17 August, 2024
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Nella seduta prenatalizia, il Consiglio regionale ha approvato l’interpretazione autentica dell’art. 9 comma 1 della legge regionale n. 31 del 1998.  La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il presidente ha annunciato una breve sospensione della seduta per completare sia la risoluzione riguardante i lavoratori stagionali di Forestas che l’ordine del giorno unitario sull’aumento delle tariffe merci nel trasporto marittimo.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha dato notizia della presentazione dell’ordine del giorno in materia di trasporti, che però non è stato ancora distribuito, per cui pl 79/A – Parte Prima – Interpretazione autentica dell’art. 9 comma 1 della legge regionale n. 31 del 1998, dando la parola al relatore di maggioranza Stefano Tunis (Misto).

Stefano Tunis, dopo aver ricordato che la proposta conteneva originariamente altre norme sul personale che poi la commissione ha ritenuto di stralciare, ha messo in evidenza che il testo è interpretativo e serve a chiarire la natura delle figure dirigenziali già contenuta nel Dlgs 265/2001 in vigore, cioè nella casistica che esclude la prevalenza del concetto di intuitu personae, cioè quando si procede alla comparazione dei titoli e si cercano le caratteristiche professionali più adatte all’incarico da assegnare, tracciando i confini di un requisito speciale con criteri più ampi della 31/98. Questo perché, ha proseguito, trattandosi di requisiti professionali è difficile trovarli compresi in una norma di legge e del resto, nel corso degli anni, il tema è stato affrontato in passato con garbo senza coinvolgere mai il Consiglio ma affidando la soluzione del problema ai tribunali generando un contenzioso nel quale peraltro il Tar ha quasi sempre rigettato la competenza delegandola giudice ordinario. Un dato che suggerisce, secondo Tunis, una seconda riflessione che riguarda il giudice del lavoro, che anch’egli respinge l’istanza perché il ricorrente non è di solito in grado di dimostrare il suo diritto di accedere al quel ruolo. La nostra interpretazione, ha concluso, è quella di una norma che viene già applicata in sostanza nell’ordinamento regionale; nessuno pretende di aver scoperto l’acqua calda ma senz’altro si tratta di una iniziativa di buon senso.

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda, relatore di minoranza, ha manifestato stupore ed imbarazzo per la presenza del presidente della Regione che, ha rilevato, non c’era nelle importanti sedute dedicate ad Argea ed al caro-trasporti. Non è vero che la norma arriva in commissione a dicembre, ha ricordato, perché ci sono stati molti precedenti: una delibera della Giunta che non è mai stata visibile, poi infilata nei commissariamenti delle Province e nell’ultima variazione di bilancio, un parere contrario del servizio tecnico legale che poi è stato sollevato dirottando la competenza al direttore generale della presidenza che dovrebbe beneficiare della norma insieme ad altri, la cancellazione del nucleo di personale anti corruzione, la revoca in autotutela presso la Cassazione in un contenzioso fra avvocatura che rivendicava l’accesso alla dirigenza e la stessa Regione (evidentemente strumentale alla nomina successiva di quei avvocati). La stessa motivazione della “interpretazione autentica” in realtà, ha ancora sostenuto, sostituisce una legge nazionale con legge regionale ma il Dlgs 165 bisogna recepirlo tutto, anche perché la Corte Costituzionale ha più volte stabilito che in materia di interpretazione autentica ci sono paletti molto precisi da rispettare, a dal divieto di sostituire con norme surrettizie quelle esistenti.

Il consigliere Valerio De Giorgi ha affermato in apertura che il collega Stefano Tunis ha spiegato molto bene come stanno le cose, osservando che le affermazioni della minoranza contrastano con Dlgs 165/2001 che in effetti richiede una motivazione per il conferimento incarichi a persone in possesso di requisiti non presenti all’interno dell’amministrazione, con esperienze interne ed esterne della durata di almeno cinque anni nel settore pubblico e privato. Sulla materia, ha continuato, la Corte dei Conti in una sentenza del 2017 ha detto che anche il Dlgs 150/2009 prevede l’assegnazione di incarichi a persone in possesso di particolare specializzazione, culturale e scientifica maturata nei settori pubblico e privato. Inoltre, ha detto ancora Valerio De Giorgi, la Corte Costituzionale già nel 2010 ha stabilito che tale disciplina non riguarda i concorsi ma i requisiti soggettivi dell’incarico come durata, trattamento, fissando poi la competenza statale sul punto proprio in base al Dlgs 150/2009 definito come “grande riforma economico-sociale”. Più recentemente, ha concluso il consigliere, la stessa Corte Costituzionale nel 2019 ha detto l’ultima parola sul fatto che il pubblico impiego debba essere regolato dallo Stato, lasciando alla Sardegna nel caso specifico solo la competenza sullo stato giuridico del personale ma sempre nel rispetto delle norme fondamentali della Repubblica.

Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha detto di riconoscersi nella ricostruzione di Valerio De Giorgi, tranne il termine “adeguamento” che, secondo me, è completamente diverso da quello di “interpretazione”, che invece ha solo lo scopo di chiarire una norma. Più concretamente, ha dichiarato, siamo in presenza di una legge inutile perché i Decreti legislativi 165 e 150 prima e la riforma Brunetta poi valgono per tutte le Regioni come dice anche la relazione di maggioranza. Si sarebbe fatto prima, ha suggerito, abrogando eventualmente alcune parti di leggi regionali non conformi all’ordinamento nazionale vigente. Ma oltre che un atto inutile, ha aggiunto, è anche un atto falso perché vero solo che dopo la legge regionale 31/98 l’ordinamento si è evoluto, insomma il Consiglio è stato inutilmente esposto ad una brutta figura, una perdita di tempo, un girotondo che non serve a nessuno.

Il consigliere Alessandro Solinas (M5S) si è detto convito che ciò che si vuole difendere con questa norma serve al presidente e mi lascia sgomento, rispetto a quanto avrebbe dovuto fare il Consiglio (e non ha fatto) nell’interesse dei sardi. Oggi, ha sostenuto, l’idea di meritocrazia oggi prende un bello schiaffo e costituisce anche un pessimo esempio per i giovani, una cosa stiracchiata a favore di persone che non avrebbero potuto assumere gli incarichi ai quali sono stati chiamati, una cosa che non serve a nulla ed arriva dopo molti tentativi maldestri andati a vuoto. Riferendosi ai principi giuridici che regolano le interpretazione autentiche, Solinas ha lamentato il mancato rispetto di tutti quelli previsti dalla legge: dalla tutela di diritti e beni di rilievo costituzionale ai motivi di interesse generale, dalla ragionevolezza alla certezza del diritto. In definitiva, ha concluso, è una norma senza alcuna motivazione se non la convenienza a  dare legittimità a ciò che non la ha.

Per Massimo Zedda (Progressisti) la Legge 165 o è vigente oppure non lo è, non c’è una terza ipotesi. Oltre al fatto che, se fosse vigente la Legge 165 sarebbe già stata violata, per esempio sulla durata prevista per gli incarichi. Massimo Zedda ha poi ricordato che ci sono figure dirigenziali sottoutilizzate nel sistema Regione e che non sarebbe necessario attingere a figure esterne e ha ricordato che è stato presentato da poco un ricorso al Tar dal sindacato dei dirigenti della Regione. Massimo Zedda ha sostenuto che, tecnicamente, non si possa utilizzare l’interpretazione autentica, oltre al fatto che la norma è chiarissima, e che la Giunta avrebbe potuto procedere in altro nome: partendo dalla revoca degli incarichi, recepire nella Legge 31 i nuovi criteri della legge 165, oppure procedere a una nuova nomina in base alla Legge 165.

Michele Cossa (Riformatori) ha ricordato che il testo in esame era stato previsto nell’ultima Variazione di bilancio e non era una norma intrusa. E ha affermato che “su questa proposta di legge si è fatto terrorismo psicologico”. “Mi sarei aspettato – ha detto – argomenti travolgenti oggi, ma non ho sentito una obiezione di merito sul provvedimento”. Si tratta, ha spiegato, di un testo che ricalca una legge nazionale entrata in vigore tre anni dopo la 31, che dice quali criteri devono avere i dirigenti esterni. “Non mi sembrano criteri scandalosi”, ha proseguito, “mi sembra che ci troviamo davanti una tempesta dentro un bicchiere d’acqua. Stiamo approvando una norma generale e astratta, classificata come interpretazione autentica, che mira a focalizzare meglio, secondo me in maniera opportuna, i criteri di scelta per il 20 per cento dei dirigenti esterni”.

Eugenio Lai (Leu) ha sottolineato di quanto la politica regionale sia distante dai cittadini, evidenziando che a causa del maltempo molte comunità stanno soffrendo e, nel contempo, viene convocato il Consiglio regionale di sabato mattina per sanare alcuni provvedimenti già presi e assunti dalla Giunta regionale. Per Eugenio Lai non c’era l’urgenza di discutere questo provvedimento se non per sanare nomine che lasciano qualche dubbio, ha detto, anche nella stessa maggioranza, visto che l’efficacia del provvedimento dovrebbe essere retroattiva. La ratio di questa norma non è chiara ai sardi, ha detto, sottolineando che oggi è “la terza volta che il presidente si presenta in quest’aula, oltre alla seduta in cui ha illustrato le dichiarazione programmatiche e per la discussione della mozione per indire il referendum voluto dalla Lega”. Eugenio Lai ha poi concluso: “State provando a sanare l’insanabile. Siamo sicuri che questa legge sarà impugnata. Ve lo ricorderemo e lo ricorderemo a tutti i sardi”.

