministero della Salute, che rappresenta l’Italia all’OIE, ai fini della approvazione del dossier scientifico che nell’agosto scorso abbiamo sottoposto al vaglio degli esperti internazionali, che hanno poi proposto questa nomina alla Assemblea Generale di Parigi».
La nomina dell’Istituto a Laboratorio Nazionale di Referenza del 2002 aveva già avviato una nuova fase di studio della malattia da parte dell’Istituto, che ha comportato tra l’altro una raccolta di dati disponibili sullo stato dell’arte della patologia a livello nazionale, anche grazie a collaborazione con centri medici, in particolare con il Policlinico San Matteo di Pavia e con l’Istituto Superiore di Sanità. E l’Istituto Zooprofilattico si è anche avvalso per alcuni anni della collaborazione di un medico infettivologo, collaborazione che ora si intende ripristinare. Sono state affinate le metodologie diagnostiche e sono state prodotte diverse pubblicazioni scientifiche. Grazie a queste attività l’Istituto è stato in grado di presentare a Parigi un dossier scientifico solido, a supporto della domanda di nomina quale Laboratorio Internazionale di Riferimento, che aumenterà le responsabilità per Giovanna Masala, responsabile del Laboratorio Echinococcosi.
«E’ un riconoscimento per cui non posso che essere molto soddisfatta, pensando al lavoro scientifico fatto in tutti questi anni finalizzato ad un migliore controllo dell’Echinococcosi, nei quali mi sono avvalsa di tanti bravi collaboratori. Ora dovremo essere pronti a svolgere adeguatamente il nostro ruolo anche in sede internazionale. Mi auguro di ricevere tutto il supporto necessario non solo da parte del mio Istituto, ma direi da parte delle autorità sanitarie e di tutto il mondo scientifico della Sardegna, con cui anch’io voglio condividere questo importante risultato.»

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Allerta massima dei servizi sanitari e veterinari della Regione Sardegna per i nuovi casi di trichinella comparsi nelle campagne di Orgosolo con il ritrovamento del parassita in nove cinghiali abbattuti nella giornata di caccia del 27 novembre scorso. Il tema è stato illustrato in una conferenza stampa questa mattina a Nuoro, nella sede dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna (IZS). All’incontro hanno partecipato il direttore generale dell’IZS, Alberto Laddomada, la dirigente del Servizio sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare dell’assessorato della Sanità, Daniela Mulas, il responsabile del dipartimento IZS di Nuoro, Ennio Bandino, e Pietro Mesina, già primario di malattie infettive all’ospedale San Francesco di Nuoro ed esperto sugli effetti del parassita nell’uomo.

Ai cinghiali, cacciati a Orgosolo in località “Olai”, due settimane fa erano stati prelevati i campioni di diaframma, per essere analizzati, come previsto dalla normativa e come ribadito dalle prescrizioni sulla caccia al cinghiale istruite dall’Unità di Progetto (UdP) per l’eradicazione della Peste suina africana (PSA). Dopo i dovuti controlli e le verifiche effettuate dall’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna, che su alcuni aspetti saranno ancora approfonditi, la Regione invita i cittadini a prestare la massima attenzione nel consumare le carni suine. «In vista delle festività natalizie e delle tradizionali lavorazioni della carni per la produzione dei salumi, che tante famiglie fanno in casa – ha spiegato Laddomada – invitiamo tutti i sardi ad acquistare carni sicure e provenienti da allevamenti sottoposti a controllo sanitario. Raccomandiamo quindi ai consumatori di evitare l’acquisto di maiali allevati al pascolo brado illegale e senza alcun controllo sanitario. È necessario – ha aggiunto il direttore generale dell’IZS – prendere coscienza che si tratta di animali che potenzialmente potrebbero avere virus, parassiti o altri patogeni dannosi per la salute per l’uomo».
Daniela Mulas ha ricordato che «è sempre possibile effettuare le macellazioni domestiche ad uso famiglia, di suini allevati legalmente, avendo cura di garantire l’obbligatoria presenza di un veterinario della ASL che attesti la salubrità delle carni, così come previsto dalla legge».
L’Unità di Progetto per l’eradicazione della PSA ribadisce la forte preoccupazione per la possibilità che, alla luce dei ritrovamenti del parassita nei cinghiali, sia forte la probabilità della presenza della trichinella anche fra i maiali domestici illegali che vivono allo stato brado nei territori di Orgosolo e dei Comuni confinanti. Questo conferma la necessità di rafforzare la lotta all’allevamento illegale dei maiali per tutelare la salute di tutti e liberarsi di un intollerabile vincolo allo sviluppo di una suinicoltura di qualità, che rappresenta una grande occasione di sviluppo e lavoro per tutta la Sardegna e per le nostre aree interne, in particolare.

