22 December, 2024
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Nonostante il paragrafo 1.1.7. dell’Atto aziendale del Sulcis Iglesiente, definito “Verso l’Ospedale Unico”, reciti che: «In riferimento all’art. 42 della LR 24/2020, è prevista la realizzazione di un Ospedale Unico per il territorio del Sulcis Iglesiente, la cui progettazione potrà prendere avvio solo in seguito all’approvazione di specifica delibera da parte della Giunta Regionale», nulla è stato fatto a tutt’oggi.
Ogni processo di trasformazione che coinvolga un ospedale risulta di particolare complessità. Gli ospedali, oltre ad assolvere alle specifiche funzioni sanitarie, svolgono, infatti, un ruolo più ampio nei confronti delle comunità locali, non solo economico (quale volano occupazionale o di sviluppo economico locale), ma anche di tipo simbolico. Le modifiche che comportano la “chiusura” degli ospedali o, semplicemente, la dismissione di alcuni servizi, sono notoriamente controverse per le forti opposizioni delle comunità locali e, anche, di molti operatori delle aziende. I dibattiti e i contrasti che accompagnano tali scelte facilmente si spostano dal piano degli effetti reali sul sistema di offerta dei servizi ai cittadini a quello ideologico o politico. Ciascuna trasformazione deliberata può, così, essere facilmente revocata (come ha deciso la presidente Alessandra Todde, con la deliberazione n. 10/75 del 23.04.2024 “Annullamento deliberazione della Giunta regionale n. 6/17 del 23.02.2024 concernente “Presa d’atto degli studi di fattibilità presentati dalle Aziende del Servizio sanitario regionale per la realizzazione di nuovi presidi ospedalieri. Art. 42 della legge regionale 11 settembre 2020, n. 24”), rinviata o indebolita, con un notevole gap fra la retorica della riconfigurazione a livello di sistema e gli accadimenti collegati ai processi di riconversione a livello locale.
Rimane compito di ogni realtà aziendale dover superare a livello locale gli ostacoli nei processi di realizzazione del cambiamento ospedaliero: una volta assunta la decisione di riconfigurare la rete ospedaliera, il progetto deve essere sviluppato in modo coerente con i bisogni del territorio di riferimento e la ASL Sulcis Iglesiente deve essere capace di gestire quei fattori che più di altri, nel nostro specifico contesto, possono favorirne la realizzazione.
Perché nessuno vuole più parlare di ospedale unico, sebbene siamo in presenza di due piccoli presidi ospedalieri che non riescono più a sopravvivere da soli?
In tale spaccato, la recente deliberazione regionale n. 18/32 del 19.06.2024 avente per oggetto: Rete ospedaliera regionale. Attivazione dei posti letto di post acuzie nell’area del Sud Sardegna”, impegna le aziende all’attivazione, nel maggior numero possibile, di posti letto delle discipline di riabilitazione e di lungodegenza post-acuzie. Per quanto riguarda questa ASL si parla di 22 posti di lungodegenti e 31 posti di recupero e riabilitazione funzionale. Le ASL interessate avrebbero dovuto inviare, entro 10 giorni dall’approvazione della presente deliberazione, un cronoprogramma di attivazione dei posti letto di lungodegenza e di recupero e riabilitazione funzionale previsti dalla Rete ospedaliera. Un vero peccato che i nostri due obsoleti Presidi Ospedalieri non consentano però di attivare ulteriori posti letto se non con importanti modifiche di edilizia ospedaliera e. soprattutto. tra qualche anno. La succitata delibera n. 18/32 ricorda che «il paziente deve essere curato nel livello assistenziale più appropriato a garanzia dell’efficacia delle cure. In tale modo, la presa in carico permette, a partire da un evento acuto, di indirizzare il paziente verso altri livelli assistenziali in ambito ospedaliero o, conclusa la fase acuta, in strutture di lungodegenza e di cure intermedie o nel proprio domicilio». Non possiamo continuare a perdere posti letto solo perché non abbiamo strutture ricettive.
La politica, soprattutto quella territoriale, può giocare ruoli molto diversi e non sempre di opposizione rispetto alla realizzazione di soluzioni a maggiore razionalità complessiva, come quella della realizzazione dell’ospedale unico.
Se opportunamente coinvolta, la politica può diventare un attore centrale del cambiamento, garantendo un ragionevole contemperamento di quell’insieme di interessi molto divaricati che caratterizzano i contesti pubblici e che ne rendono difficile ogni trasformazione intenzionalmente guidata. L’azienda del Sulcis Iglesiente e il suo management hanno anch’essi un ruolo potenzialmente molto importante. Tra le molte funzioni che essi sono chiamati a svolgere e che possono “fare la differenza” nei processi di riconfigurazione, non deve essere sottovalutata l’importanza di trovare lo spazio tecnico e operativo per rendere compatibili le razionalità di sistema e funzionali con le attese e le esigenze locali.
Tanto meglio funziona il sistema aziendale, tanto maggiore è il novero delle opzioni concretamente disponibili e la possibilità di realizzare soluzioni positive per tutti gli attori coinvolti. Si tratta, infine, di considerare i professionisti (medici, infermieri e tecnici). Tradizionalmente l’attenzione è sempre stata focalizzata esclusivamente sulla componente medica e sulla capacità di influenza che essa era capace di esercitare nei confronti della popolazione. I casi mostrano, non solo come la platea dei professionisti da considerare si sia ampliata con gli infermieri e gli operatori socio sanitari in posizione centrale, anche per il nuovo ruolo assegnato all’assistenza, ma anche come la questione dei professionisti non possa essere ridotta alla sola questione del consenso. Le competenze professionali necessarie per accompagnare i processi di trasformazione, così come i percorsi di accrescimento delle competenze stesse, vengono sempre più considerate come variabili di rilievo.
Nella maggior parte dei Paesi la pianificazione ospedaliera avviene tuttora sulla base di standard strutturali, facendo riferimento alla capacità in termini di numero di posti letto. Ciò nonostante, si riscontrano alcuni approcci più innovativi che programmano l’attività ospedaliera in termini di volumi e di tipologia di servizi erogati e della capacità di valorizzare il rapporto dell’ospedale con i servizi territoriali così che gli ospedali del futuro dovranno essere in grado di funzionare con il massimo grado di flessibilità per adattarsi ai bisogni nuovi e crescenti e alle aspettative della popolazione.
Il tema degli ospedali, del loro ruolo nel contesto dei sistemi sanitari e, soprattutto, di come e a quali condizioni sia possibile guidarne “razionalmente” l’evoluzione (la nascita, le trasformazioni, la chiusura, la rinascita in forme diverse) è qualcosa di “antico”, nel senso che alcuni elementi fondamentali sono rimasti immutati nell’arco di decenni e, al tempo stesso, è qualcosa che ha subito profondi cambiamenti con il mutare del concetto stesso di ospedale e delle relazioni che legano tra di loro le diverse parti di sistemi sanitari sempre più interconnessi. Di qui le difficoltà che accompagnano tutti gli interventi deliberati sugli assetti fisici e funzionali degli ospedali, anche nei casi in cui le trasformazioni rappresentino un chiaro miglioramento sul piano dell’efficacia dei servizi offerti. All’opposto, e quasi paradossalmente rispetto alla persistenza del suo valore simbolico, è il concetto di ospedale, che ha subito cambiamenti tali da non riuscire più a connotare qualcosa di definito. Se l’edificio (Sirai e CTO) rimane il simbolo da difendere, ciò che avviene al suo interno può variare notevolmente, a partire dal peso delle attività non collegate alla degenza, e la sua effettiva rispondenza ai bisogni dipende sempre più dalla rete di servizi in cui l’edificio e i servizi che esso offre sono inseriti.
L’elemento di contesto, relativamente nuovo, che emerge è quello della rete. Mentre nel passato le scelte sui singoli stabilimenti avvenivano e si esaurivano in un orizzonte locale, i casi mostrano come le scelte si inscrivano necessariamente in un orizzonte più vasto, nel quale la dimensione fisica rappresenta solo un contenitore chiamato a ospitare differenti tarature assistenziali, che assumono significato solo in relazione alle rete complessiva dei servizi messi a disposizione della popolazione, che non possono rimanere confinati negli slogan della campagna elettorale.
In questo senso, la stessa configurazione locale può garantire livelli di risposta profondamente diversi a seconda della rete nella quale è inserita (per esempio, l’esistenza o meno di un dipartimento interpresidio come quello di integrazione ospedale – territorio presente nell’atto aziendale, ma ancora confinato sulla carta. Le dinamiche poste in essere dalle diverse componenti si sono, evidentemente, intrecciate in modo diverso nei due casi, rispecchiando l’estrema complessità dei fattori all’opera, quali ad esempio: la cultura e la tradizione politica e manageriale, i livelli di funzionalità dei sistemi sanitari, le attese della popolazione nei confronti dei sistemi stessi.