Laura Caddeo (Progressisti) si è detta d’accordo sul fatto che la legge non fosse necessaria. Ha poi sottoposto all’Aula una riflessione sull’esempio che questo Consiglio regionale vuole dare ai cittadini e ai giovani. “L’idea che noi legiferiamo deve avere uns funzione formativa, educante” e che se ci sono regole si devono applicare e rispettare e non vanno modificate per scelte già fatte. I giovani, ha detto, stanno riacquisendo la voglia di partecipare e questo vuol dire che “stanno dando fiducia a noi”. Caddeo ha auspicato che si esca dall’ambiguità e che si tolga quel dubbio sull’utilità e sull’opportunità retroattiva che si vuole dare a questa legge.

Daniele Cocco (capogruppo Leu) ha affermato che si sarebbe potuta discutere e approvare questa norma in altre date. “Non capisco l’urgenza”, ha detto, evidenziando che la Sardegna ha altre emergenze da risolvere tra cui quelle dei lavoratori di Forestas. Cocco ha esortato il presidente Solinas a nominare il commissario dell’Agenzia Forestas e ha proposto all’Aula di condividere un loro emendamento.

Desirè Manca (capogruppo del M5S) ha ricordato che il 23 luglio il gruppo del Movimento 5 Stelle aveva inviato un comunicato stampa che chiedeva di sapere quale fosse il metro di valutazione usato dal presidente Solinas per scegliere i suoi consulenti, evidenziando il dubbio che non avessero i requisiti previsti dalla legge. Desirè Manca ha ricordato che, per quel comunicato, un consigliere l’aveva attaccata professionalmente e personalmente e che anche la magistratura aveva deciso di valutare i dubbi sollevati dal M5S. “Le nostre perplessità erano state bollate come strumentali” ha detto, sottolineando che, oggi, 21 dicembre, il Consiglio è stato convocato non per discutere dei problemi veri della Sardegna, ma di come salvare il presidente per il suo errore. Si tratta, ha detto, “di una proposta atta a salvare il non salvabile”.

Stefano Tunis (Misto) ha spiegato che si tratta di un tema tecnico e che “non c’è nessun sporco da coprire”, né rischi penali, al massimo è una norma che può avere riflessi civilistici. Tunis ha manifestato, poi, la disponibilità da parte della maggioranza a trovare un punto di equilibrio che consenta, con più serenità, all’opposizione di approvare il testo.

Gianfranco Ganau (capogruppo del Pd) ha affermato: “Intervengo con un certo imbarazzo”. Ed ha aggiunto: “Noi contestiamo lo strumento che viene utilizzato, ossia l’interpretazione autentica”. Per Gianfranco Ganau l’articolo in discussione non richiede alcuna interpretazione e si tratta di un problema che non sarebbe neanche dovuto arrivare in aula, visto che tutti sono d’accordo sul fatto che la legge 165 è in vigore anche per le Regioni a statuto speciale. Gianfranco Ganau ha quindi proposto di ritirare la legge perché la norma è già vigente e, in subordine, approvare un emendamento da loro presentato.

Franco Mula (capogruppo Psd’Az) ha rassicurato i colleghi dicendo che lui, primo firmatario del provvedimento, se avesse ravvisato irregolarità non l’avrebbe certo sottoscritto. Il consigliere ha spiegato che la legge 31 è stata superata nel 2001 dalla Legge 165 e va applicata. Mula ha ricordato che questa norma viene rinviata da mesi ed è arrivato il momento di mettere la parola fine a questa vicenda. Mula ha poi chiesto al presidente Pais di convocare una Conferenza dei capigruppo dopo la conclusione di tutti gli interventi. Proposta accolta dal presidente.

Il presidente del Consiglio ha accolto la richiesta di convocare una conferenza dei capigruppo: “Finiamo la discussione generale – ha detto – e dopo il voto sul  passaggio agli articoli faremo la Capigruppo”.

E’ poi intervenuto Francesco Agus (Progressisti) che ha fatto rilevare al Presidente della Regione (presente in aula) tutte le assenze in questi primi nove mesi di legislatura. Per il capogruppo dei Progressisti la Proposta di Legge 79/A all’esame dell’aula è l’ultimo capitolo di una serie di orrori legislativi. Agus ha espresso parere fortemente negativo sui provvedimenti licenziati dall’esecutivo. La vostra  produzione normativa – ha detto rivolto alla giunta –  si è spesso rivelata indegna di essere approvata dall’Aula. Due esempi su tutti Argea e le norme sugli enti locali entrambi profondamente modificati grazie al lavoro delle Commissioni competenti.  Tornando al testo in esame Agus ha detto, ironicamente, che si tratta di un “capolavoro” e ha chiesto quale sia la ragione di tanta ostinazione nell’approvare una norma che secondo la maggioranza è già in vigore.  A  volte – ha aggiunto – anche leggi fatte con le migliori intenzioni creano effetti incontrollabili Oggi si vuole modificare una normativa ex post con un’interpretazione autentica. Inoltre,  si sta intervenendo in presenza di un giudizio pendente,  ed è un’assurdità.

Chiusa la discussione generale, il presidente Michele Pais ha dato la parola al presidente della Regione Christian Solinas per la replica: «Non sarei voluto intervenire ma lo faccio per testimoniare il disagio nei confronti di questo Consiglio che anziché occuparsi di politica si è ridotto a un ruolo di tribunale aggiunto – ha detto Christian Solinas – ho sentito solo riferimenti a sentenze, ordinanze, etc. Credo che tutti dovremmo recuperare il senso di quella che è la funzione di quest’aula, assemblea legislativa con il dovere di fare le leggi. Chi non ha argomenti di merito si è trastullato su ipotesi di forma». Secondo Christian olinas, la minoranza sta mandando avanti una politica “senza verità e senza progetto” dimenticando quanto successo nelle legislature guidate dal centrosinistra.

«Non è vero che si è sempre fatto riferimento alla legge 31 – ha proseguito il presidente della Regione  il consigliere Francesco Agus ricorderà certo che quando la Giunta Soru nominò Fulvio Dettori alla direzione generale della Presidenza della Regione invocò il Dl 165. Allora nessuno si strappò le vesti. Come si può sostenere oggi che il Dl 165 non faccia parte dell’ordinamento della Regione? Tra le nefandezze c’è una sfilza di norme approvate nella scorsa legislatura, alcune della quali cassate dalla Consulta. Tra queste la legge con la quale si diedero ai funzionari delle Unità di progetto le indennità di dirigenti. La Consulta ha detto che si applica il dl n.165. Ci sono alcuni che sono diventati portavoce della procura della Repubblica. Bene si farebbe a guardare al piano anticorruzione della scorsa legislatura e in particolare al codice di comportamento del personale (art 14) anche lì si fa integrale riferimento al decreto 165. Voi   invece dite che il centrodestra per salvare il proprio presidente vorrebbe introdurre ex novo norme che prima non c’erano».

Solinas ha poi parlato di stravolgimento dei normali rapporti politici: « Dite che non c’è trasparenza sulle delibere. Ho verificato tempi medi e massimi di pubblicazione in questa e nella passata legislatura. La media della Giunta Pigliaru era di 45 giorni con un tempo massimo di 312 giorni. La mia Giunta ha un tempo medio di 14 giorni e uno massimo di 61. Sulle mie assenze in aula, ricordo che se il presidente non è presente è perché sta seguendo altre vicende importanti. Il mio esecutivo ha adottato decine di delibere e portato a casa risultati rilevanti: l’accordo con lo Stato sulle entrate, lo sblocco delle assunzioni nella Sanità, la vertenza Eurallumina. Non trasformate quest’aula in un tribunale, mantenete la vocazione di organo legislativo per la quale hanno combattuto i nostri padri. Mi torna alla memoria Jean Michel Besnier ed il suo libro “L’uomo semplificato” – ha  concluso Christian Solinas – se rinunciate a questa vocazione rischiate di avere un Consiglio semplificato».

Il presidente Michele Pais ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli. Per dichiarazioni di voto è intervenuto il consigliere Massimo Zedda (Progressisti) che ha annunciato il suo voto contrario: «Secondo il presidente della Regione vedersi di sabato per discutere di una legge di interpretazione è attribuibile all’on. Franco Mula. Già in un’altra occasione ha detto che il problema della Regione è un Consiglio che non lavora. La colpa sarebbe la nostra. La verità è che siete voi ad aver convocato l’Aula per decidere sull’interpretazione di codici e codicilli. Avremmo voluto discutere del piano straordinario di sviluppo della Sardegna che invece non è stato ancora presentato a questo Consiglio. Discutiamo di questa follia normativa per colpa sua».

Voto contrario è stato annunciato anche da Alessandro Solinas (M5S): «Noi esercitiamo la nostra funzione legislativa. E’ la Giunta che non la fa o lo fa male come quando invia in Commissione testi da riscrivere sui quali le opposizioni, con senso di responsabilità, hanno dato il loro contributo. Non stiamo processando nessuno, diamo solo la valutazione su provvedimenti che vengono sottoposti alla nostra attenzione». Rivolto all’on. Stefano Tunis (Sardegna 20Venti), Christian Solinas ha poi aggiunto: «Mi piace ascoltarla, però ora sta facendo da scudo umano. La ritengo la persona più adatta, ma le argomentazioni che ha portato sono infondate. Non siamo ignoranti. Siamo sempre in aula e in commissione, siamo studenti diligenti».

Anche il capogruppo dei progressisti Francesco Agus ha annunciato il voto contrario del suo Gruppo: «Nella scorsa legislatura sono state impugnate poche norme, l’unica è quella citata dal presidente Christian Solinas. Il motivo era che erroneamente si cercava di pagare funzionari come dirigenti. Questo perché i funzionari non possono diventare dirigenti. Stesso errore che ha fatto la sua Giunta. Il Dl 165, anche immaginando di poterlo applicare, lo si deve applicare per intero».

