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Impianti spinti oltre le loro potenzialità, processi di potabilizzazione adattati alla domanda crescente (aumento consumi dovuti all’estate) e alla scarsa qualità dell’acqua in arrivo, sorveglianza massima sui dosaggi dei reagenti. L’estate è il momento di massimo sforzo per Abbanoa, che in Sardegna gestisce oltre 40 potabilizzatori, vere “fabbriche dell’acqua” proprio perché – in mancanza di acque sotterranee – trattano per l’85 la risorsa proveniente dagli invasi rendendola potabile. Uno sforzo che si traduce in operatività h24 e presidio costante degli impianti e della rete di distribuzione con uomini e mezzi sparsi sui territori.
Da un lato il boom di presenze turistiche e quindi l’aumento esponenziale dei consumi, dall’altro la qualità dell’acqua, condizionata dai bassi livelli dei bacini (più si pesca sul fondo e più l’acqua è di cattiva qualità). Un mix deleterio che spinge il Gestore ad avviare piani emergenziali che riguardano tutti gli impianti dell’Isola. Sulla base dei dati resi noti dall’Assessorato al Turismo della Regione, il 2016 ha generato 13 milioni e mezzo di presenze nelle strutture ricettive. Nel 2016 Abbanoa ha quindi fatto fronte a un fabbisogno enorme: un trend di presenze record che secondo le previsioni verrà addirittura superato dai dati 2017.
«Aumenti generalizzati dei consumi dovuti alle presenze turistiche, una pessima condizione dell’acqua, unita a condizioni climatiche eccezionali hanno richiesto un impegno tecnico-organizzativo straordinario per affrontare l’onda d’urto estiva che quest’anno è arrivata in anticipo rispetto agli anni scorsi – spiega l’amministratore Unico Alessandro Ramazzotti -. Stiamo garantendo un impegno enorme in condizioni difficilissime. Non tutti sanno che il periodo siccitoso peggiora notevolmente l’acqua degli invasi rendendo sempre più difficile la produzione di acqua potabile. Questo, unito all’aumento dei consumi, ci costringe a spingere oltre le loro potenzialità i nostri impianti, già oggi vecchi e sottodimensionati. Impiegare nuove tecnologie di trattamento e adottare tecniche di gestione degli impianti che ottimizzassero il funzionamento è stata la strada scelta dal Gestore: oggi gli impianti maggiori della Sardegna sono stati efficientati e, proprio in virtù degli interventi di manutenzione effettuati, possono essere spinti oltre le loro potenzialità».
La stagione 2017 fa presagire un boom di vacanzieri addirittura maggiore rispetto al 2016. Una condizione che già Abbanoa riscontra sul fronte dei consumi: paragonando i dati sull’erogazione di acqua potabile è evidente una richiesta che già al momento va oltre quella dello scorso anno.
Dai primi monitoraggi è già possibile evidenziare variazioni tendenziali nell’ordine di un +10%. Gli impianti di potabilizzazione al servizio delle zone costiere hanno aumentato la produzione di acqua potabile distribuita in rete in virtù della domanda crescente (aumento dei consumi). In Gallura l’impianto dell’Agnata (che alimenta Arzachena, Golfo Aranci, Loiri Porto San Paolo, Luogosanto, Monti, Sant’Antonio, e Telti) ha registrato un aumentato del 9 per cento rispetto all’anno scorso. Si è già attestato al 7 per cento l’aumento per l’altro potabilizzatore al servizio della Sardegna nord-orientale, Pedra Majore (La Maddalena, Palau, Santa Teresa, Trinità d’Agultu, Badesi, Aglientu, Valledoria e Santa Maria Coghinas). Un +17 per cento è stato registrato nei potabilizzatori di Monte Agnese al sevizio di Alghero e in quello di Sarroch che serve anche Villa San Pietro, Pula e fascia costiera fino a Chia, +40% per il potabilizzatore Marfili di Siniscola.
