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La Giunta regionale, in stretta collaborazione con il ministero della Salute, ha messo a punto un provvedimento che consente la regolarizzazione a chi ancora esercita attività di allevamento illegale di suini, senza andare incontro alle pesanti sanzioni previste dalla normativa nazionale.
«Ieri sera, a Nuoro, abbiamo incontrato i sindaci dei Comuni maggiormente interessati dall’allevamento illegale di suini e dal pascolo brado – ha detto il presidente della Regione, Francesco Pigliaru -. Abbiamo illustrato il provvedimento, che è frutto del lavoro paziente e determinato portato avanti con il Ministero. Da parte dei Sindaci abbiamo trovato grande collaborazione e la consapevolezza che è una battaglia di tutti: vincerla significa dare alle zone interne una straordinaria possibilità di sviluppo.»
«Adesso non ci sono più alibi: coloro che intendono operare nella legalità avranno tutti i vantaggi, soprattutto di carattere finanziario, messi a disposizione dalle istituzioni. Chi invece deciderà di continuare a operare in spregio alle regole e al rispetto della tutela della salute dei consumatori, lo farà per propria scelta e rifiuterà una occasione storica, assumendosene tutta la responsabilità». Così Alessandro De Martini, direttore generale della presidenza della Regione e responsabile dell’Unità di progetto per l’eradicazione della Peste suina africana, che ha aggiunto: «Riuscire ad avere questa ennesima apertura da parte del ministero della Salute – ha osservato De Martini – non è stato un lavoro facile. Da adesso in poi si misurerà ancora di più il senso di responsabilità degli allevatori illegali e quello di collaborazione degli amministratori locali».
«Come sappiamo tutti, la peste suina è un impedimento pesantissimo allo sviluppo delle zone interne – ha sottolineato l’assessore della Sanità Luigi Arru -. Ma non dobbiamo dimenticarci che si tratta di una malattia infettiva grave, che deve essere assolutamente eradicata. Dal momento che l’effetto sull’uomo non è visibile, qualcuno è convinto che non ci sia il danno, ma non è così: può portare malattie come la trichinellosi. È necessario sconfiggerla definitivamente, ed emergere dall’illegalità è la chiave per riuscirci.»
«Stanno partendo tutte le misure del Programma di sviluppo rurale e questa ulteriori possibilità che si sta dando alle aziende per emergere e regolarizzarsi può essere colta pienamente anche con la possibilità di intercettare i fondi per la infrastrutturazione, per esempio per le recinzioni, con la misura 4.1. – ha detto l’assessore Elisabetta Falchi -. Quello che abbiamo fatto è un quadro completo di misure di agevolazione per allevare in maniera corretta e stiamo mettendo a disposizione risorse importanti del PSR con le misure del benessere e con le altre. C’è un disegno complessivo di incentivi all’allevamento corretto e virtuoso.»
È stata approvata ieri in Giunta, su proposta dell’Unità di progetto per l’eradicazione della peste suina africana, la delibera che aggiorna per la prossima annualità il programma straordinario di eradicazione del virus 2015-2017. Il Programma straordinario 2017 è stato trasmesso, il 30 maggio 2016, al ministero della Salute al fine dell’istruttoria di competenza per il successivo inoltro alla Commissione europea, che lo discuterà il prossimo novembre.
Nei sei mesi di finestra (giugno-novembre 2015), concessa agli allevatori illegali per regolarizzarsi, ben 476 soggetti hanno presentato domanda di emersione. Di questi circa 270 provenivano dalle aree del Nuorese e dell’Ogliastra.
A seguito delle azioni di depopolamento, scattate all’indomani della chiusura della finestra, e in virtù dei diversi strumenti finanziari messi a disposizione dal Programma di sviluppo rurale, sono giunte dai territori numerose richieste per un’ulteriore possibilità di regolarizzazione con un’applicazione meno pesante delle sanzioni, previste dalla normativa.
Su input dell’Unità di progetto, per offrire agli allevatori ancora non registrati un’ulteriore apertura per la regolarizzazione attenuando le pesanti conseguenze economiche previste dal D. Lgs. N. 200/2010, il ministero della Salute ha formulato un’interpretazione sull’art. 9 comma 11 di tale norma. Secondo il ministero, gli allevatori non registrati che volessero regolarizzarsi, potranno presentare specifica dichiarazione di autocertificazione (tramite ufficio SUAP) per l’avvio delle attività e usufruire del beneficio dell’estinzione delle sanzioni, mediante attuazione delle prescrizioni impartite dai servizi veterinari entro il termine di 15 giorni previsto dalla norma.