La Trichinellosi è una zoonosi parassitaria del genere Trichinella. Presente in tutti i continenti, tranne che nell’Antartico, è stata segnalata in più di 100 specie di mammiferi, 13 specie di uccelli, 3 di rettili e colpisce più di 2.500 persone ogni anno e può portare alla morte. «Si tratta di una larva infettante. Un piccolo verme parassita di circa 1mm di lunghezza che si può trovare nei muscoli dei maiali e di animali selvatici quali la volpe e il cinghiale. Gli animali infetti da Trichinella non mostrano alcun segno della malattia e quindi non possono essere distinti da quelli sani». Così Ennio Bandino che ha aggiunto: «Per identificare i soggetti colpiti è necessario effettuare un esame di laboratorio. Il principale serbatoio è la volpe, ma anche altri carnivori come il lupo, la martora, la donnola e i gatti selvatici».
«La presenza della Trichinella nella fauna selvatica e la promiscuità tra questa e i suini allevati allo stato brado – ha osservato Mulas – è un motivo in più (si pensi alla PSA) per agire con determinazione nel favorire la regolarizzazione degli allevamenti illegali e l’avvio di nuovi modelli di allevamento sottoposti a controllo sanitario e al pascolo confinato».

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La Quinta Commissione del Consiglio regionale questa mattina ha sentito in audizione i rappresentanti dei pescatori di Cabras, Marceddì e Santa Giusta, il direttore dell’Istituto Zooprofilattico, Alberto Laddomada, e la funzionaria dell’Ufficio veterinario per gli adempimenti degli obblighi comunitari del ministero della Salute, Angelina Cabigliera, sulle problematiche dei compendi ittici della Sardegna e le questioni legate alla sicurezza sanitaria dell’import-export del settore zootecnico.

I presidenti dei consorzi di pesca dell’oristanese hanno illustrato alla Commissione i disagi e i pesanti danni economici causati dalla massiccia presenza di cormorani negli stagni.

«La situazione è ormai fuori controllo – ha spiegato il presidente del Consorzio Pontis di Cabras Francesco Meli – nel nostro compendio il numero dei cormorani ha superato quota 15mila, ogni giorno perdiamo circa 45 quintali di pesce. Il danno annuale è di oltre 4 milioni di euro».

Meli ha definito “inutili” le azioni di dissuasione messe in campo quotidianamente per cercare di allontanare i volatili: «L’utilizzo di cannoncini a gas e l’esplosione intermittente di petardi non hanno sortito alcun effetto. Dal 2008, anno in cui si è deciso di interrompere gli abbattimenti controllati, il numero dei cormorani è raddoppiato. E’ necessario rivedere le norme e ottenere dall’Unione Europea l’autorizzazione agli abbattimenti».

Stessa richiesta è stata avanzata da Franco Zucca, presidente del Consorzio Pesca Marceddì e da Antonino Muroni del Consorzio Santa Giusta: «Al danno si è aggiunta la beffa – hanno detto Zucca e Muroni – il milione di euro di indennizzi stanziato per il ristoro dei danni è assolutamente insufficiente. L’abbattimento controllato è l’unico strumento efficace per cercare di ridurre i danni. Non è vero che in questo modo si metterebbe a rischio una specie protetta. L’abbattimento è una forma di dissuasione: con pochi uccelli uccisi si riesce ad allontanare gli altri».

Sull’argomento saranno sentiti nei prossimi giorni gli assessori dell’Agricoltura e dell’Ambiente Elisabetta Falchi e Donatella Spano. Spetta infatti alla Regione avanzare la richiesta all’Unione Europea per ottenere l’autorizzazione agli abbattimenti controllati: «Chiederemo loro di approfondire la questione – ha detto il presidente della Commissione Luigi Lotto – è impensabile riuscire a trovare nel magro bilancio regionale tutti i soldi per indennizzare i pescatori, occorre dunque mettere in atto tutte le iniziative per evitare o, almeno, ridurre i danni».

