22 December, 2024
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Si è svolta stamane nel Foyer del Teatro Massimo di Cagliari la conferenza stampa di presentazione della Stagione di Prosa e Danza 2024-2025 al Teatro Centrale di Carbonia organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Carbonia e con il contributo della Fondazione di Sardegna. 
Sono intervenuti:
Pietro Morittu – sindaco di Carbonia , che ha sottolineato l’impegno del Comune per la diffusione della cultura, con una Stagione di Prosa e Danza di respiro nazionale  e una particolare attenzione alle giovani generazioni 
Antonio Cabiddu – presidente CeDAC Sardegna, che ha ricordato la mission del CeDAC nella promozione della cultura teatrale e il ruolo del Circuito nel coinvolgimento del territorio
Valeria Ciabattoni – direttrice artistica CeDAC Sardegna, che ha illustrato il cartellone della Stagione di Prosa e Danza 2024-2025 al Teatro Centrale di Carbonia 

CeDAC

Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna

Teatro Centrale – Carbonia

Stagione di Prosa e Danza 2024-2025

Viaggio negli labirinti della mente e del cuore tra immortali capolavori e testi di autori contemporanei, accanto alle creazioni di importanti coreografi, con la Stagione di Prosa e Danza 2024-2025 al Teatro Centrale di Carbonia organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con la direzione artistica di Valeria Ciabattoni e con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, della Regione Sardegna e del Comune di Carbonia e il contributo della Fondazione di SardegnaUndici titoli in cartellone da gennaio a maggio con i grandi protagonisti della scena, da Lella Costa con un’intrigante rilettura dell’“Otello” dalla parte di Desdemona a Gigio Alberti e Amanda Sandrelli in “Vicini di Casa” di Cesc Gay, Giorgio Colangeli e Manuela Mandracchia ne “Le Volpi” di CapoTrave, Lucia Vasini con Lorenzo LaviaPaolo Triestino e Carmen Di Marzo ne “Le Gratitudini” dal romanzo di Delphine De Vigan, Veronica Pivetti ne “L’inferiorità mentale della donna” di Giovanna Gra e Geppi Cucciari in “Perfetta” di Mattia Torre (fuori abbonamento).

Focus sul teatro napoletano con Enzo Decaro, attore di teatro e cinema, noto al grande pubblico dal trio La Smorfia con Lello Arena e Massimo Troisi, in “Non è vero ma ci credo” di Peppino De Filippo e Arturo Cirillo, che firma la regia di “Ferdinando” di Annibale Ruccello, uno degli autori più interessanti della drammaturgia partenopea del secondo Novecento (prematuramente scomparso nel 1986). Spazio alla danza contemporanea con “Dalla A alla Z” di Spellbound Contemporary Ballet & Compagnia Zappalà Danza, con coreografie di Mauro Astolfi e Roberto Zappalà e “White Out / La conquista dell’inutile”, una creazione del giovane ma già affermato (e pluripremiato) coreografo Piergiorgio Milano, ispirata alla passione per le vette, per un racconto per quadri sull’amicizia, il rischio e la fiducia. In scena anche “Assenze Ingiustificate in Rock” nuova produzione di Quinte Emotive, su un testo di Fabrizio Carta, con la regia di Giulio Landis, tra storie di poeti e musicisti e atmosfere Anni Settanta.

Il sipario si apre su un’inedita versione della tragedia di “Otello” con Lella Costa per la regia di Gabriele Vacis, poi si parla d’amore tra passione e routine in “Vicini di Casa” di Cesc Gay con Gigio Alberti e Amanda Sandrelli accanto a Alessandra Acciai e Alberto Giusta, diretti da Antonio Zavatteri, mentre ne “Le Volpi” di CapoTrave, una commedia di Lucia Franchi e Luca Ricci (sua la regia) con Giorgio Colangeli e Manuela Mandracchia insieme con Federica Ombrato emerge il vizio antico della corruzione, fin troppo diffuso nel Belpaese.

Un ideale dialogo tra due coreografi di punta come Mauro Astolfi e Roberto Zappalà in “Dalla A alla Z”, coproduzione di Spellbound Contemporary Ballet & Compagnia Zappalà Danza, mentre la compagnia Quinte Emotive presenta “Assenze Ingiustificate in Rock” di Fabrizio Carta, con la regia di Giulio Landis, per un affresco di varia umanità. Intrecci fra letteratura e teatro con “Le Gratitudini” dal romanzo di Delphine De Vigan con adattamento e regia di Paolo Triestino, in scena con Lucia VasiniLorenzo Lavia e Carmen Di Marzo, che racconta la storia di una donna sfuggita all’Olocausto, decisa a ringraziare chi l’ha aiutata e le ha salvato la vita, in una chiave delicata e poetica.

Il fascino della montagna in “White Out / La conquista dell’inutile” di e con Piergiorgio Milano, un’opera coreografica che sposa danzanouveau cirque e alpinismo nella cronaca di un’avventurosa scalata tra la vertigine dell’altezza e la forza dell’amicizia. un omaggio a Peppino De Filippo con “Non è vero ma ci credo” nella mise en scène di Leo Muscato, uno tra i più brillanti e apprezzati registi italiani contemporanei, con Enzo Decaro nel ruolo del commendator Gervasio Savastano avarissimo e superstizioso imprenditore, accanto a (in o.a.) Carlo Di MaioRoberto FiorentinoCarmen LandolfiMassimo PaganoGina PernaGiorgio PintoCiro RuoppoFabiana Russo e Ingrid Sansone, sullo sfondo di una Napoli non più Anni Trenta ma Anni Ottanta, «dove convivono Mario Merola, Pino Daniele e Maradona».

Riflettori puntati su Veronica Pivetti che ne “L’inferiorità mentale della donna” di Giovanna Gra, divertente one-woman-show liberamente ispirato al celebre trattato di Paul Julius Moebius, tra teorie filosofiche e scientifiche e strani esperimenti, ricordi, aneddoti e canzoni, come una novella Mary Selley dimostra che il vero Frankestein… è la Donna. Nel Meridione d’Italia, dopo la fine del Regno delle Due Sicilie, la storia s’intreccia ai destini individuali in “Ferdinando” di Annibale Ruccello nella versione di Arturo Cirillo, in scena con Sabrina ScuccimarraAnna Rita Vitolo e Riccardo Ciccarelli, per una trama densa di coups de théâtre e inattese rivelazioni.

