22 November, 2024
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«La politica segua i buoni consigli del presidente di Confindustria Sardegna. I numeri e l’analisi sulle potenzialità offerte dal comparto della nautica da diporto evidenziati da Alberto Scanu, parlano chiaro: la Sardegna, se solo fosse guidata da una classe dirigente all’altezza, potrebbe mettere a frutto le enormi potenzialità di crescita di cui dispone. Ma la Giunta di Francesco Pigliaru è sorda ai richiami provenienti dal mondo dell’imprenditoria. E ogni volta che un assessore regionale parla di lavoro e sviluppo, dieci aziende sarde muoiono e chiudono i battenti. E a noi vengono i brividi, perché Pigliaru e soci non sanno di cosa parlano.»

Il vicepresidente del Consiglio regionale, va ancora una volta all’attacco della Giunta Pigliaru.

«La strategicità dei porti turistici sardi, che conta il 10% dell’offerta italiana, è indubbia: come sottolinea il presidente di Confindustria, ogni euro speso nella nautica da diporto ne attiva quattro nell’economia generale – aggiunge il consigliere regionale di Forza Italia -. La Sardegna, però, non solo paga il prezzo di una classe dirigente che non ci crede, ma anche di problemi strutturali che si trascina da sempre e che con questo Esecutivo non hanno ancora trovato soluzione. Basti pensare alla complessità delle norme che regolano l’uso del Demanio. Nell’Isola, infatti, esistono esempi di Comuni costretti a pagare canoni per porzioni di terreno nel tempo migliorate e destinate alla collettività.»

«Il fatto che questa Giunta non creda nel turismo è testimoniato dai numeri della Finanziaria 2017, con la quale si destina al comparto turistico solo lo 0,47% dei 7,6 miliardi di euro disponibili. Una cifra irrisoria, che la dice lunga su quanto il centrosinistra consideri strategico questo settore. La Regione deve invertire la tendenza e ascoltare una buona volta i suggerimenti che provengono dal mondo delle imprese. Quella che chiede a gran voce sviluppo e occupazione è la Sardegna reale. Ne prendano atto, i professori – conclude Ignazio Locci -, prima che sia troppo tardi.»

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Sulla Manovra finanziaria 2017, questa mattina  la commissione Bilancio ha sentito i rappresentanti delle parti sociali, delle forze datoriali e del sistema cooperativo. 

Secondo il segretario della Cgil, Michele Carrus, la manovra 2017 non si discosta da quelle degli anni passati. «Anche quest’anno il documento di bilancio è pesantemente condizionato dalla spesa per la Sanità che assorbe gran parte delle risorse (3.318 milioni di euro) – ha detto Michele Carrus – spesa destinata a salire dopo la decisione del ministero di escludere la Sardegna dai rimborsi per i nuovi Lea e per l’acquisto di farmaci innovativi. Occorre intervenire subito su questo fronte, ingaggiando una battaglia con lo Stato per ottenere la riduzione degli accantonamenti destinati alla compartecipazione per l’abbattimento del debito pubblico. L’altro passo da compiere è la riforma della rete ospedaliera. Le scelte sono state fatte, tenere la riforma a bagnomaria non contribuisce al risanamento dei conti e al miglioramento dei servizi».

Michele Carrus ha invece mostrato apprezzamento per le linee guida della programmazione unitaria che consentono di razionalizzare gli interventi e di rendere meno complicata l’azione della macchina regionale. «Manca però il salto di qualità – ha aggiunto Michele Carrus – soprattutto sul versante delle politiche per il lavoro. 119 milioni di euro, in gran parte vincolati per ammortizzatori sociali, formazione e spese dell’apparato burocratico, non sono sufficienti per affrontare la grave crisi occupazionale della Sardegna». Il segretario della Cgil ha duramente criticato l’azione dell’assessorato del Lavoro: «Se tutte le politiche per l’occupazione devono essere affidate all’Agenzia per il Lavoro meglio sopprimere l’assessorato – ha sottolineato Michele Carrus – le somme spese per le consulenze sono uno scandalo che deve cessare».

Carrus si è poi soffermato sugli interventi per garantire il diritto allo studio: «Si utilizzi una parte dei 25 milioni “manovrabili” per finanziare questo capitolo di bilancio – ha suggerito il leader della Cgil – serve un segnale forte per le tante famiglie di lavoratori e operai che non riescono più a mandare i loro figli all’università. Lo si potrebbe fare aumentando il valore medio delle borse di studio allineandosi ai parametri delle regioni italiane più virtuose. Altri fondi potrebbero essere assegnati per aiutare gli studenti fuori sede e per abbattere i costi del trasporto pubblico». Per Carrus sarebbe inoltre urgente prevedere più risorse a favore delle Università che quest’anno subiranno tagli pesanti ai trasferimenti statali «Se non si interviene sono a rischio molti corsi di specializzazione e progetti di ricerca».

Dal rappresentante della Cgil, infine, un appello a favore dei patronati: «Garantiscono un presidio nei territori per le fasce più deboli della popolazione. Vanno tutelati e sostenuti».