Il presidente Pais ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 33 voti a favore, 19 contrari e un astenuto. Subito dopo ha sospeso i lavori e convocato la Conferenza dei Capigruppo senza accogliere la proposta avanzata dai consiglieri Giuseppe Meloni (Pd) e Massimo Zedda (Progressisti) di votare prima l’ordine del giorno sui trasporti.

Alla ripresa dei lavori il presidente Pais il presidente ha messo in discussione l’articolato della proposta di legge 79/a e i relativi emendamenti. Sull’ordine dei lavori è intervenuto il consigliere Eugenio Lai che ha chiesto di tornare in Commissione per esaminare gli emendamenti presentati.

Richiesta respinta dal  presidente Michele Pais: «Si tratta in gran parte di emendamenti  soppressivi e sostitutivi . La Commissione decide a maggioranza e il relatore può esprimere il parere in Aula». Di avviso contrario il capogruppo di Progressisti Francesco Agus: «Mi permetto di contraddirla. Ci sono emendamenti che entrano nel merito del testo. Consentirebbero di mantenere il testo come interpretazione autentica ed entrano nello specifico del contenuto. Almeno questi meritano un’istruttoria in Commissione».

Argomentazione che non ha convinto il presidente Michele Pais: «Vi riferite all’art.84 del Regolamento che prevede il ritorno in commissione in caso di emendamenti che modificano la previsione di spesa di un provvedimento».

Sull’ordine dei lavori è intervenuta anche la capogruppo dei 5 Stelle Desirè Manca che ha chiesto 5 minuti di sospensione per una riunione di minoranza. Richiesta accolta dal presidente Pais che ha sospeso la seduta per 5 minuti.

Alla ripresa dei lavori, il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau, intervenendo sull’ordine dei lavori ha reiterato la richiesta della convocazione della commissione per una valutazione degli emendamenti presentati al testo in discussione ma il presidente del Consiglio, ha confermato la volontà di procedere con il parere del relatore in Aula e dopo aver elencato gli emendamenti da esaminare ha concesso la parola al consigliere Stefano Tunis (S2020) che in qualità di relatore di maggioranza ha dichiarato parere negativo per tutte le proposte di modifica.

La Giunta, con l’assessora del Lavoro, Alessandra Zedda, ha espresso parere conforme a quello del relatore e il presidente Pais ha dunque annunciato la votazione dell’emendamento n. 40=49=50=208. Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, ha fatto richiesta di voto elettronico e a collusione della votazione (25 contrari, due astenuti e 1 favorevole) il presidente del Consiglio ha dovuto sospendere i lavori per trenta minuti per la certificata “mancanza del numero legale”.

Alla ripresa dei lavori ha chiesto di intervenire il consigliere Stefano Tunis (Sardegna20Venti) sull’ordine dei lavori: «Abbiamo fatto un errore di votazione sugli emendamenti soppressivi. Mi chiedo se sia possibile adesso intervenire per dichiarazioni di voto. Esprimo il voto contrario all’emendamento soppressivo totale».

Il consigliere Alessandro Solinas (M5S) è intervenuto a sostegno dell’emendamento soppressivo presentato dal suo gruppo: «Lo abbiamo presentato perché non condividiamo il provvedimento in esame. C’è stata un’analisi attenta, vorremmo che questa legge non si votasse. Non vogliamo fare terrorismo psicologico. Non si vuole cadere nei sensazionalismi. L’opinione pubblica vorrebbe vederci trattare altre tematiche. Anche i colleghi di maggioranza saranno d’accordo su questo emendamento da noi presentato.

Il capogruppo Daniele Cocco (Leu) con un intervento dal tono ostruzionistico ha annunciato voto favorevole agli emendamenti.

Piero Comandini (Pd) si è detto a favore dell’emendamento per la soppressione dell’articolo 2. Francesco Agus (Progressisti) ha dichiarato voto a favore dell’emendamento ed escluso categoricamente qualunque intento intimidatorio rivolto alle alte cariche della Regione. Massimo Zedda (Progressisti), ha dichiarato voto favorevole: «Avremo voluto entrare nel merito del provvedimento e mentre la Sardegna vive ore difficili per l’allerta meteo la Giunta è riunita in Consiglio per discutere di un’interpretazione autentica di una legge per la nomina dei dirigenti».

A favore anche Eugenio Lai (Leu): «Il presidente Solinas nel suo intervento non è entrato nel merito del provvedimento e non ha spiegato perché vuole l’approvazione della norma in discussione». Giuseppe Meloni (Pd) ha annunciato voto favorevole e chiesto la votazione immediata dell’ordine del giorno sui trasporti marittimi. La capogruppo 5 Stelle, Desirè Manca, è ritornata sui riferimenti alle presunte minacce, rivolta alla minoranza dal presidente della giunta nel corso del suo intervento di replica. Roberto Li Gioi (M5S) ha dichiarato voto favore ed ha parlato di dibattito “surreale”, dicendosi “sgomento” per le dichiarazioni del presidente della Giunta. Michele Ciusa (M5S) ha annunciato voto a favore e invitato a votare subito l’ordine del giorno sui trasporti («per non scrivere un’altra pagina triste di quest’assemblea»). Voto a favore è stato preannunciato dalla consigliera dei Progressisti, Maria Laura Orrù, e dal vice capogruppo Pd, Walter Piscedda («sono favorevole alla soluzione principe del problema: cancellare l’unico articolo della proposta di legge»).

Posto in votazione l’emendamento 40=49=50=208 non è stato approvato con 34 contrari, 17 favorevoli e un astenuto.

Annunciata la votazione dell’emendamento sostitutivo totale n. 2 il consigliere dei Progressisti, Massimo Zedda, ha aperto la serie degli interventi della minoranza e ha dichiarato voto favorevole, seguito dal capogruppo Francesco Agus, da Piero Comandini (Pd), da Alessandro Solinas (M5S), Maria Laura Orrù (Progressisti), Desirè Manca (M5S), Roberto Li Gioi (M5S), Daniele Cocco (LeU), Eugenio Lai (LeU), Walter Piscedda (Pd), Giuseppe Meloni (Pd),

Posto in votazione l’emendamento n. 2 è stato respinto con 34 contrari, 17 favorevoli e 1 un astenuto.

Aperta la discussione sull’emendamento n. 3 il consigliere dei Progressisti, Massimo Zedda, ha aperto la serie degli interventi della minoranza ed ha dichiarato voto favorevole, seguito da Alessandro Solinas (M5S), Diego Loi (Progressisti), Desirè Manca (M5S), Laura Caddeo (Progressisti), Francesco Agus (Progressisti), Piero Comandini (Pd), Michele Ciusa (M5S), Roberto Li Gioi (M5S), Daniele Cocco (LeU), Eugenio Lai (LeU), che con differenti argomentazioni hanno ribadito la contrarietà al provvedimento e la necessità di migliorarne il contenuto con l’approvazione di modifiche.

Posto in votazione l’emendamento n. 3 non è stato approvato con 33 contrari e 18 favorevoli. Il consigliere del Psd’Az, Giovanni Satta, ha chiesto quindi una breve sospensione dei lavori dell’Aula ed il presidente Michele Pais l’ha accordata.

Alla ripresa dei lavori, sono iniziate le dichiarazioni di voto sull’emendamento n.4. A sostegno della proposta hanno preso la parola il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus, Alessandro Solinas del M5S, Diego Loi dei Progressisti, la capogruppo del M5S Desirè Manca, Massimo Zedda e Maria Laura Orrù dei Progressisti, Roberto Li Gioi del M5S e Stefano Tunis (Misto), contrario.

Messo ai voti, l’emendamento è stato respinto con 15 voti favorevoli e 35 contrari.

Subito dopo è iniziata la discussione dell’emendamento n.5. Sono intervenuti a favore Massimo Zedda dei Progressisti, il capogruppo Francesco Agus, la capogruppo del M5S Desirè Manca, Laura Caddeo dei Progressisti, Piero Comandini del Pd, Alessandro Solinas e Michele Ciusa del M5S.

Messo ai voti, l’emendamento n. 5 è stato respinto con 16 voti favorevoli e 34 contrari.

Successivamente il Consiglio ha esaminato l’emendamento n.6.

Si sono dichiarati favorevoli il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus, la capogruppo del M5S Desirè Manca, Massimo Zedda e Diego Loi dei Progressisti, Alessandro Solinas del M5S.

Messo ai voti, l’emendamento n.6 è stato respinto con 14 voti favorevoli e 33 contrari.

L’emendamento n.7 è stato dichiarato decaduto perché assorbito dal n. 6

Subito dopo l’Aula è passata all’esame dell’emendamento n. 8.

A favore si sono espressi il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ed il consigliere dello stesso gruppo Massimo Zedda, Alessandro Solinas del M5S, Michele Cossa dei Riformatori, contrario, che ha sollecitato l’opposizione a superare ostruzionismo.

Sull’ordine dei lavori il consigliere Massimo Zedda, dei Progressisti, ha ricordato che il ricorso all’ostruzionismo ha consentito la correzione di testi importanti, come nel caso di Argea. Sulla Pl 79/A, Zedda ha ribadito la posizione contraria della minoranza proponendo il ritiro del testo che, sul piano concreto, non determina alcun effetto essendo vigente anche in Sardegna il Dlgs 165/2001.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha ricordato che nella passata legislatura l’opposizione non ha mai fatto ostruzionismo. Il dibattito, ha detto, si sta avvitando sugli stessi contenuti e la minoranza deve accettare il fatto che la legge sarà comunque approvata, in questa seduta o in un’altra.

