22 November, 2024
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Domani, giovedì 2 agosto, alle 10.00 nella sala stampa del Consiglio regionale, sarà presentata la proposta di legge “Disposizioni per il riconoscimento, la diagnosi e la cura della Fibromialgia o Sindrome Fibromialgica”.

La proposta di legge è firmata dai consiglieri Augusto Cherchi (Partito dei sardi), Gianfranco Congiu (Partito dei sardi), Roberto Desini  (Partito dei sardi), Piermario Manca (Partito dei sardi), Alessandro Unali (Partito dei sardi) e Lorenzo Cozzolino (Partito democratico).

 

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Hanno giurato oggi nell’Aula di via Roma, due nuovi consiglieri regionali: Valerio Meloni (Pd) e Gian Filippo Sechi (Udc). La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha proceduto alla surroga del consigliere dell’Udc Giuseppino Pinna, recentemente deceduto. Al suo posto è subentrato il primo dei non eletti Gian Filippo Sechi. Successivamente l’Assemblea ha esaminato le dimissioni del consigliere del Pd Salvatore Demontis. Le sue dimissioni sono state accolte con votazione a scrutinio segreto, nella quale si sono espressi a favore 25 consiglieri, 20 hanno votato contro e 3 sono stati gli astenuti, i consiglieri Christian Solinas del Psd’az, Paolo Dessì del Misto e Alessandro Unali del Pds. Al termine dello scrutinio il presidente Gianfranco Ganau ha sospeso la seduta per convocare la Giunta per le elezioni che dovrà indicare il sostituto di Salvatore Demontis.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha dato lettura della delibera della Giunta per le elezioni cui è stato indicato Valerio Meloni come subentrante.

Conclusi gli adempimenti legati alla composizione dell’Assemblea,il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il disegno di legge n. 483 (disposizioni urgenti in materia di elezioni dei presidenti delle Province e dei Consigli provinciali).

Poco dopo, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha espresso la sua difficoltà a stare in Aula, «come tanti altri consiglieri impegnati in campagna elettorale», senza la presenza dell’assessore dell’Agricoltura «che deve riferire all’Aula la situazione dell’Aras, il mancato trasferimento dei fondi a Laore, e le difficoltà dei lavoratori Apa 7 dei quali, in queste ore, hanno ricevuto lettere di licenziamento, fatto di inaudita gravità». Su questi temi, ha sostenuto, «c’è la sensibilità dei colleghi di tutti gli schieramenti per cui il Consiglio deve occuparsene con urgenza e dare risposte chiare». Chiedo quindi, ha concluso, «un incontro dell’assessore con i lavoratori, anche dopo i lavori del Consiglio».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha affermato che «sui problemi di Aras il Consiglio ha lungamente dibattuto e c’è anche una proposta di legge del Pd sulla stabilizzazione, per cui nostro orientamento è da sempre favorevole come abbiamo ribadito anche recentemente in sede di conferenza dei capigruppo». Stiamo parlando, ha aggiunto Cocco, «di un patrimonio professionale notevole della Regione che opera in tutti i territori della Sardegna, i cui costi sono sostenuti da fondi regionali così come per l’Apa; il problema riguarda la definizione delle procedure, in tempi molto rapidi, tenendo conto delle novità normative nel frattempo intervenute anche a livello nazionale».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha ricordato che, sulla vicenda, «ci sono percorsi avviati ma non conclusi da troppo tempo; ora occorre accelerare nel rispetto della volontà di tutto il Consiglio perché non si tratta di argomenti da campagna elettorale ma di problemi seri che riguardano la comunità regionale».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha affermato che «è il momento di mettere a regime quei lavoratori che hanno fornito alla Regione un servizio fondamentale per la tenuta del sistema agricolo sardo; ne parliamo da molte legislature senza risultati ed è giunto il momento di decidere, senza dimenticare la riforma complessiva degli enti regionali agricoli che ad oggi producono solo burocrazia».

La consigliera Annamaria Busia (Misto) ha ricordato che, oltre alla legge che va applicata, «vi sono comportamenti adottati in senso positivo in altre situazione uguali e simili, come per esempio i lavoratori del San Giovanni Battista di Ploaghe, questi lavoratori sono retribuiti quindi l’intervento è a costo zero per la Regione».

Il presidente della commissione Agricoltura Luigi Lotto (Pd) ha manifestato il suo  dispiacere nel vedere il Consiglio regionale continuare una discussione «a 9 anni dall’applicazione della legge che prevedeva la stabilizzazione di questi lavoratori all’interno di Laore; non è giusto, insomma, che un problema del genere si lasci morire nella disattenzione di ben due esecutivi, a questo punto se la legge non va bene si cambi, altrimenti la si applichi, in modo che ognuno si assuma le proprie responsabilità».

Per il Pds il consigliere Piermario Manca ha condiviso la richiesta di un confronto con l’assessore dell’Agricoltura in Aula, ricordando che Consiglio ha fatto grandi sforzi per approvare il bilancio in tempi regolari mentre poi, da 2 mesi, i lavoratori non ricevono lo stipendio». L’Unione europea, ha proseguito, «ha cambiato alcune normative sugli alberi genealogici e può essere una buona occasione per decentrare tutte le competenze in Sardegna».

Il neo consigliere Valerio Meloni ha dichiarato che «l’ampio consenso sui problemi dei lavoratori Aras ed Apa, manifestato in numerose occasioni, riguarda in realtà un percorso (attraverso interlocuzioni con associazioni di categoria e lavoratori) per la ricerca delle migliori soluzioni». In altre parole, a giudizio di Valerio Meloni, «la volontà comune c’è ma occorre stare dentro il tetto delle assunzioni imposto dal Governo nazionale».

Giovanni Satta, del gruppo Misto, si è detto «allibito perché su questo argomento non c’è niente di politico, Pietro Pittalis ha parlato di 7 lettere di licenziamento e vorremmo che fosse data una risposta a questi lavoratori che, come tanti altri, hanno operato al servizio della Regione per decine di anni: la Regione è in ritardo, anche rispetto lle tendenze nazionali di riforma e non c’è dubbio che gli assessori Raffaele Paci e Pierluigi Caria debbano dare risposte chiare».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha criticato in modo forte la «rincorsa ai licenziamenti fino a portare in Aula in modo inaccettabile il dibattito; è necessaria la presenza del’assessore e c’è anche una nostra mozione sulla quale non torniamo indietro e riguarda la mancata disponibilità di fondi presso Laore». La cosa più grave, secondo Congiu, «è che i licenziamenti vengono pensati altrove e questo mi fa rabbrividire, pur essendo la Regione una sorta di socio di maggioranza». «Oggi – ha concluso Gianfranco Congiu – il quadro legislativo consente di accentrare in Sardegna queste competenze e io sono stufo di subirle».

