22 November, 2024
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Ventisei docenti dell’Università di Cagliari sono nella classifica del sito www.topitalianscientists.org. Tenendo presente che la lista è in continuo aggiornamento, si tratta indubbiamente di un bel risultato per l’ateneo del capoluogo sotto diversi punti di vista: visibilità, credibilità e ricadute nella comunità accademica internazionale. Ma anche un bel biglietto da visita su qualità della didattica e della ricerca, utile per la promozione e la reputazione di corsi di laurea e scuole di specializzazione.

Walter Fratta (dipartimento Scienze biomediche), Alberto Angioni (Scienze vita e ambiente), Ezio Carboni (Scienze biomediche) e Giorgio Giacinto (Ingegneria elettrica ed elettronica) fanno parte del pool di pregio che comprende, per Scienze biomediche, Amedeo Columbano, Irene Messana, Sebastiano Banni, Stefano Mariotti, Giovanni Mantovani, Micaela Morelli e Maria Antonietta Melis. Per la Chimica c’è Vito Lippolis, per Scienze cliniche ci sono Alessandro Zuddas, Gian Benedetto Melis e Mauro Giovanni Carta. Fabio Roli e Giacomo Cao sono in classifica per Scienze del computer e Ingegneria. Astrofisica è rappresentata da Giulia Manca e Nicolò D’Amico. Per la Fisica Vincenzo Fiorentini e Sandro Massidda. Per Neuroscienze e psicologia il ranking annovera Antonio Argiolas, Fabio Fadda, Antonio Preti, Marco Pistis e Maria Rosaria Melis. Inoltre, per Scienze biomediche, compaiono i professori in quiescenza Gian Luigi Gessa, Gaetano Di Chiara e Giovanni Biggio e i deceduti Antonio Cao e Renzo Galanello.

Il sito mostra la classifica dei Top italian scientists (Tis) della Via-Academy. In sostanza, si tratta di un censimento degli scienziati e scholars di maggior impatto, misurato con il valore di H-index, che rappresenta un numero che racchiude la produttività e l’impatto della produzione culturale o scientifica di un docente basato sulle citazioni ricevute.

«Ma – spiega una nota pubblicata sul sito – ha dei limiti poiché, in particolare, la frequenza di citazioni varia nei diversi campi del sapere, e risulta massima nella fisica delle particelle e certe aree biomediche come l’immunologia. La lista non va quindi interpretata come comparazione assoluta del valore dei vari scienziati e studiosi, soprattutto fra le materie diverse riportate come ’area’ nella tabella

Al 28 febbraio scorso, la classifica del sito specializzato – che come da indicazioni, ospita i ricercatori che hanno inoltrato e caricato i propri lavori su Google scholar – comprendeva oltre quattromilacento scienziati italiani.

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Ventidue docenti dell’Università di Cagliari nella classifica del sito http://www.topitalianscientists.org/top_italian_scientists.aspx. E potrebbero essercene anche altri: la classifica è in continuo aggiornamento. Di fatto, un bel colpo per l’ateneo del capoluogo sotto diversi punti di vista. Intanto, un risultato proficuo se si pensa alla visibilità, alla credibilità e alle ricadute nella comunità accademica internazionale. Ma anche un bel biglietto da visita in tema di qualità della didattica e della ricerca, utile anche per una promozione puntuale dei corsi di laurea e delle scuole di specializzazione.

Per le Scienze biomediche attualmente sono in graduatoria Amedeo Columbano, Irene Messana, Sebastiano Banni, Stefano Mariotti, Giovanni Mantovani, Micaela Morelli e Maria Antonietta Melis. Per la Chimica compare Vito Lippolis mentre per Scienze cliniche i rappresentanti sono Alessandro Zuddas, Gian Benedetto Melis e Mauro Giovanni Carta. Fabio Roli e Giacomo Cao sono in classifica per Scienze del computer e Ingegneria. Per Astrofisica in lista compaiono Giulia Manca e Nicolò D’Amico. Per la Fisica Vincenzo Fiorentini e Sandro Massidda. Infine, per Neuroscienze e psicologia i big sono Antonio Argiolas, Fabio Fadda, Antonio Preti, Marco Pistis e Maria Rosaria Melis. Inoltre, per l’area di Scienze biomediche, compaiono i docenti in quiescenza Gian Luigi Gessa, Gaetano Di Chiara e Giovanni Biggio e i deceduti Antonio Cao e Renzo Galanello.