Le prevedibili dinamiche del nostro sistema sanitario regionale renderanno il tema di come affrontare la riconfigurazione degli ospedali, e di quelli piccoli in particolare, sempre più attuale ed è questa la ragione alla base della presente riflessione.
Ancora una volta la difesa della vocazione universalistica del sistema sanitario pubblico passa attraverso la capacità del management della sanità di innovare l’esistente, programmarne lo sviluppo, avere una visione pragmatica e realistica del futuro. I margini di manovra sono a volte angusti, a volte ampi, ma possiamo utilizzarli comunque al meglio, come abbiamo sempre fatto nei momenti cruciali per la vita di questo territorio, agendo sulla leva strategica ed organizzativa, e ricostruendo una cornice di senso che tenga insieme e integri le tante sfide che abbiamo davanti. Siamo di fronte a una nuova emergenza, ed è necessario che ciascuno faccia la propria parte per superarla.
L’Atto aziendale della Asl 7 prevede la realizzazione di un ospedale unico per il Sulcis Iglesiente; l’Atto è approvato e vigente e quindi vincolante; potrà trovare la realizzazione in seguito alla deliberazione conseguente della Giunta regionale, pertanto, o si cambia l’Atto e si capisce che cosa si vuole fare o ci si impegna per realizzarlo così com’è.
Ciò che preoccupa non poco è constatare come il confronto nel territorio sembra rispondere a un effetto traino: la Giunta regionale delibera per l’ospedale e allora i nostri sindaci si fanno sentire, purtroppo, in ordine sparso, ma mostrano di volersene occupare; la nuova Giunta annulla la delibera specifica della precedente e tutti ripiombano nel silenzio quasi liberatorio e così pure, tranne qualche eccezione, gli altri soggetti che avrebbero ruolo e voce per parlare e farsi ascoltare.
Ciò che non è possibile fare è attendere che la situazione precipiti verso l’annichilimento del sistema sanitario pubblico nel territorio e infatti sono sempre più quelli che neppure ci pensano se hanno bisogno di cure rivolgendosi fuori e verso strutture convenzionate e private avendone la possibilità oppure, cosa che mai dovrebbe esistere, rinunciano.