A nome della Giunta il vice presidente Raffaele Paci, dopo aver annunciato la disponibilità dell’assessore Caria al confronto in Aula, ha annunciato che «i pagamenti destinati a Laore per il pagamento degli stipendi ai lavoratori sono stati formalizzati il 13 febbraio scorso, per cui gli stipendi arriveranno con sollecitudine, fermo restando che i tempi tecnici del dopo finanziaria sono quelli che sono». «Per il resto – ha aggiunto Raffaele Paci – si sta lavorando ad una riforma complessiva di unificazione di Ara ed Apa nel cui ambito sarà affrontato il problema delle stabilizzazioni».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha ribadito di non aver detto niente sul merito delle questioni insistendo però sulla richiesta di confronto con l’assessore perché, ha nuovamente sottolineato, «in ballo ci sono 350 posti in organico che non vorrei fossero già assegnati in altri settori, a parte il fatto che commissari gestiscono la situazione da Roma mentre qui i licenziamenti intanto vanno avanti».

Il presidente Gianfranco Ganau ha comunicato che gli uffici stanno verificando la disponibilità dell’assessore Pierluigi Caria a partecipare ai lavori dell’Aula.

Poco dopo il Consiglio ha cominciato l’esame del disegno di legge 483 sulle elezioni delle Province e dei Consiglio provinciali, sulla base dell’art. 102 del regolamento e di un accordo unitario dei capigruppo.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha brevemente riassunto i termini della questione ricordando che, rispetto alla prima scadenza del 31 dicembre 2017, «si è registrato il ricorso di alcuni Sindaci i quali, di fronte alla scadenza, hanno sostenuto che non avrebbero potuto partecipare e quindi essere rappresentanti; per questo spostare termine è quanto mai opportuno, magari prolungando la scadenza di 45-120 giorni». Per il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu è condivisibile la proposta all’attenzione del Consiglio «che rende giustizia e riporta la democrazia nel sistema Province che era venuta meno con lunghi commissariamenti». Abbiamo contrastato la scadenza del 31 dicembre, ha affermato, «a favore di una norma sulla rappresentanza che di fatto reinserisce il 50% dei Comuni sardi; siamo poi disponibili ad individuare di comune accordo un ulteriore allungamento del termine».

Il presidente della commissione Autonomia Francesco Agus (Campo progressista) ha osservato che «è preferibile arrivare ad un accordo con tutti i Comuni per prolungare il termine; è vero poi che questo è un piccolo intervento su legge riforma che non deve far dimenticare la necessità di riprenderla in mano, soprattutto perché è una legge modellata sulla Delrio e sul referendum costituzionale ma le cose poi sono andate diversamente e bisogna prenderne atto con nuovi contenuti e nuove risorse».

Per il Pds il consigliere Roberto Desini ha parlato di «piccoli accorgimenti giusti per togliere le Province dalla mano dei burocrati ma è opportuno che, da qui a giugno, ci si metta al lavoro per rivedere il sistema regionale delle Province e la riforma del 2016, ormai completamente superata ma formalmente in vigore e rilevante anche dal punto di vista finanziario, perché costringe la Regione a forti interventi finanziari per consentire agli enti intermedi di chiudere i bilancio». Sono contro le elezioni di secondo livello, ha aggiunto, «perché sono una grande ipocrisia mentre tutti sanno che un Sindaco fare bene nel suo Comune e contemporaneamente nell’esecutivo provinciale».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, ha espresso la posizione favorevole del suo gruppo per uno spostamento dei termini ma, ha avvertito, «senza andare troppo in là».

L’assessore Cristiano Erriu si è detto favorevole alla proposta di rinvio delle elezioni ma ha suggerito un differimento della data. «C’è la necessità di alcuni adempimenti organizzativi. Sarebbe meglio fissare le elezioni dopo il 45° giorno dal voto per il rinnovo dei consigli comunali stabilendo come termine ultimo il 15 ottobre 2018.

Luca Pizzuto (Art. 1 – Mdp) ha annunciato il suo voto favorevole al provvedimento ma, allo stesso tempo, ha invocato una modifica della legge di riordino degli enti locali. «L’assetto delle province deve essere rivisto alla luce dell’esito del referendum sulle province e delle indicazioni dell’Unione Europea che ha sottolineato la necessità di scegliere gli organi rappresentativi attraverso elezioni dirette e non di secondo livello. Oggi noi votiamo la proroga ma chiediamo di rimettere in discussione la legge. Le province non stanno funzionando».

La consigliere di Forza Italia Alessandra Zedda ha invece annunciato la sua decisione di uscire dall’Aula e di non partecipare al voto.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo mette in votazione il passaggio agli articoli. Il Consiglio ha approvato in rapida successione gli articoli 1” Modifiche all’articolo 26 della legge regionale n. 2 del 2016 (presidente della provincia)” e 2 “Modifiche all’articolo 27 della legge regionale n. 2 del 2016 (Consiglio provinciale). Via libera anche all’emendamento orale proposto dall’assessore Erriu con il quale si stabilisce che la data delle elezioni dei nuovi consigli provinciali sarà fissata a partire dal 45° giorno dalla elezione dei consigli comunali e non oltre il 15 ottobre 2018.

Successivamente sono stati approvati anche gli articoli 3 “Norma finanziaria” e 4 “Entrata in vigore”. Si è poi passati alla votazione del testo finale della legge che è stato approvato all’unanimità (46 favorevoli su 46 votanti).

Ha quindi chiesto la parola il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, per sollecitare ancora una volta la presenza in aula dell’assessore all’agricoltura Pierluigi Caria.

All’esponente della minoranza ha risposto il presidente Gianfranco Ganau: «L’assessore Caria si trova fuori Cagliari, gli uffici stanno contattando la sua segreteria per verificare la disponibilità ad essere presente in Aula prima della conclusione dei lavori».

Il Consiglio è quindi passato all’esame della proposta di legge n. 482 “Disposizioni varie in materia sanitaria”.

Pietro Cocco, capogruppo del Pd e primo firmatario del provvedimento, ha spiegato gli obiettivi della proposta. «Interveniamo sulla sanità convenzionata che costituisce il perno della riforma delle cure primarie. Questa proposta mette ordine sul tema delle indennità da corrispondere ai medici del 118 e di continuità assistenziale. Il comma 3 dell’art. 1 ha lo scopo di adeguare gli stanziamenti destinati al finanziamento delle indennità aggiuntive della continuità assistenziale che, nei precedenti accordi integrativi sono stati fortemente sottodimensionati».

Pietro Cocco ha quindi annunciato la presentazione di un emendamento, firmato da tutti i capigruppo, che interviene sulle aziende ospedaliere e l’Ats per garantire il funzionamento dei servizi.

Augusto Cherchi (Pds)  pur riconoscendo l’urgenza di sanare una situazione sul fonte delle indennità dei medici in continuità assistenziale ha posto un problema per il futuro. «Cosa succederà da dicembre in poi? Questa legge sana una situazione pregressa. Il rischio è di pagare le prestazioni solo se effettivamente svolte. Verrà pagato solo l’atto di salire in ambulanza. Così si sminuisce il lavoro dei medici».