Sempre per dichiarazione di voto, si sono dichiarati favorevoli all’emendamento Giuseppe Meloni del Pd, Maria Laura Orrù dei Progressisti e Michele Ciusa del M5S.

Sull’ordine dei lavori, la capogruppo del M5S Desirè Manca ha sottolineato che il suo gruppo ha sempre distinto l’opposizione dall’ostruzionismo, formulando sempre proposte nel merito.

Favore all’emendamento si è dichiarato anche Roberto Li Gioi del M5S.

Sull’ordine dei lavori Diego Loi dei Pogressisti ha affermato che l’atteggiamento della minoranza non è stato di ostruzionismo ma di proposta. Quindi ha suggerito di accantonare la legge per approvare l’ordine del giorno unitario sui trasporti.

Sempre sull’ordine dei lavori il consigliere di Fi Angelo Cocciu, ricordando recenti episodi di buona collaborazione fra maggioranza e minoranza come Argea ed assestamento di bilancio, ha chiesto all’opposizione di riflettere sul suo atteggiamento.

Ancora sull’ordine dei lavori, il consigliere sardista Giovanni Satta ha criticato l’ostruzionismo dell’opposizione su una legge che, in diverse sedi, va avanti ormai da mesi. Messo ai voti l’emendamento n.8 è stato respinto con 16 voti favorevoli e 32 contrari.

Sull’emendamento n. 9 (sostitutivo totale dell’articolo 2), prima firmataria la capogruppo dei Cinque Stelle Desirè Manca, sono intervenuti a favore:

Massimo Zedda (Progressisti), che ha parlato di “cortocircuito” creato dalle parole del Presidente della Regione; Francesco Agus (Progressisti),che ha ribadito che questa norma è destinata ad essere “cassata “ nei prossimi due mesi; Laura Caddeo (Progressisti) e Desirè Manca (Movimento 5 stelle). Sull’ordine dei lavori sono intervenuti: Alessandro Solinas (Movimento 5 stelle) e Franco Mula (Partito sardo d’azione) che ha parlato di scontro e non di ostruzionismo.   

L’emendamento n. 9 è stato bocciato. (Presenti 44, votanti 43, sì 14, no 29, 1 astenuto).

Sull’emendamento 13 (sostitutivo totale dell’articolo 2), prima firmataria Desirè Manca  (Movimento 5 stelle) sono intervenuti a favore: Massimo Zedda (Progressisti), Francesco Agus (Progressisti), Alessandro Solinas (Movimento 5 stelle), Laura Caddeo (Progressisti), Michele Ciusa (Movimento 5 stelle).

L’emendamento n. 13 è stato bocciato. (Presenti 47, votanti 46, sì 14, no 32, astenuti 1). (R.R.)

Subito dopo il capogruppo del Movimento 5 Stelle Desirè Manca ha chiesto la convocazione di una Conferenza dei Capigruppo. La richiesta è stata accolta dal presidente Pais che ha sospeso la seduta per alcuni minuti.

Alla ripresa dei lavori il presidente Pais ha comunicato la decisione della Conferenza di procedere a voto palese sugli emendamenti dal 17 al n.46. L’emendamento 17 è stato respinto dall’aula senza discussione e il 18 è stato dichiarato decaduto. Sul 19 sono intervenuti a favore i consiglieri Massimo Zedda, Maria Laura Orrù Progressisti) l’emendamento è stato respinto. Il presidente Ganau ha dichiarato decaduti gli emendamenti dal n.20 al 28. Respinti in rapida successione gli emendamenti 29 e 30.

Sull’ordine dei lavori è intervenuto ancora il consigliere Massimo Zedda: «Si sta procedendo in modo diverso rispetto a prima chiedo che venga spiegato a chi ascolta il perché. Lo spieghi prima di tutto il capogruppo dei 5 Stelle Desirè Manca che ha deciso di non intervenire in modo sistematico su tutti gli emendamenti».

Il capogruppo del M5S Desirè Manca ha chiarito la posizione del suo gruppo: «Non ritiriamo i nostri emendamenti: vogliamo andare più veloci per permettere di votare l’ordine del giorno sui Trasporti».

L’aula ha quindi respinto l’emendamento n.31. Dichiarati poi decaduti gli emendamenti dal n.32 al 39 mentre il Consiglio ha respinto in rapida successione gli emendamenti nn. 43, 44, 45 e 46.

Anche il vece capogruppo del Pd Walter Piscedda ha dichiarato prioritario approvare la legge ma altrettanto importante affrontare l’ordine del giorno sui Trasporti.

Sull’emendamento n.52 e 156, respinti dall’Aula, sono intervenuti i consiglieri dei Progressisti Francesco Agus e Massimo Zedda. Quest’ultimo ha ribadito di ritenere importante la discussione della risoluzione sui Trasporti ma non prioritaria: «Noi andremo avanti per la nostra strada e interverremo su tutti gli emendamenti a costo di rimanere in Aula per tutta la notte».   

Respinto anche l’emendamento n.165 sul quale sono intervenuti a favore i consiglieri Massimo Zedda, Francesco Agus e Maria Laura Orrù. Subito dopo il vice capogruppo del Pd Walter Piscedda ha chiesto una breve sospensione della seduta per una riunione dei gruppi di minoranza.

Alla ripresa dei lavori il consigliere Roberto Deriu ha chiesto la convocazione di una nuova Conferenza dei Capigruppo. Il presidente Pais ha accolto la richiesta e sospeso nuovamente la seduta.

Alla ripresa dei lavori il presidente ha messo in votazione l’emendamento n.165 che è stato respinto.

Disco rosso anche per l’emendamento n.166 sul quale sono intervenuti a favore i consiglieri Francesco Agus, Massimo Zedda, Maria Laura Orrù, Laura Caddeo mentre il consigliere Roberto Deriu ha stigmatizzato l’atteggiamento della Giunta “che presentando una legge insensata ha costretto l’opposizione a presentare emendamenti altrettanto insensati. nessuno di questi, anche se approvato, cambierebbe la legge».

Respinto, con voto elettronico, anche l’emendamento n.167 sostenuto dal Gruppo dei Progressisti. Il Consigliere Deriu ha parlato invece di «accanimento terapeutico col soccorso rosso alla maggioranza. Gli emendamenti non servono a nulla ma solo a costringere l’opposizione a fare opposizione. Questo perché il testo è errato e non serve a nulla, anche voi vi state accanendo sul corpo malato di questa legge costringendoci a stare qui inutilmente. Questo provvedimento doveva essere bloccato dall’inizio. Il centrodestra continua a voler approvare una legge inutile e falsa. Non è un’interpretazione del Dl 165 ma un adeguamento della legge regionale a quella statale dando un bel calcio all’autonomismo».

Il consigliere Massimo Zedda sull’ordine dei lavori ha chiesto al presidente del Consiglio di valutare un eventuale conflitto d’interessi di alcuni componenti della Giunta che dopo aver approvato una proposta di legge su una questione dubbia votano oggi una legge che intenderebbe sanare una questione da loro prodotta. E’ meglio che si astengano».

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame dell’emendamento n. 169 che assorbe i contenuti degli emendamenti compresi dal 168 al 210.

Sull’ordine dei lavori il consigliere Stefano Tunis (Misto) ha chiesto in qualità di capogruppo lo scrutinio segreto.

Sempre sull’ordine dei lavori il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha contestato la decisione dell’emendamento “assorbente” annunciata dalla presidenza.

Ancora sull’ordine dei lavori il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha condiviso le contestazioni di Agus.

Messo ai voti, l’emendamento n.169 è stato respinto con 11 voti favorevoli, 31 contrari e 2 astenuti.

Il presidente ha comunicato che alcuni emendamenti sono considerati assorbiti e che quindi il Consiglio deve pronunciarsi sull’emendamento n, 213.

Subito dopo, intervenendo sull’ordine dei lavori, il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha lamentato il mancato rispetto degli accordi raggiunti in conferenza dei capigruppo, mentre altri gruppi di opposizione li stanno rispettando. Mula ha chiesto il voto segreto anche sul 213.

Agus ha replicato che il suo gruppo non ha preso alcun accordo, né per il ritiro degli emendamenti né per la chiusura della seduta in serata.

Si sono dichiarati a favore i consiglieri Roberto Deriu (Pd), Massimo Zedda, Francesco Agus e Maria Laura Orrù (Progressisti).

Messo ai voti l’emendamento n.213 è stato respinto con 14 voti favorevoli e 32 contrari.

Sull’emendamento n.53 il capogruppo dei Riformatori Aldo Salaris ha chiesto il voto segreto. Il Consiglio lo ha respinto con 13 voti favorevoli e 32 contrari.

Sull’emendamento n.56 il capogruppo del Misto Stefano Tunis, “per coerenza”, ha chiesto lo scrutinio segreto anche sul n. 56. Il Consiglio lo ha respinto con 12 voti favorevoli e 34 contrari. (Af)

Sull’emendamento 54 (soppressivo parziale dell’articolo 2), è stato chiesto il voto segreto. Sono intervenuti: Massimo Zedda (Progressisti) e Francesco Agus (Progressisti).Messo in votazione è stato bocciato (sì 11, no 30, 1 astenuto), Si è poi passati all’emendamento 162, modificativo dell’articolo 2 .

Angelo Cocciu (Forza Italia) ha chiesto il voto segreto sull’emendamento 162. Sono intervenuti: Massimo Zedda (Progressisti)  che ha chiesto spiegazioni sul Regolamento in materia di voto segreto e voto palese; Michele Cossa (Riformatori sardi) ha detto che questa questione può essere sottoposta alla giunta per il Regolamento, per ora è il Presidente del Consiglio a interpretare il Regolamento.

