15 November, 2024
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Nasce una nuova proposta politica, incontro tra aree della sinistra e dell’indipendentismo, in vista delle elezioni amministrative di Cagliari del 16 giugno.

Una serie di attivisti, di associazioni civiche e politiche, che si riferiscono all’area di AutodetermiNatzione, della Sinistra sarda e dell’Indipendentismo, ha deciso di lanciare un’iniziativa pubblica che consenta la partecipazione attiva di tutte e di tutti alla formazione di una proposta alternativa per la città di Cagliari, il cui portavoce provvisorio è Alessandro Mongili.

Questa iniziativa avrà luogo a Cagliari, presso l’ex-Liceo Artistico di Piazzetta Dettori, nel quartiere della Marina, nella giornata di domenica 5 maggio, a partire dalle ore 10.00 del mattino, e proseguirà nel pomeriggio.

Al suo interno verranno costituiti gruppi di lavoro, anche su proposta dei partecipanti, sui temi più pertinenti per la formazione di una proposta politica innovativa. Fra di essi saranno sicuramente presenti i temi dell’Urbanistica, delle Politiche sociali, delle Politiche culturali, della Sanità e dell’ambiente, dell’Uguaglianza e della parità di genere, e della Buona amministrazione.

Ogni gruppo dovrà seguire una discussione organizzata, che condurrà a esprimere alcuni punti programmatici e che porterà a raccogliere le idee che daranno forma a un’agenda politica alternativa e costruita dal basso.

L’intento dei promotori è, infatti, quello di sviluppare un processo partecipativo che abbia al suo centro i cittadini.

«Le elezioni comunali di Cagliari danno la possibilità di partecipare a un cambiamento della politica attuale e di aprire una nuova fase per la città – si legge in una nota -. Per noi è un impegno proporre un’alternativa politica ispirata ai valori dell’indipendentismo e della sinistra progressista, che superi il sistema di potere che sinora ha dominato la Sardegna e la città. Cagliari è una città ricca di energie e di possibilità, ma si trascina molti problemi. La casa, le periferie, la mancanza di lavoro, la precarietà e l’emarginazione, il disagio economico e la povertà, la sostenibilità ambientale, la solitudine degli anziani e la difficoltà di vita per i bambini, l’emigrazione dei giovani e la gestione delle migrazioni, la disparità di genere e le disuguaglianze, la mobilità, il funzionamento dell’amministrazione, la dipendenza della Sardegna e la perdita della cultura sarda. Come vediamo il futuro della città?»

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Il consigliere dei Rossomori, Emilio Usula, ha annunciato questa mattina, nel corso di una conferenza stampa in Consiglio regionale, la costituzione del “Polo dell’Autodeterminatzione”, il nuovo raggruppamento dell’area identitaria che comprende oltre ai Rossomori, l’associazione “Sardos”, i movimenti “Gentes”, “Comunidades” e “Sardegna possibile”, i partiti indipendentisti Liberu, Irs e Sardigna Natzione. 

I rappresentanti delle otto formazioni politiche (Paolo Mureddu, Alberto Filippini, Alessandro Mongili, Valentina Sanna, Marta Onnis, Pier Franco Devias, Gavino Sale e Bustianu Cumpostu) hanno designato portavoce il giornalista, già direttore dell’Unione Sarda, Anthony Muroni, con il compito di illustrare obiettivi e finalità del nuovo schieramento che si dichiara «alternativo rispetto al quadro politico italiano». «Un progetto aperto e destinato a durare nel tempo», così lo ha definito Muroni, che fonda sui valori della democrazia, del progresso, della solidarietà, della crescita economica ed etica, della non violenza, dell’integrazione e dell’accoglienza.

«Non collaboriamo con i partiti italiani, né ci alleeremo con le coalizioni del falso bipolarismo italiano – ha spiegato il portavoce – perché i partiti del centrodestra e del centrosinistra non contemplano l’autodeterminazione dei sardi.» Sollecitato anche dalle domande dei giornalisti, Anthony Muroni non ha escluso la partecipazione alle ormai imminenti elezioni per il rinnovo del Parlamento italiano («il Rosatellum non comporta l’obbligo del superamento di alcuna soglia di sbarramento per l’attribuzione dei seggi nei collegi uninominali») anche se tutto lascia intendere che la sfida attesa sia quella per l’elezione del Consiglio regionale. Non sono mancate alcune sottolineature critiche rivolte all’attuale Giunta («sulla vertenza entrate e per gli accantonamenti ha dimostrato di non essere dalla parte dei sardi») ed alla classe politica più in generale («non è stata capace di salvaguardare gli interessi dei sardi nel complicato rapporto tra la Sardegna e lo Stato»).

