2 November, 2024
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Si chiude con l’archiviazione definitiva, richiesta dal Pubblico ministero Giangiacomo Pilia, il procedimento giudiziario nei confronti del direttore generale di Abbanoa, Sandro Murtas, degli ex amministratori unici, Carlo Marconi ed Alessandro Ramazzotti, e dell’ex credit manager Massimo Cossu, durato sei anni.

A darne notizia è la stessa Abbanoa con un comunicato diffuso questo pomeriggio.

Il PM aveva già richiesto l’archiviazione l’anno scorso: il Giudice per le indagini preliminari aveva disposto un supplemento d’indagine accogliendo la richiesta di opposizione da parte di due dipendenti che sostenevano di essere state soggetti a mobbing da parte dell’Azienda e, in particolare, dal direttore generale.

Nel provvedimento di archiviazione “Murtas”, si legge nell’atto firmato ieri dal Gip Lucia Perra, «agì spinto dall’interesse pubblico di risollevare la società Abbanoa spa dallo stato di crisi in cui si trova». Da qui la conclusione del procedimento con l’archiviazione: «Il modo di operare – prosegue il Giudice – non integra estremi di alcun reato».

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Abramo Garau, 66 anni, è il nuovo amministratore unico di Abbanoa. E’ stato eletto oggi all’hotel Panorama di Cagliari l’assemblea degli azionisti – composta dalla Regione e da 252 Comuni dell’isola – che ha approvato anche il bilancio 2017 e nominato il collegio sindacale.L’ex direttore generale della provincia di Cagliari ed ex presidente del Coreco (Comitato regionale di controllo) si è imposto su Andrea Bossola, romano, ingegnere idraulico e manager del settore idrico di area renziana, con il 48,66% dei voti, contro il  34,42%.

«Accogliamo con il massimo rispetto la volontà espressa dall’assemblea dei soci di Abbanoa che ha eletto il nuovo amministratore unico nella persona di Abramo Garau a cui formuliamo gli auguri di buon lavoro per un incarico prestigioso e di grande responsabilità. Per la prima volta il voto è avvenuto, sulla base di una specifica previsione normativa, con una diversa distribuzione delle quote con la Regione che ha mantenuto una parte minoritaria del 20% del capitale sociale a vantaggio dei comuni che hanno visto aumentare il loro peso nell’ambito della scelta dell’organo amministrativo.» Lo ha detto l’assessore dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini.
Davanti a una folta platea di sindaci, che costituiscono insieme alla Regione la compagine sociale dell’azienda idrica, Edoardo Balzarini ha ricordato il percorso seguito dalla Giunta per l’individuazione del candidato alla carica di amministratore unico: «Con la massima trasparenza, attraverso una società privata abbiamo avviato una procedura selettiva che si è conclusa con l’indicazione di Andrea Bossola, manager di solida esperienza già alla guida di aziende idriche di primissimo piano. Continuiamo a ritenere che per una società di servizi complessa e strutturata come Abbanoa sia necessario un amministratore con competenze in materia finanziaria e di organizzazione».
L’assessore dei Lavori pubblici ha inoltre rimarcato il buono stato di salute di Abbanoa certificato dal bilancio approvato oggi dall’assemblea: «Si tratta di un trend di crescita costante frutto del buon lavoro dell’amministratore uscente Alessandro Ramazzotti e della sua squadra. Per il miglioramento dei conti della società è stato fondamentale – ha aggiunto Edoardo Balzarini – l’articolato piano di ristrutturazione avviato quattro anni fa dalla Giunta con il pieno avvallo dell’Unione europea, un’operazione che ha avuto un effetto molto positivo sul quadro finanziario».

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Il Consiglio regionale ha approvato misure in favore dei lavoratori ex Saremar, modifiche alla legge regionale contenente disposizioni urgenti per l’eradicazione della peste suina africana e la mozione che censura Abbanoa per l’azione legale intrapresa nei confronti dell’on. Marco Tedde (Forza Italia).

In apertura di seduta il presidente Ganau ha comunicato la decisione della Conferenza dei Capigruppo di inserire all’ordine del giorno, con procedura d’urgenza prevista dall’art. 102 del Regolamento interno, la proposta di legge n. 518 “Misure a favore dei lavoratori ex Saremar”.

Ha quindi preso la parola per l’illustrazione il primo firmatario del provvedimento, il capogruppo dei Cristiano Popolari Socialisti Pierfranco Zanchetta. «C’è la necessità di riprendere in mano un problema complesso che riguarda i lavoratori ex Saremar, vittime di un disagio sociale ed occupazionale – ha detto Pierluigi Zanchetta – la Regione per porre rimedio a questa situazione ha avviato un programma finalizzato alla salvaguardia delle professionalità e dei livelli occupazionali. Questa proposta di legge integra quel programma ed autorizza la spesa di 2,5 milioni di euro per l’attuazione di alcuni interventi. I lavoratori potranno fruire di diverse misure alternative: un contributo economico una tantum e l’impiego nei cantieri comunali come richiesto dai comuni di Carloforte e La Maddalena».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Gianfranco Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato all’unanimità.

L’Aula, sempre all’unanimità, ha poi approvato in rapida successione i due articoli della legge ed il testo finale.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in discussione il secondo punto all’ordine del giorno: il Testo unificato sulla lingua sarda. Sull’ordine dei lavori è intervenuto il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu che ha chiesto un rinvio della legge alla prossima settimana. «Abbiamo dato disponibilità per discutere la proposta di legge ma crediamo sia meglio rimandare l’esame del provvedimento per consentire ai consiglieri di impegnarsi nella campagna elettorale in vista del voto di domenica per le elezioni amministrative – ha detto Gianluigi Rubiu – i tempi per gli emendamenti sono ristretti. Vista l’importanza della legge sarebbe meglio rimandare di qualche giorno la discussione.»

Contro la richiesta di rinvio si è schierato Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp). «I capigruppo hanno deciso di portare oggi in Aula la legge e di rimandare a lunedì prossimo la presentazione degli emendamenti – ha detto Eugenio Lai – ci sono già stati dei rinvii, abbiamo avuto tutto il tempo per approfondire».

Il presidente Gianfranco Ganau ha messo in votazione la richiesta di rinvio della legge che è stata accolta dal Consiglio.

