23 December, 2024
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«Dopo uno stallo durato oltre otto anni, finalmente è stato firmato – tra l’azienda italo-svizzera Sider Alloys e Enel – l’accordo sul prezzo dell’energia. Questo traguardo, frutto di un lavoro costante e sottotraccia durato mesi, consentirà di procedere con la ripresa delle attività produttive di questo stabilimento strategico.»
Lo scrive, in una nota, Alessandra Todde, sottosegretario di Stato del ministero dello Sviluppo economico. 

«Martedì 28 luglio ho convocato, per le ore 11.00, il vertice ministeriale direttamente allo stabilimento di Portovesme, per esaminare le tempistiche necessarie alla presentazione del nuovo piano industriale. All’incontro sono stati invitati l’azienda, la Regione, Invitalia, rappresentanti delle Istituzioni locali e le organizzazioni sindacali», conclude Alessandra Todde. 

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«Con la firma per l’accordo fra Enel e SiderAlloys per la fornitura dell’energia è stato raggiunto un obiettivo fondamentale per il progetto di riavvio dello smelter di Portovesme. Un risultato ottenuto grazie alle iniziative dei lavoratori dell’ex Alcoa, che credono e combattono da anni nella ripartenza della fabbrica dell’alluminio, e della sottosegretaria Alessandra Todde che ha creato le condizioni ed i presupposti per favorire l’intesa. Un’intesa che rende sostenibile il business plan per il ritorno alla produzione di alluminio primario in Italia. Adesso non c’è tempo da perdere, bisogna confrontarsi al tavolo ministeriale sul piano industriale per fissare la tempistica per la conclusione dei lavori di revamping, il riassorbimento della restante parte dei lavoratori e riavviare la produzione di alluminio.»
Lo ha detto stamane Guglielmo Gambardella, coordinatore nazionale Uilm del settore siderurgico. «Ci auguriamosottolinea Guglielmo Gambardella – che Sider Alloys sia già in grado di realizzare il progetto di rilancio con una struttura tecnica adeguata alla complessità dell’opera e sarà compito del MiSE verificarne le condizioni. Esprimiamo soddisfazione per il risultato odierno con la consapevolezza che si tratti solo di una prima ma importantissima tappa di un lungo percorso. Restiamo prudenticonclude Guglielmo Gambardellala strada che porta alla realizzazione del progetto è ancora lunga e non è escluso che ci possano essere ancora altre sorprese, come purtroppo ci ha insegnato questa sofferta vertenza. Ma noi continueremo a vigilare.»

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E’ stato firmato stamane, l’accordo sul prezzo dell’energia tra Enel e Sider Alloys.

«E’ un traguardo di fondamentale importanza che consentirà di procedere celermente con la ripresa delle attività produttive del sito di Portovesme. E’ questo il risultato di un lavoro costante portato avanti in questi mesi dal Governo e in particolare dal MiSE per superare uno stallo che durava da oltre otto anni.»

Lo afferma Alessandra Todde, sottosegretaria dello Sviluppo economico con deleghe all’energia e alle crisi industriali.

«I lavoratori di Sider Alloysaggiunge Alessandra Toddehanno vissuto in questi anni una situazione difficilissima, compiendo sforzi enormi. Per questo ho sempre fatto presente all’azienda e ad Invitalia che tali sforzi dovevano essere concretizzati nel più breve tempo possibile, così da chiudere finalmente una vertenza lunga e complessa. Ecco perché ho fatto della risoluzione della storica vertenza una mia assoluta priorità.»

L’intesa sottoscritta oggi prevede, infatti, che Enel riconosca a Sider Alloys un contratto di fornitura energetica di 5 anni più altri 5 ad un prezzo competitivo. Si tratta del tassello decisivo che consentirà al gruppo italo-svizzero di definire e presentare al più presto il piano industriale dello stabilimento di Portovesme.

«Nel corso di questi mesi sottolinea Alessandra Toddetutte le istituzioni coinvolte hanno supportato al massimo l’azienda, al fine di riavviare la produzione e garantire la ripartenza dell’attività produttiva. Il MiSE ha affiancato Sider Alloys e Invitalia risolvendo i nodi che potevano costituire un problema alla ripartenza del sito industriale, tra cui il costo dell’energia. Quindi, è stato possibile siglare il contratto di fornitura essendo stato sciolto il nodo della garanzia sul prezzo dell’energia. A questo si aggiunge la proroga dei lavoratori a termine e la mobilità in deroga. L’azienda si potrà adesso concentrare sulla realizzazione del piano industriale che ha promesso al territorio del Sulcis Iglesiente e agli ex lavoratori Alcoa», conclude la sottosegretaria del Mise.