Il sito mostra la classifica dei Top italian scientists (Tis) della Via-Academy. In sostanza, si tratta di un censimento degli scienziati e scholars di maggior impatto, misurato con il valore di H-index, che rappresenta un numero che racchiude la produttività e l’impatto della produzione culturale o scientifica di un docente basato sulle citazioni ricevute.

«Ma – spiega una nota pubblicata sul sito – ha dei limiti poiché, in particolare, la frequenza di citazioni varia nei diversi campi del sapere, e risulta massima nella fisica delle particelle e certe aree biomediche come l’immunologia. La lista non va quindi interpretata come comparazione assoluta del valore dei vari scienziati e studiosi, soprattutto fra le materie diverse riportate come ‘area’ nella tabella.»

Al 28 febbraio scorso la classifica del sito specializzato – che come da indicazioni, ospita i ricercatori che hanno inoltrato e caricato i propri lavori su Google scholarcomprendeva oltre 4.110 scienziati italiani.

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Lunedì 10 e martedì 11 ottobre, dalle 14.30, l’aula Thun dell’ospedale Microcitemico, in via Jenner, a Cagliari, ospita il seminario “International views in child & adolescent psychopathology”. L’evento è organizzato nell’ambito dell’attività didattica della  Scuola di specializzazione  in Neuropsichiatria infantile e del dottorato in Neuroscienze del dipartimento di Scienze biomediche dell’Università del capoluogo.

Tra i temi affrontati dagli specialisti si va da neurobiologia dell’autismo a rapporto con gli altri disturbi del neuro-sviluppo, labilità emotiva, evoluzione dei disturbi in età adulta, stato dell’arte dell’uso di farmaci e modalità innovative per lo studio dei farmaci in età evolutiva. Al seminario vengono presentati per la prima volta i risultati di uno studio europeo coordinato dall’ateneo cagliaritano (circa  1200 bambini e adolescenti seguiti per due anni in quattro paesi europei) sulla sicurezza dei farmaci stimolanti.

Il seminario è frutto della pluriennale collaborazione della clinica di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza diretta da Alessandro Zuddas, con le strutture di Psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza delle Università di Heidelberg, Complutense di Madrid, Melbourne (Australia), King College University (Londra), New York University  e National institute of mental health (Bethesda, Usa). Un’intesa che negli ultimi dieci anni ha permesso la partecipazione dell’Università di Cagliari a quattro progetti europei del settimo Programma quadro e a numerosi studi registrativi internazionali di farmaci per patologie psichiatriche  in età evolutiva.

Tobias Banascewski (presidente Società tedesca psichiatria infanzia e adolescenza) a Carmen Moreno (vice chairman Child&adolescent neuropsychopharmacology – European college of neuropsychopharmacology), Joseph Sergeant (Free University, Amsterdam; visiting professor, Cagliari), Bernardo Carpiniello, Walter Fratta e Marco Pistis (ateneo  di Cagliari), e Stefano Sotgiu (Università Sassari) compongono il bouquet di specialisti universitari che prendono parte all’appuntamento.

Il seminario è evento satellite del XXVII congresso nazionale della Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza che si tiene ad Alghero da domani, venerdì 7, a domenica 9 ottobre. I lavori – al centro dell’evento autismo, Adhd, disturbi umore e condotta in età evolutiva, malattie neurologiche del neonato, malattie metaboliche, epilessia, malattie neuropsichiatriche rare, disturbi sonno, apprendimento e linguaggio, organizzazione servizi sanitari  e strategie diagnostiche e terapeutiche innovative – sono curati dai professori Sotgiu e Zuddas. L’ingresso è gratuito con iscrizione online obbligatoria.

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«I pediatri parte attiva nel miglioramento dell’assistenza in Sardegna». Per la prima volta piena condivisione e obiettivi comuni per gli specialisti isolani riuniti ad Alghero

«I pediatri hanno il diritto e il dovere di partecipare al progetto di migliorare l’assistenza pediatrica nella nostra Regione, facendo sentire la loro voce in un momento delicato di ottimizzazione delle risorse. Tutti devono fare la propria parte». Giuseppe Masnata, presidente regionale e componente del direttivo nazionale della Sip (Società italiana di pediatria), rilancia il messaggio chiave del congresso. In corso da ieri – giovedì 19 maggio – i lavori proseguono oggi e si concludono domani all’Hotel Catalunya, Alghero.   

