5 November, 2024
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L’associazione culturale Origamundi porta sul palco del  Teatro delle Saline di Cagliari la rassegna Botti di Natale 2019, cinque spettacoli in scena dal 17 al 21 dicembre 2019.                                          

Lo spettacolo che martedì 17 dicembre alle 21.00 apre la rassegna sarà “Ridi che ti passa!”, una produzione Origamundi di e con Marta Proietti Orzella e con i NoiseOFF. Remake dei fortunati “Fritto misto e baccalà” e “Riso al salto”, questo spettacolo comico-musicale propone una carrellata di sketches e parodie scimmiottando in senso ironico e bonario il mondo del Caffè Concerto, del Varietà, della Rivista, dell’Avanspettacolo. Marta Proietti Orzella ripropone con  humor la strampalata sessuologa di Anna Marchesini che, provocando nel pubblico risate a profusione, dipinge con toni macabri il sesso all’interno del matrimonio. E ancora Giorgio Gaber, Carlo Verdone, Monica Vitti, senza tralasciare l’irresistibile Gigi Proietti.

“Ridi che ti passa!” è anche un colorato collage di canzoni (Mina, Paolo Conte e altri brani molto conosciuti), eseguiti dal gruppo NoiseOff, con Luca Pauselli (Chitarra), Michele Secchi (Basso), Alessandro Atzori (Batteria), Anna Lisa Mameli (Voce). L’obiettivo è quello di presentare al pubblico uno spettacolo all’insegna del buonumore.

Seguirà mercoledì 18, sempre alle 21.00,Concerto con musiche di Vivaldi – Bach – Handel, dell’associazione Incontri Musicali, sul palco Ettore Agati e Giacomo Medas propongono:

Giovedì 19, alle 17.30, sarà la volta dello spettacolo “Natale in pericolo…il ritorno della Strega Gelo”, produzione La Bottega dei Teatranti scritta e diretta da Ivano Cugia, in scena Erika Carta e Giovanni Trudu.

Venerdì 20, alle 21.00, in scenaIstos, coproduzione  Effimero Meraviglioso – Tragodia ispirata alla leggenda che racconta la nascita della tessitura in Sardegna, riportata da Salvatore Cambosu nel suo libro “Miele amaro”. Il testo dello spettacolo è di  Virginia Garau, la  regia di Maria Assunta Calvisi; in scena Rossella Faa, Giulia Giglio, Daniela Melis, Massimo Perra, Carmen Porcu.

Chiudono la rassegna sabato 21, sempre alle 21.00, Artisti Fuori Posto con Come bestie allo zoo di Filippo Salaris, con Alessandro Pani, Filippo Salaris e Francesca Saba.

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Immagina una città che potrebbe essere la tua. Immagina i palazzi di una periferia. Immagina le persone che vivono dentro uno di quei palazzi. Infine immagina di essere tra loro e di sentirti come una bestia allo zoo. E “Come bestie allo zoo” è proprio il nome della nuova produzione della compagnia Artisti Fuori Posto che debutterà il 21 dicembre, alle ore 21.00, al Teatro delle Saline di Cagliari, all’interno della rassegna “Botti di Natale”, organizzata dalla compagnia teatrale Origamundi.

In questo spettacolo, scritto e diretto da Filippo Salaris, ambientato nella città di Cagliari, gli Artisti Fuori Posto indagano sulle dinamiche umane che portano all’odio all’interno di una città multietnica, in cui la convivenza forzata e la povertà generano illegalità. In scena gli attori Alessandro Pani, Francesca Saba e lo stesso Filippo Salaris, presentano uno spaccato di vita che disegna un mondo in cui tutti sono vittime e tutti sono carnefici di qualcun altro.

«In un certo senso questo si sposava bene con l’idea che avevamo della città. Ci eravamo cresciuti dentro, da quando eravamo bambini. In quelle strade ci avevamo giocato a pallone, ci siamo scambiati le figurine. Ci siamo raccontati i nostri segreti. Ci stavamo stretti e comodi allo stesso tempo. Eravamo come bestie allo zoo», racconta Crabu che, insieme a Garau e Claudia, è uno dei tre personaggi che danno vita al testo, a cavallo tra la commedia e la tragedia esistenziale.

Una tragedia dettata dalle dinamiche culturali del quartiere, della famiglia e della criminalità che portano tutti a sopraffare o a essere sopraffatti. Come dice uno dei personaggi, Garau, “siamo tutti i negri di qualcuno” e se non vuoi essere schiacciato devi trovare qualcuno da schiacciare, in una costante e animalesca lotta tra gli ultimi per diventare i penultimi.