Alberto Laddomada (IZP) e Angelina Cabigliera (Uvac) hanno illustrato norme e procedure che regolano la movimentazione dei cavalli, argomento di particolare rilevanza in vista della prossima approvazione da parte della Commissione “Attività Produttive” della proposta di legge per il rilancio del comparto ippico.

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«Qualità e sicurezza alimentare dei prodotti tipici della Sardegna: dall’allevamento alla tavola» è il tema della Tavola rotonda, organizzata dall’assessorato regionale della Sanità e in programma domani, 21 ottobre, al Conference Center dell’Expò di Milano, con inizio alle 10.00.
Parteciperanno Silvio Borrello, direttore generale della Sanità Animale e dei Farmaci veterinari del ministero della Salute; l’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi; Davide Calderone, Direttore generale Assica; Roberto Moncalvo, presidente nazionale Coldiretti; Battista Cualbu, presidente Coldiretti Sardegna; Luca Sanna, presidente Confagricoltura Sardegna; Joaquim Goyache, Dipartimento Sanità Animale Università Complutense di Madrid; Eraldo Sanna Passino, direttore del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’università degli Studi di Sassari; Marco Pittau, Dipartimento di Medicina veterinaria Università degli Studi di Sassari; Alberto Laddomada, direttore generale Istituto zooprofilattico della Sardegna; Giuseppe Pulina, direttore generale Ente Foreste Regione Sardegna; Daniela Mulas, direttore Servizio Sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare dell’assessorato regionale della Sanità.

La Giunta regionale ha approvato il calendario scolastico 2015-2016 su proposta dell’assessore della Pubblica istruzione, Claudia Firino. Campanella d’inizio lezioni il 14 settembre, per l’anno scolastico, con 208 giorni di scuola, feste tradizionali con 2 giorni a disposizione di ogni scuola e chiusura il 10 giugno. Prevista anche la possibilità di programmare eventuali adattamenti, qualora funzionali al migliore svolgimento dell’offerta formativa.
Su proposta dell’assessore Donatella Spano, è stato deliberato il trasferimento alle Province delle risorse per il controllo e lotta contro gli insetti nocivi e i parassiti dell’uomo, degli animali e delle piante e per la lotta ai roditori. Gli oltre 6 milioni e seicentomila euro, ripartiti in base alla legge e agli accordi esistenti con le Province, saranno disponibili per l’avvio tempestivo delle attività di prevenzione e di lotta.
In conformità alla Direttiva del Consiglio dei ministri del 14 febbraio 2014, la Giunta regionale ha deciso di costituire un tavolo tecnico interassessoriale per gli adempimenti in capo alla Regione che riguardano le pianificazioni di emergenza per il rischio vulcanico del Vesuvio e l’elaborazione del Piano per il trasferimento e l’accoglienza della popolazione evacuata ricadente nella Zona Rossa dell’area vesuviana, renderdo operativo il gemellaggio con la regione Campania e il comune di Pompei.
Approvato il Bilancio di previsione 2015-2017 dell’Ente Foreste della Sardegna. A seguito della delibera del Commissario straordinario dell’Ente Foreste, la Giunta ha rilasciato il nulla osta, a condizione però che venga assicurata la piena copertura della campagna antincendi e degli interventi di protezione civile.
L’esecutivo, approvando un disegno di legge presentato dall’assessore dei Lavori Pubblici, Paolo Maninchedda, propone due modifiche alla legge che istituisce l’Ente di governo dell’ambito della Sardegna (la legge 4 del febbraio 2015) per superarne alcune criticità. In attesa dell’approvazione dello statuto dell’Ente d’Ambito e della nomina del direttore generale, si potrà dunque procedere con gli atti di ordinaria amministrazione, primo fra tutti il pagamento degli stipendi del personale. La seconda questione riguarda gli oneri della raccolta e dello smaltimento delle acque bianche per il periodo 2005-2011: attraverso una transazione sarà definita la regolazione dei corrispettivi dovuti dai Comuni della Sardegna al Gestore del Servizio Idrico Integrato, passaggio sollecitato anche dall’Anci pochi giorni fa. Sarà l’Ente di governo dell’ambito della Sardegna a stabilire l’ammontare di quanto dovuto da parte dei Comuni al gestore del Servizio Idrico Integrato. La parola passa ora al Consiglio regionale. Sempre su proposta dell’assessore dei Lavori pubblici, l’esecutivo ha dato il via libera alla rimodulazione di un milione e mezzo di euro destinandoli all’acquisto e al recupero di strutture da destinare ad alloggi popolari a canone agevolato: la somma è frutto del risparmio nella realizzazione dell’accordo di programma fra Regione e Area del 2012 che prevedeva l’acquisto di 30 alloggi da destinare ad abitazioni a canone agevolato nel quartiere “Funtanamarzu” di Iglesias. L’importo previsto era di 5 milioni e 200mila euro ma ne sono stati utilizzati 3,6 con un risparmio di un milione e 550mila euro che sarà ora destinato a nuovi alloggi popolari a Muravera, come richiesto dallo stesso Comune.
Su proposta dell’assessore Cristiano Erriu, Maria Domenica Porcu, segretario comunale in quiescenza, è stata nominata commissario straordinario del comune di Ortueri, a seguito dello scioglimento del Consiglio comunale. Giuseppe Deligia, direttore del Servizio territoriale Enti locali di Sassari, è stato nominato commissario straordinario per completare le procedure di assegnazione del personale delle soppresse comunità montane di Osilo e di Perfugas, complessivamente tre persone, e di chiusura definitiva delle medesime.
Altra nomina in Sanità: su proposta dell’assessore Luigi Arru, Alberto Laddomada è il nuovo direttore dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna.
Approvata la delibera proposta dall’assessore Virginia Mura sulle disposizioni regionali per l’attivazione di tirocini rivolti ai cittadini di Paesi terzi residenti all’estero. Si tratta del recepimento dell’accordo in sede di Conferenza permanente, tra il governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano dello scorso 5 agosto, che prevedono, tra l’altro, gli abusi nell’utilizzo delle procedure di ingresso per tirocinio favorendo i controlli delle autorità e lo scambio di informazioni. Le nuove linee guide adottate precisano le competenze delle amministrazioni interessate (le quote di ingresso e concessioni di soggiorno spettano al ministero dell’Interno, le Regioni sono invece competenti in materia di professionali e tirocini).
Approvata, su proposta dell’assessore Raffaele Paci, la “riscrittura” del bilancio 2015/2017, rielaborato secondo lo schema di bilancio prescritto dal decreto legislativo n. 118 del 2011, armonizzato per missioni e programmi.
L’esecutivo, infine, ha approvato, su proposta dell’assessore Gianmario Demuro, il bilancio consuntivo 2014 della società in house Sardegna IT.