Gianfranco Ganau ha quindi sospeso la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori il presidente ha comunicato la decisione di capigruppo di anticipare la discussione del disegno di legge n. 513 “Modifiche alla legge regionale n.34/2014 sull’eradicazione della peste suina”.

Sull’ordine dei lavori ha chiesto di intervenire la consigliera di Forza Italia Alessandra Zedda: «E’ successo un fatto grave, la minoranza ha deciso di indire per domani una conferenza stampa per stigmatizzare una situazione grave che vede coinvolto il collega Marco Tedde denunciato dai vertici di Abbanoa per aver espresso le proprie opinioni nei confronti della società di gestione del servizio idrico. Sono state lese le prerogative di un consigliere regionale».

Anche per Stefano Tunis (Fi) la questione è delicata e merita attenzione. «Il tema della tutela delle prerogative dei consiglieri è tutto in capo all’Assemblea e alla sua presidenza. Esprimo solidarietà a Marco Tedde, è in discussione la legittimità dell’intero Consiglio. Chiedo al presidente Gianfranco Ganau di farsi carico di questa tutela».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha parlato di «fatto di una gravità inaudita» che offende tutto il Consiglio regionale. L’esponente della minoranza ha chiesto di occupare simbolicamente l’Aula per un’ora in segno di solidarietà all’on. Marco Tedde.

Una presa di posizione forte ha invocato anche Annamaria Busia (Campo Progressista): «Quando non c’è la politica interviene la giustizia ma in questo caso la politica c’è. Quanto accaduto è grave, non soltanto la minoranza deve chiedere e sollecitare una presa di posizione del Consiglio ma lo dobbiamo fare tutti insieme. La politica faccia sentire la sua voce, l’intervento della magistratura deve essere l’ultima ratio. Noi abbiamo diritto di intervenire, ispezionare e criticare ovviamente nei termini consentiti ma non si può contrapporre alle nostre richieste una minaccia grave».

Per il capogruppo del Pd Pietro Cocco la questione riguarda tutti. «E’ grave limitare le prerogative di un Consigliere regionale – ha detto Pietro Cocco – vale la pena far suonare un campanello d’allarme per dire che non va assolutamente bene. Oggi è capitato a Tedde, domani capiterà a qualche altro. Con forza occorre dire che bisogna abbassare i toni. Se Abbanoa ritiene di aver subito un torto e si rivolge a un magistrato è assolutamente sbagliato. Intervengo a difesa di un’istituzione che non può essere messa sotto scacco».

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori sardi: «L’istituzione consiliare è stata vilipesa. Questo accade perché l’autonomia non viene difesa, è già capitato in più di una circostanza. E’ ora di riaffermare la dignità dell’istituzione autonomistica. E’ tempo di dire basta».

Il consigliere Gianni Lampis, a nome del gruppo Fratelli d’Italia, ha espresso solidarietà nei confronti di Marco Tedde contro un’aggressione “da muretto a secco”. Gianni Lampis ha richiamato l’art 25 dello Statuto che garantisce i consiglierei regionali per le opinioni espresse nell’esercizio delle proprie funzioni. «Sono d’accordo con l’on. Gianluigi Rubiu e dichiaro la disponibilità del mio gruppo ad occupare per un’ora l’Aula».

Secondo Angelo Carta (Psd’Az), le dichiarazioni dell’amministratore di Abbanoa Alessandro Ramazzotti sembrano una difesa nei confronti dell’operato della Giunta regionale. «Per questo motivo credo che  sia il caso che intervenga la Giunta regionale per dire che l’esecutivo si tutela da solo e non ha bisogno di nessun avvocato difensore. Alessandro Ramazzotti ha fatto di tutto per mettere Abbanoa al centro del bersaglio».

Il consigliere dell’Upc Antonio Gaia ha espresso solidarietà a Tedde e ha denunciato il mancato rispetto delle norme che regolano i rapporti tra i diversi organi istituzionali della Regione. «La Giunta ha il dovere di rispondere alle interpellanze e interrogazioni presentate dai consiglieri regionali, non devono farlo gli uffici amministrativi. Gli atti ispettivi sono legittimi ma spesso mancano le risposte da parte della Giunta e degli assessori. Presidente Ganau, sta a lei fare rispettare le norme di funzionamento ed evitare interferenze esterne sull’attività ispettiva e di controllo. Non è ammissibile che risponda il soggetto che si vuole controllare».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha chiesto al presidente Ganau di informare l’Aula sui dettagli della vicenda appresi durante la Conferenza dei Capigruppo. «Esisterebbe un atteggiamento che travalica le prerogative proprie del consigliere. Lei ha parlato di affermazioni che vanno oltre l’esercizio delle proprie funzioni, di denuncia prudenziale perché si paventava ipotesi di falso in bilancio da parte di Abbanoa. Lei si è speso per favorire un chiarimento. Prima di invischiarci in questo ragionamento occorre riflettere. L’Aula disinformata dove arriva?»

Ha quindi preso la parola Marco Tedde: «Non intendevo intervenire ma sono stato tirato per la giacchetta. Le spiegazioni agli atti di sindacato ispettivo le deve dare la Giunta che ha il dovere di rispondere soprattutto di fronte a casi gravissimi. Abbanoa è una Repubblica indipendente: l’amministratore nomina il direttore generale per tre anni senza selezione. Potrei parlare per ore di ciò che fa e non fa. L’ultima perla è lettera ai dipendenti in cui si parla di una mozione sottoscritta da 24 consiglieri piena di calunnie. Ringrazio i colleghi che sono intervenuti in mia difesa ma si tratta di un attentato nei confronti di questo consesso. Se iniziamo con queste intimidazioni non lavoreremmo più serenamente. Io sono attrezzato per difendermi potrebbe esserci però qualche altro meno attrezzato. Noi dobbiamo lavorare senza pressioni, la Costituzione e lo Statuto ci tutelano. Il Regolamento dice che Lei, presidente Gianfranco Ganau, deve tutelare le prerogative dei consiglieri. Chiedo anch’io che lei intervenga con forza nei confronti di questi signori».

