Ignazio Locci: «Le misure contro lo spopolamento funzionano? Diteci i numeri. E, soprattutto, si destini parte del Fondo Unico a favore del piccolo commercio»
«Le misure contro lo spopolamento promosse dalla Regione Sardegna a guida Solinas, funzionano? Quali sono i numeri che ci dicono quanto siano state utili fino a oggi? Perché sappiamo per certo che la Camera di Commercio gestisce una quantità importante di milioni di euro per attuare una serie di strumenti atti a contrastare il fenomeno dello spopolamento ma, considerate le cifre del continuo calo demografico e della crescente denatalità, sarebbe opportuno capire se hanno ancora senso o se forse è il caso di valutare strade alternative.»
Il sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci, interviene sul tema dello spopolamento, argomento di vecchia data in Sardegna – che tuttavia riguarda ogni comune italiano e più in generale il continente europeo, se ci si attiene all’indice della natalità – facendo un appello alla presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde e all’assessore all’Artigianato, Commercio e Turismo Franco Cuccureddu, affinché si proceda a un’analisi ancora più attenta del fenomeno e alla verifiche delle misure attualmente in vigore, al fine di capire se sia opportuno cambiare registro. Tra gli obiettivi delle misure annunciate dalla Regione Sardegna nel 2022, infatti, figuravano: incentivare i residenti a non abbandonare il territorio e rilanciare economia e consumi attraverso un approccio che coniuga interventi di tipo infrastrutturale con interventi a sostegno dei servizi sociali e alla persona, nonché azioni ad hoc finalizzate ad incrementare le opportunità lavorative, anche attraverso la creazione di nuova impresa. «Tutti presupposti validi e meritevoli – aggiunge Ignazio Locci – ma qual è stato il ritorno reale?».
Il sindaco del comune di Sant’Antioco, come ogni primo cittadino, fa i conti con una curva che segna un calo demografico costante, cui si sommano la denatalità e, in termini economici, anche le cosiddette “serrande abbassate”, un triste fenomeno che non lascia indenne nemmeno Sant’Antioco, benché cittadina turistica che, se durante l’estate produce numeri costantemente in crescita e picchi di prodotto interno lordo non indifferenti, a conclusione della stagione turistica fa i conti con attività commerciali che faticano a restare in piedi, strozzate dagli aumenti del costo dell’energia elettrica e delle materie prime, che si sommano ai tributi comunali, come Imu e Tari.
«Io credo che la soluzione sia a portata di mano – conclude Ignazio Locci – conosco molto bene i problemi che vive il commercio della mia città, e presumo siano gli stessi che riguardano anche quello delle restanti comunità sarde, e sono convinto che la Regione Sardegna, in vista di un probabile aumento del Fondo Unico da destinare agli Enti locali, debba riservarne una fetta a favore del piccolo commercio, per quelle vetrine che faticano a rimanere accese. Ma non solo: occorre che dica quanto intende investire, perché sappiamo bene che i commercianti hanno bisogno di aiuto per pagare Imu, Tari ed energia elettrica. Questo è un intervento concreto che si può e si deve fare. Mi appello alla Presidente Alessandra Todde e all’assessore Franco Cuccureddu affinché valutino seriamente di investire risorse del Fondo Unico per le misure di sostegno, piuttosto che misure spot che, come abbiamo visto in passato, lasciano cittadini e commercianti con un pugno di mosche in mano.»