Palazzo della Regione 4 copia

Maialetti allo spiedo 2

Si è svolta oggi la riunione operativa dell’Unità di progetto, costituita per il contrasto e l’eradicazione della peste suina africana (PSA) in Sardegna, per esaminare e valutare lo stato di avanzamento del Piano straordinario recentemente approvato dalla Commissione europea e prima ancora dal Ministero della Salute. All’incontro hanno partecipato tutti i rappresentanti di parte regionale, quelli di parte statale, con il Direttore generale della Sanità animale dott. Silvio Borrello e il rappresentante del Centro nazionale di referenza per le pesti suine dott. Francesco Feliziani, della Commissione europea dott. Alberto Laddomada e dell’Università di Sassari prof. Marco Pittau.

In apertura è stata riaffermata la determinazione che l’intera struttura regionale pone nell’attuare l’obiettivo strategico di eradicare la peste suina africana dalla Sardegna, che la Giunta regionale ha richiamato tra i primi obiettivi della propria azione di governo, e che sta producendo i primi effetti. Lunga la lista degli argomenti trattati nel corso della riunione, che è iniziata alle 10.00 ed è terminata alle ore 16.00, che hanno spaziato dalla situazione epidemiologica della PSA, al progetto di informazione e formazione per gli operatori agricoli, alla verifica dei dati rilevati nel corso della stagione venatoria sui cinghiali.

E’ stato fatto anche un quadro delle iniziative in corso per approntare quanto necessario per garantire e facilitare le azioni di depopolamento e smaltimento dei suini affetti dal virus o allevati in modo illegale. Piena la convergenza, da parte delle diverse componenti istituzionali, sulle azioni sin qui intraprese e sul percorso tracciato dal Piano.