Finale con brio con Geppi Cucciari in “Perfetta” di Mattia Torre (fuori abbonamento), una pièce ironica impreziosita dalla musica di Paolo Fresu e dall’abito di scena di Antonio Marras, sul tema del ciclo femminile, per troppe persone ancora un tabù, tra cambiamenti d’umore, atteggiamenti e stati d’animo… in armonia con le fasi della Luna.

Una ricca programmazione tra pièces classiche e contemporanee e intriganti coreografie per affrontare temi di forte attualità – dalla condizione e il ruolo delle donne nella società tra pregiudizi e retaggi patriarcali, ma anche la difficoltà di conciliare famiglia e lavoro per una professionista in carriera, con l’ironia e la verve di Veronica Pivetti e Geppi Cucciari, fino alla violenza di genere e all’inquietante fenomeno dei femminicidi in “Otello / di precise parole si vive”, con una affabulatrice brillante come Lella Costa, per mettere l’accento sulla modernità della tragedia e sul vero significato dell’amore (che non uccide né ferisce), come sull’urgenza di una rivoluzione culturale per chi non teme la verità.

Un ritratto di famiglia tra intrighi e segreti con “Ferdinando” di Annibale Ruccello, tra ambizioni e decadenza dell’aristocrazia, antiche e nuove passioni e giochi di potere e un vivido affresco della società da cui emergono la corruzione della politica e la tradizione del nepotismo ne “Le Volpi” di CapoTrave, ma anche un poetico inno alla vita ne “Le Gratitudini” dal romanzo di Delphine De Vigan, dove affiora il ricordo della Shoah ma anche l’esempio luminoso di coloro che hanno cercato di opporsi allo sterminio, come un messaggio di speranza per il futuro

Un’indagine sull’amore tra eros e amicizia, desiderio e abitudine in “Vicini di Casa” di Cesc Gay mentre “Non è vero ma ci credo” di Peppino De Filippo rivela gli effetti della superstizione (tutt’altro che superata nel terzo millennio, dove abbondano maghi e veggenti) e dell’avidità e dell’egoismo, con la moderna maschera di Gervasio Savastano come novello Arpagone, e ancora “Assenze Ingiustificate in Rock” riflette la temperie culturale e sociale dell’Isola tra ieri e oggi.

Il cartellone

Una tragedia elisabettiana riletta con sensibilità contemporanea – lunedì 20 gennaio, alle 20.30 – con “Otello / di precise parole si vive” dal capolavoro di William Shakespeare, con drammaturgia di Lella Costa e Gabriele Vacis, scenofonia di Roberto Tarasco e scenografie di Lucio Diana, con un’intensa Lella Costa che indaga il significato letterale e simbolico di una vicenda di inquietante attualità, per la regia di Gabriele Vacis (produzione Teatro Carcano – distribuzione Mismaonda). «Guardatevi dalla gelosia, mio signore. È un mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre» afferma Jago, il cattivo consigliere che instilla il sospetto nella mente e nel cuore del Moro facendo leva sulle insicurezze e le paure di un uomo innamorato. Una «trama folgorante – sottolinea Lella Costa – il cui riassunto potrebbe sembrare una notizia di cronaca di oggi: un lavoratore straniero altamente qualificato, un matrimonio misto, una manipolazione meschina e abilissima, un uso doloso e spregiudicato del linguaggio, un femminicidio con successivo suicidio del colpevole». “Otello” rimanda alla cultura patriarcale, che giustifica il “delitto d’onore”, ma è invece essenziale comprendere, come ricorda Gabriele Vacis, più che il dramma di un assassino, «la tragedia vera di Desdemona, che si annida nel profondo delle anime».

Variazioni sul tema dell’amore nel terzo millennio  domenica 26 gennaio, alle 20.30 – con Vicini di Casa”, versione italiana di “Sentimental” di Cesc Gay, una scoppiettante e coinvolgente commedia, con traduzione e adattamento di Pino Tierno, nell’interpretazione di Alessandra AcciaiGigio AlbertiAlberto Giusta e Amanda Sandrelli, con scene di Roberto Crea, costumi di Francesca Marsella, disegno luci di Aldo Mantovani, per la regia di Antonio Zavatteri (co-produzione Nidodiragno / CMC – Cardellino srl – Teatro Stabile di Verona, in collaborazione con il Festival Teatrale di Borgio Verezzi). La pièce descrive l’incontro tra Anna e Giulio, la cui relazione, dopo anni di convivenza e una figlia, sembra attraversare una profonda crisi e i loro vicini, Laura e Toni, la cui storia appare al culmine della passione più infuocata: un innocuo aperitivo si trasforma in una confessione, la spregiudicatezza degli ospiti sembra contagiare i padroni di cara e una volta iniziato il gioco si fa sempre più ardito e pericoloso. Il fragile equilibrio fondato sull’abitudine e sulla tenerezza sembra destinato a infrangersi, mentre emergono amarezze e frustrazioni, nodi irrisolti e desideri inespressi: “Los vecinos de arriba” è «una commedia, libera e provocatoria, che indaga con divertita leggerezza inibizioni e ipocrisie del nostro tempo».