Giuseppe La Rosa

Elencare tutti i problemi nei quali versa la ASL 7 è diventato ormai impossibile. Ma in questi ultimi giorni ciò che maggiormente grida giustizia agli occhi dei cittadini è la situazione ormai disastrosa del Pronto Soccorso nei due ospedali del Sulcis. Questo fine settimana ho potuto constatare personalmente la situazione vergognosa nella quale operano, o sarebbe meglio dire NON OPERANO, le due realtà di pronto soccorso del Sulcis.
Ad Iglesias il Pronto Soccorso non esiste più, è presente unicamente un “Punto di Primo Intervento” ed è operativo solamente dal lunedì al venerdì e rimane chiuso durante il fine settimana… proprio in quei giorni in cui si registra il maggior numero di accessi.
Questo obbliga tutti i cittadini del Sulcis a fare riferimento solo e soltanto al Pronto Soccorso dell’Ospedale Sirai di Carbonia il quale, nonostante il lavoro encomiabile che il personale sanitario presente nella struttura cerca di svolgere con dedizione e impegno, non è assolutamente in grado di gestire la mole di lavoro che si riversa sull’unità di primo intervento. Questo produce tempi di attesa di infiniti per i pazienti che attendono di essere visitati, costretti a restare per lo più in piedi perché anche le sale di attesa risultano totalmente insufficienti ad accogliere le persone bisognose di cure.
Su queste tematiche intendo presentare un’interrogazione alla presidente Alessandra Todde e l’assessore regionale dell’Igiene e sanità e dell’assistenza sociale Armando Bartolazzi affinché diano risposte ai cittadini del Sulcis e per capire se abbiano o meno conoscenza di ciò che sta accadendo ormai da mesi negli ospedali della ASL 7.
Vedere decine di persone trascorrere la notte in barelle di fortuna negli anditi del pronto soccorso o le file di ambulanze che esternamente alla struttura si avvicendano senza sosta facendo confluire in un unico presidio ospedaliero tutte i pazienti da loro soccorsi in tutto il territorio del Sulcis, sono scene che non possono né devono essere tollerate oltre.
Qui non c’è solo in ballo l’ottimizzazione di un servizio o la credibilità del sistema sanitario regionale, qui c’è in ballo la vita delle persone e davanti ad un bene così prezioso non sono consentiti indugi né ritardi nel porre fine a questa situazione ormai divenuta ingestibile.
Si metta subito mano a questa situazione garantendo in primis l’adeguato numero di personale sanitario nelle strutture, in modo da consentire che entrambi i presidi abbiano il loro Pronto Soccorso operativo anche durante il fine settimana e si faccia quanto possibile per garantire una assistenza dignitosa e con tempistiche certe ai pazienti che necessitano di cure urgenti e non differibili.

Gianluigi Rubiu

Consigliere regionale FDI

«La Giunta regionale deve rendere nota la sua strategia sulla metanizzazione della Sardegna.»

Lo afferma il segretario generale della Uiltec Sardegna Pierluigi Loi.

«La Uiltec regionale ritiene che per la Giunta guidata da Alessandra Todde sia arrivato il momento di fare una scelta politica industriale e chiaramente dichiarare cosa intende fare sulla metanizzazione della Sardegnaaggiunge Pierluigi Loi -. La Uiltec, inoltre, ritiene che la realizzazione della dorsale a metano che alimenti l’industria e i bacini civili sia l’unica strada, al momento, per raggiungere una transizione energetica economicamente e socialmente sostenibile, per dare risposta a imprese e lavoratori che da tempo aspettano.»