Anche su uno degli argomenti certamente più controversi, quello relativo al divieto vigente di “esportazione” dalla Sardegna di prodotti di origine suina “termizzati”, che vede posizioni differenziate tra Regione Sardegna e Ministero, è stato possibile raggiungere una intesa che consente di porre basi certe al superamento di questo divieto.

E’ stato stabilito che, a cura dell’Osservatorio epidemiologico della Sardegna, verrà aggiornata, entro la prossima settimana, la restituzione cartografica della presenza e diffusione della PSA in Sardegna, con la puntuale individuazione delle aree interessate, in modo da poter circoscrivere gli ambiti esclusi dalla possibilità di esportare i prodotti “termizzati”.

Il responsabile dell’Unità di progetto, infine, certificherà al Ministero della Salute, grazie a una verifica effettuata dal Servizio di Prevenzione dell’assessorato della Sanità, in collaborazione con i Dipartimenti di Veterinaria e Agraria dell’Università di Sassari, presso gli stabilimenti di produzione, l’esistenza degli standard previsti dalle norme per la produzione di alimenti di origine suina “termizzati”.

Con questa intesa sono state poste basi certe per il superamento del divieto esistente e consentire così la qualificata partecipazione della Sardegna all’Expò 2015, anche con alcuni dei prodo

Maialetti allo spiedo 2

Non è l’Europa ma il governo italiano a dover autorizzare la Sardegna a commercializzare il porcetto sardo fuori dall’Isola, dunque a portarlo a Expo 2015, sulla base di precise garanzie da parte della Regione sul fatto che non esistono rischi di diffusione della malattia. La precisazione arriva dall’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, in merito alle dichiarazioni fatte dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ieri in Parlamento, che rispondendo a un’interrogazione del deputato Roberto Capelli, ha detto che è di fatto la Commissione Europea, con le sue regole restrittive, a sbarrare la strada all’esportazione dei maialetti sardi.

«Già da settembre scorso abbiamo presentato un protocollo al Ministero per ottenere l’autorizzazione alla commercializzazione dei prodotti suini sottoposti alla termizzazione al di fuori della Sardegna, perché pur in presenza della malattia tale trattamento devitalizza il virus e impedisce ogni possibilità di diffusione ad altri suini – sottolinea l’assessore Arru -. I prodotti termizzati sono sani, sicuri e di ottima qualità. In questi giorni la Regione sta lavorando in stretto contatto sia con il Ministero che con la Commissione Europea, proprio per concordare le procedure che si dovranno attuare in proposito. Sono fiducioso sull’esito di questo lavoro e credo che il Ministero concederà la sua autorizzazione e il porcetto sardo sarà presente all’Expo di Milano. In ogni caso – aggiunge l’assessore della Sanità – siamo pronti a mettere in atto ogni misura necessaria a vincere questa battaglia, non c’è alcun motivo perché il Governo non ci autorizzi.»