Un vivido affresco della società – domenica 2 febbraio, alle 20.30 – con Le Volpi”, uno spettacolo di CapoTrave, ideato e scritto da Lucia Franchi e Luca Ricci (che firma anche la regia) e interpretato da Giorgio Colangeli, volto noto del grande e del piccolo schermo (Nastro d’Argento per “La cena” di Ettore Scola e David di Donatello per “L’aria salata” di Alessandro Angelini) e Manuela Mandracchia, una delle attrici più interessanti della scena contemporanea, diretta da registi come Luca Ronconi e Massimo Castri (Premio Ubu per “Amor nello specchio”) con la giovane e talentuosa Federica Ombrato (produzione Infinito). In un pomeriggio d’estate, l’incontro tra due figure di spicco della politica locale, cui partecipa anche la figlia di una di loro, si trasforma in una riunione durante la quale elaborare progetti e strategie a breve e lungo termine, dove privilegi e vantaggi personali prevalgono sull’ideale del “bene comune”. In un’atmosfera informale, davanti a un vassoio di biscotti all’ora del caffè, «si confessano legittimi appetiti e interessi naturali, si stringono e si sciolgono accordi», si ragiona su favori e concessioni, in uno spaccato della provincia italiana che riflette in piccolo la corruzione, il “familismo amorale”, gli intrighi e i giochi di potere della capitale e delle grandi città del Belpaese.

Focus sulla danza contemporanea – sabato 8 febbraio, alle 20.30 – con “Dalla A alla Z”, originale co-produzione di Spellbound Contemporary Ballet & Compagnia Zappalà Danza con coreografie di Mauro Astolfi e Roberto Zappalà: un ideale dialogo tra i due artisti, che «si incontrano su un terreno creativo comune, dando vita a un confronto tra due poetiche diverse ma complementari». In programma due creazioni di Mauro Astolfi, “If you were a man” e “A Better Place”, con Filippo ArlenghiLorenzo BeneventanoAnita BonavidaAlessandro Piergentili e Roberto Pontieri, disegno luci di Marco Policastro e costumi di Anna Coluccia, su una variegata colonna sonora e due lavori di Roberto Zappalà (che firma coreografie, luci e costumi), “2×2” e “Brotherhood”, con musiche di Johann Sebastian Bach e Johannes Brahms, interpretati da Filippo Domini, Anna ForzuttiSilvia Rossi e Erik Zarcone. «Il progetto nasce dal desiderio di esplorare nuovi linguaggi espressivi e dalla volontà di costruire una relazione artistica che vada oltre le singole capacità tecniche, mettendo al centro la collaborazione e la ricerca di una nuova ispirazione». “Dalla A alla Z” rappresenta l’occasione per apprezzare le differenti cifre stilistiche e la poetica di due tra i più importanti autori della scena coreutica italiana.

Storie da bar – sabato 15 febbraio, alle 20.30 – con “Assenze Ingiustificate in Rock” uno spettacolo della compagnia Quinte Emotive, tratto da “Assenze Ingiustificate” di Fabrizio Carta, con la regia di Giulio Landis: sotto i riflettori Cristina PillolaGiusy Fogu e Massimo PutzuFabrizio Carta e Matteo Guidarini interpretano le “anime perse” in cerca di riscatto, tra la nostalgia per il passato e le speranze e i vaghi sogni per il futuro. Nel cuore del Sulcis, una bettola fa da cornice ai ricordi, ai discorsi e alle fantasticherie di «un poeta introverso, stralunato e creativo» e del giovane gestore, «un musicista, idealista e disincantato», in cui si inseriscono i tre avventori, tre personaggi diversissimi tra loro ma in qualche complementari, in «un equilibrio quasi perfetto». Una colonna sonora (virtuale) ispirata alla musica rock degli Anni Settanta, in cui spiccano le canzoni dei Deep Purple, quasi a evocare «un mondo che non c’è più» fa da sfondo alle vicende dei protagonisti, in una dimensione sospesa e fuori dal tempo, in una sorta di rituale consolatorio e catartico. “Assenze Ingiustificate in Rock” mette in risalto la monotonia delle vite dei personaggi, ciascuno con un carattere ben definito, che insieme compongono un affresco corale e riflettono la realtà del territorio.

Un poetico e commovente inno alla vita – lunedì 24 febbraio, alle 20.30 – con “Le Gratitudini”, dal romanzo di Delphine de Vigan, con adattamento e regia di Paolo Triestino, con un’intensa Lucia Vasini nel ruolo della protagonista, Michka, un’anziana correttrice di bozze che prima di “perdere le parole” vorrebbe ringraziare chi le ha salvato la vita, accanto a Lorenzo LaviaPaolo Triestino e Carmen Di Marzo, con scenografia di Francesco Montanaro, costumi di Lucrezia Farinella, disegno luci di Alessandro Nigro e musiche originali di Massimiliano Gagliardi, movimenti coreografici a cura di Erika Puddu (produzione a.ArtistiAssociati / Centro di Produzione Teatrale). Una donna dall’animo mite e gentile, assistita da Marie, la figlia di una vicina, di cui si era presa cura colmando il vuoto e le anchevolezze di una madre assente, e da un giovane ortofonista rievoca la sua infanzia nei giorni della Shoah: la pièce teatrale racconta una storia struggente e emblematica ma anche piena di speranza, in cui trovano posto la tenerezza e l’affetto, e il sentimento raro e prezioso della gratitudine. Il desiderio di Michka, poter dire grazie alla famiglia che l’ha accolta, bambina, in tempi difficili e pericolosi, diventa il simbolo di un’umanità che reagisce di fronte all’orrore e resiste anche in un’epoca di barbarie.

La sfida delle vette, tra la vertigine dell’altezza e il candore della neve – venerdì 14 marzo, alle 20.30 – con “White Out / La conquista dell’inutile”, una creazione del pluripremiato coreografo Piergiorgio Milano, uno dei più interessanti talenti della danza italiana contemporanea, in scena con Javier Varela Carrera e Luca Torrenzieri, con disegno luci di Bruno Teusch e sound design di Federico Dal Pozzo, costumi di Raphaël LamySimona Randazzo e Piergiorgio Milano (che cura anche scenografia e soundtrack) per «un omaggio a tutti gli alpinisti che sono scomparsi o hanno rischiato di scomparire nel bianco senza fine» (produzione Compagnia Piergiorgio Milano). “White Out” – con un titolo che rimanda a una situazione estrema, quando immersi in un bianco accecante, si perde la direzione, quasi al confine tra la vita e la morte – è «un viaggio ironico e drammatico, divertente e coinvolgente, non solo attraverso il paesaggio naturale evocato sul palco, ma attraverso l’interiorità umana stessa». Un avvincente racconto per quadri ricco di pathos, in cui tra flashback e immagini simboliche si affrontano temi come l’amicizia, il rischio e la fiducia, nel ripercorrere i momenti cruciali di una tragedia di montagna «seguendo l’evoluzione di una piccola comunità di alpinisti nel loro cammino iniziatico».