Appello al quale si è unito il segretario della Cisl Ignazio Ganga che, nel suo intervento, ha segnalato i troppi ritardi nella erogazione delle risorse pubbliche. «Il sistema del bilancio armonizzato soffre, i centri di spesa non sono stati capaci di dare ritmo – ha detto Ignazio Ganga – la spesa è troppo lenta soprattutto per l’occupazione che necessita di riscontri immediati».

Anche dal segretario della Cisl sono arrivate critiche sulle politiche per il lavoro: «Serve un colpo di reni – ha affermato Ignazio Ganga – finora tutte gli interventi sono stati realizzati con fondi europei. Perché non investire anche una parte del mutuo regionale. Sono favorevole agli interventi per le infrastrutture, una parte però potrebbe essere utilizzata per rafforzare il capitale umano». Per Ganga sono attualmente 35 le azioni di politiche attive per il lavoro. «Vanno razionalizzate, meglio concentrarsi su 3 o 4 misure che funzionano. Per i lavoro potrebbero essere inoltre recuperati altri fondi come i 15 milioni di euro destinati all’Insar che non hanno dato i risultati sperati».

Ignazio Ganga ha poi affrontato il tema delle entrate fiscali: «La vertenza non è chiusa – ha sottolineato – lo Stato continua a trattenere risorse. La decisione di escludere la Sardegna dai fondi per gli enti locali è un furto con destrezza. Se non si rinegozia la partita si rischia grosso. Comuni e province avranno 84 milioni in meno senza i quali i servizi non possono essere garantiti».

Sulle risorse destinate alla sanità, Ignazio Ganga, a differenza di Michele Carrus, ha rivolto un monito alla Commissione: «Attenti a non considerare il sistema sanitario un peso. Ci sono dentro 22mila lavoratori che garantiscono un servizio importante».

Il segretario della Cisl ha infine invitato la Commissione a rivedere il sistema di detassazione delle imprese: «L’Irap va rimodulata distinguendo tra imprese virtuose e non. Applicare gli incentivi in modo generalizzato incide sul sistema regione. Con quei soldi si finanzia il sociale».

Per Francesca Ticca, segretaria della Cisl,  il vero nodo da risolvere rimane quello della sanità. «La metà del bilancio regionale viene destinata al sistema sanitariose non si rivede l’accordo con lo Stato tutte le missioni introdotte nella legge di stabilità rischiano di non dare risposte ai cittadini».

Anche Francesca Ticca ha invocato politiche per il lavoro più incisive: «Un campo di intervento potrebbe essere quello ambientale che quest’anno mette a disposizione circa mezzo miliardo di euro. Sembrano tantissimi soldi ma in realtà la gran parte viene assorbita per le spese correnti di Forestas e del Geoparco».

Positivo il giudizio sugli interventi per le infrastrutture («servono però tempi certi e norme più semplici»), per le politiche sociali («si sta facendo uno sforzo importante») e per l’edilizia pubblica che mette quest’anno a disposizione 46 milioni di euro. Critiche invece alle azioni per il diritto allo studio («6 milioni sono pochi, in questo modo solo i ricchi potranno andare a scuola») e per le politiche per il lavoro: «119 milioni di euro sono una goccia nel mare. Non ci sono investimenti per far ripartire le produzioni – ha concluso Francesca Ticca – molti giovani hanno smesso di cercare lavoro».

Anche le forze datoriali hanno chiesto alla regione Sardegna un cambio di rotta nella modulazione delle risorse .

Secondo il presidente di Confindustria Alberto Scanu serve una svolta culturale per permettere alla Sardegna di mettersi al passo con l’Europa e allinearsi alle altre regioni italiane che hanno colto la sfida della modernizzazione.

«Il tema fondamentale è quello delle infrastrutture – ha detto Scanu – il Governo ha varato il piano “Industria 4.0”, un investimento di 20 miliardi di euro dal quale la Sardegna rischia di rimanere fuori. Si parla di Agenda digitale ma intanto nei nostri siti manca la banda larga. La Regione deve assumere un ruolo guida.»

Sui conti della Regione, Scanu ha evidenziato il peso abnorme della spesa sanitaria. «Occorre ridurla e trovare altre risorse, magari con un accelerazione sulla spending review e la rinegoziazione dell’intesa sulle entrate con lo Stato». Positivo infine il giudizio sull’attivazione dei bandi a sportello a favore delle imprese.

Valutazioni condivise dal presidente di Confapi Mirko Murgia che ha sottolineato l’esigenza di un rilancio delle politiche di sviluppo nei territori coinvolgendo imprese ed enti locali. «Questa manovra finanziare si occupa delle emergenze mentre servirebbe un progetto più ampio – ha detto Murgia – le imprese invocano da tempo misure per la riduzione del costo del lavoro e strumenti per facilitare l’accesso al credito oltre a un miglioramento del livello qualitativo della infrastrutturazione soprattutto sul fronte dei trasporti».