Il Presidente del Consiglio ha messo in votazione l’emendamento 162 a scrutinio segreto che è stato bocciato (sì 11, no 33, astenuti 1)

Dopo alcuni minuti di polemiche è stato approvato l’articolo 2 (presenti 44, votanti 43,  sì 32, no 11, astenuti 1).

Sull’emendamento 157 è stato chiesto il voto segreto dal consigliere Francesco Mura (Fratelli d’Italia). L’emendamento  è stato bocciato (sì 1, no 32, 1 astenuto)

Sull’emendamento 158 (aggiuntivo) il consigliere Dario Giagoni (Lega)  ha chiesto il voto segreto. L’emendamento è stato bocciato (sì 11, no 32, 1 astenuto) Sull’esclusione di alcuni emendamenti è intervenuto Francesco Agus (Progressisti).

Sull’emendamento 185 (aggiuntivo) il consigliere Francesco Mura (Fratelli d’Italia), ha chiesto il  voto segreto. L’emendamento è stato bocciato (sì 11, no 31, 1 astenuti)

Sull’emendamento 190 (aggiuntivo all’articolo 2) il consigliere Francesco Agus (Progressisti). è intervenuto per chiedere chiarimento su gli emendamenti cancellati.

Anche l’emendamento 190 è stato bocciato a scrutinio segreto (sì 13, no 30, 1 astenuto).

Sull’emendamento 192 (aggiuntivo) Stefano Tunis (Misto) ha chiesto lo scrutinio segreto. Massimo Zedda (Progressisti) è intervenuto  sull’ordine dei lavori. L’emendamento è stato bocciato (si 10. No 32, 1 astenuto).

Sull’emendamento 196 (aggiuntivo) il consigliere Dario Giagoni ha chiesto il voto segreto. Francesco Agus e Massimo Zedda  (Progressisti) hanno  dichiarato il voto di astensione. Massimo Zedda ha detto che mentre la Sardegna è sott’acqua è poco dignitoso che il Presidente della Regione e la giunta stiano ore e ore in aula per far approvare un provvedimento del genere.

L’emendamento 196 è stato bocciato. (sì 10, no 30, 5 astenuti).

Approvati gli emendamenti 42  e 41.

Il presidente Michele Pais ha poi messo in votazione la PL 79/A  che è stata approvata (sì 32, no 14, astenuti 1).    

Il Consiglio ha approvato con 47 favorevoli su 47 votanti l’ordine del giorno Satta e più unitario sulla necessità di garantire la continuità territoriale marittima di persone e merci da e per la Sardegna. Nel documento si impegna il presidente della Regione ad avviare tutte le iniziative, presso il Governo nazionale e la Commissione europea, al fine di scongiurare un aggravio dei costi dei trasporti via mare che porterebbero gravi ripercussioni soprattutto sul commercio e sul turismo, a portare avanti con determinazione la richiesta per cui nel nuovo bando per la continuità sia inserito l’obbligo per le compagnie di utilizzare esclusivamente traghetti dotati di sistemi antinquinamento e di chiede un impegno finanziario dello Stato a favore delle Compagnie o degli utenti, nelle more dell’aggiudicazione del nuovo bando per la continuità, per attenuare l’impatto economico e sociale causato dall’aumento dei prezzi. L’ordine del giorno unitario impegna il presidente del Consiglio a convocare una seduta straordinaria dell’Assemblea aperta anche ai parlamentari eletti in Sardegna ed ai massimi rappresentanti delle autonomie locali e delle parti sociali ed economiche per discutere le iniziative da intraprendere nei confronti del governo nazionale e chiede a tutti i consiglieri regionali di partecipare allo sciopero e conseguente blocco dei porti previsto in Sardegna e in Sicilia il 6 e 7 gennaio nel caso in cui il Governo non dia risposte.

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Una mozione per scongiurare l’aumento delle tariffe del trasporto marittimo merci, previsto dal primo gennaio 2020, per effetto dell’entrata in vigore della direttiva dell’Unione Europea emanata tre anni fa (2016/182) in materia di riduzione delle emissioni di zolfo in atmosfera: è questa l’iniziativa consiliare assunta dai gruppi della maggioranza (primo firmatario il consigliere del Psd’Az, Giovanni Satta) e sottoscritta anche dal capogruppo di Leu, Daniele Cocco, per evitare quella che è stata definita, dagli stessi proponenti, «un autentico dramma per la Sardegna».

Nel documento, non ancora inserito all’ordine del giorno dei lavori dell’Aula, è indicato l’impegno rivolto al presidente della Giunta regionale, Christian Solinas,  perché assuma le opportune iniziative in sede governativa ed europea «al fine di scongiurare un aggravio dei costi dei trasporti via mare» ed un ulteriore impegno è rivolto ad ottenere un rinvio dell’entrata in vigore del regolamento europeo e a «portare avanti con maggiore forza le azioni tese al concreto riconoscimento delle legittime rivendicazioni del popolo sardo». Mentre al presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, è rivolto l’invito perché proceda con la convocazione di una seduta straordinaria dell’Assemblea sarda, aperta anche ai parlamentari eletti nell’Isola e ai rappresentanti delle autonomie locali e delle parti sociali ed economiche.

Ma i capigruppo del centrodestra, nel corso dell’incontro con i giornalisti, non hanno escluso immediate azioni di protesta, compreso un sit-in a Roma, davanti al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per condurre una battaglia unitaria contro «una sciagura per il sistema del trasporto e l’intera economia sarda».

«Gli aumenti derivanti dall’applicazione della direttiva europea per la riduzione delle emissioni di zolfo nei combustibili utilizzati dalle grandi navi – ha attaccato Giovanni Satta – rischiano di distruggere la nostra economia e l’incremento di circa il 30% delle tariffe del trasporto merci si abbatterà sui costi di tutte le produzioni isolane e sui consumi dei sardi.»

«Le compagnie marittime – ha aggiunto il capogruppo della Lega, Dario Giagoni – hanno innalzato i prezzi dei loro listini per un importo che va dai 5 agli 8 euro per metro lineare e i sardi pagheranno un prezzo intollerabile e insostenibile».»

Significa che un autoarticolato, lungo 13,60 metri,  imbarcato sulla tratta merci Olbia-Livorno dal primo gennaio pagherà circa 470 euro, invece degli attuali 320 euro.

«Le più penalizzate – ha aggiunto il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula – risulteranno le aziende del marmo che quotidianamente trasferiscono in Continente enormi e ingombranti quantitativi, con conseguenze drammatiche per il futuro del comparto.»

«L’intera vicenda, unita alle deroghe comunitarie riconosciute solo alle regioni ultraperiferiche (Canarie, Azzorre e Madeira) – ha sottolineato il capogruppo dei Riformatori, Aldo Salaris – dimostrano le penalizzazioni che derivano alla Sardegna per il mancato riconoscimento del principio di insularità.»

I consiglieri della maggioranza, in conclusione dei rispettivi interventi e stimolati anche dalle domande dei giornalisti, non hanno nascosto la complessità del problema ed hanno però avanzato alcune proposte: un rinvio dell’entrata in vigore delle norme contenute nella direttiva europea, almeno fino al prossimo luglio, in tempo cioè per la definizione del nuovo bando per la continuità marittima (quello con Tirrenia scadrà il il 18 luglio 2020); o, in alternativa ed in accordo con lo Stato, ridurre, attraverso un contributo pubblico, l’aumento delle tariffe del trasporto marittimo (intervento previsto anche nella direttiva Ue) fino alla stipula di una nuova convenzione per i collegamenti navali.

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La nota della Sogaer che giustifica la variazione del canone a danno degli operatori del settore autonoleggio con un adeguamento delle tariffe per allinearle a quelle in vigore negli altri aeroporti italiani e con le prospettive di crescita del traffico passeggeri non soddisfa i Riformatori sardi. È facile immaginare cosa comporti una tale decisione, avvertono, sia in termini economici per i sub concessionari del settore autonoleggio presenti all’aeroporto di Elmas e interessati dal caro tariffe e sia, in generale, dal punto di vista della domanda sul fronte turistico, che resterebbe disattesa con evidenti danni d’immagine per lo scalo di Cagliari.

Da qui l’interrogazione con richiesta di risposta scritta, che porta la firma dei Consiglieri regionali Michele Cossa, Alfonso Marras, Aldo Salaris, Giovanni Antonio Satta.

I consiglieri, premesso il servizio autonoleggio è garantito da 21 aziende che pagano un canone annuo di 46.800 euro per l’affitto di un ufficio di circa 10 mq e una decina di piazzole di sosta, considerano allarmante la decisione della società Sogaer di aumentare il canone annuale di quasi il 100% prevedendo un costo per gli operatori di 92.000 euro. Condizione che non consentirebbe più agli operatori di sostenere il servizio, tanto da paventare il rischio di chiusura delle imprese, con conseguenti licenziamenti dei lavoratori.

I Riformatori sardi sottolineano la rilevanza che il noleggio delle auto riveste sotto il profilo turistico e degli affari, che «subirebbero un contraccolpo negativo da una riduzione di questo servizio, che invece dev’essere incoraggiato». Da qui l’allarme a la richiesta di un intervento, rivolto al presidente della Giunta e l’assessore regionale dei Trasporti, perché la Sogaer possa rivedere il consistente aumento dei canoni.

 

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La “Bosa – Pozzomaggiore – S.S. 131” è una strada attesa e rivendicata dalle comunità del Mejlogu e da quella di Bosa da oltre 20 anni. Oggi i sindaci di questi territori trovano nella provincia di Sassari un prezioso alleato che ne riconosce il valore strategico e si impegna perché quest’opera possa finalmente diventare realtà.