Il Mise convocherà nei prossimamente il tavolo, per definire i prossimi obiettivi industriali per garantire la ripartenza.

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«Esprimo la solidarietà personale e del ministero della Difesa ai lavoratori della RWM di Domusnovas, 80 dei quali stanno vivendo un’estate drammatica a causa del mancato rinnovo del loro contratto di lavoro mentre altri 90 saranno posti in cassa integrazione a partire dal primo agosto. Tutto questo in una regione già caratterizzata da scarse opportunità di lavoro, acuite peraltro dall’attuale emergenza sanitaria. Una situazione difficile verso la quale la Difesa è intervenuta nelle diverse sedi, anche comunitarie, per ricercare soluzioni a salvaguardia di questa importante realtà produttiva.»
Lo ha detto oggi il sottosegretario di Stato della Difesa, Giulio Calvisi, in merito al mancato rinnovo contrattuale, annunciato dall’azienda, a circa 80 lavoratori.
«Nei prossimi giorni incontrerò i vertici aziendali, le rappresentanze sindacali e i sindacati per studiare insieme possibili soluzioni. Lavorerò anche con altri rappresentanti del Governo e, in particolare, con la collega Alessandra Todde, sSottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, per individuare misure a tutela e a salvaguardia dei lavoratori e delle loro famiglie», ha concluso il sottosegretario Giulio Calvisi.

 

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«La Regione è impegnata attivamente nel raggiungere l’obiettivo della proroga di sei mesi della cassa integrazione ai lavoratori del Porto Canale. L’incontro odierno è stato positivo e tutti i partecipanti hanno dato il proprio contributo per dare delle prospettive concrete a un risultato che riteniamo importantissimo. Dal ministero dello Sviluppo economico abbiamo riscontrato la volontà di utilizzare il Fondo salva imprese e la cassa integrazione speciale ai sensi del decreto Genova e riteniamo si stia andando nella direzione giusta.»
Sono queste le parole pronunciate dall’assessora regionale al Lavoro, Alessandra Zedda, che oggi ha partecipato a un incontro, in videoconferenza, per discutere il futuro dei 200 lavoratori del Porto Canale.
Erano presenti anche Alessandra Todde, sottosegretaria del ministero dello Sviluppo economico, i dirigenti del ministero del Lavoro, i rappresentanti del ministro per il Sud, le sigle sindacali, l’Autorità di Sistema e i rappresentanti della Cagliari International Container Terminal, società del gruppo Contship ed ex-concessionaria del Porto Canale.
«La proroga degli ammortizzatori di fatto cristallizza le procedure di licenziamento, pur mantenendone l’efficacia. Le soluzioni proposte ha aggiunto Alessandra Zeddae l’ipotesi di allungare i tempi di liquidazione dovranno trovare la disponibilità della società terminalista, che si è riservata la possibilità di decidere con i propri azionisti. In questa fase, in attesa che si chiudano le procedure delle manifestazioni di interesse per l’individuazione di una nuova gestione, garantire la tutela dei lavoratori è di rilevanza strategica. Continueremo a lavorare nella direzione segnata, con responsabilità e spirito costruttivo – ha concluso Alessandra Zedda -, nella massima collaborazione fra le istituzioni. Crediamo fermamente nelle potenzialità dello scalo che per la Sardegna significano opportunità di sviluppo e lavoro irrinunciabili.»
2 allegati

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Superata la fase più acuta dell’emergenza Coronavirus, torna d’attualità il tema della metanizzazione dell’Isola e della scadenza del 2025 per il phase out dal carbone nell’alimentazione delle centrali elettriche Grazia Deledda di Portovesme e Fiumesanto.

«La politica regionale intervenga decisamente affinché non si verifichi l’ennesimo scippo ai danni della Sardegna Pierluigi Loi lo chiede con forza a proposito del “Tyrrhenian Link”, il cavo di collegamento elettrico fra Sicilia e Sardegna che Terna realizzerà entro il 2025 e che potrebbe penalizzare i circa mille lavoratori che gravitano nel comparto energia in Sardegna. La UILTEC Sardegna denuncia il silenzio delle istituzioni isolani sui temi dello sviluppo energetico a pochi anni dal phase out dal carbone, previsto nel 2025, che rischia di rappresentare una mannaia per l’economia sarda e soprattutto per il settore industriale dell’isola.