Per Marco Tedde (Fi) la sanità sarda attraversa un momento molto difficile. «Mancano i farmaci, gli strumenti per le sale operatorie, l’acqua calda nel reparto di neurochirurgia a Sassari. E’ un disastro totale. Da novembre dello scorso anno ci sono problemi anche nella sanità convenzionata che è un perno del sistema. Da allora l’Ats ha comunicato ai medici di base e di guardia medica la sospensione delle loro indennità. Oggi si cerca di fare una sorta di condono intervenendo sull’autonomia privata con una legge. Il problema va risolto ma con gli strumenti giusti. Intervenire con una legge su un contratto collettivo non è possibile. La Regione Sardegna non ha queste competenze».

Sulla stessa lunghezza d’onda Edoardo Tocco (Forza Italia). «La sanità convenzionata ha un ruolo importante, in alcuni casi sta implodendo per una problematica di sistema – ha detto Tocco – la riforma ha creato un distacco completo dai territori. Perché si va avanti con gli atti aziendali senza attendere la risposta del Mef? E’ vero che si vogliono tagliare le guardie armate nelle guardie mediche?».

Critico anche l’intervento di Giorgio Oppi (Udc): «Sarebbe stato opportuno andare in Commissione prima di portare la legge in aula – ha detto Oppi – i problemi della sanità sono sotto gli occhi di tutti, da dicembre la situazione peggiorerà. Sul Mater Olbia, volete dire qualcosa? A oggi non esiste nessuna deroga, è solo un “pour parler”. Dire che si partirà a giugno è una buffonata».

Ha quindi preso la parola per la replica l’assessore alla sanità Luigi Arru: «Stiamo cercando di porre rimedio a una situazione partita nel 2017 che riguarda sia il contratto collettivo nazionale che l’integrativo regionale. La delibera vuole dare un’interpretazione corretta su ambedue. Le regioni sono state sollecitate a farlo. Riteniamo strategico il ruolo dei medici di continuità e del 118 nell’ottica dell’integrazione dei servizi territoriali e di quelli ospedalieri». L’assessore ha poi indicato gli obiettivi dell’azione della Giunta: «Vogliamo impegnare e valorizzare i giovani medici anche nelle forme contrattuali, si vuole fare ragionamento con i sindacati per valorizzare le guardie mediche nella Case delle salute. Ci interessa cambiare la modalità di fare medicina. Il disegno di legge ci permette di dare un’interpretazione alla norma nazionale. La delibera consente di chiarire molti punti e di tranquillizzare operatori che svolgono ruolo importante».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che ha ottenuto il via libera dall’Aula.

Successivamente sono stati approvati gli articoli 1 “Disposizioni in materia di sanità convenzionata” e 2 “Norma finanziaria” e i relativi emendamenti.

Il testo finale è stato approvato con 30 voti a favore su 30 votanti. 16 gli astenuti

Il presidente Ganau ha quindi dichiarato conclusa la seduta annunciando che l’assessore all’agricoltura Pierluigi Caria parteciperà alla Conferenza dei capigruppo convocata per le 13.30.

Il Consiglio si riunirà il prossimo 26 febbraio alle 10.30, in seduta solenne, per le celebrazioni del 70° anniversario dell’approvazione dello Statuto speciale alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella. 

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Il Consiglio regionale ha approvato il bilancio di previsione delle entrate e delle spese del Consiglio. 

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con le dichiarazioni di voto finali sulla manovra finanziaria.

Prima degli interventi dei consiglieri il relatore del provvedimento Franco Sabatini (Pd) ha sollecitato in base all’art.89 del Regolamento alcune modifiche a due emendamenti approvati in precedenza, riguardanti le procedure dei Resi (reddito di inclusione sociale) e la scadenza dei corsi destinati alle guide turistiche. Le proposte di modifica sono state accolte.

Aprendo la serie delle dichiarazioni di voto, il consigliere Fabrizio Anedda (Misto-Sinistra sarda), favorevole, ha parlato di «un bilancio appesantito per il 98% dalle spese correnti, mentre il resto è stato lasciato ad iniziative di singoli consiglieri, ad eccezione delle misure del Piano lavoro che ha una dotazione finanziaria pari al doppio di quanto destinato a pastori». Ma più che alla quantità delle risorse, ha suggerito Anedda, «è necessario rivolgere molta attenzione all’utilizzo corretto delle risorse perché nel sistema regionale ci sono ancora sprechi ed inefficienze, solo in questo modo si libereranno risorse vere per sviluppo e lavoro».

Alessandra Zedda, vice capogruppo di Forza Italia, ha sostenuto che quella in esame «non è certo la nostra finanziaria purtroppo lacunosa in settori molto importanti per la Sardegna come trasporti, risorse idriche e programmazione territoriale». Forse, ha proseguito, «gli unici interventi positivi sono quelli sul lavoro perché voluti dal Consiglio; per il resto abbiamo una sanità vicina al collasso nel silenzio della maggioranza e della Giunta mentre proliferano le nuove strutture che determineranno molto probabilmente altri 150 milioni di euro di costi aggiuntivi per tacere dei soldi spesi per appetiti personali di consiglieri o amici».

Roberto Deriu, vice capogruppo del Pd, ha detto di non capire perché la manovra non possa appartenere «anche all’opposizione che ne ha condiviso e votato molte parti; nel documento, a nostro giudizio, c’è finalmente la risposta a problemi antichi dell’Isola, a partire dagli studenti poveri ma meritevoli che potranno accedere agli studi universitari, mentre durante la giunta Cappellacci la metà degli idonei è rimasta fuori; ora da 2 anni tutti i beneficiari hanno le borse di studio e per l’anno prossimo ci saranno 1000 borse di studio in più, risultato eccezionale merito di tutto il Consiglio».

Emilio Usula (Misto-Rossomori), contrario, ha affermato che avrebbe preferito avere qualche dubbio a fronte di un giudizio sulla manovra totalmente negativo a parte i tempi di approvazione. Il problema, ha affermato, «è che comunque gli interventi saranno molto limitati su povertà estreme e famiglie ai margini della vita sociale, lavoro e disoccupazione ancora troppo alte per giovani e donne con molti ragazzi costretti in un quadro in cui è ancora altissimo l’ed abbandono scolastico». Sarebbe stato meglio, ha concluso, «ascoltare di più la Sardegna per capire la realtà e rendersi conto che la Regione è in condizioni drammatiche, il divario con la penisola resta preoccupante e lo stesso piano lavoro è una polverizzazione di misure senza strategia».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha sostenuto che «questa finanziaria è la migliore possibile in questo momento difficile e si danno finalmente alcune risposte concrete nonostante l’atteggiamento negativo dello Stato sugli accantonamenti che grida ancora vendetta con la risposta inaccettabile di appena 15 milioni». Credo molto al progetto LavoRas, ha aggiunto, «che ha visto aumentare le risorse ed auspico che una regia efficiente garantisca la spesa dei fondi disponibili con la massima celerità».