«I pediatri devono potersi confrontare in un ambiente dove tutti si sentano protagonisti e, se serve, essere disposti ad accettare sacrifici. In una società civile investimento e impegno nella cultura e nell’organizzazione della sanità devono essere incrementati e non tagliati nei momenti di crisi. Specie nelle attenzioni e nelle energie spese per le categorie più deboli. Ringrazio i colleghi per ideazione e realizzazione del congresso e auspico il raggiungimento di traguardi comuni». Una condivisione tra pediatri ospedalieri, universitari, di famiglia e consultoriali, neonatologi e chirurghi pediatri: «Abbiamo una responsabilità personale e sociale: il benessere dei bambini» conclude il dottor Masnata.

Al secondo congresso regionale di area pediatrica, hanno preso parte e contribuito quindici Società scientifiche e Associazioni ediatriche (Società Italiana di Pediatria, Federazione Italiana Medici Pediatri, Società Italiana di Neonatologia, Società Italiana di Medicina Emergenza Urgenza Pediatrica, Società Italiana di Pediatria Ospedaliera, Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica, Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili, Società Italiana Malattie Genetiche Pediatriche e Disabilità, Società Italiana di Cardiologia Pediatrica, Società Italiana di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica, Società Italiana di Neurologia Pediatrica, Società Italiana di Medicina Perinatale, Sindacato Italiano Specialisti Pediatri): un evento mai verificatosi in precedenza. Dall’ecografia clinica in neonatologia a chirurgia, genetica medica, malattie rare, cardiologia, alimentazione e procedure di assistenza al bambino critico: una combinazione multidisciplinare che associa problematiche e istanze di vecchia e nuova data. L’accreditamento prevede 22,5 crediti Ecm.

Sette corsi precongressuali (Dalle procedure per l’assistenza al bambino critico all’alimentazione, dalle malattie rare alla chirurgia neonatale e pediatrica); 35 abstract; un libro degli atti con 180 pagine; 60 tra relatori e moderatori; oltre 200 iscritti provenienti da tutta la regione.

Per l’Università di Cagliari sono intervenuti Paolo Moi, Vassilios Fanos, Gavino Faa e Alessandro Zuddas. Ai lavori prendono parte, tra gli altri, gli specialisti di Sassari Roberto Antonucci, Carlo Burrai, Guglielmo Campus, Paolo Castiglia, Francesco Cucca, Antonio Dessanti, Valentina Pes, Anna Maria Marinaro, Michele Ubertazzi ed Emanuela Porqueddu. Il congresso è presieduto da Giuseppe Masnata, Silvio Ardau, Antonio Balata, Loredana Boccone, Alessandro Canetto, Maurizio Crisafulli, Giuseppe Lixia, Alessandra Meloni, Basilio Mostallino, Giovanni Ottonello, Umberto Pelosi, Sabrina Pilia, Carlo Ripoli, Giovanna Solinas, Georgios Loudianos, Monica Urru, Paolo Zandara. Nel Comitato scientifico anche Antonio Cualbu, Paolo Pusceddu, Gianfranco Temporin e Alberto Villani. Nello staff organizzatore, tra gli altri, Osama Al Jamal, Lino Argiolas, Marta A. Bernassola, Antonio Chiarolini, Cecilia Marcheselli, Mauro Giorgio Olzai, Paola Pani.

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Comunicato stampa n. 1

Da giovedì 19 a sabato 21 maggio, all’Hotel Catalunya di Alghero si tiene il secondo congresso regionale di area pediatrica dal titolo “I bambini sono il  nostro futuro”. Organizzato dalla Società italiana pediatria-Sardegna (presidente Giuseppe Masnata, pediatra Azienda Brotzu), l’evento realizza un’aggregazione professionale mai vista: quattordici Società scientifiche, due gruppi e le Università isolane. Specialisti, esperti, docenti motivati nel rilanciare gli aspetti salienti della professione. Al congresso sono stati invitati il rettore Maria Del Zompo e il pro rettore per la medicina, Francesco Marongiu.