«Dopo che l’ex presidente della Giunta Christian Solinas aveva impugnato il DPCM Draghi nel febbraio 2022, era stato preso impegno che entro dicembre 2023 sarebbe stato sostituito da un altro DPCM contenente la dorsale a metano da nord a sud dell’isola – prosegue Pierluigi Loi -. Con il passare di qualche mese quest’impegno si è rivelato una bufala. La nuova giunta, che ormai si è insediata da qualche mese, deve fare chiarezza su questo tema, prima di politica industriale e addivenire quanto prima a uno accordo col ministero competente quanto prima. Gli investimenti legati alle riprese produttive non possono più aspettareconclude Pierluigi Loinon si può rischiare di morire di inedia per paura di fare scelte.»

Le delibere approvate oggi dalla Giunta regionale presieduta da Alessandra Todde.

Su proposta dell’assessora del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, Desirè Manca, la giunta ha approvato l’avvio della misura “F.I.L.O. Sardegna – Filiere Innovazione Lavoro Occupazione” che introduce un nuovo modello di integrazione tra imprese ed enti di formazione, al fine di rilevare tempestivamente il fabbisogno nelle imprese di figure professionali necessarie al loro sviluppo e di formare le stesse in tempo utile al loro inserimento nel mercato del lavoro. Per questa prima attuazione della misura verranno interessati undici settori strategici dell’economia regionale: agrifood, vino e beverage, costruzioni, ricettività turistica e servizi dell’accoglienza, ristorazione, servizi di cura alle persone, cantieristica nautica da diporto, ambiente e energia, innovazione digitale e new media, cultura e spettacolo, artigianato tradizionale.

Sempre su proposta dell’assessora Desirè Manca, l’Esecutivo ha approvato la riprogrammazione delle risorse finanziarie per i percorsi di istruzione e formazione professionale IeFP per gli anni formativi 2024/2027 e 2025/2028. In particolare per le annualità 2024/2027 verranno finanziati 44 percorsi formativi grazie a un incremento delle risorse per complessivi 20 milioni di euro.

Ancora su proposta dell’assessora Desirè Manca, la giunta ha approvato la modifica della Programmazione finanziaria annualità 2023 del Piano Piano attuativo regionale (PAR) del Programma Nazionale per la Garanzia di occupabilità dei Lavoratori (GOL). Una delle modifiche più importanti prevede l’estensione della misura del tirocinio in favore di tutti i beneficiari del programma.

L’assessora Ilaria Portas, d’intesa con l’assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, Giuseppe Meloni, ha ricordato che, a partire dal 2014, attraverso il Progetto Iscol@, sono state attuate misure volte a sviluppare nuovi ambienti scolastici che, ispirandosi ai più avanzati modelli didattici, contribuiscono a soddisfare in modo efficiente i bisogni formativi e culturali del territorio regionale. Su proposta dell’assessora Portas, in accordo con l’assessore Meloni, la giunta ha approvato l’atto aggiuntivo del mutuo della Cassa Depositi e Prestiti a favore del progetto Iscol@ per l’edilizia scolastica che proroga l’utilizzo all’ottobre del 2025.

Ancora su proposta dell’assessora della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, Ilaria Portas, la giunta ha deliberato gli interventi per un totale di 120.000 euro relativi alla Mostra del libro di Macomer e le fiere diffuse nel territorio regionale per la promozione dell’editoria sarda. Quest’anno, al fine di valorizzare anche le azioni di standardizzazione delle lingue minoritarie gallurese, tabarchino e sassarese, sono stati scelti come luoghi per lo svolgimento delle fiere i comuni di Luogosanto, Carloforte e Sassari. Con questa delibera si sottolinea la necessità di proseguire il percorso congiunto di promozione dell’editoria sarda in parallelo con la promozione del patrimonio storico, culturale e linguistico. Sempre su proposta dell’assessora Ilaria Portas, l’Esecutivo ha approvato in via definitiva la delibera relativa al regolamento di funzionamento della biblioteca regionale.

Sempre su proposta dell’assessora Portas la giunta ha approvato il finanziamento dei laboratori extracurriculari del polo territoriale scolastico della Planargia-Montiferru. Approvata, inoltre, la proroga agli ITS (Istruzione Tecnologica Superiore) della Sardegna per avviare i corsi dal 30 settembre 2024 e non dal 30 giugno.

Su proposta dell’assessore dell’Igiene e sanità e dell’assistenza sociale, Armando Bartolazzi, la giunta ha deliberato la programmazione dei contratti di formazione specialistica tra discipline mediche e non mediche. L’Esecutivo individuerà le discipline per cui si registra una maggiore sofferenza (anestesia, cardiologia, medicina d’urgenza, eccetera) e focalizzerà l’attenzione sulla scelta di specializzazioni non mediche che possano costituire un patrimonio per il rilancio della sanità territoriale.