L’amministratore straordinario Pietrino Fois, ha deciso di fare proprie le speranze di quei territori e accogliendo le richieste dei sindaci del Mejlogu e del Bosano, ha sollecitato gli uffici della provincia per definire speditamente la predisposizione dello studio di fattibilità, al fine di poter ridisegnare la viabilità di collegamento tra Bosa/S.S.131 e il Mejlogu, e dare avvio così al percorso che porterà alla concreta realizzazione di questa strada.

Un intervento che in uno stesso progetto, racchiude una doppia valenza strategica della viabilità provinciale: il  raccordo di Bosa alla S.S. 131 che attraverso un collegamento veloce con Pozzomaggiore, svincolo di immissione sulla 131, consentirebbe di collegare la costa occidentale con Sassari e Porto Torres, e contestualmente verrebbe garantito il collegamento dei comuni dei Mejlogu e di tutto il Nord Est della provincia di Sassari  alla costa occidentale dell’isola.

L’importanza di questo progetto è testimoniata dalla presenza di tutti i sindaci dei comuni interessati e dei consiglieri regionali dei Riformatori Sardi Aldo Salaris e Alfonso Marras, espressione di quei territori, intervenuti per sostenere la scelta dell’amministratore straordinario della provincia di Sassari sull’ urgenza di questo nuovo tracciato.

Lo studio di fattibilità, in questa fase, ha individuato tre scenari su cui intervenire. Un intervento complesso, un progetto impegnativo, con una dimensione sovra provinciale e che coinvolge diversi interlocutori istituzionali. Pozzomaggiore è adiacente a 7 comuni di 3 diverse province: Bosa e Suni (OR), Sindia (NU), Cossoine, Padria, Mara e Semestene (SS).

La prima soluzione, lunga 37 km circa, consiste nel miglioramento attraverso interventi di manutenzione straordinaria e parziale rettifica del tracciato esistente (ora lungo 45 km) con l’ampliamento dell’intero percorso da 7 metri di carreggiata a 9 metri. Per la realizzazione di questa soluzione vanno inserite in questa ipotesi la realizzazione di opere d’arte maggiori (viadotti, muri di sostegno) lungo i tratti più difficili per una lunghezza di circa 4 km. Una seconda soluzione prevede un percorso, lungo 40,3 km circa, che abbandona il vecchio tracciato spostandosi più a Nord dove l’orografia appare meno problematica della percorso attuale, sebbene interessata da un’area SIC. La terza soluzione che appare la più breve, con un percorso di 35,3 km, passa più a sud del tracciato esistente ma presenta criticità maggiori dal punto di vista orografico facendo lievitare l’intervento in termini economici e sui tempi di esecuzione.

Questo studio è un momento preliminare e propedeutico all’insieme del processo decisionale e dunque a monte della progettazione vera e propria. La conclusione di questo studio e l’individuazione della soluzione ottimale in termini tecnici ed economici, tra le proposte presentate, sarà  il primo passo per poter sottoporre la fattibilità dell’opera all’attenzione dell’assessorato regionale dei Lavori pubblici e avviare con gli uffici regionali le procedure per poter reperire le risorse necessarie per la sua progettazione esecutiva e quindi per la sua realizzazione.

«L’incontro di oggi – ha detto Pietrino Fois – è emblematico della volontà di condividere e coinvolgere direttamente i territori e le loro comunità nella pianificazione degli interventi che la Provincia intende realizzare nei prossimi anni.»

«La “Pozzomaggiore-Bosa” è un’infrastruttura cruciale – ha ribadito – capace di realizzare, attraverso le sinergie tra costa e interno, quelle condizioni indispensabili per innescare la ripresa dello sviluppo sociale ed economico di questa parte di “Sardegna”, puntando ad esempio all’allungamento della stagione turistica anche attraverso la riscoperta del patrimonio ambientale, storico culturale, delle produzioni agro-alimentari e utilizzando il turismo marino-balneare come leva per lo sviluppo e la promozione delle aree interne. Una opportunità di sviluppo per il territorio del Mejlogu che sta subendo da oltre mezzo secolo un pauroso declino demografico.»

L’importanza strategica dell’assetto viario assume però un significato più ampio, se si pensa che la strada in questione è chiamata a ribaltare isolamento e tendenza allo spopolamento dei centri dell’interno. A prescindere dallo specifico delle opzioni progettuali – la realizzazione di questa nuova viabilità rappresenta un investimento futuro per le popolazione del Mejlogu, soprattutto se si considera il ruolo che il sistema dei trasporti può giocare nelle decisioni delle singole persone, delle famiglie, dei gruppi, relative al “restare” o “partire”. Ecco quindi la necessità di una infrastruttura che può diventare una risposta concreta contro lo spopolamento e l’impoverimento di una parte così importante e preziosa del nostro territorio. Una strada moderna ed efficiente, che sia la porta di accesso alla straordinaria scelta di mete turistiche offerte dalle aree che attraversa.

«Per queste ragioni sono pronto a sostenere con determinazione gli atti e le interlocuzioni necessarie con tutti i soggetti istituzionali, per poter consentire la realizzazione di un’opera da troppo tempo attesa e che rimane sempre attuale nella suo valore strategico.»

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Sono trascorsi quasi tre lustri dalla soppressione dell’Istituto di incremento Ippico della Sardegna decisa nel 2005 dalla Giunta Soru. La scomparsa dell’Istituto, punto di riferimento per allevatori, proprietari, associazioni equestri e semplici appassionati ha lasciato un vuoto di governance con effetti devastanti per l’intero comparto. Uno scenario desolante a leggere i dati: rispetto a dieci anni fa, il numero delle fattrici in produzione è calato di oltre il 60%. I puledri nati in Sardegna del 65%. Nel 2018 in Italia si sono registrate 1100 nascite di cavalli da sella: solo 194 sono state registrate nell’Isola: il 17% del totale contro il 70% di dieci anni fa. Anche la produzione di cavalli anglo arabi ha registrato una severa flessione: nel 2018 su 481 esemplari nati in Italia solo 332 provengono dalla Sardegna che in precedenza vantava il 95% della produzione nazionale.

Per porre rimedio a questa situazione è stata presentata in Consiglio regionale una proposta di riordino del comparto ippico sardo, primo firmatario il capogruppo dei Riformatori sardi Aldo Salaris, da ieri all’attenzione della commissione “Attività Produttive”. Il documento punta a colmare il vuoto operativo lasciato dalla soppressione dell’Istituto di incremento ippico le cui funzioni sono oggi in capo ad Agris. La proposta di legge prevede la creazione di un’Agenzia regionale per lo sviluppo e la valorizzazione ippica (ASVI) con lo scopo di dare a tutti gli operatori un unico interlocutore istituzionale dotato di autonomia gestionale e finanziaria. Sul provvedimento, la commissione presieduta da Piero Maieli (Psd’Az) ha avviato ieri una serie di audizioni con tutti gli operatori del settore (Allevatori, associazioni agricole, associazioni equestri, operatori turistici, università e gestori degli ippodromi). L’ambizioso obiettivo è quello di intervenire in tutti i settori collegati al mondo del cavallo: lo sport, il turismo, la cultura, l’ambiente e la tutela della biodiversità con particolare riguardo alla protezione delle razze autoctone.

La Regione

Ad inaugurare il ciclo di audizioni sono stati l’assessore dell’Agricoltura Gabriella Murgia ed il commissario di Agris Raffaele Cherchi.

L’assessore dell’Agricoltura ha assicurato la massima attenzione dell’esecutivo per il rilancio del settore: «Il comparto è in forte crisi, c’è bisogno di una riforma seria. L’accorpamento delle funzioni dell’ex Istituto di incremento ippico in Agris non ha portato benefici. Bisogna pensare a un nuovo modello di governance». Idea condivisa dal commissario di Agris Raffaele Cherchi: «La Sardegna ha perso la leadership nel settore che aveva conservato fino ai primi anni 2000. Mentre prima esportavamo cavalli oggi li importiamo. I dati fanno riflettere e giustificano l’esigenza di una nuova normativa di riferimento. Occorre sganciare il comparto dall’agricoltura e pensare a un nuovo modello di gestione che contempli le altre attività legate all’allevamento del cavallo (ippoterapia, turismo equestre, educazione ambientale). Senza un riferimento istituzionale chiaro non si potrà mai avere un rilancio del settore».

L’Università

Un cambio di rotta nella gestione del comparto hanno invocato anche i professori universitari Giacomo Rassu (Facoltà di agraria di Sassari) ed Eraldo Sanna Passino (direttore del Dipartimento di medicina veterinaria di Sassari).

Il primo ha espresso qualche dubbio sulla creazione di una nuova Agenzia regionale: « Non so se una nuova struttura possa risolvere i problemi. Occorre prima verificare se quella attuale può essere migliorata. Per farlo bisogna però ragionare su numeri. Oggi purtroppo manca un’analisi seria sui dati». Giacomo Rassu ha poi fornito alcuni suggerimenti da inserire nella proposta di legge: 1) incentivi alle aziende che si uniscono per consentire di fare progetti di investimento a largo raggio; 2) distinguere tra cavalli da corsa e da sella e prevedere dei concorsi specifici; 3) investire sulla formazione degli operatori. Su quest’ultimo punto, Giacomo Rassu ha ricordato che i fantini sardi, ricercatissimi ovunque sono costretti ad andare fuori a frequentare le scuole equestri.