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Ogni anno, nella notte di Halloween, tantissime zucche prendono vita e, tra ragni e ragnatele, alberi dai rami rinsecchiti e cancelli cigolanti, accompagnano i bambini davanti alle porte delle case alla ricerca di dolcetti da sgranocchiare.

Tre di queste zucche, Kinki, Pumpy e Umky, il 31 ottobre, al Teatro dei Bambini del Parco di Monteclaro (spettacoli alle 16.30 e alle 18.30), si soffermeranno a raccontare una storia molto particolare: Stingy Jack – la vera storia di Halloween, prodotto dalla compagnia “Artisti Fuori Posto”, con il patrocinio della Città Metropolitana di Cagliari. Il testo, ideato da Alessandro Pani e Fabio Sanna, scritto e diretto da Alessandro Pani con l’aiuto regia di Filippo Salaris, racconta la storia di Jack detto “Jack lo spilorcio” ovvero Stingy Jack!

Jack era un fabbro irlandese che nella vita non aveva mai combinato niente di buono e trascorreva tutte le sue giornate nella locanda. Non potendo pagare l’oste scende a patti con il diavolo ma in cambio di cosa? Niente poco di meno che… della sua anima!

Come continua la storia? Non ci resta che vedere in scena gli attori Alessandro Redegoso e Marco Secchi, diretti dal regista Alessandro Pani ed assistiti da Filippo Salaris che, con le sue videoproiezioni, animerà le zucche, realizzate da Alessandra Lecis, che racconteranno la storia ai bambini grazie alle voci di Piero Murenu, Alessandro Pani e Filippo Salaris. Inoltre le scenografie, disegnate e realizzate da Romeo Pani, si trasformeranno magicamente davanti agli occhi degli spettatori.

Lo spettacolo Stingy Jack – la vera storia di Halloween, ci parlerà delle origini di una festa che non è solo una festività commerciale americana, ma una ricorrenza che affonda le sue radici anche nella tradizione sarda con Is Animeddas (o is Panixeddas), Su Prugadoriu o Su mortu mortu, tradizioni antichissime in cui i bambini si recano di casa in casa per chiedere di fare del bene per le anime dei morti attraverso richieste di doni.

Halloween non è quindi solo una festa importata, ma probabilmente un modo per riscoprire un evento che già nella nostra isola veniva celebrato, legato ormai ad una tradizione cristiana piuttosto che ad una celebrazione tribale o pagana, permettendoci così non di integrare nella nostra cultura qualcosa di estraneo ma di riscoprire tradizioni strettamente connesse alle nostre radici.

L’antico borgo di Desulo, a quasi 900 metri d’altezza, ricco di fascino della natura e di tradizioni secolari, circondato da boschi che si trasformano ad ogni stagione e che regala da sempre degli scorci immutati nel tempo, quest’anno ospiterà anche il I festival “Teatri della montagna” dal 19 al 25 agosto. L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Desulo e dalla Comunità montana del Gennargentu-Mandrolisai e organizzata dalla compagnia teatrale Artisti Fuori Posto, porterà nell’affascinante borgo diverse iniziative tra spettacoli e laboratori gratuiti. Apriranno il festival proprio i percorsi di formazione dedicati ai più piccoli, “Palco giochi” laboratorio di teatro per i bambini fino ai 10 anni condotto sapientemente da Piero Murenu e Sergio Cugusi, e “Cinelab” un percorso di cinema dedicato agli adolescenti che si cimenteranno con la macchina da presa. Spazio anche agli adulti con “Play T” un workshop di teatro dove i partecipanti si cimenteranno in divertenti improvvisazioni. Dal 23 agosto sarà il turno degli spettacoli teatrali che andranno in scena nella suggestiva Piazza Sant’Antonio. Il 23 agosto alle 21.00 vedremo sul palco gli attori Alessandro Pani e Filippo Salaris con lo spettacolo di cabaret “Hard on – guida galattica per rimorchiare”. Il 24 agosto, sempre alle 21.00, saranno invece ospiti Francesca Saba e Matteo Sau con il loro spettacolo dedicato alle donne “Senza Zucchero”. Chiudono il festival il 25 agosto alle ore 19.00 gli attori Ivano Cugia, Andrea Gandini e Eliana Carrus con lo spettacolo per ragazzi “Alla ricerca dei nuragici” della compagnia Origamundi.