Sempre su proposta dell’assessore Armando Bartolazzi la giunta ha approvato la riprogrammazione economie REIS (Reddito di Inclusione Sociale). La delibera consentirà di trasferire ai Comuni le risorse per il pagamento del REIS entro il primo semestre dell’anno, per la prima volta, quindi, i Comuni saranno messi nelle condizioni di erogare in tempi certi e rapidi ai beneficiari le somme spettanti.

Ancora su proposta dell’assessore Armando Bartolazzi l’Esecutivo ha approvato il Programma Regionale Sardegna FESR 2021-2027. Priorità 5 – Sardegna più Sociale e Inclusiva. Azione 5.3.2 “Potenziamento di servizi sociosanitari e di assistenza a lungo termine”. In un’ottica di programmazione unitaria delle risorse destinate al servizio di accoglienza in emergenza, al fine di realizzare un servizio coordinato, stabile e uniforme che costituisca un punto di riferimento per l’intero territorio regionale, predisposto per accogliere le richieste provenienti dai diversi territori dell’isola, la giunta intende programmare risorse pari a 3 milioni di euro, a valere sul Programma Regionale Sardegna FESR 2021-2027, per interventi di ristrutturazione, adattamento e dotazione di arredi e attrezzature di immobili per i Centri di accoglienza in emergenza.

La giunta, sempre su proposta di Armando Bartolazzi, ha deliberato la concessione di un contributo straordinario a favore delle associazioni sarde per i malati di Alzheimer. Assegnazione risorse agli enti gestori degli ambiti PLUS. La programmazione sociale regionale promuove la partecipazione degli ambiti territoriali locali alla realizzazione degli interventi a favore delle persone non autosufficienti e con disabilità grave, sottolinea l’opportunità di assegnare le risorse previste dall’art. 5, comma 40 L.R 19 n. 17/2023 agli enti gestori degli ambiti territoriali locali che manifestino il proprio interesse a partecipare alla realizzazione del programma. Gli enti gestori degli ambiti territoriali locali potranno così finanziare ulteriori interventi delle organizzazioni di volontariato (ODV) e delle associazioni di promozione sociale (APS) territoriali, regolarmente iscritte nel registro del terzo settore, che operano a favore delle persone malate di Alzheimer e dei loro familiari.

Per tali finalità la delibera adottata, oggi, dall’Esecutivo, programma la spesa di 1milione di euro per la concessione di un contributo straordinario da destinare alle associazioni sarde per i malati di Alzheimer per lo svolgimento delle attività di assistenza ai pazienti e loro familiari. L’erogazione del contributo – ha precisato l’assessore Armando Bartolazzi – consentirà alle associazioni sarde per i malati di Alzheimer di assicurare un sostegno concreto alle persone malate di Alzheimer e alle loro famiglie, attraverso lo svolgimento di attività a titolo gratuito da svolgersi nel domicilio delle persone afflitte dalla malattia. Tali attività dovranno essere svolte da volontari, adeguatamente formati, e dovranno consistere in attività di stimolazione cognitiva e ricreativa, e potranno consistere in forme di conversazione attiva con ascolto e interazione, lettura, attività manuali, ascolto della musica e condivisione delle emozioni, passeggiate all’aria aperta e similari.

Su proposta dell’assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, Giuseppe Meloni, sono state approvate dalla Giunta alcune delibere di variazioni di bilancio.

Su proposta dell’assessore degli enti locali, finanze e urbanistica, Francesco Spanedda, la giunta ha approvato i criteri e le modalità per l’erogazione e il trasferimento di 200.000 euro a favore dell’Associazione Focus Europe, per l’attuazione dell’intervento denominato “Realizzazione del progetto Young, work, city and territory in Sardinia”. Il progetto ha l’obiettivo di offrire assistenza tecnica alla rete degli enti locali della Sardegna affinché vengano attuati interventi in grado di sopperire alla mancanza di professionalità specializzate nella conoscenza dell’Europa. Gli enti locali dell’isola saranno i beneficiari delle attività del progetto potendo coinvolgere giovani professionalità del proprio territorio, un valore aggiunto da reinvestire nelle attività dell’ente, qualificandolo in chiave europea grazie alla conoscenza e alla capacità di applicazione degli strumenti europei a finanziamento diretto della Commissione europea.

Su proposta dell’assessora della difesa dell’Ambiente, Rosanna Laconi, la Giunta ha approvato gli standard e i contenuti minimi per la formazione degli operatori antincendio boschivo del sistema regionale di protezione civile. Sempre su proposta dell’assessora Rosanna Laconi, l’Esecutivo ha approvato alcune procedure di verifica di assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale (VIA) e alla valutazione ambientale strategica (VAS).