L’aumento delle temperature ha fatto impennare i consumi anche nei centri dell’interno della Sardegna. Il potabilizzatore di Torrei (Tonara, Aritzo, Austis, Belvì, Desulo, Meana Sardo, Ortueri, Ovodda, Sorgono e Tonara) sta marciando con una produzione aumentata dell’11 per cento mentre quello di Jann’e Ferru (Nuoro, Mamiada, Orgosolo e altri 15 comuni della provincia) ha superato il 10 per cento.
Per quanto riguarda le aree più densamente abitate si registra un +12 per cento di acqua prodotta nel potabilizzatore Truncu Reale (Sassari, Porto Torres e Stintino) e un +3 per cento nell’impianto di Simbirizzi (Cagliari e area metropolitana)
Abbanoa ha intensificato l’attività di potabilizzazione per continuare a garantire acqua di qualità, contestualmente il Gestore ha aumentato i controlli sull’acqua in arrivo agli impianti e in distribuzione nelle reti. Nelle acque dei bacini, già a livelli bassissimi per la siccità, a causa del caldo e della luce proliferano le alghe e microalghe (anche invisibili all’occhio umano) che si stratificano formando un “velo” che non consente all’ossigeno di penetrare negli strati sottostanti. E’ proprio in mancanza di ossigeno che si sviluppano particolari composti che alterano le caratteristiche organolettiche dell’acqua e che richiedono uno sforzo enorme per trasformare fanghiglia in acqua potabile.
L’ultima emergenza ha riguardato l’invaso del Cixerri: a causa del netto peggioramento dell’acqua grezza in arrivo è stato addirittura necessario sospendere la produzione nel potabilizzatore di Sarroch che alimenta l’acquedotto sud-occidentale al servizio di Sarroch, Villa San Pietro, Pula e tutta la fascia costiera fino a Chia. Proprio a causa delle condizioni della risorsa (torbida e altamente maleodorante) l’Enas, Ente acque della Sardegna, ha provveduto a disconnettere il Cixerri e aprire l’alimentazione dall’invaso del Mulargia, che garantisce acqua di migliore qualità. Sebbene la risorsa presente al momento nel potabilizzatore sia migliorata, serviranno però ancora diverse ore per consentire il ricambio dell’acqua nella condotta: già domani la situazione dovrebbe migliorare.
Sono 45 gli impianti attualmente in esercizio (11 al Nord Sardegna; 18 al centro di cui 3 stagionali; 16 nella macroarea Sud), un vero sistema di produzione industriale che garantisce la potabilizzazione e distribuzione delle acque potabili in una regione la cui risorsa proviene per l’85% da laghi artificiali. Uno sforzo che in circostanze come quella attuale richiede livelli di attenzione massima. Grazie alle competenze tecnico-specialistiche e operative del personale, Abbanoa sta comunque garantendo il massimo impegno per ripristinare, laddove necessario, le condizioni ottimali di trattamento e garantire la potabilizzazione dell’acqua. L’operatività nei territori è inoltre garantita dalla presenza costante degli operatori in tutti gli impianti.
Abbanoa gestisce in proprio i potabilizzatori della Sardegna solo dal 2010: l’impianto dell’Agnata, per esempio, è stato il penultimo (maggio 2010) a passare sotto la gestione di Abbanoa. Dopo l’Agnata, il cerchio si è chiuso con l’impianto di Simbirizzi, al servizio di tutto il cagliaritano.
La produzione dell’acqua potabile è ottenuta dal trattamento nella quasi totalità di acque superficiali, pertanto risente di diversi fattori legati anche alle oscillazioni della richiesta nell’arco dell’anno e alle variazioni climatiche. La Sardegna non ha risorse proprie e deve potabilizzare l’85 per cento dell’acqua immessa in rete, con costi altissimi, resi ancora più gravosi dal livello di dispersione.
Con le acque di superficie accumulate negli invasi distribuiti nel territorio Abbanoa garantisce una produzione di risorsa idrica pari a circa 250 milioni di mc d’acqua. Esiste un minimo prelievo di acque sotterranee che, con esclusione di alcuni sistemi sorgentizi di origine carsica e di alcuni campi pozzi, sono costituiti da oltre un centinaio di piccole sorgenti e pozzi: il prelievo annuo da questo tipo di acque non supera però i 45 milioni di metri cubi e la loro capacità di produzione è legata agli andamenti climatici.