Francesco Porcu, segretario della Cna, dopo aver espresso preoccupazione per il quadro economico generale dominato da instabilità e incertezza ha proposto quattro linee di intervento: 1) riportare in ordine i conti della sanità attraverso la riforma della rete ospedaliera e la razionalizzazione della spesa; 2) riaprire la vertenza con lo Stato sulle entrate fiscali; 3) riorganizzare la macchina amministrativa regionale con una robusta spending review e la riduzione degli enti e delle partecipate; 4) ridare efficacia all’azione di governo guardando a un orizzonte di medio e lungo periodo.

Per Francesco Porcu occorre un scossa nel sistema economico. «Per far questo servono risorse – ha  suggerito Porcu – la Cna propone un piano straordinario per il lavoro da finanziare con 100 milioni di euro. Le risorse potrebbero essere recuperate dal fondo Sfirs di 250 milioni di euro istituito nel 2010 per sostenere l’accesso al credito del sistema produttivo isolano. Risorse finora vincolate e immobilizzate che sarebbe opportuno liberare».

Per l’artigianato, infine, Francesco Porcu ha proposto il rifinanziamento di due leggi di settore che in passato hanno dato risultati come la n.949  e la legge 12 sull’apprendistato.

Il presidente di Confcooperative Fabio Onnis, dopo aver espresso apprezzamento per l’impianto complessivo della manovra, è entrato nel dettaglio dei provvedimenti di legge destinati al settore di sua competenza.

«Apprezziamo la decisione di finanziare con 4 milioni di euro la legge quadro della cooperazione mentre per altre voci di spesa le risorse messe a disposizione sono insufficienti. Serve incrementare i fondi per le cooperative culturali e dello spettacolo, di gestione dei beni culturali e delle biblioteche e soprattutto per quelle della pesca e dell’acquacoltura.»

Al termine delle audizioni il presidente Franco Sabatini ha assicurato massima attenzione ai suggerimenti arrivati dai rappresentanti delle forze sociali e datoriali. «Abbiamo ascoltato con interesse alcune proposte – ha detto Franco Sabatini -. siamo consapevoli che la partita sulle entrate fiscali rappresenti un passaggio fondamentale per ridare fiato alle finanze regionali. La Commissione approverà a breve una risoluzione per chiedere la convocazione degli Stati generali della Sardegna. Occorre chiamare a raccolta parlamentari, sindacati, enti locali forze datoriali per mobilitare tutta la società sarda e riaprire la vertenza con lo Stato».

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Dal 3 al 5 novembre sono in programma, a Cagliari, tavole rotonde, dibattiti, proiezioni e mostre, per celebrare i 130 anni di Legacoop. La Sardegna diventa protagonista con un programma ricco di iniziative in programma il 3, 4 e 5 novembre nella sede della Fondazione Sardegna, via San Salvatore da Horta. «Si tratta di un appuntamento molto importante per la cooperazione, la Sardegna e la cooperazione nell’isola – spiega Claudio Atzori, presidente regionale di Legacoop – e la nostra regione con le sue testimonianze, i suoi partecipanti e questa iniziativa, diventa protagonista di questa grande celebrazione». Ospiti di rilievo per tre giorni di discussioni e approfondimenti. Saranno presenti il presidente nazionale di Legacoop Mauro Lusetti, il presidente nazionale di Unipol Pierluigi Stefanini, il presidente della Fondazione Sardegna Antonello Cabras, il presidente dell’Abi Sardegna Giuseppe Cuccurese, il sottosegretario al lavoro Luigi Bobba, il magnifico rettore dell’Università di Cagliari Maria del Zompo, il presidente della Regione Francesco Pigliaru. 

Primo appuntamento giovedì 3, alle ore 11.00 inaugurazione mostre “130 anni di Legacoop” e “Le parole di Grazia”, omaggio di Legacoop a Grazia Deledda. Alle 15.00 apertura lavori con Roberto Negrini vice presidente Legacoop nazionale. Proiezione video celebrativi 130-Storia di un futuro possibile, Cooperare in Sardegna. Seguono i saluti del sindaco di Cagliari Massimo Zedda e incontro dibattito su “Agroalimentare cooperativo tra innovazione e sostenibilità” modera Daniele Caddeo direttore Legacoop Sardegna, dialogo con Elisabetta Falchi assessore regionale Agricoltura. Interventi di Salvatore Palitta (Consorzio pecorino romano), Nino Siclari (Coop Santa Margherita terra e sole), Gabriele Chessa (responsabile regionale pesca Legacoop), Francesco Casula (3A Arborea), Renato Ilotto Coop Cao, Salvatore Pala (Coop Pastori Nurri), Roberto Spoletti (Granarolo).

Ore 17.00, Cooperare tra Welfare e cultura, avvia i lavori Giovanni Condorelli presidente Legacoop Sassari. Dialogo con Luigi Arru assessore regionale alla Sanità, Claudia Firino assessore regionale alla Cultura. Interventi di Enzo Porcu (responsabile Coopsociali), Jose Moica (Coop culturali), Susanna Naitza (Coop La memoria storica), Silvio Obinu, (Coop sociale Lariso). Ore 18.30 La cooperazione è unica. Dialogo con Claudio Atzori (presidente Legacoop Sardegna), Fabio Onnis (presidente Confcooperative Sardegna), Sergio Cardia (presidente Agci Sardegna).