Sempre su proposta dell’assessora Rosanna Laconi, la giunta ha approvato la revoca delle funzioni di direttore esecutivo dell’Agenzia Conservatoria delle Coste della Sardegna e la revoca delle funzioni di direzione generale dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Sardegna (ARPAS).

Su proposta dell’assessore del turismo, artigianato e commercio, Franco Cuccureddu, la Giunta ha approvato i progetti di qualità nel campo della valorizzazione del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale. I progetti si propongono come comune obiettivo la valorizzazione del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale della Sardegna. L’iniziativa progettuale e operativa è stata originariamente affidata a reti di Comuni uniti da una preordinata e condivisa finalità pubblica, di crescita e adeguata fruizione delle proprie risorse naturali e culturali. I presupposti pubblicistici dell’iniziativa traggono fondamento nella delibera CIPE n. 20 del 29/09/2004 e nella conseguente delibera di giunta adottata nel 2005 che, collocando l’apporto finanziario statale nel più stretto contesto territoriale, ne individua i principi ed i requisiti di massima.

Su proposta dell’assessore dei Lavori pubblici Antonio Piu, la Giunta ha approvato la nuova articolazione del finanziamento di 1.263.000 euro – già concesso alla provincia del Sud Sardegna con la delibera adottata nel febbraio scorso – per consentire al comune di Villaputzu, in qualità di soggetto attuatore, la realizzazione di interventi per l’attraversamento in guado dell’alveo del Flumendosa. In questo modo si consente, fra l’altro, il raggiungimento dei presidi di sicurezza e soccorso presenti nel comune di Muravera senza il considerevole aggravio dei tempi dovuto alla temporanea chiusura del ponte sulla ex SS125.

Nell’ottica di una riduzione dei tempi di realizzazione delle opere provvisorie ed emergenziali e del conseguente miglioramento dell’efficienza ed efficacia amministrativa, l’articolazione del finanziamento prevede 1.063.000 di euro destinato alla realizzazione della viabilità complementare nell’ambito dell’intervento “Messa in sicurezza ponte ex SS125 Muravera-Villaputzu”, in attuazione alla Provincia del Sud Sardegna e di destinare 200.000 euro, con soggetto attuatore il comune di Villaputzu, per gli interventi dell’attraversamento in guado dell’alveo del Flumendosa.

Ha preso avvio il 25 giugno 2024, nei locali della palazzina Bellavista di Monteponi, sede del Consorzio Ausi di Iglesias, l’VIII Laboratorio Internazionale di Architettura e Paesaggio. Hanno presenziato l’assessore regionale dell’Urbanistica Francesco Spanedda e, in rappresentanza della presidente della Regione Alessandra Todde, il suo Capo di gabinetto Luca Caschili.

Nell’occasione ha avuto anche luogo l’evento conclusivo del master di architettura sui paesaggi minerari.

Come hanno spiegato gli intervistati i progetti di ricerca non si esauriscono, naturalmente, in questa settimana di studio e ricerca ma proseguiranno nei prossimi tre anni grazie ai contributi derivanti dai fondi del bando PRIN 2022 del PNRR.

Per l’assessore regionale dell’Urbanistica Francesco Spanedda «tutto il sistema ereditato dalle attività estrattive va ripreso in mano, riportato ad una unità e traghettato verso nuove forme di progettazione, di attività umane e di sviluppo, grazie alla sinergia tra progettisti, addetti ai lavori ed Istituzioni».

Ecco le interviste realizzate con Giorgio Peghin, coordinatore del convegno nonché direttore del laboratorio, dell’Università di Cagliari; Pasquale Miano dell’Università Federico II di Napoli; Mauro Usai, sindaco di Iglesias e presidente del Consorzio Ausi.

Carlo Martinelli

«I tempi sono più che maturi per risolvere definitivamente i problemi che insistono sulla gestione del Demanio marittimo ma, soprattutto, con l’estate che bussa prepotentemente alla porta e il turismo che inizia a palesarsi sull’isola, occorre che la Regione Sardegna emani le Direttive necessarie per la stagione balneare 2024, al fine di favorire quanto prima le attività ludico ricreative ed educative nelle spiagge, considerato che a breve chiuderanno le scuole e quale priorità occorre dare continuità ai progetti dedicati a bimbe e bimbi».