«Lavoriamo – ha concluso Anthony Muroni – per consentire ai sardi di poter scegliere il loro orizzonte statuale e siamo convinti che il crescente fenomeno dell’astensionismo possa trovare un freno davanti ad un’offerta politica diversa e alternativa rispetto a quella rappresentata dai poli italiani negli ultimi venti anni.»

Il consigliere dei Rossomori, Emilio Usula, sarà il riferimento operativo e politico, in seno all’assemblea sarda, del “Polo per l’Autodeterminatzione”.

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In Sardegna sono iniziate le grandi manovre di partiti e movimenti in preparazione delle elezioni Politiche 2018. Il presidente del movimento GENTES, Alessandro Mongili, stamane ha diffuso una nota, nella quale è contenuta la posizione del Consiglio direttivo «sulla “lista tecnica” sarda per le elezioni parlamentari italiani».

«GENTES guarda da sempre con favore ai diversi tentativi di aggregazione nell’area politica dell’autodeterminazione, e in particolare accoglie con interesse la proposta fatta da Anthony Muroni (ex direttore de L’Unione Sarda, n.d.r.) – scrive Alessandro Mongili – in relazione alla formazione di Liste tecniche da presentare alle prossime elezioni politiche italiane. Mai più dovrebbe essere accettabile lo scandalo dei parlamentari sardi che votano a favore di leggi contro la Sardegna, come è accaduto finora, in ubbidienza ai loro padroni delle segreterie dei partiti.»

«GENTES chiede a tutti coloro che sono interessati al processo politico in corso che vi sia la possibilità di una discussione libera, aperta a tutti – aggiunge Alessandro Mongili -. Precondizione necessaria è che la critica sia non solo accetta, ma benvenuta. GENTES propone l’indizione di un’Assemblea pubblica aperta a tutti in cui, sotto nessun ombrello, si possa discutere liberamente dei presupposti politici di una nuova fase politica, e i suoi attivisti si dichiarano disponibili a organizzarla, assieme a chi sia interessato. Da essa dovrebbe uscire una prima definizione degli interessati al processo di formazione di una coalizione o cartello elettorale. Per GENTES deve essere chiaro che in questo processo non deve esserci alcun spazio per fascismo, misoginia, omofobia e razzismo, sotto qualsiasi veste.»

«GENTES propone l’apertura di un Tavolo tecnico composto da personalità politiche con competenze specifiche nelle tecnicalità elettorali, e riconosciute da tutti i partecipanti – sottolinea ancora Alessandro Mongili –. Si dovrebbe trattare di un Tavolo senza le caratteristiche delle Mesas, ma di un tavolo di lavoro e operativo. Le finalità di tale tavolo devono essere quelle di definire un documento che offra: 1. Garanzie sul carattere democratico del processo; 2. Garanzie sulla scelta delle candidature e sui criteri di scelta; 3. Garanzie sulla accountability degli eletti, cioè sulla loro affidabilità rispetto al progetto comune una volta eletti. Sul piano generale, GENTES ritiene che una rappresentanza sarda svincolata dai Partiti italiani sia un obiettivo importante, sia al livello dello Stato italiano, che dell’Europa. A questo proposito, chiede che la discussione non verta su oscuri accordi fra gruppi, ma piuttosto sulle politiche da favorire al livello del Parlamento italiano. Si tratta di un’elezione diversa da quella relativa alla Regione o ai Comuni sardi, ma in ogni caso importante per la ricaduta che può avere in Sardegna e nella costruzione di relazioni al di fuori di essa in appoggio alla nostra lotta.»

«A questo proposito – conclude Alessandro Mongili -, GENTES indica una serie di temi come di proprio interesse programmatico: Bonifica, riconversione e compensazioni per le aree sotto occupazione militare, che devono essere smantellate per intero; Politiche volte ad ampliare la democrazia, le autonomie e i diritti civili delle minoranze; Parità linguistica in Sardegna e nelle altre aree plurilingui dello Stato; Superamento delle politiche di austerità; Politica estera di Pace, soprattutto nell’area mediterranea; Europeismo democratico e federalista.»