Un vivido affresco della società – mercoledì 26 marzo, alle 20.30 – con “Non è vero ma ci credo”, esilarante commedia di Peppino De Filippo con Enzo Decaro e con (in o.a.) Carlo Di MaioRoberto FiorentinoCarmen LandolfiMassimo PaganoGina PernaGiorgio PintoCiro RuoppoFabiana Russo e Ingrid Sansone, scene di Luigi Ferrigno, costumi di Chicca Ruocco e disegno luci di Pietro Sperduti, per la regia di Leo Muscato (produzione I Due della Città del Sole). Una pièce brillante incentrata sulla figura di Gervasio Savastano, ricco e avaro imprenditore che «vive nel perenne incubo di essere vittima della iettatura»: nel ruolo interpretato da Peppino De Filippo, Enzo Decaro incarna una maschera contemporanea, una figura tragicomica e grottesca in cui si intrecciano avidità e ambizione e consapevolezza della propria fragilità e della volubilità della fortuna. Il commendatore, vittima della sua ossessione, compie azioni sconsiderate licenziando e assumendo gli impiegati non in base alle loro capacità ma a vaghi timori e intuizioni dettati dalla superstizione e perfino progettando le nozze della figlia con un uomo dotato di una provvidenziale gobba, sullo sfondo di una Napoli surreale, non più degli Anni Trenta ma degli Anni Ottanta, tra icone come Mario Merola, Pino Daniele e Diego Maradona.

Viaggio nell’universo femminile tra scienza e ironia – giovedì 3 aprile, alle 20.30 – con “L’inferiorità mentale della donna” di Giovanna Gra, uno spettacolo liberamente ispirato al celebre trattato di Paul Julius Moebius, con la verve e il talento di Veronica Pivetti, in scena con il musicista Anselmo Luisi, con la colonna sonora e gli arrangiamenti musicali di Alessandro Nidi, i costumi di Nicolao Atelier Venezia e il disegno luci di Eva Bruno, per la regia di Gra&Mramor (produzione a.ArtistiAssociati in collaborazione con Pigra srl). Riflettori puntati sull’eclettica attrice, doppiatrice e conduttrice milanese, volto noto del grande e del piccolo schermo, che come una novella Mary Shelley si confronta con bizzarre teorie e singolari esperimenti, e narra le gesta di famose criminali, da Agrippina a Leonarda Cianciulli, la saponificatrice di Correggio, fino a scoprire che l’unico e vero Frankestein è la Donna. Nella pièce si affrontano i fondamenti del pensiero reazionario e patriarcale, dal saggio del titolo alle tesi di Cesare Lombroso, in una curiosa antologia che potrebbe suonare come una parodia ma riflette invece una visione del mondo. Tra storie e canzoni, Veronica Pivetti mette in luce i presupposti ideologici che giustificherebbero la sottomissione delle donne, in contrasto con i successi di artiste e intellettuali, letterate e scienziate, filosofe e attiviste e con le plurisecolari lotte per l’emancipazione e la parità.

La fine di un’epoca e la caduta delle maschere – giovedì 17 aprile alle 20.30 – con “Ferdinando” di Annibale Ruccello nella mise en scène di Arturo Cirillo, che divide il palco con Sabrina ScuccimarraAnna Rita Vitolo e Riccardo Ciccarelli, con le scenografie di Dario Gessati, i costumi di Gianluca Falaschi, le musiche di Francesco De Melis e il disegno luci di Paolo Manti (produzione Marche Teatro – Teatro Metastasio di Prato – Fondazione Teatro di Napoli / Teatro Bellini). Nel Meridione d’Italia, dopo la caduta del Regno delle Due Sicilie, l’aristocratica Donna Clotilde si ritira nella sua villa vesuviana, in compagnia della cugina Gesualda, tra le visite di Don Catellino, l’ambiguo prete di famiglia, finché l’arrivo di un giovane nipote stravolge gli equilibri. «Il capolavoro del drammaturgo partenopeo raccontacome sottolinea Arturo Cirillo nelle Note di Regiail desiderio per un inafferrabile adolescente, nato da un inconsolabile bisogno d’amore, matura nella mente di tre personaggi disperati, prigionieri della propria solitudine, esacerbati dall’abitudine». Una pièce conturbante, dove la presenza di Ferdinando riaccende le passioni e porta alla luce antichi segreti: in «un teatro della crudeltà mascherato da dramma borghese»sostiene Arturo Cirillo – l’autore, con la sua cifra originale e trasgressiva, evoca il senso arcano di un “sortilegio”.

Una donna allo specchio – domenica 25 maggio, alle 20.30 – con “Perfetta (fuori abbonamento), un monologo scritto e diretto da Mattia Torre (uno dei più interessanti autori contemporanei, da “Boris” (la serie e il film) e “La Linea Verticale” a pièces come “Migliore” e “Qui e Ora”, prematuramente scomparso nel 2019) e interpretato da Geppi Cucciari nel ruolo di una moderna donna in carriera, con musiche di Paolo Fresu e costumi di Antonio Marras, disegno luci di Luca Barbati, assistente alla regia Giulia Dietrich (produzione ITC2000 – distribuzione Terry Chegia). Un ironico racconto per quadri, con il talento istrionico e la vis comica di Geppi Cucciari, per affrontare un tema ancora tabù come il ciclo femminile attraverso il diario di quattro martedì: la protagonista, brillante venditrice di automobili in una concessionaria di lusso, descrive le sue giornate apparentemente sempre uguali, sotto l’influenza dei cambiamenti ormonali che incidono sui suoi stati d’animo e sulla sua visione del mondo. Focus sulla routine quotidiana di una donna, esperta nel conciliare il ruolo di moglie e madre e gli impegni professionali per corrispondere all’ideale femminile di un’inarrivabile perfezione, alle prese con agguerriti concorrenti e una colf che guadagna esattamente quanto lei, ma le permette il lusso e la libertà di lavorare fuori casa, in un one-woman-show che fa sorridere e pensare.