Per Forza Italia Edoardo Tocco ha messo in evidenza che «si tratta di una finanziaria che lascia una profonda amarezza perché manca di una prospettiva convincente ed è piena di contraddizioni come quella dell’assessore che vuole impiegare i fondi per il lavoro in attività di integrazione dei migranti». Resta, ha concluso, «il problema strategico di una Giunta incapace di guardare avanti; i sardi hanno capito ed un primo acconto arriverà il prossimo 4 marzo».

Il consigliere del Pd Walter Piscedda, favorevole, «l’intervento del Consiglio è stato molto significativo rispetto alla proposta originaria, in piena collaborazione con la Giunta e l’intera maggioranza, e contiene interventi tutt’altro che banali, misure strutturali su lavoro, istruzione e sulle politiche sociali».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, contrario, ha parlato di una manovra «non all’altezza delle aspettative e delle esigenze dei sardi, che non ha convinto nemmeno la maggioranza, una manovra che con la corsa agli emendamenti ha corretto solo parzialmente l’impianto della legge, senza tracciare un nuovo modello di sviluppo per la Sardegna dove lavoro, disoccupazione e continuità restano i grandi mali della Sardegna». La nostra percezione, ha concluso, «è la stessa delle categorie produttive, delle forze sociali, di associazioni e dei semplici cittadini: in sintesi pochi soldi, troppa burocrazia, niente coraggio».

Il consigliere Paolo Zedda di Art. 1 – Mdp ha osservato sul piano generale che «approvare la finanziaria entro l’anno sarà un fatto positivo che determinerà una profonda differenza rispetto al passato; inoltre quest’anno si è data attuazione, sia pure parziale, ai principi del bilancio armonizzato, cioè il Consiglio ha svolto il suo ruolo di indirizzo lasciando alla Giunta la definizione di dettaglio ed inoltre è positivo l’impegno sull’istruzione con una dispersione scolastica calata dal 25 al 18%, dato eccezionale che fra l’altro apre spazi importanti per diminuire la disoccupazione».

Il consigliere Giovanni Satta (Misto) ha parlato di una finanziaria «che lascia poco spazio alla fantasia con troppe rigidità, fondi a destinazione vincolata e troppe marchette, perché è vero che le risorse sono poche ma questo è frutto di un rapporto sbagliato con lo Stato a causa della decisione di Soru nel 2006 di mettere a carico della Regione spese ingenti come la sanità, che quest’anno crescerà ancora». Occorre invece una inversione di tendenza nei rapporti Stato-Regione, «per ribaltare, fra gli altri, anche l’accordo-porcheria sulle servitù militari che non ha alcuna ricaduta positiva su nessun fronte, ad esempio la Sardegna ha un indotto della presenza militare di circa 140 milioni mentre la Sicilia più di 600».

Per Gianmario Tendas (Pd), favorevole, «prima di tutto va sottolineato che è stato scongiurato l’esercizio provvisorio ma poi, nel merito, vedo una manovra coerente con le linee politiche e programmatiche dell’amministrazione di centro sinistra su scuola con infrastrutture ammodernamento e didattica, lavoro con un programma di ampio respiro e politiche sociali con un forte incremento delle risorse disponibili: tuttavia serve molta attenzione sulle procedure tecnico-burocratiche per assicurare qualità e velocità della spesa».

Il consigliere dell’udc Giorgio Oppi, contrario, dopo essersi detto meravigliato  per le troppe mancette, ha accusato la Giunta di scarsa autorevolezza e di aver più volte disatteso le scelte del Consiglio a cominciare dalla sanità, «settore molto malato con le persone peggiori collocate nelle posizioni migliori, con un deficit in aumento e con il rebus del Mater Olbia dove bisogna ripartire da capo perché tutto è scaduto il 31 dicembre e forse i posti non ci sono più».

Il capogruppo del Cps Pierfranco Zanchetta, favorevole, ha espresso soddisfazione per la tempistica nell’approvazione, senza enfasi ma con realismo, «di una manovra che assicurerà prospettive migliori ai sardi, respingendo visioni catastrofistiche che non fanno che peggiorare il clima della comunità regionale». Questa finanziaria, ha aggiunto, «è in sintonia con i sardi per sviluppo, lavoro con un provvedimento concreto come LavoRas, istruzione ed attenzione alle fasce più deboli, fermo restando che il 2018 dovrà essere quello della rinegoziazione degli accantonamenti con lo Stato».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi), contrario, ha detto che «la legge non può essere la nostra perché ancora una volta il Consiglio ha perso una buona occasione per sganciarsi dalla competizione elettorale, pur avendo approvato interventi su alcuni temi importanti come diritto allo studio ed agricoltura senza però affrontare i veri nodi dello sviluppo». La stessa spesa sociale in aumento, ha lamentato Truzzu, «non è cosa di cui essere contenti perché vuol dire che non ci sono prospettive di crescita; inoltre si è sbagliato nel non ascoltare le nostre proposte in materia di spopolamento e sostegno alla natalità, lasciando spazio a tesi bizzarre come quella dell’assessore Arru che sbaglia anche concettualmente perché i migranti sono tutti uomini e non possono dare alcun contributo positivo alla lotta contro lo spopolamento».

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, contrario, ha messo l’accento «su un fatto nuovo che la Giunta ha trattato come sempre, cioè che è iniziato l’ultimo anno della legislatura ed il prossimo 4 marzo ci saranno le elezioni politiche». Purtroppo, ha continuato, «la pioggia di emendamenti dimostra che ha prevalso la volontà di tornare sul territorio con qualcosa in tasca dalla ristrutturazione di una chiesa o dal sostegno ad un premio di poesia; gli stessi ordini del giorno in coda alla finanziaria (quasi tutti della maggioranza) su temi importantissimi per la Sardegna sono il segnale che le risposte davvero importanti non sono arrivate».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi, contrario, ha definito «la finanziaria senza risultati che lascerà tutto come prima, se non peggio, con cittadini di serie A e di serie B, questi ultimi sacrificati e dimenticati per l’ennesima volta come quelli di Ottana; e poi famiglia, povertà, giovani, politiche sociali, componenti della società sarda che confermeranno la posizione della nostra Regione come fanalino di coda incapace di far rialzare la schiena alla comunità regionale».

Sempre per i Riformatori il capogruppo Attilio Dedoni, contrario, ha criticato la scarsa attenzione della Regione nella ricerca di nuove forme di finanziamento da parte Stato, «anzi abbiamo assistito ad una ritirata generale e ad una resa senza condizioni con la rinuncia ai ricorsi». E’mancata insomma, secondo Dedoni, «la capacità di una programmazione forte capace di guardare al futuro con fiducia e si è preferito ripiegare su piccoli favori a piccoli gruppi di interesse trascurando sviluppo, trasporti e soprattutto sanità che, come dicono tutti i sardi, fa schifo».