Il consigliere Stefano Tunis (Fi) ha invocato un intervento formale del Consiglio. «La discussione sta mantenendo toni civili. L’intervento dell’on. Gianfranco Congiu evita un processo sommario. Credo sia necessario procedere con un atto di censura del Consiglio nei confronti di Abbanoa altrimenti rimarrà una discussione che non lascerà traccia».

L’on. Giuseppe Fasolino (FI) ha detto: «Mi chiedo perché la politica si trovi a questo livello e l’antipolitica ha preso il sopravvento su tutto. Il collega Marco Tedde si difende da solo ma se capitasse a una persona normale, dovrebbe rivolgersi a un avvocato per difendersi dopo aver fatto il suo dovere. E allora mi chiedo: qual è il nostro ruolo?».

Per l’on. Luigi Lotto (Pd) «sarebbe utile che il presidente della Regione si facesse dare gli atti del personale di Abbanoa negli ultimi tre anni, per verificare chi ha perso il lavoro e perché». Sulla proposta dell’on. Gianluigi Rubiu, ossia sospendere i lavori per un’ora e occupare l’Aula, l’on. Gianfranco Congiu (PDS) ha dato parere contrario mentre l’on. Stefano Tunis (FI) ha suggerito la redazione di un documento come «un ordine del giorno che metta insieme le posizioni emerse». Anche l’on. Gianluigi Rubiu (Udc) si è associato alla proposta di redigere un ordine del giorno mentre l’on. Antonio Solinas (Pd) ha aggiunto: «Stiamo rasentando il ridicolo con la proposta di occupare l’Aula, veda la conferenza dei capigruppo se è possibile votare un ordine del giorno condiviso». Favorevole anche l’on. Francesco Agus (Cps). Il presidente Ganau ha sospeso la seduta per convocare la conferenza dei capigruppo e definire il proseguo dei lavori.

L’Aula è ripresa con l’esame del disegno di legge 513 in materia di eradicazione della peste suina africana. L’on. Francesco Agus, presidente della commissione Autonomia, ha predisposto un emendamento sul personale chiamato a lavoro straordinario in occasione delle tornate elettorali. Il presidente Gianfranco Ganau ha giudicato inammissibile l’emendamento e ha invitato l’oratore alla presentazione di una proposta di legge.

 L’on. Piermario Manca (PDS) ha detto con riferimento all’articolo 1 della disegno di legge: «Qual è la motivazione che possa consentire a ciascun lavoratore del campo dell’eradicazione della peste suina a fare ottanta ore di straordinario ogni mese? Noi diamo lo straordinario sempre ai soliti: che razza di organizzazione è questa?».

Della stessa opinione l’on. Augusto Cherchi (PDS) mentre per l’on. Crisponi (Riformatori sardi) «è impensabile che l’obiettivo dell’eradicazione possa essere raggiunto con l’attività ordinaria di un ufficio. Mi pare che il corpo forestale abbia faticato non poco in alcune circostanze per eseguire l’attività e non vedo perché essere contrari alla proposta della Giunta.  Siamo davanti a uno straordinario impegno lavorativo di ordine pubblico e di protezione civile che deve essere riconosciuto, anche per il passato».

Per l’on. Pietro Cocco (capogruppo del Pd) «da anni lottiamo per eradicare la peste suina africana e questa battaglia sembrava non risolvibile. Quest’anno invece abbiamo contato appena tre, quattro focolai. E sono risultati che non si raggiungono per caso ma perché uomini competenti si sono dati da fare. Non deve essere messo in discussione il fatto che si debba pagare qualche ora di straordinario, visti gli obiettivi dell’Ue e i risultati che stiamo raggiungendo».

L’assessore del personale Filippo Spanu ha affermato che «il provvedimento all’attenzione del Consiglio si inquadra in una serie di atti finalizzati a dare accelerazione al contrasto della peste suina africana. Siamo ad un momento di svolta, ha sostenuto, dopo una battaglia quarantennale di cui ora abbiamo trovato la chiave decisiva; nel 2018 ad oggi sono segnalati solo 3 focolai, nel 2017 erano 17 e la tendenza è molto chiara, ora è necessario dare il colpo giusto in termini organizzativi». «E’ importante sottolineare – ha proseguito l’assessore – che la condivisione con la popolazione ha determinato, dopo un periodo iniziale complesso, una vera e propria inversione di tendenza, con attività massicciamente presidiate con continuità a seconda esigenze, un impegno che rendeva problematica la rotazione difficile del personale; di qui problema di far operare queste squadre con un sistema collegato a specifiche funzioni (ed altri incarichi) fino al limite di 80 ore, secondo lo schema della protezione civile, all’interno dei vincoli per gli straordinari fissati dalla Ue».

Per dichiarazione di voto il presidente della commissione Attività produttive Luigi Lotto (Pd) ha affermato la correttezza del provvedimento ricordando soprattutto la grande difficoltà incontrata sia nell’organizzazione delle squadre che nella costruzione di un apparato di grande efficienza, prova ne sia che nei giorni scorsi focolaio sviluppatosi all’interno di una azienda regolare scongiurato immediatamente. «Insomma – ha concluso – un approccio molto diverso che ha dato grandi risultati e fra qualche mese le squadre di emergenza non serviranno più».

Il consigliere Augusto Cherchi (Pds) ha ribadito di non aver mai voluto mettere in discussione mezzi e fini del progetto, precisando che a suo avviso restava da chiarire il suo inquadramento all’interno della normativa europea che fissava un tetto per gli straordinari settimanali. In conclusione il consigliere ha annunciato la sua astensione.

Piermario Manca, sempre del Pds, si è detto invece soddisfatto della risposta dell’assessore, anche se ha osservato che a suo giudizio sarebbe bastata una relazione di accompagnamento. Voterà a favore.

Successivamente il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli con 44 voto e, a seguire i tre articoli che la compongono.

Successivamente la seduta è stata brevemente sospesa per la presentazione di un ordine del giorno (Alessandra Zedda e più) firmato da gruppi di maggioranza ed opposizione con il quale, dopo aver ribadito le prerogative dei consiglieri regionali contenute nell’art. 122 della Costituzione, nell’art.25 dello Statuto e nell’art. 107 del regolamento del Consiglio in relazione «alle opinioni espresse ed ai voti dati nell’esercizio delle loro funzioni», si invita il presidente dell’Assemblea a «prendere atto della censura del Consiglio regionale nei confronti di un atto lesivo delle prerogative degli stessi consiglieri». Il riferimento è alla querela presentata dall’amministratore unico di Abbanoa Spa nei confronti del vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, oggetto di numerosi interventi sull’ordine dei lavori e di un successivo dibattito.