Venerdì 4 novembre

– ore 10.00

130 anni cooperativi in Sardegna, Gianni Locci vice presidente Legacoop Sardegna dialoga con Aldo Accardo (Docente Unica), Maria Rosa Cardia (Docente Unica), Giorgio Caredda (Docente La Sapienza). Interventi di Carlo Salis (Mediacoop), Giampiero Meloni (Coop Lacesa), Marta Brasi (Coop allevatrici sarde), Gianni Usai (Cooperazione)

– Ore 11.30

La cooperazione nella nuova economia tra capitale umano e innovazione. Avvia i lavori Riccardo Barbieri (direttore generale Fidicoop), Claudio Atzori (presidente Legacoop), Mauro Lusetti (presidente nazionale Legacoop), Francesco Pigliaru (Presidente regione Sardegna), Maria Del Zompo (Rettore Unica), Antonello Cabras (Fondazione Sardegna), Emilio Floris (Senatore)

– Ore 15.00

Cooperare è dare credito all’Europa

Avvia i lavori Chicco Gregu, ad Efficienza 4.0. Dialoghi con Claudio Atzori (Legacoop), Luigi Bobba (Sottosegretario ministero del Lavoro), Renato Soru (Eurodeputato), Salvatore Cicu (Eurodeputato), Raffaele Paci (vice presidente della Regione Sardegna), Pierluigi Stefanini (Presidente Unipol), Alberto Scanu (Presidente Confindustria Sardegna), Giuseppe Cuccurese (Presidente Abi Sardegna), Giovanni Luppi presidente nazionale agroalimentare Legacoop.

– Ore 17.00

La cooperazione è lavoro giusto.

Avvia i lavori Totoni Sanna (Legacoop Nuoro), dialoghi con Ignazio Angioni (Senatore), Virginia Mura (Assessore regionale al Lavoro), Luigi Piano (Responsabile area lavoro Legacoop), Silvana Frau (Responsabile turismo Legacoop), Ignazio Ganga (segretario regionale Cisl ), Michele Orlandi (Conad), Tonino Tanda (Isolex).

Sabato 5 novembre

– Ore 10.00

Apprendimento cooperativo, avvia i lavori Daniela Schirru (Legacoop Cagliari). Partecipano Roberta Trovarelli (responsabile progetto Bellacopia), Francesco Feliziani (Direttore generale ufficio scolastico regionale), Luisa Zedda (Isforcoop), Stefano Curati (Cooperativa Infora), presidi scuole superiori Sardegna. 

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La commissione Attività produttive, presieduta dall’on. Luigi Lotto (Pd) ha tenuto un intenso ciclo di audizioni per raccogliere dai diversi portatori di interesse indicazioni utili per la predisposizione della nuova legge sul turismo.

Confindustria, Confapi, Confcommercio e Confesercenti hanno ribadito, in un documento unitario, le loro perplessità sulla legge che ritengono eccessivamente rigida. Il presidente di Confindustria Sardegna Alberto Scanu, in particolare, ha auspicato «una profonda modifica del testo per renderlo più semplice ed efficace, in grado anche di sviluppare di sviluppare una nuova domanda di Sardegna nei mercati internazionali con una governance integrata delle politiche di settore». Scanu ha insistito anche sulla necessità di contrastare l’abusivismo, ricordando che «il 65% del turismo in Sardegna non transita presso le strutture ufficiali e rappresenta una sommerso che, in termini reali, potrebbe superare 20 milioni di presenze».

Passando al fronte sindacale Michele Carrus della Cgil ha definito la legge «da un lato troppo dettagliata e dall’altro priva di grandi novità rispetto al dibattito pubblico di molte parti della società sarda sulle prospettive del turismo, anche se non mancano aspetti positivi come l’osservatorio sulle politiche di settore ed il Piano strategico regionale». Carrus ha poi messo l’accento «sull’intollerabile precariato che caratterizza il turismo, comparto che assorbe circa un quarto dei voucher mentre bisognerebbe invece prestare attenzione a quelle imprese che utilizzano lavoro buono». «Fra i soggetti del partenariato – ha concluso – è un errore non inserire le rappresentanze dei lavoratori, errore che del resto non compare nel Piano strategico nazionale dove si sindacati sono presenti anche nella cabina di regia».

Per la Cisl Giuseppe Atzori ha evidenziato la necessità di una maggiore semplificazione, sottolineando che «l’approccio al turismo va allargato ai sistemi territoriali e locali superando il perimetro strettamente alberghiero». Secondo Andrea Lai della Uil, infine, «occorre privilegiare la qualità del lavoro esigendo il rispetto di standard elevati soprattutto dalle aziende che utilizzano risorse pubbliche».