Nuoro copia
Dopo le tappe cagliaritane, sono partiti oggi con Nuoro i primi incontri pubblici sui territori in cui la Giunta Pigliaru ha iniziato a presentare le misure di intervento per sconfiggere la Peste suina africana (Psa) in Sardegna. Il direttore generale della Presidenza della Regione e responsabile dell’Unità di progetto per l’eradicazione della Psa, Alessandro De Martini, ha aperto i lavori dell’incontro “La peste suina africana si può sconfiggere”, in cui è stato illustrato il nuovo programma di lotta all’epidemia che affligge gli allevamenti sardi da 37 anni. De Martini ha portato i saluti del Presidente Pigliaru e spiegato la forte volontà della Giunta nel voler cancellare la malattia dall’isola. «La presenza della Psa – ha spiegato il responsabile dell’Unità di progetto – ha depresso il settore suinicolo regionale, portando la Sardegna ad essere un grande importatore. Debellare l’epidemia vuol dire quindi aprire numerose occasioni di forte sviluppo per l’economia agroalimentare sarda, che tanto può costruire nei mercati dell’export».
All’iniziativa sono intervenuti gli assessori della Sanità e dell’Agricoltura, Luigi Arru ed Elisabetta Falchi, il capo di gabinetto dell’assessorato della Sanità, Gianni Salis, la veterinaria del servizio zootecnico dell’agenzia regionale LAORE, Daniela Sardo (in sostituzione del direttore generale dell’Agricoltura, Sebastiano Piredda), e il funzionario dell’assessorato dell’Ambiente, Davide Brugnone. Hanno poi preso la parola il consulente dell’Unità di progetto e professore di Sanità animale dell’università di Madrid, Josè Manuel Sànchez-Vizcaino, e il componente della direzione generale della Sanità della Commissione europea, Alberto Laddomada. Olivia Bessi, del ministero della Salute, ha seguito gli interventi in collegamento Skype da Roma, augurando un buon lavoro e una buona riuscita all’Unità di progetto. Numerosi sono poi stati gli interventi dal pubblico.
«Come Regione puntiamo sull’agroalimentare di qualità, che possiamo raggiungere garantendo il benessere dei nostri animali». Così l’assessore Falchi che ha aggiunto: «Dobbiamo lavorare sull’emersione dei soggetti che praticano l’allevamento con animali non regolari. Per questo abbiamo iniziato a costruire percorsi che favoriscono tale passaggio: partiamo con il benessere animale per il suino, simile a quello già esistente per gli ovini. Si tratta di una misura completamente nuova, che sarà operativa nel momento in cui giungerà da Bruxelles il via libera».
Sempre la titolare dell’Agricoltura ha spiegato che per il futuro gli «allevatori dovranno tenere gli animali confinati e seguirli con regimi alimentari particolari». La Regione farà la sua parte destinando, per iniziare, 10 milioni di euro per la costruzione dei recinti che verranno finanziati sempre con il via libera della Commissione europea sul benessere animale. «Intanto – ha concluso Elisabetta Falchi – continuiamo con il percorso, già avviato, di formazione e informazione nei territori per far capire le opportunità positive che può portare a tutta l’economia delle campagne sarde l’eradicazione della Psa, perché allevare in biosicurezza non è impossibile. Le carni suine o il maialetto sardo hanno una storia che si può vendere in tutto il mondo, dobbiamo crederci e dobbiamo lavorare per raggiungere l’obiettivo sfruttando anche il nuovo Marchio qualità su cui stiamo lavorando per definire i disciplinari».
L’assessore della Sanità, Luigi Arru, ha ringraziato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, per l’apertura di credito e per la fiducia data alla Sardegna, che fino a pochi mesi fa rischiava il commissariamento per i pessimi risultati e la cattiva gestione delle politiche di eradicazione della Psa collezionati nel passato.
«L’incontro di oggi è il primo passo di una serie di iniziative che terremo sui territori – ha detto l’esponente della Giunta Pigliaru – io, l’intero esecutivo, tutti noi, ci stiamo mettendo la faccia perché la Sardegna deve dare una risposta di credibilità al governo e all’Unione europea. Si tratta di un impegno di mandato che portiamo avanti insieme agli assessorati dell’Agricoltura, dell’Ambiente e al Presidente Pigliaru. Fino a oggi purtroppo abbiamo fatto l’errore di litigare fra noi, di dividerci e di perderci per strada. Da adesso in poi cambiamo strada: confrontiamoci, bisticciamo, ma poi andiamo avanti verso l’obiettivo.»
L’assessore della Sanità ha poi concluso con un invito alla collaborazione fra politica, di maggioranza o opposizione, fra gli allevatori e i veterinari. «Se perdiamo questa battaglia – ha ribadito Arru – la Sardegna sarà commissariata e ci penserà il governo o l’Europa a gestire il problema. Da oggi in poi quindi diamoci del “noi” e tutti assieme puntiamo verso il traguardo».
Un intervento carico di ottimismo e responsabilità quello di Josè Manuel Sànchez-Vizcaino. «È la prima volta che trovo una vera volontà per eradicare la Psa in Sardegna – ha osservato il consulente dell’Unità di progetto -. Non esiste una ricetta unica per debellare l’epidemia, ma esiste una soluzione per ogni luogo e questa è la prima volta che si prepara una ricetta pensando alla Sardegna». I risultati, ha aggiunto Vizcaino, si possono raggiungere solo con una «forte collaborazione fra allevatori e veterinari, perché altrimenti anche la tecnologia più avanzata non sarà sufficiente per sconfiggere la malattia».