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha ribadito la sua decisione di dissociarsi dal documento. «Anzi – ha affermato – esorto il presidente a riferire all’Aula ciò che ha detto alla conferenza dei capigruppo dove i contorni della vicenda sono apparsi diversi; questo non ci consente di partecipare, non siamo in condizioni di esprimere censure e non capiamo come lei abbia valutato la fondatezza di profili lesivi dell’onorabilità di consigliere. Manca poi ogni riferimento al presidente della Regione consentendo di passare all’Aula il cerino per chiedere copertura politica senza poter capire realmente cosa è accaduto». «Ho sempre apprezzato –  ha concluso il capogruppo del Pds rivolto al presidente Ganau – la sua terzietà ma in questo caso, a nostro giudizio, invece ha favorito una deriva verso la censura secondo noi priva dei necessari elementi di valutazione, una pagina non edificante del Consiglio: il Pds abbandonerà l’Aula».

Il consigliere del Pd Antonio Solinas, ricostruendo le interlocuzioni fra i gruppi durante la sospensione della seduta, ha detto di «aver ricavato l’impressione che con ci fossero certezze sulle motivazioni della mozione, suggerirei un ordine del giorno più generale senza espliciti riferimenti alla censura ma, in assenza delle correzioni che auspico, annuncio il mio voto contrario».

Dopo una ulteriore breve sospensione il presidente ha messo in votazione l’ordine del giorno, che il Consiglio ha approvato con 39 voti favorevoli ed 1 contrario.

Successivamente il presidente ha invitato l’Assemblea ad esprimere il voto finale sul DL n. 513, che è stato approvato con 38 voti.

Al termine dello scrutinio ha tolto la seduta. Il Consiglio riprenderà i suoi lavori martedì prossimo, alle 10.30.

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«Gli investimenti realizzati da Abbanoa sul fronte della depurazione premiano la Sardegna, che esce dalla procedura di infrazione europea del 2004. La Corte di giustizia Ue oggi ha imposto all’Italia una multa da 25 milioni di euro, più 30 milioni per ogni semestre di ritardo nella messa a norma di oltre 100 agglomerati sprovvisti di reti fognarie o sistemi di trattamento delle acque reflue. Facevano parte di questa procedura di infrazione i centri di Nuoro e Dorgali ma gli interventi eseguiti da Abbanoa hanno consentito alla Sardegna di uscire dalla procedura.»

Lo scrive, in una nota, l’ufficio stampa di Abbanoa.

«Un risultato di notevole importanza che evidenzia ancora una volta il ruolo decisivo svolto da Abbanoa, riconosciuto ogni anno anche dalle bandiere blu assegnate alla nostra Isola: la tutela delle coste sarde passa anche per la depurazione, garantita dai 350 impianti gestiti da Abbanoa. Grazie all’azione incisiva svolta da Abbanoa sull’impegno dei fondi per la depurazione, la Sardegna è uscita dalla procedura d’infrazione avviata nel 2004, con un’altra buona notizia: abbiamo messo in cantiere tutti, dico tutti, gli interventi che ci consentiranno di risolvere le criticità ancora in essere, mettendoci al riparo da altre procedure d’infrazione», spiega l’Amministratore Unico di Abbanoa Alessandro Ramazzotti.

«L’attività di Abbanoa sul fronte della depurazione si contraddistingue per capacità di trattamento delle acque depurate, con 150 milioni di metri cubi di reflui trattati ogni anno, analisi quotidiane e controlli su tutta la filiera della depurazionespiega il Direttore generale Sandro Murtas –Abbanoa è stata tra i primi Gestori in Italia a investire, con procedure straordinarie, tutti i fondi della delibera Cipe 60/2012 destinati ad opere strategiche nel settore fognario depurativo e nei prossimi tre anni investirà nel settore oltre 200 milioni di euro. L’inserimento di nuove tecnologie a supporto dei  processi di trattamento, con lo scopo del contenimento energetico e dei costi gestionali, rientra nella strategia di modernizzazione su tutti gli impianti sardi

«A Nuoro Abbanoa aveva ereditato un vecchio appalto da parte del consorzio del Govossai, non andato in porto per le difficoltà dell’impresa che aveva vinto la gara e successivamente era fallita: una vicenda che rischiava di compromettere l’intervento. La Società ha ripreso in mano il progetto e appaltato le opere di completamento eliminando così una delle principali fonti  d’inquinamento del fiume Cedrino, dove finivano appunto i reflui non trattati. Oggi il depuratore di Su Tuvu, oltre a non essere più sotto infrazione da anni è ai primi posti nella classifica redatta annualmente da “Ecosistema urbano”, realizzato da Legambiente, Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore. 

L’impianto di Dorgali è stato ereditato dal Comune e preso in carico con notevoli criticità. Con attività progressive di manutenzione e gestione Abbanoa ha reso l’impianto conforme superando la procedura di infrazione. Nonostante la criticità sia acqua passata, sono in corso attività per migliorare ulteriormente l’impianto anche attraverso un aggiornamento tecnologico.

I giudici – conclude la nota di Abbanoa – hanno stabilito che l’Italia dovrà versare nel bilancio dell’Ue una somma forfettaria di 25 milioni di euro, più 30 milioni per ogni semestre di ritardo nell’applicazione delle misure necessarie per conformarsi alla sentenza del 2012.»

 

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E’ durissima la reazione dell’Amministratore Unico di Abbanoa alla mozione sulle gravi criticità del servizio idrico integrato presentata oggi in Consiglio regionale da Alessandra Zedda (Forza Italia) e sottoscritta da tutti i gruppi di minoranza e da alcuni consiglieri di maggioranza.