Il segretario generale dell’Anci Umberto Oppus, annunciando un documento dei Comuni sardi, ha formulato alcune proposte migliorative. «Condividiamo l’impianto della legge – ha affermato – e ci sembra utile specificare meglio alcune parti, differenziando gli itinerari del turismo religioso dai cosiddetti cammini, affiancando al turismo culturale anche quello letterario legato ad autori sardi e ad intellettuali che hanno parlato della Sardegna, classificando in modo diverso i B&B a seconda che si tratti di dimore storiche o rurali».

A nome della Fish (associazione portatori di handicap) Carmelo Addaris ha ricordato che «in Europa il turismo dei disabili e dei loro accompagnatori muove 80 milioni di persone e la Sardegna intercetta questo mercato solo in minima parte; colpa delle strutture alberghiere (come dei portali web) che per l’85% non sono accessibili e della scarsa formazione degli operatori della ricettività».

Di potenzialità sottovalutate ha parlato anche Italo Senes di Assonautica, mettendo l’accento sul fatto che «nei nostri porti turistici non solo mancano dotazione essenziali come distributori di carburante e servizi igienici ma soprattutto si avverte l’assenza di un aggancio col territorio, nonostante il turista nautico sia da sempre disponibile a prolungare il suo soggiorno se adeguatamente interessato e motivato». Senes ha poi fatto un cenno a tendenze emergenti come quella del Boat&Breakfast, «dove il turista risiede e pernotta in barca utilizzando servizi che trova nei dintorni attraverso una rete di accordi fra gli operatori portuali e i pubblici esercizi; il porto, insomma, diventa una specie di albergo diffuso».

Casa artigiani, rappresentata da Salvatore Carvone, ha espresso una valutazione positiva sulla legge, invitando la commissione a prestare attenzione alla mobilità interna che «in Sardegna è molto carente e potrebbe essere potenziata dall’inserimento nei pacchetti di offerta del noleggio di un’auto, che oggi ha costi contenuti». Carvone ha poi proposto il riordino della toponomastica in chiave turistica e di richiamo per i prodotti tipi dell’Isola.

Giacomo Attardi, presidente regionale del Cai (Club alpino italiano) si è soffermato sul turismo escursionistico, ricordando che l’organizzazione ha stipulato alla fine del 2015 un protocollo d’intesa con l’Ente foreste (oggi Agenzia Forestas) «che prevede la realizzazione di una rete escursionistica regionale di oltre 500 km nei territori di 15 Comuni, mentre per il 2017 è prevista la sistemazione del tratto sardo del cosiddetto Sentiero Italia, da Santa Teresa di Gallura a Cagliari, lungo una dorsale di circa 500 km». Per quanto riguarda il testo della legge, Attardi ha sollecitato classificazione fra le strutture ricettive di aree escursionistiche come «rifugi non presidiati, capanne e antichi cuiles dismessi, prevedendo in questi siti anche aree di campeggio per soste non superiori ai 5 giorni».

Di utilizzo degli ovili «ovviamente in accordo con i pastori» ha parlato anche il presidente regionale dell’Uisp Salvatore Farina, che ha suggerito poi la separazione fra le rete escursionistica ed i percorsi su vie ferrate e di arrampicata «che sono una tipologia sportiva per la quale sono necessarie competenze ed abilità specifiche». Farina ha segnalato inoltre la necessità di una maggiore qualificazione professionale e culturale delle guide turistiche, secondo indirizzo di studio definiti dal Ministero affiancati da tirocini formativi.

Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri regionali Marco Tedde (Forza Italia), Angelo Carta (Psd’Az), Piero Comandini, Gianmario Tendas e Giuseppe Meloni (Pd), Pier Mario Manca (Pds), Luigi Crisponi (Riformatori) e Gianluigi Rubiu (Udc).

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

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L’ing. Maurizio de Pascale è il nuovo presidente della Camera di Commercio di Cagliari, designato da Confindustria, presidente di Confindustria Sardegna Meridionale. Il nuovo presidente, ai sensi della normativa sulle Camere di commercio, procederà ora a convocare entro 15 giorni una nuova seduta del Consiglio per l’elezione della Giunta, organo esecutivo dell’ente.

Nel nuovo Consiglio è stata rafforzata, la presenza femminile in Consiglio: 10 donne su 33 consiglieri.

Questa la composizione del nuovo Consiglio della Camera di commercio di Cagliari:

SETTORE COMMERCIO: 7 Roberto Bolognese, Roberta Carboni, Federica Frau, Emanuele Garzia, Gian Luigi Molinari, Andrea Alessio Paderi, Graziella Puddu

SETTORE INDUSTRIA: 4 Maurizio Battelli, Gianfrancesco Lecca, Maurizio de Pascale, Francesco Marini

SETTORE ARTIGIANATO: 4 Sergio Mocci, Luca Murgianu, Patrizia Pinna, Ilaria Schirru

SETTORE AGRICOLTURA: 3 Efisio Perra, Mariangela Perra, Vitangelo Tizzano

SETTORE COOPERATIVE: 1 Giovanni Angelo Loi

SETTORE CREDITO E ASSICURAZIONI: 1 Giuseppe Cuccurese

SETTORE TURISMO: 3 Cinzia Frongia, Fausto Mura, Mauro Murgia

SETTORE SERVIZI ALLE IMPRESE: 5 Alberto Bertolotti, Luigi Biggio, Lucetta Milani, Monica Pilloni, Alberto Scanu