La Stagione di Prosa e Danza 2024-2025 al Teatro Centrale di Carbonia è organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del MiC/ Ministero della Cultura, dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Carbonia e con il contributo della Fondazione di Sardegna.

INFO & PREZZI

Abbonamento per 10 spettacoli

Platea

da fila 1 a fila 7: 100 euro

da fila 8 a fila 11: 90 euro

da fila 12 a fila 14: 80 euro

da fila 15 a fila 17: 70 euro

Galleria e Palchi: 70 euro

biglietti

Platea

da fila 1 a fila 7: 18 euro

da fila 8 a fila 11: 16 euro

da fila 12 a fila 14: 14 euro

da fila 15 a fila 17: 12 euro

Galleria e Palchi: 9 euro

biglietti “Perfetta” con Geppi Cucciari

(fuori abbonamento)

Platea: 25 euro

Galleria: 20 euro

info: cell. 338.9838142 (Valentina Trogu)

e-mail: infocedac.carbonia@gmail.com – www.cedacsardegna.it

prevendite online: www.vivaticket.it

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Va avanti la prevendita dei biglietti per “Il rigore che non c’era”, lo spettacolo di Federico Buffa in scena mercoledì 27 marzo (ore 21.00) al Teatro Massimo di Cagliari per l’organizzazione della cooperativa Vox Day. I biglietti si possono acquistare online e nei punti vendita di Vivaticket a 38 euro in poltronissima e 28 in poltrona (più diritti di prevendita). Chi volesse acquistare un biglietto attraverso il circuito Sardex potrà farlo prenotando via mail a info@voxday.com o per telefono al numero 070840345, fino a martedì 26 e fino ad esaurimento posti.

Dopo il fortunato debutto dell’estate scorsa, “Il rigore che non c’era”, che la sera prima (martedì 26) farà tappa al Nuovo Teatro Comunale di Sassari (organizza la cooperativa Le Ragazze Terribili), approda in Sardegna nell’ambito della nuova tournée prodotta da International Music and Arts che ha preso il via il 7 febbraio.

Con un riferimento letterario a Edoardo Galleano, il titolo dello spettacolo è la metafora di quell’evento imprevisto, inaspettato, che trasforma una vita, proprio come un rigore, nel gioco del calcio, può cambiare il corso di una partita. Partendo da vicende sportive, il lavoro teatrale scritto a quattro mani con Marco Caronna si trasforma in un affresco storico, poetico e musicale dove si incrociano e si intrecciano tanti fatti e personaggi non solo dello sport. Il tutto, punteggiato dalle note di Alessandro Nidi, che accompagna e sottolinea al pianoforte le parole di Federico Buffa, in scena con Jvonne Giò e lo stesso Marco Caronna, che firma anche la regia. Sessant’anni da compiere il prossimo 28 luglio, giornalista, telecronista di basket e commentatore sportivo, Federico Buffa ha messo in luce le sue grandi doti di narratore raccontando in tv, e poi anche in teatro, storie di protagonisti ed eventi dello sport.  

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Nello scorso maggio furono il concerto e il cd “Giro a vuoto – Gli stornelli intellettuali per Laura Betti”. Una tappa importante nella ricerca dell’attrice e cantante Elena Pau sul teatro canzone. Accompagnata al pianoforte da Alessandro Nidi, sotto la regia di Marco Parodi, ha proposto il repertorio di canzoni scritte per l’attrice emiliana – amica e musa di Pier Paolo Pasolini, scomparsa nel 2004 – da scrittori e poeti come Flaiano, Moravia, lo stesso Pasolini, Arbasino, Soldati, Fortini, Parise, Cederna, Bassani, e musicate da autori come Carpi, Piccioni, Umiliani. Nel titolo è stato ripreso quello dello spettacolo di cabaret letterario della Betti del 1960 (riproposto in tre edizioni fino al 1964 con la regia di Filippo Crivelli), dove l’attrice interpretava brani musicali ispirati ai testi dei suoi celebri amici letterati. Recentemente “Giro a vuoto” è approdato con successo a Casalecchio di Reno (BO) nel Teatro Comunale intitolato proprio a Laura Betti.

Ciò che è accaduto dopo il maggio 2017 lo racconta lo stesso Nidi, autore delle musiche di scena per diversi teatri italiani e collaboratore di artisti del calibro di Maddalena Crippa, Moni Ovadia, Adriana Asti, Laura Marinoni: «Passano dei mesi ed Elena mi sorprende con una proposta inaspettata. Vuole riprendere le canzoni della Betti, aggiungere altri brani scritti da poeti e intellettuali, affidarli alla mia direzione, invitando a suonare con noi l’ottimo contrabbassista Alessandro Atzori e due mostri sacri della musica italiana: Antonio Marangolo ed Ellade Bandini… E così siamo qui, a Cagliari, per proporre nuovi testi e nuove musiche. Questa volta con attenzione particolare alle armonie, melodie e ritmi…».
Ecco come nasce Giro a vuoto – Due canzoni per Laura Betti, vinile 45 giri che viene presentato domani, venerdì 22 dicembre, a Cagliari, al Piccolo Auditorium di Piazza Dettori. Lato A “La bella Leontine”, testo di Goffredo Parise e musica di Gian Franco Maselli, lato B “Mi butto!”, parole di Alberto Moravia e musica di Gino Marinuzzi.