«Lo sviluppo energetico è un tema strategico e vitale per la nostra isolascrive il segretario generale della Uiltec Sardegna Pierluigi Loi -. Un argomento delicato che fino a cinque mesi fa trovava spazio e priorità nell’agenda della politica regionale e nazionale. Da essa, infatti, dipende il destino dell’arrivo del metano in Sardegna, la conseguente realizzazione della dorsale ed il futuro delle due centrali elettriche sarde in relazione all’imminente phase out dal carbone del Paese, prevista anch’essa nel 2025.»

«Inspiegabilmente ed ingiustificatamenteevidenzia il segretario regionale Uiltec Sardegna su tali temi è calato il più totale silenzio, a tal punto che lascia sgomenti il fatto che non si prenda più in considerazione il fattore tempo, che impone nel 2025 una verosimile ghigliottina per l’economia del nostro territorio e nello specifico per l’intero settore industriale isolano. L’ultimo segnale governativo palesato nell’incontro al Mise a fine gennaio, tramite la sottosegretaria Alessandra Todde, tendeva ad una visione attendista e confusionaria, la quale escludeva l’arrivo del nuovo combustibile nella nostra Regione. L’8 aprile, come se non bastasse, Terna ha confermato il suo nuovo Piano di sviluppo 2020 da oltre 14 miliardi, dichiarando prossima la realizzazione del “Tyrrhenian Link”, il cavo di collegamento elettrico fra Sicilia e Sardegna.»

«Apparentemente parrebbe un importante investimento realizzato da un player strategico nazionale, ma per capire al meglio le ripercussioni che tale opera avrebbe sulla nostra regione sarebbe opportuno porsi alcune semplici domandesottolinea Pierluigi Loi -:

  • A chi giova tale infrastruttura?
  • Che ripercussioni avrà sullo sviluppo complessivo della nostra isola?
  • Con quale energia verranno alimentati i poli industriali sardi?
  • Quanto costa e, soprattutto, chi pagherà l’infrastruttura se non le bollette dei cittadini?

Il “Tyrrhenian Link” costerà 3,7 miliardi di euro, entrerà in esercizio entro il 2025 e collegherà elettricamente la Sicilia con la Sardegna.»

«Ma vi è un punto sul quale focalizzare l’attenzione evidenzia Pierluigi Loi -. Le due isole partono da una condizione energetica diversa e distante: mentre in Sardegna le due centrali di proprietà Ep ed Enel sono alimentate a carbone (si è in attesa che la classe politica prenda una posizione chiara, univoca e celere sul post-decarbonizzazione con l’inquietante incognita dell’assenza del metano), la Sicilia si sta apprestando a riconvertire le sue centrali attraverso l’uso del metano. Se a questa semplice constatazione si somma l’insediamento del prossimo cavo Terna, si può prendere atto che la Sardegna possa ricoprire fra qualche anno, in campo energetico, il ruolo di regolatore della produzione energetica altrui, con il rischio reale di una fermata definitiva delle due centrali sarde.»

«Tutto questo a discapito dei quasi 1.000 lavoratori diretti e indiretti, delle aziende che come Ep hanno già messo in campo idee progettuali concrete per una riconversione a biomasse e di un intero territorio che sarebbe totalmente dipendente da terzi dal punto di vista energetico. Se poi si considera il fatto che il cavo terna costerebbe quasi il doppio rispetto alla dorsale, e che il costo del progetto avrebbe importanti ricadute sulle bollette degli utenti, a chi gioverebbe l’infrastruttura Terna? Non certo alla Sardegna e ai sardi che da questo progetto avrebbero solo da perdere conclude Pierluigi Loi -. Per questo motivo, come UILTEC SARDEGNA, chiediamo con forza e determinazione che la politica regionale intervenga decisamente affinché non si verifichi l’ennesimo scippo ai danni della nostra Regione.»

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«In attesa della definizione della vertenza che porterà al rilancio produttivo dell’azienda, è stato trovato lo strumento che consente il rinnovo dei contratti a tempo determinato e la possibilità di proroga della cassa integrazione dei lavoratori fino al 31 agosto 2020.»