Il consigliere Giuseppe Fasolino (Fi) ha annunciato voto contrario ed ha definito la finanziaria “deludente e senza strategia politica, influenzata dal clima elettorale”. «Mi sarei aspettato politiche più importanti per i giovani, i trasporti e il turismo – ha aggiunto l’esponente della minoranza – ed invece avete ricercato solo il consenso a breve». Fasolino ha dichiarato di apprezzare il piano “Lavoras” ed i tempi con i quali si è proceduto nell’approvazione della manovra: «Ma questa manovra non è la “nostra” perché la nostra manovra la faremo il prossimo anno». Mariano Contu (Fi) ha annunciato voto contrario («questa finanziaria di fine legislatura avrebbe dovuto elencare risultati piuttosto che proposte») ed ha lamentato ritardi nelle politiche del lavoro e dello sviluppo.

Il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd), ha espresso soddisfazione per lavoro svolto in commissione e in Consiglio («abbiamo migliorato una manovra già bene impostata dalla Giunta») ed ha evidenziato in termini positivi i dati Istat sul lavoro  e l’economia. L’esponente della maggioranza ha quindi ricordato alcuni significativi stanziamenti per il diritto allo studio, il Reis (45 milioni), l’agricoltura (90 milioni complessivi in pochi mesi) e  100 milioni di nuove risorse per il lavoro. «Abbiamo fatto molto per la Sardegna – ha concluso Sabatini – e moltissimo per aiutare chi è più in difficoltà».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha salutato con favore i tempi di approvazione della manovra («bene il mancato ricorso all’esercizio provvisorio») ed ha definito la manovra “un  documento di bilancio in linea con l’esigenze della società sarda”. L’esponente della maggioranza ha quindi ricordato i postivi giudizi espressi dai rettori delle Università e dai sindacati ed ha evidenziato i “segnali di ripresa che si registrano nell’Isola” ad iniziare dal Pil e dall’occupazione.

«Via autopromuovete e vi incensate ma dimenticate di dire che cosa hanno prodotto di positivo le vostre  quattro finanziarie approvate dall’inizio della legislatura». Così il capogruppo Fi, Pietro Pittalis, ha preannunciato il voto contrario del gruppo ed ha insistito sui ritardi nella ripresa che si registrano in Sardegna. Per il lavoro, l’esponete della minoranza, ha parlato di “dati drogati dal lavoro stagionale e turistico” ed ha insistito sulla drammatica situazione occupazionale ad Ottana. «Descrivete una Sardegna che non esiste – ha concluso il capogruppo – e il giudizio sul vostro operato lo daranno i sardi il prossimo 4 di marzo».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Ganau ha posto in votazione la legge di Stabilità  2018 e successivamente il bilancio di previsione triennale 2018-2020 e la Manovra 2018-2020 è stata approvata con 28 favorevoli e 16 contrari.

Si è quindi passati all’esame del bilancio di previsione delle entrate e delle spese del Consiglio regionale che è stato illustrato dal questore Fabrizio Anedda (Misto) che ha rimarcato l’avanzo di 11 milioni di euro nel 2017. Il consigliere del Pds, Piermario Manca ha chiesto lumi sulla mancata spendita di tale consistente cifra ed il presidente Ganau ha evidenziato che si tratta di somme accumulate anche nelle passate legislature.

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, annunciando voto favorevole al bilancio del Consiglio non ha mancato di rappresentare  una serie di criticità in ordine al personale ed alla mancata espletazione di bandi e gare. Oppi ha inoltre denunciato il mancato riconoscimento ai consiglieri regionali in aspettativa dei contributi lavorativi. Una lamentazione ripresa anche dai consiglieri Mario Tendas (Pd) («chi è qui in aspettativa deve percepire i contributi previdenziali, come accade a qualunque altro lavoratore») e Roberto Desini (Pds) che ha auspicato nuove formule per il reperimento dei collaboratori dei consiglieri regionali ed ha annunciato un voto di astensione. Il questore Alessandro Unali (Pds) ha assicurato l’impegno del collegio dei questori per risolvere il problema contributivo ed ha rimarcato al restituzione delle somme alla Regione perché non spese. Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, ha invece denunciato il paradosso che vede l’associazione degli ex consiglieri regionali disporre di risorse per l’organizzazioni di incontri e convegni mentre ai gruppi consiliari non è riconosciuto alcuno stanziamento per la promozione dell’attività politica («sono contrario ad un ritorno ai sistemi di gestione del passato ma si possono ipotizzare soluzioni adeguate alle necessità dei gruppi politici»). Pittalis ha concluso auspicando tempestivi interventi di manutenzione per il palazzo del Consiglio “così da restituire dignità alla casa di tutti i sardi”.

Il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau ha quindi fornito alcune delucidazioni assicurando interventi in sede di contrattazione sindacale “per porre fine alla discrepanza stipendiale tra categorie paritarie di lavoratori in Consiglio” ed ha concordato sulla necessità di un’idonea collocazione per gli autisti. Il presidente ha anche annunciato la dotazione di defibrillatori semi automatici ed ha ricordato che sul tema dei contributi per i Consiglieri è già incardinato un provvedimento che potrà essere esitato in tempi brevi. Gianfranco Ganau ha quindi ricordato l’attivazione di alcuni concorsi per l’assunzione di nuovo personale ed ha rassicurato sugli interventi di manutenzione per il palazzo del Consiglio regionale.

Il consigliere Pds, Piermario Manca, si è detto “non completamento soddisfatto” ed ha confermato il voto di astensione. Il presidente Ganau ha quindi posto in votazione il quadro riepilogativo delle entrate; quindi il quadro riepilogativo delle spese e la tabella riassuntiva e poi si è tenuta la votazione finale che ha sancito l’approvazione del documento con 28 voti favorevoli. 

Il presidente ha quindi dichiarato chiusa la seduta ed ha convocato il Consiglio per martedì 16 gennaio, alle 16.00.

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Il gruppo del Partito dei sardi in Consiglio regionale ha presentato un’interrogazione rivolta alla Giunta e in particolare agli assessori della Difesa dell’ambiente, e degli Enti locali, finanze e urbanistica chiedendo per quali motivi la stazione forestale e di vigilanza ambientale di Bortigiadas, chiusa oltre un anno fa per gravi carenze di sicurezza dell’immobile, non sia stata riaperta in altra sede, nonostante ci sia la disponibilità di nuovi locali, a norma e completamente gratuiti, offerti dal comune di Perfugas tramite una comunicazione del sindaco inviata il 5 aprile 2017 all’assessorato regionale della Difesa dell’ambiente.