ORGANIZZAZIONI SINDACALI: 1 Carmelo Farci

ASS. CONSUMATORI E UTENTI: 1 Simone Girau

TRASPORTI E SPEDIZIONI: 2 Antonio Musso, Cristiana Vinci

LIBERI PROFESSIONISTI: 1 Gaetano Attilio Nastasi

Piazza Yenne 2 copia

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La tappa numero 27 di Panorama d’Italia abbraccia il territorio sardo alla scoperta delle eccellenze di Cagliari e dintorni. Dal 28 settembre al 1 ottobre coinvolgerà il capoluogo sardo con quattro giorni di eventi. Dall’arte con Vittorio Sgarbi alle eccellenze imprenditoriali. Dalla musica con Eugenio Finardi e Marco Carta al dibattito sui temi della crescita e del lavoro in Sardegna. Dagli incontri per i giovanissimi su come prepararsi alla prima occupazione a quelli per i piccoli imprenditori che hanno problemi a farsi finanziare da una banca fino alle storie delle start-up nate e cresciute in questa terra. E poi ancora: le domande che i cittadini possono fare direttamente al Governatore della Regione Francesco Pigliaru, e il dibattito sull’economia italiana con il viceministro Enrico Zanetti. Per chiudere con lo showcooking con lo chef Luigi Pomata, l’incontro d’autore con Paola Soriga e gli appuntamenti su ambiente e spazio in collaborazione con il magazine Focus.

Due degli incontri organizzati da Panorama hanno anche una valenza formativa per i giornalisti. Il primo, dal titolo: ” L’Italia che riparte: Start Up, innovare e rinnovarsi”, si terrà a Cagliari il 29 settembre . Si svolgerà alla Mediateca del Mediterraneo in Via Mameli 164. Relatori: Giorgio Mulè (direttore di Panorama), Domenico Arcuri (a.d. Invitalia), Elisabetta Falchi (assessore regionale dell’Agricoltura), Alberto Scanu (presidente Confindustria Sardegna). Orario, dalle 9,30 alle 13,30. Saranno assegnati 4 crediti ai giornalisti partecipanti.

Il secondo, dal titolo “Eccellenza si diventa”, si svolgerà il 30 sempre alla Mediateca del Mediterraneo in Via Mameli 164. I relatori saranno Giorgio Mulè (dir. Panorama), Gabriele Lettera (presidente Sardea), Pietro Manunta (presidente Tirrenia) Alessandra Carucci (Edilana). L’orario, dalle 10.00 alle 13.00. Ai partecipanti saranno assegnati 3 crediti.

I giornalisti interessati a partecipare a questi due incontri possono prenotarsi sulla piattaforma Sigef. 

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Si rafforza il rapporto di collaborazione tra Confindustria Sardegna e Banco di Sardegna. Le parti hanno sottoscritto un accordo finalizzato all’offerta di prodotti, servizi finanziari e consulenza del principale istituto di credito isolano, a condizioni di particolare favore per le imprese associate alla Confindustria regionale.

«E’ un accordo che riteniamo molto importante anche per il carattere innovativo di alcuni degli strumenti propostici dal Banco di Sardegna in materia di internazionalizzazione, export e start up. Sono quelli che consideriamo i driver di sviluppo della nostra economia – ha dichiarato il presidente di Confindustria Sardegna Alberto Scanu -. L’accordo, che rappresenta anche un modo nuovo di rapportarsi tra il sistema delle imprese e il mondo delle banche, riguarda tutto ciò che è innovazione, che è futuro, che è prospettiva per un territorio che chiaramente sta cercando di venire fuori dalla crisi.»

«Siamo lieti di aver rafforzato i rapporti con Confindustria Sardegna e i suoi associati grazie a questa convenzione che rientra a pieno titolo tra le azioni che il Banco sta portando avanti per contribuire alla ripresa di questo territorio e delle sue imprese» ha aggiunto il Direttore Generale del Banco di Sardegna Giuseppe Cuccurese.

L’offerta comprende:

• prodotti finanziari innovativi, come i finanziamenti a favore delle aziende esportatrici e quelli garantiti dal Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI) e dal Fondo Centrale di Garanzia per le PMI;

• prodotti finalizzati a favorire i programmi di investimento e il capitale circolante come i mutui con i fondi dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e i finanziamenti per i progetti di internazionalizzazione garantiti da Sace, società specializzata del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti;

• servizi di consulenza del Banco per aiutare le imprese sarde nell’accesso a nuovi mercati, per la copertura rischi nella cessione dei crediti, per usufruire delle agevolazioni fiscali derivanti dall’utilizzo di beni immateriali (Patent Box).