Lo ha detto l’assessore regionale del Lavoro, Alessandra Zedda, al termine di un incontro che si è tenuto oggi in videoconferenza sulla vertenza Sider Alloys, convocato dal sottosegretario del ministero dello Sviluppo Economico, Alessandra Todde, al quale hanno partecipato l’assessore regionale dell’Industria, Anita Pili, i rappresentanti dei lavoratori e l’amministratore della società.

Nel corso dell’incontro, è emersa la conferma da parte dell’azienda di definire gli ultimi passaggi per l’ottenimento della garanzia necessaria alla sottoscrizione del contratto per la fornitura dell’energia, sul quale è stato espresso ottimismo verso una conclusione favorevole.

«Con l’impegno dell’azienda a firmare il contratto di fornitura di energia con Enel si potrà finalmente attuare il piano industriale previsto per il sito, nonché di riavviare in tempi brevi le attività di revamping e di procedere con il conseguente ricollocamento dei lavoratori», ha detto l’assessore Anita Pili che ha evidenziato «la totale sinergia degli Assessorati dell’Industria e del Lavoro, affinché la vertenza Sider Alloys possa arrivare a una risoluzione positiva.»

«Nel frattempoha aggiunto l’assessore al Lavoroabbiamo chiesto con forza di dare immediato avvio alla procedura di una integrazione al reddito per i lavoratori arrivati alla quarta proroga e che attualmente beneficiano di un sostegno economico al di sotto della soglia di povertà.»

«Abbiamo sempre ritenuto che si trattasse di un polo industriale strategico, non solo per tutta la Penisola, ma per l’intera Europahanno concluso gli assessori Alessandra Zedda ed Anita Pili -. L’impegno della Regione è stato fin da subito quello di salvaguardare l’occupazione e di scongiurare la chiusura dell’azienda, prevedendo un piano di ristrutturazione globale per consentire la ripresa di un presidio industriale di primaria importanza.»

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I tre portavoce del Comitato Porto Solky, Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau, hanno inviato ieri pomeriggio una richiesta di convocazione degli Enti interessati al Piano Sulcis per la presentazione delle proposte di rimodulazione dei finanziamenti derivanti dalla bocciatura del progetto per la realizzazione del Nuovo Ponte di Sant’Antioco, riguardanti la viabilità del Sulcis e la pianificazione per il porto di Sant’Antioco.

«Il Comitato Porto Solky ha inviato le schede tecniche del CIREM per le proposte di rimodulazione dei 57,5 milioni di euro che saranno disponibili dalla mancata realizzazione del Nuovo Ponte. Si punta sugli investimenti nel Porto di Sant’Antioco, sulla viabilità di tutto il Sulcis: circonvallazione per Calasetta e riqualificazione di SS 126, SP 75 e SS 293 – si legge in una nota -. Martedì 9 giugno il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha inviato l’ennesima comunicazione che conferma l’irremovibile rigetto in merito alla realizzazione del Nuovo Ponte di Sant’Antioco e invita gli Enti a presentare nuovi progetti per la viabilità strategica del territorio. Tale informativa ribadisce per l’ennesima volta, a chi non si è ancora rassegnato all’evidenza, la sonora bocciatura del mega viadotto di 2 km dal costo di 57,5 milioni di euro.»

«Ricordiamo che questa vittoria che resterà alla storia è potuta avvenire grazie alla presa di posizione unanime dei Sindaci del Sulcis che, accettando l’invito del Comitato Porto Solky, recentemente avevano costituito il granitico fronte del NO, condividendo le Osservazioni Tecniche del Comitato che hanno dimostrato l’assoluta inutilità del progetto Anas in quanto privo di valenza strategica la ripresa socioeconomica del Sulcis Iglesiente aggiunge la nota del Comitato Porto Solky -. In assenza del fronte unico si sarebbe rischiato di sperperare 57,5 milioni di euro del Piano Sulcis in quanto l’Anas aveva chiesto l’applicazione degli articoli di legge per la quale, a fronte di un progetto strategico, l’opposizione del solo Comune di Sant’Antioco sarebbe stata inutile.»

«I Sindaci del Piano Sulcis, legittimati ad indirizzare i finanziamenti, hanno già deciso: si deve perseguire lo sviluppo della Nautica nel territorio e la riqualificazione della viabilità di tutto il Sulcis – concludono Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau -. D’altronde quei finanziamenti sono il frutto delle battaglie del 2012 che rivendicavano una nuova opportunità di ripresa socioeconomica della provincia più povera d’Italia.»