Dal 4 maggio 2016 il personale in servizio a Bortigiadas è stato provvisoriamente trasferito presso i locali della stazione forestale di Tempio Pausania, locali che paradossalmente non consentono agli agenti di svolgere regolarmente le proprie mansioni, dato che presentano, a loro volta, gravi carenze sotto il profilo della sicurezza. «Nella sede di Tempio non sono stati ancora garantiti gli strumenti necessari per l’espletamento del servizio, considerata l’impossibilità di consultare l’archivio e la mancata installazione del fotocopiatore, del fax e delle linee telefoniche fisse, oltre al fatto che i cavi per la connessione alla rete internet sono posati sul pavimento, precariamente bloccati con il nastro adesivo», precisa Roberto Desini, primo firmatario dell’interrogazione.

E, intanto, il vasto territorio boschivo compreso fra l’Anglona, il Monte Acuto e la Gallura, resta scoperto dalla vigilanza costante contro il rischio idraulico e di incendi, proprio perché manca una stazione adeguata del Corpo forestale. La sede forestale di Bortigiadas, infatti, copriva come giurisdizione anche il territorio di Erula e Perfugas. «Mentre Bortigiadas si trova a breve distanza da Tempio, la posizione baricentrica di Perfugas ne fa la sede ideale per l’apertura di una nuova stazione in quel territorio, considerata sia la disponibilità manifestata dall’amministrazione comunale, sia il fatto che circa l’ottanta per cento degli eventi incendiari della giurisdizione si verificano proprio nel territorio di questo comune, dove, tra l’altro, già si trovano due punti di monitoraggio per il rischio idraulico», aggiunge il consigliere regionale Alessandro Unali.

Per questi motivi il gruppo Partito dei sardi chiede alla Giunta regionale:

  • per quali motivi, a oltre un anno dalla chiusura della stazione forestale di Bortigiadas, non si sia ancora provveduto a individuare la nuova sede;
  • quali atti e misure intenda adottare per garantire immediatamente le migliori condizioni di lavoro al personale assegnato alla stazione forestale di Bortigiadas e attualmente trasferito provvisoriamente presso i locali di Tempio Pausania e ottimizzare dal punto di vista logistico e organizzativo i servizi pubblici forniti dal corpo forestale nel territorio Bortigiadas-Perfugas-Erula;
  • se non ritenga opportuno, alla luce della manifestazione di interesse presentata dal sindaco di Perfugas, che si è dichiarato pronto a mettere a disposizione un immobile a titolo gratuito, e della posizione baricentrica di tale Comune nell’ambito della giurisdizione Bortigiadas-Perfugas-Erula, valutare la possibilità di trasferire a Perfugas la sede della stazione forestale.

Richieste analoghe in merito alla situazione che si è creata con la chiusura della stazione di Bortigiadas, sono state indirizzate alla Regione sia dalla Uil, sia dal S.A.F.-Sindacato Autonomo del Corpo Forestale Sardo. 

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Il Partito dei Sardi ha presentato 40 emendamenti per migliorare la rete ospedaliera.

«La nostra visione di rete ospedaliera è integrativa e complementare rispetto a quella della Giunta che riteniamo insoddisfacente, per questo vogliamo una buona riforma fatta dal Consiglio e non accetteremo di delegarla all’atto aziendale.»

Lo ha dichiarato il capogruppo del Partito dei Sardi Gianfranco Congiu illustrando, in una conferenza stampa, gli emendamenti predisposti dal partito ed ispirati, ha poi aggiunto, «ad alcuni criteri fondamentali: differenziazione delle norme regionali rispetto a quelle nazionali, equiparazione degli standard fra sanità pubblica a privata, integrazione fra territori e compensazioni per le zone disagiate della Sardegna». «Su queste basi – ha proseguito Gianfranco Congiu – riteniamo che si possa fare una buona riforma senza tentennamenti; lo abbiamo detto nel recente vertice di maggioranza, riscontrando su alcuni punti significative aperture, e lo ribadiamo restando disponibili ad un confronto sui contenuti».

Il consigliere Augusto Cherchi, componente della commissione Sanità, è entrato nel merito delle proposte del Pds, soprattutto per quanto riguarda i presidi delle zone disagiate della Sardegna (Bosa, Isili, Muravera, Sorgono e La Maddalena). «Per compensare il disagio – ha spiegato – devono essere garantite alcune strutture di base, come medicina, chirurgia per interventi a media-bassa intensità, un pronto soccorso, una chirurgia d’urgenza, ricoveri differenziati per i pazienti chirurgici». Dopo aver sottolineato la necessità di equiparare gli standard della sanità pubblica e privata «sia in materia di sicurezza che nel numero dei posti-letto, Cherchi ha affrontato il problema della chiusura di molti punti nascita del territorio regionale mettendo l’accento sul fatto che nei siti dove sono stati chiusi o si dovranno chiudere dovranno essere attivati percorsi di accompagnamento e di preparazione alla maternità pre o post partum». «In questo quadro – ha osservato ancora Augusto Cherchi – il caso di La Maddalena conserva tutta la sua specificità e si potrà procedere alla chiusura soltanto dopo l’entrata in servizio dell’elisoccorso materno e neo-natale».

In conclusione, Augusto Cherchi ha segnalato l’esigenza di interventi correttivi in geriatria (Oristano è la provincia più vecchia d’Italia ma ha zero posti-letto) e di un approccio graduale alla configurazione degli ospedali di comunità (Ittiri, Thiesi, Ghilarza), sia operando una distinzione fra quelli delle zone rurali ed urbane, sia prevedendo un modello “in progress” con la presenza stabile di professionisti di diverse discipline per la fase transitoria.

Non condividiamo il percorso seguito fin qui, ha affermato il consigliere Roberto Desini, «perché la riforma si doveva fare all’inizio e non alla fine della legislatura e, soprattutto, con un atteggiamento meno accademico e con una maggiore capacità di ascolto». «Noi – ha aggiunto – guardiamo ai contenuti nell’interesse dei cittadini, stiamo sul territorio e ci mettiamo la faccia senza cadere in particolarismi territoriali; in concreto, siamo d’accorso sui due hub di Cagliari e Sassari ma quello di Sassari è largamente incompleto come dimostrano i numeri di molte specialità (chirurgia toracica, neonatologia, chirurgia infantile). Come sempre siamo disponibili al confronto ma è il Pd a non avere una linea comune, noi non baratteremo niente».

Dopo l’intervento del consigliere Alessandro Unali che ha riaffermato la volontà del Pds «per garantire una sanità migliore a tutti i sardi, a cominciare da quelli che vivono nelle zone più marginali» ha preso la parola il segretario nazionale del partito Franciscu Sedda che ha invitato la maggioranza «a fidarsi del Pds e a farsi guidare sulla strada della ricerca delle soluzioni». «Siamo stati i primi a vedere le criticità della riforma – ha ricordato – e siamo i primi a fare proposte alternative e migliorative perché non vogliamo una Sardegna ancora una volta spaccata per questioni territoriali che non hanno nulla a che fare col bene dei sardi».