Sede Banco di Sardegna Cagliari 8

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Una firma all’insegna dell’innovazione, della semplificazione e dell’efficienza nella pubblica amministrazione regionale nonché della condivisione e del riuso della risorsa dato ambientale. È quella apposta, oggi, in calce al protocollo tra Regione Sardegna e Confindustria Sardegna per il miglioramento dei servizi online per le imprese offerti sul Sira, il Sistema informativo regionale ambientale.

Per la prima volta il patrimonio regionale di dati ambientali viene messo direttamente a disposizione delle imprese con lo scopo di semplificare i procedimenti, riducendo la tempistica attraverso la dematerializzazione e l’ottimizzazione delle funzioni digitale del sistema. A siglare l’intesa l’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano e il presidente di Confindustria Sardegna Alberto Scanu, alla presenza di Mario Cera, presidente della Commissione regionale di Confindustria Cave e miniere & marmi e graniti.

«Siamo impegnati in un percorso di semplificazione dei procedimenti ambientali teso a disintegrare le barriere non solo con le amministrazioni pubbliche che si interfacciano con la Regione ma anche con le imprese, da cui accoglieremo a seguito di questa firma le ulteriori segnalazioni migliorative al sistema – commenta l’assessore Spano –. Il Sira, infatti, non è solo un grande strumento di trasparenza ma anche una risorsa informativa di alta qualità istituzionale che vogliamo condividere con privati e istituzioni.»

«Attribuiamo grande importanza a questa firma – dichiara il presidente di Confindustria Sardegna Alberto Scanu – per due motivi: 1) crediamo che la semplificazione burocratica sia la madre di tutte le battaglie: senza semplificazione, che deve partire dai territori, non saremo mai competitivi; 2) l’ambiente, declinato come sostenibilità, nella triplice valenza sociale, economica e ambientale, può veramente costituire il più grande driver di sviluppo della Sardegna.» 

La stipula porta a una serie di benefici, dalla maggiore efficienza ed efficacia del sistema informativo alla semplificazione in materia di autorizzazioni ambientali. Grazie alla dematerializzazione l’impresa e il cittadino non devono più produrre documenti già nella disponibilità dell’Amministrazione, nella piena ottica del riuso e della condivisione dei dati. Inoltre, grazie ad avanzate funzioni cartografiche, è possibile verificare in fase di individuazione del procedimento da attivare se nell’area di intervento insistono dei vincoli ambientali e l’impresa viene guidata nell’attivazione delle procedure necessarie.

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Centrale Grazia Deledda Enel 85 copia

Domani mattina la commissione “Attività Produttive” esprimerà il parere di propria competenza sul Piano energetico regionale, dopo aver concluso in tarda serata il ciclo di audizioni sul testo approvato dalla Giunta, ascoltando le valutazioni dei sindacati, delle forze datoriali e delle associazioni ambientaliste.

I rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil hanno espresso un giudizio positivo sull’impianto del provvedimento: «Finalmente la Sardegna si dota di un Piano energetico – ha detto il segretario della Filtcem-Cgil Salvatore Cappai – la metanizzazione dell’Isola sarebbe un’opera di portata storica. Adesso c’è bisogno di tempi certi e di risposte concrete per attuare il progetto». Stessa preoccupazione espressa dai colleghi di Cisl e Uil Marco Nappi e Salvatore Sini che hanno paventato il rischio di lungaggini negli iter autorizzativi per la realizzazione delle infrastrutture (depositi Gnl, rigassificatori, rete di distribuzione): «L’importante è che si proceda rapidamente – hanno sottolineato Nappi e Sini – solo così la Sardegna potrà colmare il gap con le altre regioni italiane ed europee. Sarà compito della Regione fare in modo che il metano arrivi ai sardi a prezzi contenuti, in linea con la media italiana». Qualche dubbio invece è stato espresso sull’obiettivo dell’abbattimento del 50% delle emissioni di CO2 entro il 2030. «E’ un’indicazione condivisibile ma difficile da attuare – ha detto Marco Marras della Flaei – Cisl – occorre indicare con più precisione la strada da seguire per centrare l’obiettivo».

L’approvazione del Piano energetico e la sua impostazione “flessibile” con la previsione di diverse fonti di approvvigionamento, è stata valutata positivamente anche dai rappresentanti delle forze datoriali.

Il presidente di Confindustria, Alberto Scanu, ha però sollecitato più chiarezza sui tempi e sulle modalità di raggiungimento degli obiettivi: «Il Piano è pieno di buoni propositi ma bisogna dare una linea chiara se non si vuole correre il rischio di farlo diventare un libro dei sogni – ha detto Scanu – sui progetti di efficientamento energetico, iter autorizzativi per le infrastrutture del gas metano e utilizzo delle fonti rinnovabili sono necessari ulteriori approfondimenti».

Apprezzamento per l’approvazione del Piano è stata espressa anche dal presidente di Confapi Gianfrancesco Lecca: «Il varo del Pears rappresenta un passo importante per favorire la crescita dell’Isola – ha detto Lecca – bisogna però garantire tempi certi per il processo di metanizzazione a costi accessibili per le imprese. In attesa del completamento delle opere, occorre puntare a una riduzione della carbon tax su gpl e gasolio per consentire una riduzione della bolletta energetica per le aziende sarde». Per Confapi, inoltre, è urgente fare chiarezza sulle autorizzazioni per la realizzazione delle infrastrutture del gas metano: «La Giunta ancora non ha chiarito la questione – ha concluso Lecca – si rimanda tutto alla firma del Patto per la Sardegna con il Governo. Speriamo che in quella occasione arrivi una risposta definitiva».