Alle 19.00 la presentazione/anteprima per la stampa con l’esecuzione live dei due brani. Elena Pau (“E’ veramente un’attrice che sa cantare e una cantante che sa recitare”, ha detto di lei Fausto Amodei, cantautore che ha scritto, fra gli altri, per la Ornella Vanoni ed Enzo Jannacci) sarà accompagnata da una band di primissimo ordine, la stessa con cui ha realizzato il 45 giri, registrato, mixato e masterizzato da Marti Jane Robertson nei suoi studi di Cagliari: Alessandro Nidi (pianoforte e arrangiamenti musicali); Ellade Bandini (batteria), lunghissimo l’elenco delle sue collaborazioni di prestigio: Guccini, De André, Paolo Conte, Mina, Branduardi, Zucchero, Vecchioni, Concato, Edoardo Bennato, Vince Tempera, Franco Cerri, Antonello Salis, Paolo Fresu, Danilo Rea, solo per citarne una minima parte; Antonio Marangolo (sax), lungo il suo sodalizio artistico con Paolo Conte e Francesco Guccini, dopo aver lavorato con Ivano Fossati, Ornella Vanoni e Vinicio Capossela; Alessandro Atzori (contrabbasso), apprezzato musicista.
A seguire, alle 20.30, LE PAROLE (IN)CANTATE – Concerto per Un’attrice al microfono, con la Pau e la band impegnati a giostrarsi fra i testi di Dario Fo, Alberto Moravia, Dacia Maraini, Parise, Roberto Roversi, Pier Paolo Pasolini, Camilla Cederna e le musiche di Fiorenzo Carpi, Gino Marinuzzi, Gian Franco Maselli, Gino Negri.

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Fervono i preparativi in vista della trentunesima edizione del Premio “Giuseppe Dessì”: da lunedì 19 a domenica 25 settembre si rinnova l’appuntamento annuale a Villacidro con il concorso letterario intitolato allo scrittore sardo1909-1977), che nella cittadina a cinquanta chilometri da Cagliari visse durante l’infanzia e l’adolescenza e da cui trasse poi ispirazione per tante pagine della sua produzione letteraria (su tutte, quelle del romanzo “Paese d’ombre”, con cui vinse il Premio Strega nel 1972).  

Sette giornate dense di appuntamenti che culmineranno, domenica 25, nella cerimonia di proclamazione e premiazione dei vincitori delle due sezioni letterarie, Narrativa e Poesia, in cui si articola il concorso. La serata finale incoronerà anche i vincitori di altri due riconoscimenti: il Premio Speciale della Giuria e il nuovo Premio Speciale “Fondazione di Sardegna”, attribuito dalla Fondazione Dessì in collaborazione con l’omonima fondazione bancaria.

I finalisti sono: Emanuela E. Abbadessa, Edgardo Franzosini, Cristian Mannu per la Narrativa; Vivian Lamarque, Milo De Angelis, Franco Marcoaldi per la sezione Poesia.

Considerevole, anche quest’anno, il livello di adesione al concorso da parte delle più rappresentative case editrici nazionali, con 345 volumi giunti alla segreteria del premio entro la scadenza del bando, lo scorso 20 giugno.

Le due terne di finalisti sono state selezionate – tra i 212 titoli pervenuti per la sezione Narrativa e i 123 per la Poesia – dalla giuria di esperti presieduta da Anna Dolfi (professore ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Firenze, socia dell’Accademia Nazionale dei Lincei e tra i più autorevoli studiosi dell’opera di Giuseppe Dessì) e composta da Mario Baudino, Duilio Caocci, Giuseppe Langella, Massimo Onofri, Stefano Salis, Gigliola Sulis, Giuseppe Lupo e dall’ex presidente della Fondazione Dessì, Christian Balloi, alla cui carica si è avvicendato nelle scorse settimane Paolo Lusci.

Per la sezione Narrativa si contendono il premio Emanuela E. Abbadessa con Fiammetta (Rizzoli), Edgardo Franzosini con Questa vita tuttavia mi pesa molto(Adelphi) e Cristian Mannu con Maria di Isili (Giunti).

Sono invece in gara per la Poesia Vivian Lamarque con Madre d’inverno (Mondadori), Milo De Angelis con “Incontri e agguati (Mondadori) e Franco Marcoaldi con “Il mondo sia lodato (Einaudi).

I vincitori delle due sezioni letterarie, che verranno proclamati domenica 25, andranno a iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro del Premio: un elenco lungo trenta edizioni, che annovera scrittori del calibro di Nico Orengo, Laura Pariani, Salvatore Mannuzzu, Marcello Fois, Michela Murgia, Niccolò Ammaniti, Salvatore Silvano Nigro, Giuseppe Lupo, Antonio Pascale, Maurizio Torchio e poeti come Elio Pecora, Patrizia Cavalli, Maria Luisa Spaziani, Giancarlo Pontiggia, Alda Merini, Eugenio De Signoribus, Gilberto Isella, Gian Piero Bona, Alba Donati e Mariagiorgia Ulbar. 

Oltre al prestigioso riconoscimento, i primi due classificati si aggiudicheranno ciascuno cinquemila euro; la dotazione economica del premio per ogni finalista è invece di 1.500 euro. 

 A Salvatore Settis il Premio Speciale della Giuria; a Giacomo Mameli e al Coro di Neoneli il Premio Speciale “Fondazione di Sardegna”.

Viene invece assegnato a una personalità di spicco della vita pubblica o culturale nazionale il Premio Speciale della Giuria (anch’esso di cinquemila euro), che nelle precedenti occasioni è andato a scrittori, intellettuali, giornalisti, scienziati e personaggi dello spettacolo come Luigi Pintor, Sergio Zavoli, Alberto Bevilaqua, Arnoldo Foà, Francesco Cossiga, Marco Pannella, Piero Angela, Ascanio Celestini, Mogol, Philippe Daverio, Toni Servillo e Piera Degli Esposti. Dopo la grande attrice bolognese, incoronata nell’ultima edizione, quest’anno la giuria conferisce gli onori a uno degli intellettuali più impegnati del panorama culturale italiano: l’archeologo e storico dell’arte Salvatore Settis.

Una novità assoluta è il Premio Speciale “Fondazione di Sardegna”, un riconoscimento che per il suo esordio va a un maestro del giornalismo sardo, Giacomo Mameli, e a uno dei gruppi più rappresentativi della tradizione musicale isolana come il Coro di Neoneli.  