«Siamo in presenza di dichiarazioni gravi che niente hanno a che vedere con la naturale polemica politica che ogni Opposizione fa al proprio Governo regionale – ha detto Alessandro Ramazzotti -. Si dà un’immagine distorta di Abbanoa estranea alla realtà, con affermazioni false e calunniose di cui ci riserviamo di valutare il profilo di legittimità a tutela del buon nome dell’azienda

I partiti di opposizione firmatari della mozione illustrata in Consiglio Regionale – si legge nella nota di Abbanoa – descrivono la situazione difficile della società prima del 2012, dimenticando che quando loro erano in maggioranza elaboravano e discutevano la possibilità di privatizzare il servizio idrico integrato dopo aver fatto di tutto per minare la stabilità economica del Gestore. In quel quadro e in quella prospettiva di svendita della prima società industriale della Sardegna, la politica ha generato colposamente ritardi e omissioni di atti obbligatori come ad esempio la capitalizzazione di prima dotazione della società costituita nel 2006 e mai capitalizzata; la revisione del Piano d’ambito redatto nel 2002 e mai revisionato; la revisione tariffaria prevista nel 2006 e mai attuata. Tutti fatti gravissimi che avevano determinato un grave stato di crisi del servizio. Le omissioni dal 2009 al 2012, precedute sin dal 2002 dalle omissioni del Piano d’Ambito del Commissario Governativo per l’emergenza idrica Pili, hanno determinato il ricorso alla regolazione tariffaria dei cosiddetti conguagli partite pregresse, disposti da norma nazionale e correttamente applicati da EGAS nel 2013.

Quel periodo di mancati atti di regolazione e quel disegno di svendita della società culminato in ipotesi di cessione ai privati, è stato cancellato grazie al lavoro dei Comuni, della Regione, degli operatori di Abbanoa e delle organizzazioni sindacali.

Oggi i numeri Abbanoa sono questi:

• Fatturato 2017: 315 milioni di euro

• Incassi 2017: 330 milioni di euro

• Letture certificate: da ZERO nel 2006 a 2.051.476 Nel 2016

• Fatture a saldo: da ZERO nel 2006 a 2.243.460 nel 2016

• Margine operativo lordo: da una perdita di 66,5 milioni di euro nel 2002 a un attivo di 87 milioni di euro del 2016

• Utile di esercizio 2016: € 8.619.840

• Debito verso banche: da 106,63 milioni di euro nel 2012 a 69,04 milioni nel 2016

• Debito verso fornitori: da 283,77 milioni di euro nel 2012 a 145,87 milioni nel 2016.

 «Questa è Abbanoa, un’azienda che investe (200 milioni solo negli ultimi mesi), che ha un buon rapporto con i fornitori, regolarmente pagati, e con il sistema creditizio, tanto è vero che è oggetto di interesse anche della Finanza internazionale per prestiti collegati agli investimenti. Abbanoa è anche la prima impresa della Sardegna per occupazione, con bilanci in attivo certificati da autorevoli società di revisione contabile. Svolge un servizio diffuso e capillare in tutta la Sardegna – aggiunge l’Amministratore Unico di Abbanoa – prendendosi cura di reti e impianti spesso sgangherati e obsoleti ereditati dalle gestioni precedenti, ed è un presidio fondamentale a tutela della qualità del servizio e dell’ambiente, con costi assolutamente efficienti

«Voglio ricordare che per una famiglia di quattro persone che ha un costo della bolletta elettrica di 534 euro, il costo del servizio idrico (acqua potabile, fogna e depurazione) è di 280 euro l’anno. La novità è che le bollette le devono pagare tutti, anche quelli che in passato, per distrazione o per amicizia con qualcuno, si ritenevano esentati. Abbanoa – conclude Alessandro Ramazzotti – aiuta la Sardegna perché applica regole uguali per tutti nelle assunzioni, negli appalti, negli incarichi professionali e negli acquisti, superando vecchie logiche locali, dettate da particolarismi e interessi elettorali, che hanno caratterizzato altre stagioni e che trovano strascichi anche nella polemica di oggi.»

Abbanoa, infine, invita i firmatari ad attenersi, nelle loro dichiarazioni, non alle boutade da propaganda pre elettorale, ma ai dati certificati dai periti, dalla società di auditing KPMG, dalla società internazionale di revisione BDO, dagli organi di controllo compresi i periti della Procura di Cagliari. La tutela degli interessi societari e del patrimonio pubblico impone infatti a tutti, in particolare a chi rappresenta le Istituzioni regionali, comportamenti adeguati.

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Oggi scadevano i termini per aderire alla class action intenta dall’associazione dei consumatori Adiucomsum contro Abbanoa per il risarcimento dei danni subiti a causa dell’erogazione di acqua non potabile nel periodo 2011/2015.  E oggi l’amministratore unico di Abbanoa, Alessandro Ramazzotti, ha diffuso una nota, nella quale afferma che «la class action sulla non potabilità si sta ormai configurando come un grande bluff. Il principio cardine: oggi in Italia il sistema tariffario non prevede alcuna decurtazione per i periodi di non potabilità. Non c’è un caso a livello nazionale a cui poter fare riferimento».

«Il motivo è semplice: l’Autorità vuole evitare che un Gestore trovi più conveniente avere una tariffa più bassa  che fare gli investimenti necessari per adeguare il sistema di potabilizzazione. Trova più incisivo utilizzare lo strumento  delle sanzioni, anche severe, qualora i Gestori siano inadempienti ai loro obblighi per negligenza o sottovalutazione. Personalmente – conclude l’Amministratore Unico – ritengo che le penalizzazioni anche severe verso i Gestori, peraltro previste  anche in Sardegna dalla Convenzione di Servizio stipulata con l’Ente d’Ambito, siano la strada corretta. Fermo restando che non possono essere addebitate al Gestore inadempienze riconducibili alle condizioni a volte disastrose con cui gli impianti a suo tempo sono stati affidati.»

«I Gestori devono essere impegnati e controllati affinché attuino gli interventi di regolarizzazione e ammodernamento di questi impianti: si tratta di investimenti ai quali è destinata una parte importante della tariffa, che anche per questo deve essere integralmente riscossa. Attacchi strumentali e dal sapore politico.»

«Abbanoa ritiene di essere in presenza di attacchi portati avanti in modo strumentale dagli ormai noti “professionisti dalle cause facili” e da personaggio politici in cerca di ribalta in una fase che precede la prossima campagna elettorale per le Regionali. Abbanoa ritiene di essere in presenza di una campagna che cerca toni forti e frasi ad effetto  ma debole nei contenuti e gestita con spregiudicatezza e approssimazione. Basti pensare agli “strafalcioni” presenti negli elenchi dei Comuni non potabili diffusi in questi giorni da un’Associazione di Consumatori» (Adicomsum, n.d.r.). 