Il professor Eraldo Sanna Passino ha invece suggerito un potenziamento del Comitato ippico al quale la proposta di legge affida solo poteri consultivi: «Un’Agenzia con un direttore generale che decide per tutti non mi sembra la strada giusta – ha detto il responsabile del Dipartimento di veterinaria dell’Università di Sassari – meglio sarebbe prevedere un Comitato di esperti con più poteri. Altrimenti rischiamo di creare un accentramento di funzioni senza controllo».  

Le organizzazioni di categoria

Diversità di vedute sull’Agenzia anche all’interno delle associazioni agricole. Per il direttore di Coldiretti, Luca Saba, è importante definire le responsabilità: «Attualmente c’è un po’ di confusione. La creazione di un’Agenzia consentirebbe di capire, per esempio, quali sono le risorse destinate al comparto. Per evitare un accentramento di poteri nel direttore generale si potrebbe pensare a un Cda snello (massimo tre persone) che opera a titolo gratuito». Contrari, pur con diverse argomentazioni alla creazione di una nuova Agenzia, il direttore di Confagricoltura, Maurizio Onorato, e di Copagri Pietro Tandeddu. Il primo ha espresso forti perplessità sulla istituzione di un nuovo ente: «Mi sembra una scelta azzardata, se si vuole procedere a un riordino complessivo del comparto si chiarisca prima in che direzione si vuole andare». Più netto il giudizio di Pietro Tandeddu: «Non capiamo la riesumazione dell’Istituto di incremento ippico, perché allora non farlo anche per altri enti soppressi come l’Istituto lattiero-caseario o la Stazione sperimentale del sughero? Una nuova agenzia rimetterebbe in discussione la riforma del 2008 che ha fatto ordine riportando unità nella ricerca in agricoltura».

Gestori degli ippodromi e associazioni equestri

Soddisfazione per la volontà del consiglio di procedere a una profonda riforma del settore è stata espressa dai gestori degli ippodromi. Un rilancio del comparto, con un occhio di riguardo allo sport, consentirebbe di creare nuova occupazione. Mediamente la gestione agonistica di un cavallo è capace di creare due posti di lavoro. Oggi in Sardegna ci sono le potenzialità per innescare un circuito virtuoso. «Intervenite sugli allevamenti e le attività sportive – ha detto il direttore dell’Ippodromo di Chilivani Nicola Fois – in Sardegna dobbiamo produrre i cavalli che ci chiede il mercato senza concentrarci su una sola specie. Bisogna uscire dall’equivoco che l’angloarabo sardo sia una razza autoctona». Concetto condiviso dal direttore dell’ippodromo di Villacidro Severino Porcedda che ha aggiunto: «Se la legge individuerà delle risorse per gli ippodromi queste devono essere spese in modo oculato destinandole ad eventi specifici. Serve inoltre una programmazione seria, non si può pensare di continuare a definire il calendario delle corse autunnali nel mese di maggio».

Più attenzione per gli allevatori è stata chiesta da Stefano Ferranti (Anacaad): «Sono gli unici a non avere un tornaconto. Bisogna iniziare a battersi perché le provvidenze della Pac vengano destinate anche alle aziende equine. La legge è utilissima, il cavallo produce economia, serve una normativa chiara ed efficace».

Positivo anche il giudizio di Luciano Steri (Airvaas): «La nostra associazione si occupa dell’organizzazione dei pali durante le sagre paesane riservate agli angloarabi. Ci battiamo da sempre per la valorizzazione di questa specie. Quella dei pali è una tradizione molto sentita in Sardegna. Con un incremento dei finanziamenti potremmo coinvolgere più realtà oggi tenute ai margini per mancanza di risorse».

Turismo

Uno stralcio della parte rivolta al turismo equestre è stata invece chiesta dall’Aste che ha espresso dubbi anche sulla creazione di una nuova agenzia regionale: «La proposta di legge è positiva perché mira ad affrontare in modo organico le problematiche del settore ma occorre fare chiarezza. Mettendo dentro anche il turismo equestre si rischia di fare un minestrone – ha detto il presidente di Aste Salvo Manca – questo comparto ha dinamiche particolari che vanno affrontate in modo specifico altrimenti si rischia un effetto boomerang».    

Secondo l’Aste, occorre guardare con più fiducia ai mercati internazionali: «C’è un grande interesse degli arabi per l’endurance – ha detto il veterinario dell’Aste Mauro Ardu – oltre 500 cavalli sardi sono stati venduti agli Emirati. La nostra è una terra che si presta a questo tipo di disciplina. Per renderci competitivi servono però politiche specifiche di settore che rendano appetibile la nostra offerta».

Al termine delle audizioni il presidente della Commissione Piero Maieli ha invitato i partecipanti a fornire suggerimenti anche per iscritto: «La proposta di legge è aperta. Se vogliamo rilanciare il settore c’è bisogno del contributo di tutti gli operatori – ha detto Piero Maieli – ci sono diverse proposte in campo. Un modo per aiutare gli operatori sardi potrebbe essere quello di prevedere premialità per chi fa nascere, alleva e allena i cavalli in Sardegna. E un investimento mirato per avvenimenti sportivi che coinvolgano questi esemplari. Una legge di settore è attesa da anni. Il cavallo ha una lunghissima tradizione in Sardegna, presente in tantissime feste pagane e religiose. Questa ricchezza può far da volano all’economia. Nostro compito è varare una norma in grado di sprigionare tutte le potenzialità del settore».  

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Sulla paventata chiusura della Scuola di Specializzazione in Cardiologia presso l’AOU di Sassari  è immediato l’intervento del capogruppo in consiglio regionale dei Riformatori Sardi Aldo Salaris che, insieme a Michele Cossa, Giovanni Antonio Satta ed Alfonso Marras, ha presentato una interrogazione al presidente Christian Solinas e all’assessore alla Sanità Mario Nieddu. La richiesta è diretta: «Quali iniziative si intendono intraprendere per evitare la chiusura della scuola».
Salaris interviene su un problema che nasce a fine 2018 con l’andata in pensione del direttore della Cardiologia AOU Pier Franco Terrosu, e che ad oggi è ancora irrisolto tanto da rischiare di diventare emergenza. È tutt’ora in corso una raccolta firme promossa dagli studenti universitari, e gli specializzandi hanno scritto una lettera “aperta” per chiedere la trasformazione in struttura complessa con direzione universitaria del reparto: questa è l’unica soluzione possibile per scongiurare la chiusura della scuola.

«Siamo convinti che il mantenimento della scuola di specializzazione sia una priorità da salvaguardare così come indicato nel protocollo d’intesa tra Regione e aziende universitarie», scrivono i Riformatori sardi che ritengono inoltre sia da potenziare la struttura ospedaliera con mezzi e personale, garantendo così ai pazienti di avere garantiti ed adeguati livelli di assistenza.

 

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Sabato 30 novembre centinaia di amministratori locali, tutti i coordinamenti provinciali e cittadini, tutti gli iscritti e i simpatizzanti del partito, si ritroveranno alla Fiera di Cagliari (sala Tola Sulis) a partire dalle 10.00, per il congresso regionale, occasione per rilanciare le battaglie portate avanti in questi anni in favore dello sviluppo economico della Sardegna.

Nel corso del congresso verrà nominato il coordinatore regionale. Ma l’appuntamento sarà anche l’occasione per parlare delle necessità dei territori e annunciare le iniziative che vedranno la luce nel 2020.

«Oggi più che mai abbiamo il dovere di portare esperienza, spirito propositivo, idee e strategie di sviluppo in una Sardegna che ancora fatica a uscire dal tunnel della crisi», spiega il presidente dei Riformatori sardi, Roberto Frongia.

«I Riformatori sardi sono pronti a continuare l’azione incisiva che ha caratterizzato il partito in tutti questi anni, con battaglie portate avanti nell’interesse dei sardi e della Sardegna. Oggi stiamo combattendo per portare a casa la madre di tutte le battaglie, quella per il riconoscimento del principio di insularità in Costituzione e siamo pronti ad andare fino in fondo.»

Secondo il coordinatore regionale Aldo Salaris «i Riformatori sardi oggi sono il simbolo di un partito giovane, presente, in forza, capace di valorizzare i singoli e pronto a farsi portavoce dei bisogni delle comunità. Siamo (e lo saremo ancora di più nei prossimi anni) protagonisti del futuro della Sardegna, pronti a indirizzare le scelte e sostenere la crescita della nostra Isola con politiche di sviluppo serie e lungimiranti»”.

Sulla stessa linea il commento dei consiglieri regionali dei Riformatori sardi Michele Cossa, Alfonso Marras, Giovanni Antonio Satta: «È compito della politica essere punto di riferimento dei territori agendo con spirito di servizio nell’interesse dello sviluppo socio-economico della Sardegna. Ci aspettano sfide importanti e come partito siamo pronti ad affrontarle, puntando su una classe dirigente che sta crescendo e prendendo forma sulla base di principi e ideali sani e improntati alla crescita della nostra Isola».

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Il consigliere regionale dei Riformatori sardi Aldo Salaris, ha partecipato questa mattina, insieme all’assessore dei Lavori pubblici, Roberto Frongia, al sopralluogo presso la diga di Monte Lerno a Pattada, alla presenza, tra gli altri, dei rappresentanti del Consorzio di bonifica del Nord Sardegna e di Enas.
«Oggi l’acqua è una risorsa importantissima e se da un lato non possiamo permetterci di sprecarla, dall’altro dobbiamo porre in essere tutti i rimedi affinché le opere idrauliche di cui disponiamo siano una risorsa, non un ostacolo allo sviluppo dei territori.»
«Ho sollecitato le azioni di messa in sicurezza dell’infrastruttura perché conosco da vicino le necessità dei Comuni e del territorio fornito dalla diga. Oggi registro la volontà della Regione di andare quanto più possibile incontro alle necessità della popolazione e dei soggetti coinvolti nella gestione e fruizione del bene acqua. L’avvio del bando di progettazione per la messa in sicurezza della diga, cui seguirà l’avvio dei lavori – ha concluso Aldo Salaris -, consentirà finalmente di porre rimedio alla situazione.»