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Un bunker antiatomico chiuso ermeticamente e tre uomini, due americani e un messicano, intrappolati da giorni senza la possibilità di uscire e senza scorte di cibo. Questi sono gli ingredienti principali di Tipping Point, la nuova produzione targata Artisti Fuori Posto, che debutterà domenica 26 Maggio al Teatro Sant’Eulalia (Vico Collegio 2, Cagliari) e chiuderà la rassegna Teatro in Castello e Marina.

Lo spettacolo, scritto da Piero Murenu e da lui interpretato insieme a Filippo Salaris ed Alessandro Pani, strizza l’occhio al teatro dell’assurdo, facendo suoi temi cari a Eugène Ionesco, Sławomir Mrożek e, precedentemente, ad Alfred Jarry, rielaborandoli e trasportandoli in un luogo-non-luogo che riflette in maniera grottesca l’animo umano e la ciclicità degli eventi.

Negli  Stati Uniti del 1962, in piena crisi dei missili di Cuba, i tre uomini rimasti intrappolati nel rifugio anti-atomico rivelano la loro vera natura quando i viveri cominciano a scarseggiare, lasciando che la fame e la follia li avvolgano e prendano il sopravvento sulle regole costituite, sulle gerarchie e sull’essenza stessa dell’Umanità, sovvertendo così ogni ordine morale e naturale. La regola per sopravvivere sarà la sopraffazione del più debole, e tutto è molto più semplice e legittimabile se il più debole è identificabile come un diverso o una minoranza o, in questo caso specifico, un immigrato clandestino.

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Un bunker antiatomico chiuso ermeticamente e tre uomini, due americani e un messicano,  intrappolati da giorni senza la possibilità di uscire e senza scorte di cibo. Questi sono gli ingredienti principali di Tipping Point, la nuova produzione targata Artisti Fuori Posto, che debutterà domenica 26 Maggio al Teatro Sant’Eulalia (Vico Collegio 2, Cagliari) e chiuderà la rassegna Teatro in Castello e Marina.

Lo spettacolo, scritto da Piero Murenu e da lui interpretato insieme a Filippo Salaris e Alessandro Pani, strizza l’occhio al teatro dell’assurdo, facendo suoi temi cari a Eugène Ionesco, Sławomir Mrożek e, precedentemente, ad Alfred Jarry, rielaborandoli e trasportandoli in un luogo-non-luogo che riflette in maniera grottesca l’animo umano e la ciclicità degli eventi.

Negli  Stati Uniti del 1962, in piena crisi dei missili di Cuba, i tre uomini rimasti intrappolati nel rifugio anti-atomico rivelano la loro vera natura quando i viveri cominciano a scarseggiare, lasciando che la fame e la follia li avvolgano e prendano il sopravvento sulle regole costituite, sulle gerarchie e sull’essenza stessa dell’Umanità, sovvertendo così ogni ordine morale e naturale. La regola per sopravvivere sarà la sopraffazione del più debole, e tutto è molto più semplice e legittimabile se il più debole è identificabile come un diverso o una minoranza o, in questo caso specifico, un immigrato clandestino.

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Il rimorchio è un’arte e, come ogni arte, anche questa ha bisogno di maestri che svelino le tecniche segrete che vengono tramandate di generazione in generazione. Dopo aver dispensato per anni le loro mosse migliori i due guru del rimorchio targati Artisti Fuori Posto tornano in scena, il 2 e 3 marzo (entrambi i giorni alle ore 18.30 e alle 20.30) agli Intrepidi Monelli, in viale Sant’Avendrace 100, a Cagliari, per rivelare i segreti del rimorchio online.

A distanza di sei anni dal primo spettacolo “Hard on: Guida galattica per rimorchiare”, che ha visto centinaia di spettatori partecipare alle divertenti gag (sia live che in video) di Alessandro Pani e Filippo Salaris, nei panni dei due maestri di seduzione che hanno insegnato al pubblico presente in sala come “rimorchiare” con facilità, il nuovo “Hard on”, per l’appunto Reloaded, analizza la seduzione ai tempi della rete: il “rimorchio 2.0”.

La maggior parte di voi ne possiede uno. C’è chi ce l’ha piccolo e chi l’ha più grosso, ma una cosa è sicura: non lo avete ancora usato al massimo delle sue potenzialità” e l’unico modo di imparare è essere presenti e attenti perché i veri maestri non amano ripetersi. Tra chat piccanti, collegamenti in diretta, richieste d’amicizia, video illustrativi e realtà virtuale tutti saranno chiamati in causa, sia uomini che donne, e tutti dovranno imparare a sfoggiare il proprio sex appeal nel mondo digitale.