«Sul fronte dei numeri, sui 377 Comuni della Sardegna, appena una quarantina (un laconico 10 per cento circa) sono stati interessati da ordinanze per l’acqua non potabile tra il 2011 e il 2015 e si è evitato accuratamente di guardare all’andamento 2016/2017. Fra l’altro, dagli elenchi diffusi da un’Associazione regionale di consumatori spuntano centri non gestiti da Abbanoa. E’ l’esempio di tre Comuni messi in bella mostra nel materiale informativo diffuso attraverso la Rete, che non ricadono sotto il governo del Gestore Unico. A riprova anche del fatto che la non potabilità riguarda anche i Comuni che sono alimentati da fonti proprie (sorgenti o pozzi).

Oggi, grazie agli interventi strutturali realizzati nelle reti e negli impianti portati avanti da Abbanoa, l’incidenza della non potabilità è bassissima ma c’è chi pur di affilare le armi contro Abbanoa non tiene conto del lavoro fatto in questi anni. Eppure i risultati sono evidenti. A Porto Torres la non potabilità è ormai solo un ricordo. A Sassari sono crollati sia i giorni di non potabilità sia le zone interessate (soprattutto frazioni con pochi abitanti). Se nel 2015 la popolazione interessata era il 58,37%, nel 2016 è risultata del 33,4% e nel 2017 è crollata al 9,01%. Emblematico è il caso di Musei dove proprio nel 2017 è stato completato un impianto di filtraggio all’avanguardia e completamente automatizzato per eliminare la torbidità che caratterizza l’acqua delle sorgenti di Musei (ogni anno la fonte di Guttureddu che approvvigiona il centro abitato è infatti soggetta a un aumento esponenziale dell’intorbidimento). Negli impianti di Siniscola (Marfili e Frunche e Oche) è in corso un intervento di potenziamento di circa 300.000 euro ma in progettazione c’è anche un ulteriore intervento di 925.000 euro. 

Esistono casi di rilievo Tempio, Luras, Calangianus e Bortigiadas ma anche qui Abbanoa ha lavorato per trovare la soluzione: a Tempio è stata bandita la gara per la progettazione del maxi intervento (finanziamento complessivo a disposizione è di 7.580.000 euro) e a Buggerru il Comune ha pubblicato il bando per l’affidamento dei lavori  del nuovo impianto di trattamento (che risolverà i problemi di non potabilità).

Morimenta, frazione con pozzo locale. E’ considerato il centro maggiormente interessato, in territorio di Mogoro, da una non potabilità cronica. Si deve però sapere che la frazione di Morimenta non è servita da alcun potabilizzatore di Abbanoa, ma da un pozzo locale. La soluzione l’ha trovata proprio Abbanoa che servirà la frazione con un collegamento all’acquedotto Tirso garantendo acqua potabile. L’intervento, in fase di progettazione, renderà l’acqua da sempre non potabile in acqua buona da bere nelle frazioni di Morimenta stessa e di Sa Zeppara (Guspini). A questi interventi si affiancano, nel Bord Sardegna, i 20 milioni di euro in lavori già appaltati per realizzare un maxi potabilizzatore (Torpè) all’avanguardia e due nuovi acquedotti al servizio dell’Alta Baronia e della Bassa Gallura. Serviranno a garantire stabilità, specie nella stagione estiva, ai Comuni con difficoltà di approvvigionamento.

A garanzia dell’acqua distribuita in rete, il Gestore effettua infatti circa 17.000 prelievi di campioni annui (per determinare circa 300.000 parametri chimici e batteriologici). Significa che ogni giorno vengono eseguiti fino a 50 controlli a campione. I controlli interessano l’intera filiera del processo: verificano la qualità della materia prima, dello stato della potabilizzazione e delle proprietà chimiche e batteriologiche del prodotto in distribuzione, il tutto per garantire la massima sicurezza a ciascuno di noi. Un aspetto che merita ancora più attenzione se si  considera che la Sardegna, a differenza delle altre regioni d’Italia, preleva l’acqua grezza per l’85% da invasi artificiali che spesso non offrono una buona qualità dell’acqua. Acqua grezza che necessita di  trattamenti di potabilizzazione più delicati rispetto a quanto avviene in altre parti del Paese: a questo servono i 45 potabilizzatori presenti in Sardegna, vere fabbriche dell’acqua potabile.»

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Sviluppare soluzioni di regolazione intelligenti nei potabilizzatori. E’ l’obiettivo che Abbanoa intende raggiungere per migliorare i processi di potabilizzazione dell’acqua in Sardegna, a partire dall’efficientamento che riguarderà l’impianto di Simbirizzi, al servizio di Cagliari e dell’hinterland. E’ stato pubblicato in questi giorni l’avviso di pre-informativa al mercato che porterà a uno dei bandi di gara più innovativi del 2018, frutto della partecipazione di Abbanoa al bando regionale indetto da Sardegna Ricerche che ha visto il Gestore aggiudicatario del bando (il valore complessivo del progetto supera i 400mila euro, di cui 300mila relativi ai servizi di ricerca e sviluppo oggetto dell’appalto pre commerciale). Il progetto, ritenuto tra i più innovativi, è infatti co-finanziato dall’Agenzia regionale.

«In una regione povera di acqua potabile, l’85% della risorsa proviene da invasi artificiali e viene resa potabile attraverso 44 impianti di trattamento – è compito del Gestore, utilizzando le migliori tecnologie, attivare tutte le soluzioni che consentano efficienza ed una migliore qualità del servizio ai cittadini spiega l’Amministratore Unico Alessandro Ramazzotti. Il progetto che trasformerà il più grande impianto della Sardegna, Simbirizzi, in un potabilizzatore intelligente prevede una soluzione basata sulla gestione informatica e automatizzata di tutto il sistema di potabilizzazione. Le soluzioni individuate, una volta testate ed entrate a regime, potranno poi essere estese agli altri impianti.»