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«La Consulta sardo-corsa inizia a realizzare i suoi primi obiettivi e con la storica approvazione della delibera per il riconoscimento della condizione di insularità incomincia a prendere forma il disegno della macroregione europea Sardegna-Corsica.» Così, il presidente del Consiglio regionale sardo, Gianfranco Ganau, ha commentato, a Santa Teresa di Gallura, il via libera con voto unanime alla  deliberazione per il riconoscimento della condizione di insularità, in attuazione dell’articolo 174 del trattato di funzionamento dell’Unione Europea. Il documento, salutato con “grande soddisfazione e favore” dal presidente dell’Assemblea corsa, Jean Guy Talamoni, chiede non soltanto ai governi italiano e francese ma direttamente al Consiglio europeo, alla commissione Europea, al parlamento europeo e al Consiglio dell’Unione il mantenimento degli impegni assunti con la dichiarazione delle Regioni insulari n. 30 allegata al Trattato di Amsterdam. Aprire un’interlocuzione diretta in sede comunitaria è l’auspicio della Consulta che non ha mancato di evidenziare, con gli interventi dei capigruppo, la solennità del pronunciamento.

In particolare, il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha insistito sulla necessità di un confronto “vero” con l’Europa «perché siano riconosciuti i diritti irrinunciabili di sardi e corsi» ed insieme con i colleghi del Partito dei Sardi (Alessandro Unali), del gruppo Art.1-Sdp (Paolo Zedda), del Pd (Giuseppe Meloni), del Psd’Az (Angelo Carta), dell’Upc (Pierfranco Zanchetta), di Forza Italia (Edoardo Tocco) e dell’Udc (Pierluigi Rubiu)  non ha risparmiato sottolineature critiche verso gli Stati francese e italiano per la mancata richiesta, in sede comunitaria, del riconoscimento dello Statuto di insularità «per le uniche vere isole del Mediterraneo quali sono Corsica e Sardegna». I capogruppo dell’assemblea sarda, insieme con gli omologhi corsi, Petr’Anto Tomasi (Corsica Libera) e Jean Biancucci (Femu a Corsica) hanno argomentato nel dettaglio le penalizzazioni e la condizione di svantaggio patite dalle due isole soprattutto per ciò che attiene trasporti, infrastrutture e energia.

«La cultura e la lingua – ha dichiarato il presidente Talamoni – restano però il punto di partenza della solida intesa tra le assemblee di Sardegna e Corsica, perché partire dall’economia e dal mercato, dimenticando i popoli e i loro diritti, è una delle cause del fallimento dell’Europa». Non è un caso, infatti, che prima della deliberazione per lo statuto di insularità, la Consulta abbia dato il via libera al regolamento che istituisce il premio letterario “Antigone” e al documento che regola l’accordo quadro in materia di cooperazione interuniversitaria. Approvata la richiesta a Francia e Italia per lo scambio dei mezzi aerei tra Sardegna e Corsica, nella lotta agli incendi, i presidenti Ganau e Talamoni hanno svolto le rispettive relazioni in materia di rapporti con gli Enti locali e Continuità territoriale aerea e marittima.

I temi oggetto dell’informativa saranno approfonditi nel corso dei lavori della prossima riunione della Consulta sardo-corsa, in programma nell’autunno in Corsica,  insieme con le questioni attinenti i collegamenti marittimi tra le due isole e il Parco delle Bocche di Bonifacio.

  

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Lo sport dilettantistico sardo rischia di restare fermo ai box per tutta l’estate a causa della mancata assegnazione dei contributi regionali per l’acquisto dei defibrillatori, dispositivi salvavita che dal 1° luglio 2017 dovranno obbligatoriamente far parte delle dotazioni di ogni società ed associazione sportiva.

Oltre un anno fa la Regione ha approvato la legge di stabilità 2016 e grazie a un emendamento presentato dal consigliere regionale PdS, Roberto Desini, ha stanziato un fondo di 400mila euro per la concessione di contributi per l’acquisto di defibrillatore semiautomatico esterno (DAE) da parte dei proprietari o gestori di impianti sportivi, nonché delle società e associazioni sportive dilettantistiche con sede nel territorio regionale.

La spesa di altri 200mila euro è stata autorizzata nel 2017 come contributi a favore delle società e associazioni sportive dilettantistiche sarde per la formazione di personale in qualità di esecutore BLSD (Basic Life Support Defibrillation), demandando alla Giunta regionale la definizione dei criteri e delle modalità di concessione dei contributi stessi. Anche in questo caso la somma è stata inserita nella legge di stabilità accogliendo un emendamento presentato da Roberto Desini come primo firmatario, e sottoscritto da tutto il Gruppo PdS.

Questi provvedimenti sono stati emanati per consentire alle società e associazioni sportive dilettantistiche dell’Isola di adempiere al decreto del ministro della Salute 24 aprile 2013 (Disciplina della certificazione dell’attività sportiva non agonistica ed amatoriale e linee guida sulla dotazione e l’utilizzo di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri dispositivi salvavita), il cui articolo 5 pone in capo alle società sportive sia professionistiche che dilettantistiche l’obbligo di dotarsi di DAE.

A oggi, trascorso oltre un anno dall’entrata in vigore della legge regionale che ha reso disponibili le somme necessarie per l’acquisto dei defibrillatori, l’Azienda tutela della salute–Assl di Sassari non ha ancora pubblicato il bando per la concessione dei contributi. Una mancanza resa ancora più grave dal fatto che le disposizioni ministeriali devono essere rispettate entro il 30 giugno 2017, data in cui scatterà l’obbligo di dotazione e d’impiego dei dispositivi DAE da parte delle società e associazioni sportive.

Per denunciare l’inspiegabile ritardo dell’Ats nello svolgere il proprio compito, il consigliere regionale del Partito dei Sardi, Roberto Desini, ha depositato ieri un’interrogazione in Consiglio, sottoscritta anche dagli altri consiglieri PdS (Gianfranco Congiu, Piermario Manca, Augusto Cherchi e Alessandro Unali) chiedendo all’assessore dell’Igiene e Sanità e Assistenza sociale, le ragioni della mancata pubblicazione del bando, e sollecitando affinché intervenga al più presto per risolvere la situazione.

«Siamo al paradosso – commenta l’onorevole Roberto Desini – abbiamo i soldi a disposizione, ma l’immobilismo dell’assessorato alla Sanità e dell’Ats non permette alle società sportive sarde di accedere ai contributi per l’acquisto dei defibrillatori. Su questa problematica mi sarei aspettato un’attenzione diversa da parte dell’assessore, visto e considerato che lui stesso è un medico».

«Non è ammissibile che a distanza di oltre un anno dall’entrata in vigore della legge regionale gli organi preposti non abbiano ancora dato la possibilità alle società sportive di accedere ai contributi – sostiene il presidente regionale del Coni Sardegna Gianfranco Fara – tra l’altro si parla di aiutare le società ad acquistare dispositivi non superflui ma che possono rivelarsi fondamentali per salvare vite.»