I sei finalisti delle sezioni letterarie, con Salvatore Settis, Giacomo Mameli e il Coro di Neoneli, saranno al centro della serata di domenica 25, nella quale verranno proclamati i vincitori e consegnati i premi. Affidata anche quest’anno alla conduzione della giornalista televisiva Natascha Lusenti, la cerimonia, in programma a partire dalle 18.30 in Piazza Municipio, sarà arricchita dagli intermezzi musicali del gruppo Sikitikis e della cantautrice Chiara Effe, e da letture degli attori Jacopo Cullin, Rita Atzeri e Cristina Maccioni.

Da lunedì 19 sette giornate con incontri, presentazioni editoriali, laboratori didattici, spettacoli e musica.

Il cartellone si presenta sotto l’insegna “Cercatori di meraviglie”, titolo preso in prestito da un progetto di formazione per insegnanti delle scuole materne, elementari e medie, finalizzato alla promozione della lettura tra i bambini e gli adolescenti, varato lo scorso inverno dalla Fondazione Dessì in collaborazione con il festival della Letteratura per l’infanzia BaB – Bimbi a Bordo organizzato dall’associazione culturale InCoro di Guspini. Un titolo che in questo caso vale come invito alla curiosità e alla scoperta delle tante e stimolanti proposte della settimana villacidrese.

Si comincia lunedì 19 settembre all’auditorium Santa Barbara, dove alle 17.00 si proietta “Vinti ma non convinti”, un docufilm dedicato alla figura di uno dei massimi studiosi della cultura e della lingua sarda: il poeta e scrittore Francesco Masala (noto Cicitu), nato nel 1916 e scomparso nove anni fa. Intervengono il regista Marco Gallus, il giornalista Paolo Pillonca, la poetessa Anna Cristina Serra, il figlio dell’intellettuale logudorese, Ugo Masala, e l’assessore alla Cultura del comune di Villacidro, Giovanni Spano.

Alle 18.30 ci si trasferisce al Mulino Cadoni per l’inaugurazione della mostra “Meravigliose complessità” di Roberto Innocenti. Classe 1940, il disegnatore toscano ha illustrato libri tradotti in una ventina di lingue e vanta un ricco palmarès di riconoscimenti ricevuti in diversi paesi, dall’Italia alla Slovacchia, dalla Germania agli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Spagna.

Alle 19.00 si inaugura il “salotto letterario” del premio in piazza Zampillo con un incontro con Nicoletta Sipos. La giornalista e scrittrice ungherese, italiana d’adozione, presenta il suo libro, fresco di stampa per Garzanti, “La promessa del tramonto, un romanzo sviluppato nella cornice del suo paese natale, negli anni Cinquanta del secolo scorso, sotto la dittatura del regime stalinista.

Alle 20.00 si rimane in piazza Zampillo per la presentazione di un altro romanzo, “A Tor Bella Monaca non piove mai” (Bookme), esordio letterario dell’attore Marco Bocci: storie di rabbia e di vita ambientate nei casermoni della periferia più aspra e degradata di Roma. Partecipa all’incontro un altro attore, Giacomo Casti.

Musica, teatro, danza, pittura e cinema sono gli ingredienti di “Setterane e tutti i gradi di un passaggio”, lo spettacolo di Alessio Ninu in programma in chiusura della serata, alle 22.30 in piazza Lavatoio. Accompagnano in scena l’autore e regista sardo Chiara Maccioni, Alessio De Vita, Enrico Piredda, Alessandro Atzori e Eleonora Alice Ninu.

Tre gli appuntamenti in scaletta per la giornata di martedì 20. Si comincia in piazza Zampillo con due presentazioni letterarie. Alle 18, prima uscita assoluta del fumetto “Dimonios – La leggenda della Brigata Sassari” (edizioni Grafiche Ghiani), realizzato dal Centro internazionale del fumetto di Cagliari e ispirato alla novella di Giuseppe Dessì “La Trincea” (da cui lo scrittore trasse poi il soggetto dell’omonimo sceneggiato televisivo del 1961), che narra di un episodio della Prima Guerra Mondiale che vide protagonista la Brigata Sassari. Partecipano all’incontro l’autore della sceneggiatura Bepi Vigna, il disegnatore Gildo Atzori, il tenente colonnello della Brigata Sassari Pasquale Orecchioni e il semiologo Franciscu Sedda che ragionerà sul ruolo della Brigata Sassari nell’immaginario dei sardi. L’appuntamento rientra nel cartellone della settima edizione di Nues, il festival dedicato ai fumetti e ai cartoni del Mediterraneo in programma prossimamente a Cagliari e Norbello.

Alle 19.00 è poi la volta dello scrittore portoghese Pedro Chagas Freitas che presenta, a colloquio con la giornalista Teresa Piredda, “Prometto di perdere” (Garzanti), il seguito (nelle librerie dal 15 settembre) di “Prometto di sbagliare, che ha dominato le classifiche italiane per mesi.  

Il terzo atto della serata è alle 21.30, a Casa Dessì, oggi sede dell’omonima Fondazione, che fu dimora di famiglia dell’autore di “Paese d’Ombre”. Qui, nel reading musicale “ControCantyi – L’opera buffa alla censura”, è di scena lo scrittore e giornalista Carlo Lucarelli con Marco Caronna alla voce, chitarra e percussioni, nonché regista dello spettacolo, e Alessandro Nidi al pianoforte, che cura la direzione musicale: un viaggio semiserio tra le musiche che hanno osato lo sberleffo al regime, nel quale fa comparsa la voce fuori campo di Moni Ovadia.

Nutrito il programma della terza giornata, mercoledì 21. Si parte già in mattinata, alle 10.00, al Mulino Cadoni, con il primo incontro di un laboratorio per gli alunni delle scuole condotto da David Conati, autore, compositore ed esperto di scrittura creativa e teatro per i bambini. L’iniziativa per i più piccoli si articola in altre due sessioni, tutte al Mulino Cadoni, in programma l’indomani (giovedì 23) e venerdì 24 alla stessa ora.