E’ il direttore generale Sandro Murtas a rappresentare tecnicamente l’azione e gli obiettivi che il Gestore intende raggiungere: «Abbanoa sta investendo nei modelli di automazione del processo di conduzione degli impianti mediante un sistema di regolazione automatica che, è questo il caso, minimizza l’intervento umano operativo e ripetitivo, il consumo energetico e l’utilizzo dei reagenti, garantendo le caratteristiche chimico/fisiche dell’acqua prodotta all’interno dei vincoli normativi attraverso tecnologie di intelligenza artificiale. La priorità di Abbanoa nel 2018 – aggiunge il direttore generale – è di indirizzare i propri investimenti verso soluzioni tecnologiche che garantiscano la disintermediazione nei processi e guidino lo sviluppo di competenze e mestieri nuovi».

La procedura in corso. Il primo step consiste in una consultazione preliminare attraverso un incontro pubblico in programma per il 7 maggio a cui potranno partecipare tutti gli operatori economici interessati (previa iscrizione all’evento). Nel dettaglio Abbanoa esegue una indagine conoscitiva del mercato prima di bandire un appalto precommerciale di ricerca applicata per la realizzazione di prototipi di “potabilizzatori intelligenti”.

Seguirà la gara vera e propria con l’obiettivo di individuare la migliore soluzione di efficientamento del processo.

Gli obiettivi della gara d’appalto. Attraverso la gara verranno aggiudicati più contratti di servizi di ricerca e sviluppo, che Abbanoa stipulerà con un certo numero di aggiudicatari, in parallelo, seguendo un approccio per fasi. Ciò consentirà di confrontare soluzioni alternative e concorrenti tra loro. Dopo ogni fase, verranno effettuate valutazioni intermedie, volte a selezionare gradualmente la migliore delle soluzioni concorrenti. I contraenti selezionati con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, stipuleranno un contratto specifico per la fase successiva. Gli obiettivi che Abbanoa intende raggiungere grazie a questo progetto innovativo e tecnologicamente avanzato sono principalmente tre:

  • Minor consumo energetico: il sistema deve ottimizzare il processo di potabilizzazione eseguendo regolazioni che tengano conto dei costi sostenuti anche in ragione delle differenti fasce orarie della tariffa dell’energia elettrica.
  • Minor consumo dei reagenti chimici: il sistema di regolazione deve ottimizzare l’utilizzo dei reagenti al fine di limitarne l’uso se non indispensabile per mantenere la qualità del prodotto all’interno dei range normativi.
  • Autonomia dell’impianto: Il sistema deve rendere il processo industriale il più possibile autonomo da interventi umani minimizzando il coinvolgimento degli addetti al presidio del processo e ottimizzando il lavoro delle risorse umane dedicate.

La soluzione dovrà essere basata sulla gestione informatica e automatizzata del processo di potabilizzazione. Tali soluzioni dovranno essere definite tramite l’uso di  algoritmi di machine learning di tipo lineare e non lineare. I misuratori, gli analizzatori e gli attuatori saranno collegati in rete e comunicheranno con il sistema di regolazione che sarà presente in campo. In ogni caso, per un’opportuna analisi dei dati, questi dovranno essere trasferiti ad un sistema in cloud per analisi con strumenti tipici della tecnologia Big Data.

La consultazione di mercato si svolgerà attraverso un evento pubblico programmato per lunedì 7 maggio (le iscrizioni dovranno pervenire entro il 30 di aprile).

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L’allaccio abusivo su un pozzetto di sfiato, lungo la condotta pubblica che alimentava perfino un’azienda agricola e di allevamento (Buggerru) con ingente dispendio di risorsa che non poteva essere “tracciata” in alcun modo; tubi di plastica che rubavano l’acqua a chi regolarmente paga i consumi per portarla all’interno di immobili pubblici occupati abusivamente a Cagliari, Oristano, Sant’Antioco (l’ultimo in ordine di tempo ha riguardato via Bainsizza nel capoluogo). Sono solo alcuni dei casi scoperti quest’anno dal nucleo ispettivo di Abbanoa e segnalati alle autorità competenti, ai quali si aggiungono i vari episodi legati alle manomissioni di contatori, matricole abrase oppure coperte con vernice spray.

«Irregolarità ed abusivismo sono, purtroppo, la triste eredità, che Abbanoa ha raccolto, di un sistema nel quale il controllo della risorsa e la correttezza contrattuale erano totalmente trascurati, generando anche una fascia diffusa di abusivismo che oggi si manifesta con i furti d’acqua e spesso con un’alta morosità – ha spiegato l’Amministratore Unico Alessandro Ramazzotti -. Fenomeni che siamo impegnati a combattere con tenacia attraverso una intensa campagna di controlli sul territorio per tutelare tutti coloro, e sono la stragrande maggioranza, che pagano regolarmente il servizio.»

Il nucleo ispettivo di Abbanoa, con l’ausilio degli operatori in campo e di altri soggetti istituzionali, ha individuato in questi anni un esercito di abusivi che rubava acqua potabile (allacci abusivi) e sversava reflui negli impianti di depurazione (scarichi anomali). Sono quasi 200 le denunce presentate da gennaio a oggi, frutto dell’intensificarsi dei controlli a tappeto su tutta la Sardegna. Oltre 1.000 quelle che hanno riguardato il 2017, di cui una bella fetta concentrate durante il periodo estivo, quando nella rete degli abusivi sono finiti bed & breakfast, ristoranti, bar, chioschi in spiaggia, perfino seconde case spesso affittate a ignari turisti che si sono ritrovati senza fornitura idrica nonostante per la vacanza avessero pagato fior di quattrini ai proprietari che invece prendevano l’acqua a sbafo. 

Significativo, la corsa estate, il caso di una villa di lusso in Costa Smeralda, con suite, giardino interno ed esterno e piscina, intestata ad una società con sede in Lussemburgo che, nonostante i consumi abnormi di acqua, non pagava quanto consumato. Un camping sempre nel Nord Sardegna era invece allacciato abusivamente alla rete fognaria: gli scarichi dell’intera struttura finivano direttamente nella rete comune senza la possibilità per Abbanoa di addebitare il pagamento del canone di depurazione per un servizio di trattamento dei reflui a tutela della spiaggia, anche attrattiva dello stesso campeggio. I tecnici del Gestore sono invece dovuti intervenire per tre volte presso un chiosco del Poetto che ripetutamente nel corso della stagione si è allacciato alla rete pubblica.

