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Dalle rilevazioni straordinarie effettuate dall’agenzia Arpas dallo scorso mese di maggio nelle acque della laguna di Santa Gilla non si evincono situazioni preoccupanti, ma i dati sono più o meno invariati rispetto a quelli storici. E’ questa la sintesi dei risultati del lavoro di monitoraggio voluto dal Presidente della Regione Francesco Pigliaru in accordo con i Sindaci dei Comuni dell’area di Cagliari. L’esito è stato presentato dal direttore generale dell’Arpas Alessandro Sanna a Presidente e Sindaci stamattina, nella riunione convocata a Villa Devoto e alla quale hanno preso parte gli assessori dell’Ambiente Donatella Spano e della Sanità Luigi Arru, oltre ai tecnici degli assessorati, dell’Arpas e dell’Ats.
«Lo scorso 22 maggio, con la convocazione del tavolo permanente, avevamo condiviso con gli Amministratori la necessità di dover generare dati ulteriori e più estesi rispetto a quelli ordinari previsti dalla legge – ha detto Francesco Pigliaru in apertura dell’incontro -, aggiornando rapidamente il monitoraggio attualmente esistente nell’ottica della massima trasparenza. Così è stato fatto, grazie all’impegno dell’Arpas e al contributo di tutti». Punti ripresi dall’assessora della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano, che ha sottolineato «lo sforzo straordinario e importante dell’agenzia regionale», ricordando di aver chiesto fin da subito un’ispezione dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale del Ministero dell’Ambiente, che si è svolta la prima settimana di luglio e di cui si attendono gli esiti.
I risultati sono più che confortanti, secondo il direttore generale dell’Arpas Alessandro Sanna: «Ai controlli ordinari – ha detto – abbiamo aggiunto monitoraggi straordinari sui trenta piezometri di acque secondarie a Santa Gilla e nell’area di Macchiareddu. I risultati ci dicono che non c’è un peggioramento rispetto ai dati cosiddetti storici e tenuto conto che si tratta di un sito inquinato di interesse nazionale».
I risultati indicano una generale complessiva invarianza della presenza degli inquinanti nelle matrici ambientali nell’area di Macchiareddu e Santa Gilla, fermo restando che le aree oggetto di sequestro dovranno essere indagate caso per caso con piani di caratterizzazione specifici finalizzati alla verifica delle situazioni puntuali.
Se poi si sono svolte le attività di inquinamento, oggetto di inchiesta, per ora non si rileva la modificazione delle matrici ambientali.
In relazione alle campionature del monitoraggio straordinario di maggio 2017, effettuate nelle 24 stazioni della Laguna di Santa Gilla, le determinazioni analitiche dei fluoruri eseguite consentono di escludere la presenza di concentrazioni superiori ai limiti normativi nelle acque (DM 260/2010) e nei sedimenti (D.Lgs. 152/2006 Tab 1A). Non si hanno dati storici di confronto, in quanto i fluoruri non sono inclusi nel set analitico previsto dalla Direttiva Comunitaria 2000/60/CE per la classificazione dello stato ambientale dei corpi idrici di transizione. In generale, per le acque di transizione si osserva il raggiungimento dei valori obiettivo in tutti i campioni, ad eccezione di un lieve superamento per il mercurio (con concentrazione di 0,019 microgrammi/litro rispetto al valore obiettivo di 0,010 microgrammi/litro). Per contro, nelle campionature del 2015 erano state registrate concentrazioni superiori agli Standard di Qualità Ambientale per il cadmio (3 campioni sui 24 prelevati nelle 6 stazioni) e per il mercurio (7 campioni sui 24 prelevati nelle 6 stazioni). La campionatura 2017 dei sedimenti rileva nelle 24 stazioni campionate, superamenti della soglia di contaminazione (D.Lgs. 152/2006 tabella 1A) esclusivamente per piombo (7 stazioni), zinco (9 stazioni) e mercurio (1 stazione). Per queste sostanze, dal confronto con i dati 2006 emerge un leggero decremento dei valori medi di concentrazione.
Le acque sotterranee di Macchiareddu mostrano in generale presenza di contaminanti in concentrazioni superiori alle Concentrazioni della Soglia di Contaminazione (D.Lgs. 152/2006 Tab. 2) per numerosi parametri, in particolare Fluoruri, Solfati, Metalli e Composti Organici. Il monitoraggio effettuato da ARPAS dal 2011 ad oggi non evidenzia tendenze significative generali in miglioramento od in peggioramento del quadro complessivo; anche le attività effettuate nel 2017 sono in linea con gli anni precedenti, anche se possono essere presenti variazioni di singoli parametri in aree specifiche. Sono stati analizzati nel dettaglio i Fluoruri, che entrano nel ciclo produttivo Fluorsid, alcuni metalli, scelti tra i più significativi (Arsenico e Cadmio) ed un composto organico, il Tricloroetilene, considerato tra gli inquinanti organici più rappresentativi, anche se non in relazione con il ciclo produttivo Fluorsid. Le concentrazioni di Fluoruri, nell’area vasta di Macchiareddu, mostrano un andamento stabile, mentre nell’area Fluorsid si osserva un decremento a partire dal monitoraggio del 2012. Nel 2013 è stata attivata la messa in sicurezza di emergenza delle acque sotterranee nel sito Fluorsid. In particolare, nella Stazione 578, dove nel primo semestre del 2012 erano stati rilevati 1280 mg/l, si rilevano, nel 2017, 365 mg/l. I metalli, ed in particolare il Cadmio e l’Arsenico, non evidenziano a scala generale tendenze di rilievo. Nell’area Fluorsid le variazioni di concentrazione riscontrate, pur frequentemente oltre le CSC, sono contenute. Infine, negli ultimi anni si rileva un incremento della concentrazione di Tricloroetilene nell’area Syndial e nella Stazione 584, sulla dorsale consortile. Tale incremento non trova però riscontro in area Fluorsid, dove, nel 2016 e nel 2017, le concentrazioni sono sotto il limite di rilevabilità.