Ad accompagnare in video i due attori saranno presenti anche Sergio Cugusi, Piero Murenu e Francesca Saba, mentre le luci saranno a cura di Ivano Cugia.

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E’ la sera del 30 ottobre 1938, sono le ore 19.57. Siamo nello Studio Uno della CBS a Manhattan, dove i cartoni dei caffè da asporto ed i resti dei pasti consumati prima della prova generale sono disseminati ovunque. Orson Welles ed i suoi collaboratori stanno per andare in onda con il radiodramma “War of Worlds”. C’è un’elettricità nell’aria, un’atmosfera speciale riservata a quei momenti che precedono l’apertura del sipario.

Ottanta anni dopo, più precisamente domenica 18 novembre, alle 20.00, quel sipario si aprirà nuovamente allo Spazio Kairòs (via Martini 23, a Cagliari) e gli Artisti Fuori Posto, Sergio Cugusi, Piero Murenu, Alessandro Pani e Filippo Salaris, come Welles fece nel ‘38, racconteranno ai microfoni le vicende narrate nel racconto “La guerra dei mondi” di H.G. Welles.

Nel 1938 la trasmissione di Orson Welles, che i giornalisti definirono “da panico”, suscitò grande scalpore e diversi ascoltatori sintonizzati sulla CBS quella sera, credettero realmente che gli alieni fossero sbarcati nel New Jersey.

Sicuramente, a 80 anni di distanza, nessuno degli spettatori potrà credere che realmente stia avvenendo un’invasione aliena ma, grazie ad una benda che ogni spettatore dovrà mettere sugli occhi ed alla qualità degli effetti in Dolby Surround, sarà possibile riscoprire la magia del radiodramma a teatro in chiave moderna. In questa maniera, tutti potranno calarsi nelle vicende narrate e tornare nella cittadina di Grovers Mill, nel New Jersey in compagnia dell’inviato Carl Phillips che racconterà loro ogni dettaglio di quello strano “meteorite” proveniente dal pianeta Marte.

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Venerdì 18 maggio, alle 21.00, al Teatro delle Saline di Cagliari, va in scena l’opera “Angeli” dei Figli d’arte Medas. Lo spettacolo, testo e regia di Gianluca Medas, fa parte del calendario di“1 €uro festival” 2018, curato dalla compagnia Akròama.

Uno spettacolo di denuncia, avvincente e crudo, costruito per avviluppare e confondere. La trama si sviluppa con continui colpi di scena, tra disagi ed emarginazione. Nessuna concessione al buonismo di alcun tipo. La trama si sviluppa cambiando continuamente punti di vista, quello pubblico e quello dei media. Due versioni della stessa storia mostrate con immagini proiettate dallo schermo, presente sulla scena, e quello più intimo ed inaspettato dei personaggi coinvolti nella vicenda. “Angeli” è  una storia che si biforca nell’immaginario collettivo, racconta due storie parallele che sono la stessa storia vista da occhi differenti, il tutto attraverso la scelta estetica di una forma ibrida che resta in sospeso continuamente tra cinema e teatro, una forma drammaturgica che da qualche tempo distingue i nostri prodotti più importanti. Uno spettacolo ibrido, costruito con grande profusione di mezzi utilizzando la cinepresa per dare maggiore forza alle immagini, e ponendo l’accento sulla necessità di spezzare le barriere che separano il cinema dal teatro e così consentire alla narrazione di raccontare una difficile vicenda  permettendo al pubblico di scegliere da che parte stare invitandolo ad oltrepassare le coordinate normali del giudizio morale. Lo vicenda è semplice, e racconta di due giovani, appartenenti al microcosmo degli invisibili, uno dei quali con forti disagi personali. Questi due giovani si ritrovano, dopo una serie di scelte sbagliate, dentro una storia più grande di loro. Dopo una sfortunata e maldestra rapina e la conseguente precipitosa fuga, i due, vengono circondati e rinchiusi all’interno di un capannone, assieme ad un ostaggio, un vecchio signore. Lì si scoprono perduti e senza uscita. (…)

Angeli”, testo e regia di Gianluca Medas. Con Noemi Medas, Roberto Pettinau, Alessandro Pani, Piarpaolo Congiu. Nel video Agnese Fois, Filippo Salaris, Jo Perrino, Mauro Sollai, Lisa Zedde, Stefano Curgiolu.