Forti perplessità sul Piano sono state invece espresse da Legambiente. Secondo il presidente del Comitato Scientifico dell’associazione ambientalista Vincenzo Tiana la proposta di riduzione del 50% delle emissioni di CO2 è formulata con enunciazioni contraddittorie che rendono praticamente impossibile il raggiungimento degli obiettivi dichiarati».

Per Legambiente la strada da seguire è quella dell’innovazione, delle produzioni a basso contenuto energetico e alto know-how, della ricerca e delle nuove tecnologie. «Serve un  crono programma per il superamento definitivo del carbone e la graduale dismissione del comparto termoelettrico la cui produzione di energia deriva per il 71% da fonti fossili».

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Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

Con l’audizione dei rappresentanti del sistema cooperativistico sardo si è conclusa questa mattina, in Terza commissione, la prima fase del ciclo di audizioni sulla Manovra 2016, dedicata all’ascolto delle organizzazioni del mondo produttivo e dei sindacati.

La due giorni di lavori si è aperta con l’intervento dell’assessore Raffaele Paci che ha illustrato la Finanziaria approvata dalla giunta ed ha sinteticamente esposto i numeri e le relative tabelle del documento, ribadendo gli obiettivi strategici in ordine al sostegno alla ripresa economica e al risanamento dei conti pubblici, ed in particolare nella sanità.

La totalità dei rappresentanti delle organizzazioni intervenute (Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confindustria, Confapi, Confartigianato, Cna, Confesercenti, Confcommercio, Coldiretti, Confagricoltura, Lega Coop, Confcooperative e Agci) ha espresso contrarietà per la recente approvazione nel Consiglio regionale della legge che stabilisce l’aumento delle aliquote Irpef e dell’Irap, ed ha rivolto l’invito alla commissione per promuovere le opportune modifiche alla Manovra, tali da scongiurare un aumento delle tasse per famiglie e imprese. Soltanto il segretario della Cgil, Michele Carrus, ha di fatto promosso l’incremento Irpef e Irap finalizzato all’avvio del piano di risanamento del debito in sanità, definendo la cosiddetta “tassa di scopo” un atto doveroso e sottolineando la positiva rimodulazione delle aliquote Irpef, secondo la progressione dei diversi livelli di reddito.

Una possibile misura alternativa all’aumento della tassazione è stata illustrata dal presidente della commissione, Franco Sabatini (Pd), che ha fatto riferimento allo schema di norme di attuazione dell’articolo 8 dello Statuto sardo, approvato dall’Aula lo scorso 1 febbraio, ipotizzando l’utilizzo di buona parte dei 250 milioni di euro di riserve erariali (di cui 200 milioni vincolati dallo Stato per l’abbattimento del debito pubblico, sulla base delle disposizioni della legge n. 190 del 23 dicembre 2014) per il risanamento del bilancio del sistema della sanità sarda.

Il presidente del parlamentino del Bilancio ha dunque sottolineato il dettato dell’articolo 15 dello schema delle norme di attuazione dell’articolo 8 dello Statuto che esclude che le compartecipazioni erariali spettanti alla Sardegna possano essere oggetto di riserva erariale a meno che non intervengano eventi eccezionali e imprevedibili ed ha rimarcato che le disposizioni approvate dal Consiglio, e che dovranno essere tradotte in un decreto legislativo in sede governativa, si applicano a decorrere dal 1° gennaio 2010 e dunque in un tempo che precede l’approvazione della legge n. 190 (23 dicembre 2014) con la quale si è vincolata la destinazione dei 250 milioni di “riserve erariali”.

Tale ipotesi, è stata particolarmente apprezzata dal presidente di Confindustria, Alberto Scanu, e da quello della Cna, Francesco Porcu, che insieme con le altre organizzazioni delle imprese hanno invitato consiglieri e giunta a non compromettere, attraverso l’innalzamento della pressione fiscale, i segnali di ripresa economica che timidamente si vanno registrando anche in Sardegna.

Luca Saba (Coldiretti) ha tuttavia riconosciuto la limitata incidenza sul comparto agricolo dell’incremento di aliquote Irpef e Irap, per il permanere del sostegno statale al sistema di aiuti dall’agricoltura, e insieme con Luca Sanna (Confagricoltura) ha denunciato l’assenza di politiche per l’accesso al credito da parte delle imprese agricole.

Sindacati e organizzazioni imprenditoriali hanno quindi affidato a specifici documenti di sintesi, consegnati al presidente Sabatini al termine delle audizioni, la trattazione più approfondita delle osservazioni e delle eventuali proposte di modifica alla Manovra finanziaria, sui temi di più stretto interesse nei rispettivi settori di azione e di intervento.