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La commissione Trasporti presieduta da Giuseppe Talanas (Forza italia) ha sentito l’assessore Giorgio Todde e l’amministratore unico di Arst Chicco Porcu, sulle problematiche dei trasporti nel territorio sassarese, con particolare riferimento alla metropolitana di superficie “Sirio”, bloccata per un incidente dal 26 giugno scorso.

Nella seduta, originariamente convocata per le 10.00 ma rinviata alle 13.00 per la mancanza del numero legale ed un concomitante impegno dell’ing. Chicco Porcu, la capogruppo del M5S Desirè Manca ha posto tre precisi quesiti, chiedendo sia le motivazioni del blocco di “Sirio” che della soppressione della linea ferroviaria Sassari-Nulvi, oltre a sollecitare informazioni sui progetti riguardanti i collegamenti su ferro fra la città di Sassari, il suo hinterland e l’aeroporto di Alghero.

Per quanto riguarda la metropolitana di superficie l’ing. Felice Mulas, tecnico Arst che ha seguito la vicenda, ha spiegato che il danneggiamento di circa 300 metri della “linea di contatto” al servizio della tramvia ha richiesto, oltre ad un lungo lavoro di progettazione, l’individuazione di un’impresa in grado di fornire i materiali richiesti e metterli in opera (cosa non facile su un tracciato risalente al 2005). Dopo la realizzazione degli interventi ed il collaudo, ha comunque assicurato Mulas, il servizio dovrebbe riprendere entro il prossimo mese di gennaio.

Sul collegamento fra Sassari e l’aeroporto di Alghero, ha riferito direttamente l’amministratore unico di Arst.

Chicco Porcu, in particolare, ha ricordato che l’azienda è in possesso di uno studio di fattibilità che ipotizza una serie di soluzioni, alcune delle quali inseriscono nel tracciato anche parti dell’area urbana di Alghero. Al di là dello studio, che metterò a disposizione della commissione, Porcu ha però precisato che l’Arst al momento non ha ricevuto nessun incarico e che, come società in house della Regione, ha comunque tutto ciò che serve sia per la progettazione che per la realizzazione dell’opera attraverso un appalto integrato. Affrontando il problema dei costi, l’amministratore di Arst ha affermato che possono variare, orientativamente, dai 7 ai 10 milioni e kilometro a seconda del tracciato prescelto.

Successivamente, l’ing. Chicco Porcu ha garantito che, sull’estensione del tracciato della metropolitana di Sassari, non c’è alcun problema da parte di Arst. Piuttosto, ha osservato, ci sono state sottoposte dalle diverse amministrazioni comunali varianti molto diverse e noi abbiamo bisogno di un indirizzo chiaro perché nel dicembre 2021 scade il termine dell’obbligazione vincolante per l’impiego dei fondi e le sole procedure di gara, richiedono circa un anno di tempo, per cui occorre arrivare presto ad una scelta definitiva.

Sulla Sassari-Nulvi, Chicco Porcu ha ricordato che circa 15 anni fa la linea venne declassata da trasporto pubblico locale a turistica, in quanto parte di quella che arriva fino a Palau. Sulla linea, ha annunciato, pur non avendola contrattualmente in carico, abbiamo programmato alcuni lavori che andranno in appalto entro l’anno.

A novembre, ha detto in conclusione Chicco Porcu, dovrebbe essere ripristinato anche l’ultimo tratto della ferrovia Sassari-Alghero, chiusa a suo giudizio con eccessiva rigidità a cavallo del passaggio di competenze fra gli enti incaricati dei controlli di sicurezza.

Nel dibattito hanno preso la parola diversi consiglieri regionali: Giuseppe Piu e Maria Laura Orrù dei Progressisti, Franco Mula del Psd’Az, Dario Giagoni della Lega e Aldo Salaris dei Riformatori sardi.

L’assessore dei Trasporti Giorgio Todde, nelle conclusioni, ha sostenuto la necessità di una riforma complessiva del trasporto pubblico locale, un contesto oggi molto complesso ed in molti casi superato. Stiamo lavorando ad un disegno di legge, ha poi annunciato, tenendo presente anche quanto è stato prodotto nella precedente legislatura, condivisibile in alcuni punti.

Tuttavia, ha proseguito, nell’attuale fase di transizione non possiamo ignorare le emergenze del settore e per questo chiederò in sede di legge di stabilità un “extra budget” per dare risposta ai problemi più urgenti.

Riferendosi allo sviluppo del metro di superficie a Sassari, Giorgio Todde ha auspicato, anche sulla base di un recente incontro a Sassari per l’entrata in servizio di nuovi autobus dell’Arst, di poter sbloccare al più presto le risorse disponibili con l’intesa di tutte le parti interessate, per realizzare un progetto moderno ed efficiente al servizio dei cittadini.

Tutela dell’ambiente e salvaguardia del territorio: la Sardegna deve diventare plastic free, con il divieto di utilizzo di prodotti di plastica monouso nelle mense e negli uffici pubblici della Sardegna dal 1° gennaio 2022. E’ quanto previsto dalla Proposta di legge n. 49 “Norme in materia di riduzione dell’impatto dei prodotti di plastica sull’ambiente”, presentata dal gruppo dei Riformatori sardi in Consiglio regionale. Il testo di legge, primo firmatario Michele Cossa, composto da dieci articoli, prevede il divieto assoluto di utilizzo della plastica monouso nelle manifestazioni e nelle sagre organizzate o, comunque, sostenute dalla Regione o da enti ad essa collegati, nei parchi, nelle aree marine protette e nelle spiagge del demanio regionale. L’inosservanza di tali disposizione comporterebbe una sanzione da 50 a 2mila euro. Sono inoltre previste azioni di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei giovanissimi attraverso la collaborazione con le scuole. La proposta di legge ha anche l’obiettivo di incentivare l’uso alimentare dell’acqua pubblica, favorendo l’istallazione in tutti i Comuni di uno o più punti di distribuzione di acqua, fornita gratuitamente o a prezzo simbolico. “La proposta di legge sostiene anche la ricerca e la produzione di materiali innovativi e sostenibili e avrà una dotazione annua di 5 milioni di euro”, ha affermato il capogruppo dei Riformatori sardi, Michele Cossa. “Con questa proposta di legge per la prima volta la Regione si schiera così a favore di un futuro sostenibile e rispettoso nei confronti dell’ambiente e delle generazioni future”. Cossa ha evidenziato che “l’impiego della plastica in tutti i settori ha dato un contributo molto importante al progresso e al miglioramento delle condizioni di vita dell’umanità, ma negli ultimi 50 anni la situazione è sfuggita di mano”. “La necessità di ridurre la plastica acquista, dunque, un’importanza particolare per la nostra regione – ha continuato Michele Cossa – perché l’accumulo danneggia attività economiche importanti come il turismo, la pesca, il trasporto marittimo. Ora bisogna muoversi per agevolare una transizione verso un’economia circolare”. Ci sono già in Sardegna esempi virtuosi come quello della Pro Loco di Sestu, che già da dieci anni, ha spiegato il presidente Mario Ziulu, utilizza soltanto materiali biodegradabili monouso, nonostante l’elevato costo, e comuni come Arzachena, ma anche Cagliari e Quartu, che hanno avviato politiche di salvaguardia dell’ambiente attraverso l’eliminazione graduale degli oggetti monouso di plastica. “Vogliamo creare l’Isola verde del Mediterraneo”, ha detto l’assessore regionale dell’Ambiente, Gianni Lampis, sottolineando che spetta alla Regione creare un forte collegamento tra le politiche di sviluppo e quelle ambientali. Oggi la Sardegna è al 7° posto in Italia per la raccolta differenziata, ha continuato l’assessore, che si aggira intorno al 65 per cento. “Poniamoci l’obiettivo di arrivare al 70 per cento entro il 2020”, ha detto Gianni Lampis. Per l’assessore bisogna partire dalla sensibilizzazione delle nuove generazioni, e quindi dagli istituti scolastici, ma anche dalle amministrazioni comunali e dai centri di educazione ambientale. Per il consigliere regionale dei Riformatori, Aldo Salaris, è importante coinvolgere anche il mondo della Sanità e sensibilizzare il settore turistico, ampliando il divieto di utilizzo della plastica monouso non biodegradabile anche agli eventi e alle manifestazioni. “E’ una sfida importante”, ha affermato Maria Laura Orrù (Progressisti), prima firmataria dell’ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio regionale “sulla minimizzazione, sul territorio regionale, dei rifiuti in plastica monouso non biodegradabili e la conseguente riduzione dell’impatto ambientale”. “Dobbiamo avere tanto coraggio, portiamo subito la proposta di legge in commissione, e iniziamo quel percorso impegnativo di coinvolgimento dei portatori di interesse, dei comuni, della scuola e di chi opera nello smaltimento dei rifiuti”, ha affermato Maria Laura Orrù, esprimendo anche soddisfazione per la firma del decreto da parte del presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, che dal 1° gennaio 2020 prevede il divieto di utilizzare nel Palazzo materiali monouso in plastica non biodegradabile. Massima condivisione per gli obiettivi della proposta di legge dei Riformatori sardi da parte del capogruppo di Fratelli d’Italia, Francesco Mura: “E’ un tema che va al di là dei colori politici e che è dovuto alla nostra terra”.