L’Europa ha stanziato un milione e 80mila euro per cofinanziare il Piano d’azione straordinario per l’eradicazione della peste suina africana. L’ha deciso ieri la Commissione Europea, aprendo così grande credito al Piano approvato in Giunta a novembre scorso con l’obiettivo di azzerare definitivamente l’epidemia nel giro di pochi anni. Si tratta della prima tranche di un finanziamento che sarà incrementato a novembre prossimo.
Il Piano sarà messo in atto da un Comitato ristretto d’indirizzo che opererà attraverso una Unità di progetto. Gli interventi costeranno circa 4 milioni di euro all’anno e, oltre all’eradicazione dell’epidemia, hanno come obiettivo il rilancio della produzione agroalimentare sarda garantendone qualità e sicurezza. L’annuncio è stato dato oggi dagli assessori della Sanità e dell’Agricoltura Luigi Arru ed Elisabetta Falchi che hanno ufficialmente presentato alle due Commissioni competenti del Consiglio regionale, in seduta congiunta, i due esperti che collaboreranno con la Regione: Josè Manuel Sanchez-Vizcaino del Centro de Investigacion Visavet di Madrid, considerato il massimo esperto di peste suina africana e di piani per eradicarla e ingaggiato attraverso una convenzione triennale da 100mila euro con l’Universita di Madrid, e Alberto Laddomada, vice capo unità della direzione generale Salute e tutela dei consumatori ed esperto riconosciuto in materia di peste suina africana, che dalla Direzione Generale della Sanità della Commissione europea sarà distaccato in Sardegna per sei mesi, con costi a carico della stessa Ue. Alla conferenza stampa hanno partecipato anche i presidenti delle commissioni Sanità, Raimondo Perra, e Agricoltura, Luigi Lotto.
«Ci sono 10 milioni di fondi messi a disposizione dall’Agricoltura, al momento in capo ad Argea, che saranno utilizzati per dare i mezzi agli allevatori virtuosi per proseguire con la loro attività, cominciando a costruire i recinti per evitare il pascolo brado, chi alleva in sicurezza potrà inoltre beneficiare del benessere animale, allargato in questo caso al settore suino – dice l’assessore dell’Agricoltura Falchi -. E poi è fondamentale il gruppo di lavoro, il fatto che ci sia una catena di comando, un gruppo che sa cosa fare e agisce immediatamente, cosa che finora non era affatto così scontata.»
L’assessore della Sanità è convinto che si tratti prima di tutto di una battaglia culturale. «Andremo a parlare con gli allevatori, spiegheremo loro che allevare seguendo le regole è un’opportunità e non un limite, e allo stesso tempo eviteremo l’eccesso di controllo sugli allevatori professionisti che già lavorano molto bene. Di sicuro, non sarà un Far West con abbattimento selvaggio dei suini. Questa Giunta, con in testa il presidente Pigliaru, vuole affrontare e soprattutto risolvere questo problema storico per la Sardegna, siamo consapevoli del peso di una battaglia così importante, ma anche assolutamente decisi a portare a casa il risultato».
Vizcaino, che con il suo Piano in Spagna ha di fatto azzerato la peste suina africana, assicura: «Per la Sardegna un’azione rapida. Possiamo farcela, l’Isola ha le carte in regola per riuscirci, per riuscire a combattere questa terribile epidemia e far capire al mondo intero che i prodotti di questo territorio sono sicuri». Il danno economico provocato dalla peste suina nell’Isola, ma in generale in Italia e in tutta l’Europa, che è il primo esportatore di suini, è enorme: «La Commissione Europea segue con molta attenzione la vicenda sarda – assicura Laddomada -. C’è preoccupazione ma anche la consapevolezza che finalmente ci si sta impegnando per risolvere questo problema, tanto che al di là del valore economico pur importante è significativa la decisione di finanziare il Piano, perché significa che lo considerano valido».
Vizcaino e Laddomada, il cui incarico per conto della Regione è stato ufficializzato oggi, insieme agli assessori Arru e Falchi, hanno presentato nel pomeriggio il Piano alle Commissioni consiliari. «L’ha detto chiaramente il presidente Pigliaru e io sono assolutamente d’accordo – sottolinea Lotto – Il risultato di questa battaglia vale una legislatura“. Secondo Perra “l’allevamento dei suini alimenta una grande, importante economia che la peste suina rischia di far perdere alla Sardegna”.