Dall’ecografia clinica in neonatologia a chirurgia, genetica medica, malattie rare, cardiologia, alimentazione e procedure di assistenza al bambino critico. Una scaletta ad alto impatto assistenziale, clinico e di ricerca. I lavori sono presieduti da Giuseppe Masnata, Silvio Ardau, Antonio Balata, Loredana Boccone, Alessandro Canetto, Maurizio Crisafulli, Giuseppe Lixia, Alessandra Meloni, Basilio Mostallino, Giovanni Ottonello, Umberto Pelosi, Sabrina Pilia, Carlo Ripoli, Giovanna Solinas, Georgios Loudianos, Monica Urru, Paolo Zandara. Tra i partecipanti i docenti dell’Università di Cagliari Paolo Moi, Anna Maria Nurchi, Vassilios Fanos, Gavino Faa e Alessandro Zuddas. Il Comitato scientifico è composto da Osama Al Jamal, Roberto Antonucci, Antonio Cualbu, Giuseppe Masnata, Giovanni Ottonello, Umberto Pelosi, Paolo Pusceddu, Gianfranco Temporin e Alberto Villani. Nello staff organizzatore Osama Al Jamal, Roberto Antonucci, Lino Argiolas, Marta A. Bernassola, Antonio Chiarolini, Cecilia Marcheselli, Anna Maria Marinaro, Mauro Giorgio Olzai, Paola Pani, Umberto Pelosi. Di fatto, una combinazione fruttuosa multidisciplinare che associa problematiche e istanze di vecchia e nuova data. L’accreditamento del congresso più due corsi prevede 22,5 crediti Ecm.

«La categoria ha il diritto/dovere di partecipare al processo di riorganizzazione sanitario in ambito regionale» dice Giuseppe Masnata. Lo specialista (responsabile Centro uropatie e spina bifida reparto pediatrico Azienda Brotzu-componente direttivo nazionale Sip) ha messo assieme i rappresentanti degli atenei sardi, Società e Associazioni (Società italiana pediatria, Federazione italiana medici pediatri, Società italiana neonatologia, Società italiana medicina emergenza urgenza pediatrica, Società italiana pediatria ospedaliera, Società italiana endocrinologia e diabetologia pediatrica, Società italiana neuropsichiatria infanzia e adolescenza, Società italiana allergologia e immunologia pediatrica, Società italiana malattie respiratorie infantili, Società italiana malattie genetiche pediatriche e disabilità, Società italiana cardiologia pediatrica, Società italiana gastroenterologia, epatologia e nutrizione pediatrica, Società italiana neurologia pediatrica, Società italiana medicina perinatale, Associazione culturale pediatri, Sindacato italiano specialisti pediatri).

«La scelta di condividere con tutti i pediatri, dagli ospedalieri a universitari, di famiglia e consultoriali, neonatologi e chirurghi, il congresso di area pediatrica, ha un obiettivo, una responsabilità personale e sociale: il benessere dei bambini.»

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Sono 1.078, su una popolazione scolastica di circa 180mila ragazzi, i casi di dislessia certificati dal MIUR in Sardegna. Una fotografia non veritiera, secondo gli esperti del settore: il fenomeno potrebbe infatti essere sottostimato per la mancanza di un’adeguata attività di screening e di un percorso diagnostico diffuso nel territorio. Lo hanno sostenuto i rappresentanti dell’Associazione Onlus “Neuropsicopedagogia”, Gianluigi Lilliu e Donatella Petretto, davanti alla commissione “Sanità” del Consiglio regionale impegnata nell’esame del Testo Unico sulla Dislessia.

«Le statistiche internazionali dicono che il fenomeno colpisce circa il 5% della popolazione in età scolare – ha spiegato Lilliu – se questo è vero, i ragazzi sardi dislessici potrebbero essere circa 9.000. I dati ufficiali del Miur limitano il problema allo 0,6% degli studenti isolani, un risultato troppo basso, ben al di sotto della media nazionale ed europea.»

L’Associazione, che ha espresso forte apprezzamento per i contenuti del Testo Unico, ha suggerito un potenziamento delle attività di screening e il rafforzamento della collaborazione tra le famiglie, il corpo docente e i professionisti. «La proposta di legge introduce elementi innovativi rispetto all’attuale normativa nazionale – ha detto Donatella Petretto – tra questi, l’attenzione per i disturbi di apprendimento tra gli adulti e la previsione di un supporto ai dislessici in ambito lavorativo e nei concorsi pubblici». “Neuropsicopedagogia” ha proposto tre correttivi alla legge: 1) l’adeguamento dei riferimenti normativi agli ultimi criteri diagnostici e ai disciplinari internazionali; 2) l’incentivazione del rapporto pubblico privato che consenta alle famiglie di ottenere una diagnosi precoce e un tempestivo piano d’intervento; 3) l’individuazione di percorsi personalizzati.

La Quinta Commissione, presieduta da Raimondo Perra, ha sentito in serata anche i direttori delle Cliniche di Neuropsichiatria infantile di Cagliari e Sassari, Alessandro Zuddas e Stefano Sotgiu, e i neuropsichiatri Carlo Gianchetti e Giuseppe Doneddu.