Sabato 19, alle 21.00, al Teatro delle Saline va in scena l’opera “Donne dell’underground” di Marta Proietti Orzella.

“Donne dell’underground” propone una fusione di brevi monologhi brillanti. Piccoli “mostri”, brevi ritratti “maledetti” di donne “al margine”, donne “dell’underground”, alla ricerca di una rivincita, personaggi grotteschi e mostruosi, spesso odiosi e insopportabili. Le protagoniste, Marta Proietti e Carla Orrù, dividono la scena con ironia e leggerezza, offrendo agli spettatori un improbabile (ma non troppo!) “spaccato” femminile. I personaggi appartengono a storie che ci fanno sorridere, ma anche riflettere sulla condizione “underground” della donna. La liberazione da una condizione di sottomissione e di marginalità è l’elemento che accomuna la storia di queste donne alla ricerca di un riscatto personale e sociale. Il ritratto che ne viene fuori è quello di donne vulnerabili e umili, ma non arrendevoli, che si ribellano a una condizione di subordinazione ed inferiorità. Il linguaggio è quello tipico della commedia (qua e là si fa uso sapiente della lingua sarda). Le storie sono arricchite da suoni, musiche e immagini che sottolineano le azioni scena.

Drammaturgia e regia di Marta Proietti Orzella. Con Marta Proietti Orzella e Carla Orrù.

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Medas-foto di Giorgio Russo

Quattro appuntamenti per raccontare altrettanti fatti di cronaca della recente storia nazionale e regionale. È questo, in sintesi, il fulcro di Storytelling, la manifestazione che la compagnia teatrale Figli d’Arte Medas porterà in scena dal 7 ottobre al 4 novembre nei locali della discoteca Il Lido di viale Poetto 41, con la collaborazione degli studenti del corso di laurea in Scienze della comunicazione della Facoltà di studi umanistici dell’Università di Cagliari. L’idea portante è quella di riunire in un unico cartellone una serie di storie incentrate su fatti della contemporaneità, presentate al pubblico anche con l’utilizzo di strumenti multimediali e con l’apporto organizzativo e artistico di un gruppo di studenti universitari, coinvolti nelle fasi che trasformano un progetto culturale in un prodotto per gli spettatori.

Gli eventi di Storytelling si terranno sempre di mercoledì alle ore 21.00. Si parte il 7 ottobre con Canale 16 (La tragedia di Moby Prince), spettacolo incentrato sul racconto del drammatico incidente avvenuto tra il traghetto Moby Prince e la petroliera Agip Abruzzo nel porto di Livorno la sera del 10 aprile 1991, costato la vita a 140 persone. Sul palco l’autore del testo, Gianluca Medas e gli attori Mattia Murgia, Filippo Salaris e Alessandro Pani. Musiche dal vivo di Alberto Sanna, immagini e video a cura di Fabio Costantino Macis. Secondo appuntamento mercoledì 14 ottobre con I fatti di Pratobello, narrazione della rivolta popolare antimilitarista e non violenta messa in atto dai cittadini di Orgosolo nel giugno del 1969. In questo caso, la testimonianza raccontata da Medas sarà accompagnata dalle voci del Coro Tenore Murales di Orgosolo e dalle immagini curate da Fabio Costantino Macis. Meglio sottoterra che in un’Italia di m… è invece il titolo dello spettacolo del 21 ottobre, incentrato sul racconto dell’occupazione di una miniera nel Sulcis nei primi anni Novanta da parte di un gruppo di minatori per protestare contro l’annunciata chiusura di tutte le miniere metallifere. La performance di Gianluca Medas e Mattia Murgia, con i brani dal vivo di Joe Perrino, sarà accompagnata dalle testimonianza video (curate da Fabio Costantino Macis) dei protagonisti della vicenda, per ricostruire quello che è considerato uno degli ultimi grandi scioperi dei minatori. Mercoledì 4 novembre è la data dell’ultimo spettacolo, Pagina Bianca (Il caso Feltrinelli). Il racconto della storia di Giangiacomo Feltrinelli, fondatore dell’omonima casa editrice, e del progetto di trasformare la Sardegna in una Cuba del Mediterraneo, è affidato a Gianluca Medas con l’accompagnamento musicale di Mauro Palmas e i contributi audio-video di Fabio Costantino Macis.