Nel pomeriggio due appuntamenti letterari in piazza Zampillo. Alle 18.00 fa il suo ingresso al Premio Dessì Andrea Chimenti Intervistato dal giornalista Gianni Zanata, il cantautore emiliano racconta la sua ultratrentennale carriera, cominciata nel 1983 con i Moda, gruppo di primo piano della scena new wave italiana dell’epoca.

Alle 19.00 spazio alla scrittrice spagnola Clara Sànchez e il suo nuovo libro “Lo stupore di una notte di luce (Garzanti), il seguito di uno dei romanzi più popolari e di successo degli ultimi tempi, “Il profumo delle foglie di limone”: un milione di copie vendute solo in Italia e ancora in classifica a cinque anni dall’uscita. Partecipano all’incontro Cristina Caboni e Stefania Piras.

In piazza Lavatoio, alle 21.30, è quindi la volta di John De Leo & La Grande Abarasse Orchestra. Il poliedrico cantante, compositore e performer romagnolo presenta dal vivo “Il Grande Abarasse”, un concept album ambientato in un ipotetico condominio dove ogni brano corrisponde a uno dei suoi appartamenti.

Tris di appuntamenti per la serata di giovedì 23 (mentre non si terrà più l’incontro inizialmente previsto con Cristiano De André, che la settimana scorsa ha dovuto annullare questo e altri impegni per via di un intervento alle corde vocali). Due sono in piazza Zampillo con altrettanti scrittori. Il primo è alle 18.00 con il critico letterario e saggista Filippo La Porta che presenta Indaffarati (Bompiani), un saggio in cui affronta l’attualità e racconta le nuove generazioni che leggono poco, appaiono smemorate, fanno troppe cose simultaneamente e sono meno abili a manipolare la lingua, però chiedono alle idee di incarnarsi in pratiche di vita.

Alle 19, l’autrice palermitana Carmela Scotti, intervistata dalla giornalista Egidiangela Sechi, presenta “L’imperfetta, il suo romanzo d’esordio, finalista al Premio Calvino: narra la storia della sedicenne Catena, una ragazza coraggiosa e troppo sola, che è dovuta crescere troppo in fretta, ma che può ancora amare di un amore forte come il vento.

Salta invece l’incontro inizialmente previsto con Cristiano De André.

Ultimo capitolo della serata è, come di consueto, a Casa Dessì. Alle 21.30 torna alla ribalta Andrea Chimenti, stavolta per esibirsi alla voce e al pianoforte, insieme a Francesco Chimenti al violoncello, chitarra e pianoforte, in “Il porto sepolto”, un reading di liriche di Ungaretti trasportate nella forma canzone. Alle poesie cantate il duo di musicisti affianca la lettura di passi tratti da “La Confessione” di Lev Tolstoj, da “Il Libro” di Giovanni Pascoli, e da “Il Deserto dei Tartari” di Dino Buzzati.

La giornata di venerdì 24 prende il via la mattina alle 10.30 al Liceo Piga con la scrittrice e giornalista Annarita Briganti che, con l’intervento di Giannina Orrù, presenta il suo nuovo romanzo, “L’amore è una favola” (Cairo editore); protagonista è Gioia Lieve, che attraversa la vita e i sentimenti con la felicità e la leggerezza che il suo nome suggerisce, nei limiti del possibile.

Alle 18 appuntamento in piazza Zampillo dove è in programma una tavola rotonda dal titolo “Il mondo della scrittura: dal giornale al libro. La battuta che rimane“. Moderati da Massimiliano Rais, intervengono tre giornalisti e autori letterari: Mario Baudino, Annarita Briganti e Giorgia Garberoglio.

Alle 21.30 a Casa Dessì un altro evento tra musica, teatro e letteratura. Si tratta di “Monologo*Concerto” del musicista, scrittore e art director Lory Muratti (al secolo Andrea Tiberio). Lo spettacolo è la versione elettro-acustica e “teatrale” di Scintilla, un album edito da Mescal e insieme un libro pubblicato in eBook da Feltrinelli.

Anche la penultima giornata della settimana culturale, sabato 25, prende il via al Liceo Piga, dove alle 10.30 Giorgia Garberoglio presenta, a colloquio con Giuseppe Marras, il romanzo Amalia (Feltrinelli), sul rapporto speciale tra una grande attrice e la propria nipote.

Alle 18, in piazza Zampillo, l’illustratore Roberto Innocenti (impegnato in mattinata in un laboratorio per le scuole, alle 9.30 al Mulino Cadoni) parlerà dei temi di fondo della sua attività di illustratore e della sua mostra “Meravigliose complessità” nel corso di un incontro con Mara Durante, formatrice e direttrice scientifica del Festival BaB – Bimbi a Bordo, la festa della letteratura per l’infanzia organizzata dall’associazione culturale InCoro di Guspini. 

Si rimane in piazza Zampillo alle 19.30 dove Mario Baudino, con la partecipazione di Duilio Caocci, presenta Lo sguardo della farfalla” (Bompiani). Il romanzo del giornalista e scrittore piemontese intreccia una trama piena di colpi di scena dove i protagonisti, tre librai di un paese di montagna, verranno a capo di un lontano segreto legato agli anni di piombo. 

La giornata si chiude con uno degli ospiti più attesi della settimana culturale villacidrese, Alessandro Bergonzoni: incontenibile affabulatore, funambolo della parola e del calembour, l’attore e scrittore bolognese incontra il pubblico, alle 21.30, nel cortile di Casa Dessì.

Domenica 20, infine, in attesa delle battute finali, si rinnova, alle 10.30 al Mulino Cadoni, il consueto appuntamento di “Quelli che il premio…”, l’incontro del pubblico con gli autori finalisti del concorso letterario. Poi, in serata, il gran finale con la cerimonia di proclamazione e premiazione dei vincitori, a partire dalle 18.30 in piazza Municipio. 

L’ingresso a tutti gli appuntamenti è libero e gratuito.

Premio Dessi 2012 - Cerimonia premiazion i (studio foto Casti . Villacidro) m

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