Con la delibera, l’assessore della Sanità, Luigi Arru, si impegna ad adottare un apposito decreto in cui si definisce il procedimento relativo alla regolarizzazione delle aziende illegali e il necessario raccordo con il coordinamento regionale SUAP.
Tali misure di favore saranno riconosciute solo a quanti intendano, tramite ravvedimento operoso, regolarizzare l’esercizio delle attività condotte illegalmente, alla condizione che siano rispettati tutti i parametri e le norme in materia di biosicurezza e sanità.
La Giunta regionale, al fine di consentire a coloro che intendono ravvedersi operosamente di provvedere agli adempimenti, ha stabilito che le attività di depopolamento su larga scala (rimane impregiudicata la possibilità, ove ricorrano le condizioni di tutela della salute pubblica, di procedere con depopolamenti mirati a risolvere specifiche situazioni) saranno riprese dopo 60 giorni dall’emanazione del citato Decreto assessoriale, contenente le puntuali indicazioni per la regolarizzazione.
Nucleo operativo di dirigenti veterinari e ausiliari. Per incrementare le attività di controllo e monitoraggio sul campo, l’Unità di progetto ha proposto la creazione di una task force dedicata. Il nuovo gruppo di lavoro sarà composto da dirigenti veterinari e ausiliari, altamente specializzati, incaricati soprattutto delle attività di controllo e monitoraggio delle aziende. Il nucleo operativo si occuperà inoltre delle attività di verifica, controllo e affiancamento rispetto a quelle già svolte dai Servizi veterinari, e dell’individuazione del sommerso negli allevamenti, della movimentazione illegale negli agriturismo e nelle attività di ristorazione. Darà quindi supporto nella gestione delle emergenze sanitarie, come l’estinzione dei focolai di PSA. In ultimo, farà la sua parte nelle attività di depopolamento di suini, rinvenuti al pascolo brado, e nei controlli ufficiali durante la stagione venatoria.
L’Agenzia agricola è incaricata di diffondere, attraverso adeguata attività di informazione, le misure individuate in delibera nelle aree ritenute a maggior rischio di diffusione della Peste suina africana. Laore è inoltre deputata a diffondere le migliori pratiche attuate dalla regione spagnola dell’Estremadura attraverso un confronto diretto con alcuni esponenti del mondo degli allevatori sardi con quello spagnolo, nell’ambito delle attività ricadenti nella misura 1 del PSR.
In funzione dell’emersione degli allevamenti illegali e per garantire maggiore chiarezza nella costituzione delle attività imprenditoriali suinicole, l’Unità di progetto ha tenuto a precisare le estensioni degli allevamenti previsti dalla normativa, non inserite tuttavia nella delibera approvata oggi. Nelle zone infette dalla PSA si possono avere allevamenti, in un unico appezzamento, di estensione massima pari a 10 ettari. Nelle zone bianche, immuni dal virus, si può invece arrivare fino ai 40 ettari. Tali spazi vanno delimitati, per impedire il contatto con cinghiali o suini al brado, con muretti a secco o doppie recinzioni in rete metallica alte almeno 1 metro e mezzo. Il carico di animali sostenibile per ettaro non deve superare i 15 quintali e deve essere comunque proporzionato al fine della tutela del suolo.
Ben 10 misure del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 interessano il comparto suinicolo con finanziamenti a fondo perduto fino all’80%. Novità assoluta a livello nazionale e comunitario, con oltre 50 milioni di euro di risorse sulla misura 14 del PSR, riguarda il benessere animale per i suini.
Al 31 marzo 2016, secondo la Banca Dati Nazionale (BDN), in Sardegna erano presenti 175.508 capi suddivisi in 17.447 aziende suinicole. Fra queste, anche alcune centinaia di aziende registrate nel 2015 nel quadro della lotta all’allevamento irregolare. Secondo una stima, sarebbero fra i 3 e i 4mila i suini bradi detenuti illegalmente, mentre la popolazione regionale di cinghiali è stimata in circa 75mila capi.