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«Una campagna scomposta e in malafede piena di strumentalità elettorali, usando termini fuori luogo come esuberi e licenziamenti, sta cercando di alterare il clima ed i contenuti di una trattativa che Abbanoa ha aperto con le organizzazioni sindacali.»

L’Amministratore Unico Alessandro Ramazzotti si è espresso così sul confronto in corso con i sindacati sul ricollocamento  all’interno dell’azienda di 207 lavoratori.

«Per gestire in Sardegna un servizio idrico adeguato alle esigenze e alle aspettative, sotto il profilo del servizio ai clienti e della qualità ambientale, serve un’azienda efficiente, che sia in grado di organizzarsi al meglio sfruttando tutte le opportunità che offre l’innovazione tecnologica – aggiunge Alessandro Ramazzotti -. Responsabilità, competenza e cambiamento sono i temi fondamentali che caratterizzano le scelte ora in campo, che vogliamo discutere con le organizzazioni sindacali per impegnare nel modo migliore le tante competenze che abbiamo in azienda. Ottimizzare i costi è condizione indispensabile per avere più risorse per gli investimenti ed evitare gli aumenti delle tariffe

Alla luce delle strumentalizzazioni che in queste ore rischiano di inquinare il dibattito spostando l’attenzione su temi inesistenti, Alessandro Ramazzotti sottolinea: «Che un’azienda pubblica si impegni per funzionare sempre meglio puntando su una migliore qualità del servizio pensiamo sia una buona notizia per tutti i sardi, ma anche una soddisfazione per chi ci lavora. Meravigliano in queste ora le preoccupazioni strumentali  di chi, in passato, pur avendone gli strumenti e le possibilità non ha voluto assumere tempestivamente le scelte  necessarie a difesa di Abbanoa ed ha messo a rischio la stabilità dei conti, i posti di lavoro e, aprendo la strada ai privati, persino la prospettiva di una gestione pubblica del servizio idrico in Sardegna», ha concluso l’Amministratore Unico.

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Con il tema “impronta idrica”, Abbanoa dà il via all’edizione 2017-2018 del progetto dedicato alle Scuole Elementari “Dieci in condotte”. Portato avanti con la collaborazione di Legambiente, quest’anno il progetto vedrà la partecipazione di circa 3.000 bambini (164 le classi coinvolte).

Dato il grande successo dello scorso anno il Gestore, infatti, ha deciso di allargare il progetto a tutta la Sardegna: hanno aderito all’iniziativa le scuole dei quattro capoluoghi di provincia e di molti paesi delle stesse province. Si va dai centri più piccoli ai grandi Comuni, ma oltre a Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano Abbanoa “parlerà” ai bambini delle Scuole di Olbia, Porto Torres, Alghero, Quartu, Assemini e di molti altri centri della Sardegna come Ozieri e Valledoria nel Nord Sardegna; Macomer, Jerzu, Ulassai, Perdasdefogu, Gairo, Villagrande Strisaili per Nuorese ed Ogliastra; Santa Giusta, Mogoro e San Nicolò d’Arcidano nell’oristanese; San Sperate, Isili, Domus De Maria, Villacidro, Sardara, Guspini nel Cagliaritano e nel Medio Campidano.

«Il messaggio legato all’importanza dell’acqua assume un significato particolare guardando proprio alle caratteristiche della nostra Isola che non ha risorse d’acqua potabile ma un sistema di invasi artificiali la cui acqua deve essere potabilizzata per l’85% – spiega l’Amministratore Unico di Abbanoa Alessandro Ramazzotti -. Conoscere l’importanza del ruolo svolto da Abbanoa ed essere consapevoli dei limiti legati alla scarsità di risorsa in un periodo di siccità come quello attuale è oggi importantissimo: il coinvolgimento delle nuove generazioni attraverso la scuola rappresenta una formidabile opportunità di cambiamento anche culturale.»

Tre video cartoon, un opuscolo, lo spettacolo teatrale. Dieci in condotte è il progetto di educazione ambientale gratuito nato per spiegare l’importante “viaggio” che compie una goccia d’acqua prima di sgorgare pulita dal rubinetto di casa e che proseguirà il 22 marzo con le visite negli impianti di potabilizzazione di Abbanoa e, infine, con uno spettacolo teatrale condito da un concorso a premi legato ai disegni sull’acqua che realizzeranno i bambini. Con una grande novità che interessa l’edizione 2017-2018: il tema scelto è l’impronta idrica, ovvero la quantità di acqua necessaria per produrre le cose, dai cibi ai vestiti, con l’obiettivo di trasmettere ai bambini l’importanza dell’acqua, risorsa preziosa ed esauribile, e quindi del risparmio idrico. Ai bambini verranno infatti mostrati tre video cartoon (impronta idrica; ciclo industriale dell’acqua; risparmio idrico) della durata di cinque minuti ciascuno; attraverso un opuscolo verrà invece affrontato il tema dell’impronta idrica.

«Legambiente anche quest’anno conferma il suo impegno e la sua collaborazione, che ormai dura da diversi anni, con Abbanoa, per una corretta informazione nel mondo scolastico e alla cittadinanza, sul risparmio idrico e un corretto utilizzo dell’acqua del rubinetto, soprattutto in questo periodo di siccità che sta investendo tutta la Sardegna» spiega Vincenzo  Tiana, presidente del Comitato Scientifico di Legambiente Sardegna.

Anche grazie al progetto “Dieci in condotte” Abbanoa intende:

1. Stimolare l’interesse per le tematiche ambientali e spiegare l’importanza che svolge Abbanoa, specie sul fronte della depurazione, come soggetto garante della tutela dell’ambiente;

2. Far conoscere il processo industriale dell’acqua: dall’invaso alle abitazioni, e da qui alla depurazione, fino al ritorno in ambiente;

3. Favorire l’attivazione di buone pratiche legate al consumo consapevole dell’acqua, reale e virtuale, per imparare a non sprecarla applicando uno stile di vita ecosostenibile;

4. Incentivare il consumo dell’acqua della rete idrica come acqua buona da bere, attraverso la conoscenza delle caratteristiche chimico-fisiche e dei controlli su di essa effettuati.