25 November, 2024
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Un pezzo della storia sociale e operaia di Carloforte compie un secolo di vita, spaccato della storia dell’intera isola e del Paese. Gli inizi del ‘900 sono un periodo caratterizzato da un forte sviluppo industriale, dall’introduzione di tante innovazioni tecniche e tecnologiche da cui derivano agi e un benessere non conosciuto fino ad allora (energia elettrica arriva agli inizi del 900), il contraltare è l’aumento della concentrazione e dello sfruttamento di tanti operai/masse operaie.

Dopo la seconda rivoluzione industriale, dunque, sono forti in Europa le spinte delle idee socialiste che arrivano in Italia, in Sardegna e a Carloforte, nascono le rivendicazioni, le lotte e le organizzazioni sindacali stabili.

La storia economica e sociale del Sulcis è legata alle miniere e, inevitabilmente, anche quella della sua isola nell’isola, Carloforte era il luogo di primo stoccaggio dei minerali estratti dai pozzi che vi venivano trasportati da una flottiglia di 200 imbarcazioni a vela e remi con equipaggio di zappatori e battellieri.

Da questo nucleo di lavoratori marittimi e caricatori nasce nel 1907 la lega dei battellieri, promossa dal medico piemontese Giuseppe Cavallera, da cui il teatro prende il nome, un protagonista di questi eventi sullo scenario nazionale, che fu oltre che sindaco di Carloforte nel 1907 anche parlamentare del Regno e senatore della Repubblica dopo la seconda guerra mondiale.

Dal nucleo della Lega dei battellieri il 26 marzo 1922 venne costituita la Cooperativa Casa del Popolo che divenne proprietaria anche del Teatro, era talmente radicata nella comunità da arrivare ad avere 1800 soci pari a quasi un quarto dell’intera popolazione. Figlia della organizzazione sindacale socialista ne rappresentava le idee e le istanze e per questo oggetto delle attenzioni del regime fascista che nel 1926 requisì lo stabile per affidarlo all’Associazione Generale degli Operai, tornò nella disponibilità della cooperativa solo negli anni 60’ dopo lungo contenzioso con lo stato italiano.

Da quel momento il Teatro intitolato a Cavallera riprese a svolgere il ruolo di aggregatore sociale, promotore di iniziative culturali e ad ospitare nella propria sede organizzazioni e associazioni che hanno rappresentato istanze sociali, l’ambientalismo, il progressismo politico e l’espressione artistica. È anche il luogo delle feste di fine d’anno delle scuole, della pentolaccia carnevalesca e del veglione di capodanno e da ultimo l’hub vaccinale dell’isola.

Dopo un secolo insomma la Cooperativa Casa del Popolo ed il suo Teatro Cavallera continuano ad essere un protagonista della vita dell’isola,

Cesare Napoli, l’attuale Presidente, descrive così la loro struttura: «Il Cine Teatro Cavallera è un immobile di particolare interesse storico e artistico perché rappresenta una qualificata testimonianza storica di un edificio costruito (1920-1922) come sede di leghe e cooperative per lavoratori (pescatori, contadini, battellieri)». Così veniva dichiarato dal ministero dei beni culturali nel 1998. In occasione del centenario dell’atto costitutivo della cooperativa, grazie anche al contributo di Fondazione Sardegna, Lega Coop, Portovesme srl, comune di Carloforte, sono previste una serie di manifestazioni celebrative dell’avvenimento.

Il Coordinamento Territoriale di Cagliari Sulcis guidato dal presidente Alessandro Moro ha coinvolto per la celebrazione del 26 marzo la coop. Teatro di Sardegna che curerà la messa in scena della rielaborazione da parte di Elisa Pistis di “mistero buffo” di Dario Fo.

Il presidente regionale di Legacoop Claudio Atzori sottolinea come «quelli raggiunti dalla coop Casa del Popolo di Carloforte sono traguardi esemplari per tutta la cooperazione Sarda, l’aggregazione di un ampio nucleo di lavoratori attorno a valori e bisogni sociali hanno costituito un modello cooperativo che ha prodotto benefici non solo per i propri soci ma per tutta la comunità in cui è nata, e addirittura per un intero secolo. Ancora oggi è uno dei più alti esempi di mutualità esterna».

Jose Moica, vice presidente nazionale del Settore Cultura e Turismo di Legacoop, evidenzia «i comparti che rappresentiamo sono stati tra i più colpiti da questo biennio di pandemia. Il turismo, i musei e le aree archeologiche hanno registrato cali di fatturato fino al 50% ma lo spettacolo dal vivo ed il teatro sono stati quasi azzerati. Oggi sull’intero territorio nazionale stiamo ricominciando a programmare spettacoli e stagioni ed useremo l’esempio della Cooperativa Casa del Popolo per essere sempre più da stimolo culturale per l’intero Paese».