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«Alcune settimane faspiega Alessandra Toddesono venuta a conoscenza del problema, ho chiamato immediatamente i rappresentanti dei lavoratori, confrontandomi con loro e cercando di capire quali fossero le problematiche, e mi sono fatta portavoce delle loro difficoltà sia all’INPS che al ministero del Lavoro. Queste costanti interlocuzioni, con tutte le parti coinvolte, hanno permesso di inserire, non solo nel decreto Rilancio, una consistente parte di lavoratori stagionali rimasti esclusi dagli altri interventi.»
Tra le categorie coperte rientrano tutti gli stagionali e i lavoratori intermittenti impiegati per trenta giorni tra il 1° gennaio 2019 e il 31 gennaio 2020, i lavoratori autonomi privi di partita Iva titolari di contatti tra il 1° gennaio 2019 e il 23 febbraio 2020, e i lavoratori incaricati di vendite a domicilio. Il documento completo è consultabile a questo indirizzo: https://bit.ly/3fV8bKe
«Ora il nostro impegno continua per dare certezza a tutti i lavoratori stagionali e del settore turismo che non risultano ancora coperti», aggiunge Alessandra Todde.
«La scorsa settimana, infatti, sono stata nuovamente ricontattata dalle lavoratrici e dai lavoratori del settore, che hanno denunciato l’assenza di alcuni codici Uniemens (D-I per la precisione), dal testo del decreto. In questo modo, un’importante parte dei lavoratori rimane esclusa da ogni tipo di supporto economico necessario a causa dell’emergenza coronavirus. Infatti, l’ambito applicativo del decreto Rilancio, che fa riferimento al settore degli stagionali, inserirebbe tra le categorie meritevoli di supporto esclusivamente le tipologie contrattuali con dicitura Uniemens S-T-G.»
«Per questosottolinea la sottosegretariami sono impegnata a capire come gestire queste problematiche, in parte legate anche alla registrazione dei loro contratti da parte dei datori di lavoro, confrontandomi nuovamente con le varie parti e cercando, nel più breve tempo possibile, una soluzione concreta. L’obiettivo è quello di estendere il bonus di aprile e maggio anche per le tipologie contrattuali a tempo determinato e indeterminato (a scadenza stagionale). La ministra del Lavoro Nunzia Catalfo ha già chiarito come il Governo stia affrontando il problema, confermando l’impegno per la risoluzione.»
«Stiamo dimostrando con i fatti che portare avanti un’idea di politica al servizio del cittadino, è la strada migliore per cambiare il nostro Paese», conclude Alessandra Todde.

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«Una novità importante contenuta nel decreto Rilancio: le 9 nuove settimane di Cassa integrazione in deroga non saranno più gestite dalle Regioni ma direttamente dall’INPS, il quale potrà – su richiesta – anticipare al momento della domanda fino al 40% dell’importo della Cig in deroga.»
Lo ha scritto stamane la sottosegretaria del ministero dello Sviluppo economico, Alessandra Todde, in un post pubblicato su Facebook. 
«Dopo una settimana dall’ultimo aggiornamento, l’INPS ha finalmente aggiornato i dati Regione per Regione ha aggiunto Alessandra Todde -. Ho aspettato venisse pubblicato il documento riepilogativo, come sempre ho fatto, prima di prendere nuovamente parola sul tema. Come già ribadito dal mio primo post, i dati in allegato sono certificati dall’Istituto e sono ufficiali. Inoltre, la procedura per la Cig in deroga è identica in tutta Italia e non è differenziata per Regione.»
«In Sardegna, l’INPS dichiara di aver ricevuto 7.046 domande dalla Regione, per circa 15.135 potenziali beneficiari. Le domande autorizzate dall’Istituto sono 5.916, mentre quelle pagate risultano soltanto 818 per un totale di 1.464 beneficiari. In Sicilia, che assieme alla Sardegna è stata tra le ultime Regioni a spedire il primo flusso di domande all’INPS lo scorso 23 aprile, i numeri condivisi dall’Istituto parlano di 14.046 domande inviate, 12.950 autorizzate e 4.463 pagate. Abbiamo richiesto all’INPSha concluso Alessandra Toddeun aggiornamento più recente in modo da poter monitorare sia le domande ricevute sia i pagamenti, lavorando insieme alle parti coinvolte per cercare ancora una volta di accelerare i tempi.»