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I cinque consiglieri del gruppo del Partito dei Sardi hanno presentato un’interrogazione in Consiglio regionale (primo firmatario il consigliere Piermario Manca), nella quale evidenziano come le aziende agricole sarde e i Consorzi di difesa stiano aspettando dal ministero dell’Agricoltura e da Agea la corresponsione dei contributi previsti per legge, relativi agli anni 2014, 2015 e 2016. Anni per i quali gli operatori del settore agricolo hanno dovuto anticipare somme per un totale di oltre 14 milioni di euro, in modo da poter contare su una copertura assicurativa legata ai rischi derivanti da avversità atmosferiche assimilabili a calamità naturali, ad avversità atmosferiche non assimilabili a calamità naturali, a epizoozie, a fitopatie e a infestazioni parassitarie.

In particolare, i Consorzi di difesa devono recuperare dal Ministero somme anticipate per complessivi € 3.358.397,43 dei quali € 1.838.984,19 a titolo di Integrazione Art. 68 per l’annualità 2014 (già richiesti), € 537.016,72 a titolo di saldo contributivo annualità 2015 (già richiesti) e € 982.396,52 a titolo di saldo contributivo annualità 2016 (da richiedere); i soci assicurati, invece, devono recuperare da Agea O.P. contributi per € 11.068.568,79 dei quali € 4.731.038,11 relativi all’annualità 2015 (contributi produzioni vitivinicole non liquidati tramite l’OCM vino per carenza di fondi e contributi sulle altre produzioni vegetali inseriti nel Bando della Misura 17.1 non ancora erogati) e € 6.337.530,68 relativi all’annualità 2016 (contributi produzioni vitivinicole non liquidati tramite l’OCM vino per carenza di fondi e contributi sulle altre produzioni vegetali che dovranno essere inseriti nel Bando della Misura 17.1 non ancora pubblicato).

L’interrogazione con richiesta di risposta scritta, rivolta al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e all’assessore regionale dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, espone dettagliatamente la difficile situazione che si è creata a danno delle aziende e dei Consorzi di difesa della Sardegna, a seguito dell’entrata in vigore del nuovo Sistema di Gestione del rischio (SGR), e a causa del complesso iter burocratico per la presentazione delle domande e degli ingiustificabili ritardi nell’erogazione dei contributi previsti.

I consiglieri del PdS, Piermario Manca, Gianfranco Congiu, Roberto Desini, Augusto Cherchi e Alessandro Unali, chiedono al presidente e all’assessore due azioni immediate: attivarsi presso il Ministero e Agea per ottenere lo sblocco tempestivo dei pagamenti arretrati; procedere con la costituzione di un fondo di garanzia regionale, diretto a favorire l’accesso al credito dei Consorzi di difesa con sede legale in Sardegna e delle aziende agricole a essi associate, e all’istituzione di un apposito regime di aiuti finalizzato alla copertura del costo dei relativi interessi.

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Con la costituzione del gruppo “Sinistra per la Democrazia e il Progresso2 cambia la “mappa” della rappresentanza consiliare delle forze politiche in Consiglio regionale.

Questa la nuova composizione dei gruppi:

Partito Democratico: Pietro Cocco (presidente), Alessandro Collu, Pietro Comandini, Lorenzo Cozzolino, Salvatore Demontis, Roberto Deriu, Daniele Forma, Gianfranco Ganau, Luigi Lotto, Gavino Manca, Giuseppe Meloni, Cesare Moriconi, Francesco Pigliaru, Rosella Pinna, Luigi Ruggeri, Franco Sabatini, Antonio Solinas, Gianmario Tendas;

Forza Italia: Pietro Pittalis (presidente), Ugo Cappellacci, Oscar Cherchi, Giuseppe Fasolino, Ignazio Locci, Antonello Peru, Alberto Randazzo, Marco Tedde, Edoardo Tocco, Stefano Tunis, Alessandra Zedda;

Gruppo Misto: Gaetano Ledda (presidente), Francesco Agus, Fabrizio Anedda, Annamaria Busia, Mario Floris, Giovanni Satta, Paolo Truzzu, Emilio Usula;

Partito dei Sardi: Gianfranco Congiu (presidente), Augusto Cherchi, Roberto Desini, Piermario Manca, Alessandro Unali;

Cristiani, popolari e socialisti: Zanchetta Pierfranco (presidente), Antonio Gaia, Raimondo Perra, Walter Piscedda;

Udc Sardegna: Gianluigi Rubiu (presidente), Alfonso Marras, Giorgio Oppi, Giuseppino Pinna;

Partito Sardo d’Azione: Angelo Carta (presidente), Marcello Orrù, Christian Solinas;

Riformatori Sardi liberaldemocratici: Attilio Dedoni (presidente), Michele Cossa, Luigi Crisponi;

Sinistra per la Democrazia e il Progresso: Daniele Cocco (presidente), Eugenio Lai, Luca Pizzuto, Paolo Zedda.

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Il gruppo del Partito dei Sardi in Consiglio regionale ha presentato un’interrogazione a risposta scritta per denunciare la presenza di troppi contratti a tempo determinato e Co.co.co. alla Aou e alla Asl di Sassari e chiedere alla Giunta e all’assessorato regionale della Sanità di intervenire per far valere i diritti di coloro i quali hanno superato un regolare concorso pubblico.

Il documento, che ha come primo firmatario il consigliere Roberto Desini ed è stato sottoscritto dai colleghi del gruppo, Gianfranco Congiu, Augusto Cherchi, Piermario Manca e Alessandro Unali, prima spiega nei dettagli tutte le vicende e gli atti formali che si sono susseguiti fino a determinare l’attuale situazione, quindi chiede «le ragioni del ricorso sistematico nel corso degli ultimi anni, da parte dell’Asl e dell’Aou di Sassari, ai contratti a tempo determinato, ai Co.co.co. e alla somministrazione di lavoro nonché alla proroga reiterata di tali contratti per soddisfare esigenze lavorative di carattere ordinario, in luogo dello scorrimento delle graduatorie valide dei concorsi pubblici a tempo indeterminato», e all’assessore alla Sanità, «quali forme di tutela intenda apprestare per gli idonei iscritti nelle graduatorie  delle aziende sanitarie, e in particolare per gli idonei delle graduatorie del 2012 per assistenti amministrativi (cat. C) e per collaboratori amministrativi (cat. D) della AOU di Sassari, i quali, a causa delle deprecabili scelte pervicacemente portate avanti per anni dalle suddette aziende sanitarie nel reclutamento e nella gestione del personale e per effetto dell’articolo 16 della legge regionale n. 17 del 2016, rischiano di veder svanire definitivamente tra pochi mesi la possibilità di essere assunti a tempo indeterminato».