Il sindaco del comune di Sant’Antioco Ignazio Locci si rivolge alla nuova guida della Regione Sardegna, la presidente Alessandra Todde, e all’assessore competente in materia, Enti Locali, Finanze e Urbanistica, Francesco Spanedda, sia per sollecitare l’emanazione delle Direttive necessarie per la gestione delle spiagge, sia per la risoluzione dei problemi di vecchia data, sui quali il Comune di Sant’Antioco battaglia da anni: «In particolare sottolinea Ignazio Locci credo che ci siano tutte le condizioni per conferire la gestione amministrativa del Demanio Marittimo almeno ai Comuni dotati di Piano di Utilizzo dei Litorali, e noi siamo tra quelli. Chiediamo da tempo che ci vengano trasferite le funzioni affinché i nostri uffici possano dare le risposte alle imprese che intendono localizzarsi nelle aree demaniali o a quelle già esistenti. Ma per quanto il Comune sia comunque la prima interfaccia degli imprenditori locali, le autorizzazioni competono alla Regione Sardegna. Per questo, così come abbiamo dato la nostra disponibilità a sottoscrivere un anno fa un accordo con l’Assessorato competente finalizzato al miglioramento del servizio in materia di gestione del demanio marittimo ai sensi dell’art. 15 del legge n. 241/1990 e dell’art. 30 del D.Lgs. n. 267/2000 e, soprattutto, sulla scorta della delibera regionale N. 13/37 del 6.04.2023 che li prevede, siamo disponibili ad accettare le funzioni amministrative. Del resto, disponiamo del PUL e vorremmo poterlo utilizzare come strumento normativo, dando risposte a chi da troppo tempo le attende dagli uffici regionali. Compresa questa Amministrazione Comunale».

Confagricoltura e le Saline marine italiane presentano, martedì 4 giugno, “L’agricoltura coltiva il sale”, un progetto di valorizzazione della salicoltura nazionale. L’appuntamento è alle 9.30 nelle Antiche officine della Salina di Conti Vecchi ad Assemini, nell’area di Macchiareddu.  Aprirà l’incontro il presidente di Confagricoltura Sardegna, Paolo Mele, che darà la parola al capo progetto, Ciro Zeno, per la relazione introduttiva. Seguiranno gli interventi dell’Amministratore delegato di Conti Vecchi Spa, Enrico Morgante, e del presidente di ATISALE Spa – Salina Sant’Antioco, Bruno Franceschini. Le conclusioni dei lavori, moderati dal giornalista Lello Caravano, saranno affidate al direttore generale di Confagricoltura, Annamaria Barrile, e alla presidente della Regione Autonoma della Sardegna, Alessandra Todde.

Per partecipare all’iniziativa è necessario iscriversi, entro il 31 maggio, inviando una mail all’indirizzo sardegna@confagricoltura.it e indicando se la partecipazione comprende anche la visita alla salina.

Il progetto “Sotto lo stesso cielo”, sostenuto dalla legge regionale 19 del 1996,  che ha come capofila il comune di Musei e al quale collaborano anche A.Se.Con (Associazione Senza Confini, un’organizzazione realizza progetti di solidarietà internazionale) e il Teatro impossibile, ha l’obiettivo di promuovere la biografia e gli insegnamenti di 10 donne sarde e marocchine, accomunate, come dice il titolo del progetto, dallo stesso cielo. Protagonisti del progetto 16 adolescenti del Marocco e del Sulcis Iglesiente che hanno organizzato dei laboratori dedicati all’astronomia, seguendo la metodologia didattica del coding. In questi 12 mesi sono stati occupati in attività di sensibilizzazione e formazione con i bambini delle scuole elementari dei due Stati. Responsabili di questa attività Silvia Casu e Paolo Soletta dell’INAF, guidati in questo dagli attori della compagnia teatrale Teatro impossibile.

L’Istituto nazionale di astrofisica è uno tra gli istituti pubblici con più collaborazioni internazionali al mondo, e i suoi 17 osservatori sparsi per l’Italia ospitano centinaia di ricercatori con un grande bagaglio di scienza, ma anche di contatti personali che possono essere messi a disposizione delle comunità di appartenenza e della solidarietà internazionale.

«La Sardegnaha dichiarato la presidente della Regione, Alessandra Todde -, ha necessità di aprirsi al mondo esterno, di accogliere ragazzi e ragazze di altre nazionalità affinché questi scambi formativi generino nuova ricchezza culturale. I giovani sono il nostro presente e il nostro futuro ed è importante vedere l’unione e la collaborazione tra i ragazzi, cheha concluso Alessandra Toddedeve andare oltre ogni forma di barriera.»

«Sono felice di vedere ha dichiarato l’assessora della Cultura, Ilaria Portascome i ragazzi del mondo sappiano collaborare tra di loro per costruire qualcosa di davvero speciale che nasce da uno scambio culturale. La Sardegna ha necessità di aprirsi al mondo esterno, di accogliere ragazzi e ragazze di altre nazioni affinché questo – ha concluso Ilaria Portasgeneri nuova ricchezza e consapevolezza.»

 

Questa mattina la presidente della Regione, Alessandra Todde, insieme all’assessore dell’Industria Emanuele Cani e all’assessora dell’Ambiente Rosanna Laconi, ha incontrato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Durante il confronto si è discusso dei vari temi che riguardano la Sardegna e che coinvolgono il Ministero: dalla mappa delle aree idonee al rapporto tra Governo e Regione, dal superamento delle centrali a carbone fino al tema della metanizzazione della Sardegna, ripartendo proprio dalla discussione sul decreto interministeriale che deve essere firmato. Un incontro necessario in cui il confronto sul decreto aree idonee ha evidenziato la posizione della Regione Sardegna rispetto a quello del Ministero avvicinando le due parti.

«Abbiamo discusso i principi alla base della realizzazione del disegno di legge concernente “Misure urgenti per la salvaguardia del paesaggio, dei beni paesaggistici e ambientali” per gestire correttamente questo passaggio normativo. Abbiamo la necessità di convergere velocemente verso una soluzione condivisa non solo perché ci sono le scadenze del Pnrr, ma soprattutto perché questo processo dura da due anni e mezzo. Domani le Regioni si incontreranno per discutere una bozza che dovrebbe fare sintesi tra le posizioni provenienti dai territori. Per noi è essenziale che le Regioni siano coinvolte soprattutto quando si discute di temi relativi all’urbanistica, al paesaggio e ad un corretto sviluppo energetico», ha detto la presidente della Regione, Alessandra Todde, commentando l’incontro.

Nessuna revisione del burden sharing tra le Regioni. «Il burden sharing dovrebbe rimanere lo stesso però la proposta che faremo sarà quella di cambiare le modalità in cui verranno rilasciate le autorizzazioni: si utilizzeranno le linee guida del Ministero lasciando alle Regioni la possibilità di disporre del loro territorio. Ci auguriamo che il decreto venga chiuso in tempi brevi», ha aggiunto la presidente della Regione.

Per quanto riguarda le questioni legate al phase out dal carbone e alla metanizzazione della Sardegna, “il Ministero si è impegnato a convocare quanto prima un tavolo con tutti gli attori coinvolti per discutere delle priorità per la Sardegna e riprendere in mano i termini del progetto. Consideriamo l’incontro di oggi – ha concluso Alessandra Todde – un primo grande passo in avanti nella difesa e tutela del nostro territorio”.

I medici per l’ambiente di Isde a Nuoro per un faccia a faccia, a tante voci, con la presidente della Regione Todde. Tra i sette ospiti, a porre domande sulle emergenze sarde, c’era il presidente di Isde Sardegna Domenico Scanu.
Alle domande su lavoro, scuola, sanità, trasporti, edilizia abitativa, le risposte della presidente sono state ampie, fluide e generose con lo stesso piglio della campagna elettorale. A suscitare un palese nervosismo della presidente sono state le domande precise e circostanziate del presidente di Isde Sardegna.
I quesiti sulla questione energetica tra la speculazione sulle fonti rinnovabili e un allungarsi dei tempi sino al 2040 per la decarbonizzazione, hanno prodotto nelle risposte della presidente una palese incertezza. Ma è nella sua città, che ha dichiarato di voler per chiarire, una volta per tutte, che per quanto concerne il Decreto Draghi 199 del novembre 2021, lei come Viceministra dello sviluppo economico non avrebbe avuto alcuna delega all’energia.
Sono del 03 maggio 2022 le sue dichiarazioni alla giornalista G. Ferraglioni: “Per ora abbiamo lavorato sui primi decreti energia allo scopo di accelerare i percorsi di autorizzazione degli impianti e di liberalizzare la costruzione dei pannelli…. Così come si sta pensando a un commissario per gli impianti di rigassificazione (che serviranno anche a convertire il gas naturale liquido importato, ad esempio dagli USA, ndr) allo stesso modo dovremmo avere un commissario per le rinnovabili”.
“…Se già spostassimo la produzione di energia elettrica sulle rinnovabili, allora avremmo grandi risparmi. Investire come dei matti sul rinnovabile ci aiuterebbe a essere molto più resilienti davanti all’impennata del gas”.
Ma quell’ ”investire come matti” per i territori sardi oggi significa un disastro senza precedenti.
La moratoria della presidente Todde, da donna di Stato a presidente della Regione Sardegna, non tutela i territori sardi se non si bloccano i procedimenti autorizzativi. Associazioni scientifiche, comitati territoriali e la stessa stampa sarda devono essere ascoltate dalla politica.
Nel groviglio di contraddizioni tra politiche della Regione Autonoma allo sbando con il sacrificio della Sardegna in nome dell’interesse nazionale, si ripropone la necessità di ridefinire i rapporti e le competenze tra lo Stato e la Sardegna. Ma l’emergenza impone alla Regione una corsa contro il tempo usando subito gli strumenti oggi a disposizione. Se Ambiente e Paesaggio sono di competenza dello Stato, è anche vero che non si può ignorare che l’Urbanistica, come già detto, è di competenza della Regione, anche se non può esistere Urbanistica senza Ambiente e Paesaggio.
Claudia Zuncheddu – presidente Isde Cagliari