Secondo Carlo Gianchetti, il problema fondamentale da affrontare è quello della diagnosi precoce: «I bambini dislessici hanno spesso un’intelligenza superiore alla media – ha detto l’ex professore dell’Università di Cagliari – se il loro disturbo viene certificato subito si possono individuare i rimedi. Per questo è necessario coinvolgere gli insegnanti in una capillare attività di screening. Basta far leggere i bambini ad alta voce per capire se il problema esiste. Successivamente spetterà ai professionisti intervenire per una diagnosi precisa».

Sulle figure professionali individuate dalla legge per i percorsi diagnostici, Giuseppe Doneddu ha suggerito alla Commissione di tener conto degli indirizzi ministeriali e delle linee direttive della Conferenza Stato-Regioni: «Le figure sono tre – ha spiegato Doneddu – neuropsichiatri, psicologi e logopedisti. A loro deve essere affidato il delicato compito di valutare caso per caso». Il direttore del Centro per i disturbi pervasivi dello sviluppo dell’Azienda Ospedaliera Brotzu ha poi chiesto alla Commissione più attenzione per le strutture territoriali di neuropsichiatria infantile: «La situazione della Sardegna è gravemente carente – ha detto – non solo per la diagnosi della dislessia».

Il direttore della clinica di Neuropsichiatria infantile di Cagliari, Alessandro Zuddas, ha rimarcato l’esigenza di affidare i processi diagnostici a un equipe di professionisti: «Diverse Regioni hanno già codificato le modalità di intervento e, in alcun casi, anche i test da fare – ha spiegato Zuddas – serve un protocollo minimo di valutazione e una griglia riassuntiva dei dati da raccogliere. La Toscana ha pensato a specifici pacchetti di Day Service graduati a seconda della gravità del caso». Zuddas ha poi auspicato un ruolo più forte per la scuola, a cui deve essere affidato il compito di pensare interventi didattici personalizzati attraverso un piano ad hoc. Per il responsabile della Clinica di Neuropsichiatria infantile di Cagliari, infine, occorre specificare meglio le competenze del Comitato Tecnico Scientifico: «E’ necessario inserire alcune attività vincolanti – ha affermato Zuddas – come il monitoraggio delle capacità del servizio sanitario di rilasciare le certificazioni di DSA (Dislessia) e l’individuazione di un percorso certo per l’accreditamento dei soggetti privati che possono fare la diagnosi nel caso in cui le strutture pubbliche non siano in grado di intervenire».

Alessandro Sotgiu ha ribadito la centralità del neuropsichiatra. «Non si può prescindere da questa figura per la certificazione del disturbo – ha detto il direttore della Clinica di Neuropsichiatria infantile di Sassari – per lo screening bastano invece gli insegnanti». Sotgiu, infine, ha chiesto maggiore attenzione per il sistema pubblico. «Occhio a come si coinvolgono i privati – ha ammonito Sotgiu – nella provincia di Sassari girano professionisti che rilasciano certificazioni a gogò».

OmecaCorsoProColumbano19gen15

Si è chiuso nei giorni scorsi l’ultimo modulo del corso internazionale Medical Development in Europe. Organizzato dalle facoltà di Medicina dell’Università di Cagliari, il Karolinska Institute di Stoccolma (Svezia) e la facoltà di Medicina Jagiellonska di Cracovia (Polonia) – il corso è giunto alla settima edizione. Curato dai professori Hans Gillenhammer (Stoccolma), Tomasz Brzozowski (Cracovia) e Amedeo Columbano (Cagliari), dà diritto a 6.0 Ects (Crediti formativi e europei) facoltativi e rientra nell’offerta in lingua inglese dell’ateneo. Con il supporto della facoltà di medicina, del suo presidente, Paolo Contu, e di altri docenti responsabili delle relazioni e delle cliniche, il corso ha avuto la collaborazione dell’associazione studentesca ISAWO. “Medical Development in Europe” è un format unico in Europa di corso “itinerante” ed è un ponte dell’università di Cagliari per rafforzare le relazioni estere.

Sfera medica ma non solo: il corso ha affrontato elementi inerenti provenienza degli allievi, sistema sanitario europeo e legislazione sanitaria delle tre nazioni della Comunità europea. «Forniamo una più ampia conoscenza degli aspetti medici a livello internazionale per favorire una più rapida e completa integrazione dei laureati in medicina dei diversi Paesi» spiega il professor Columbano. Il corso, intanto, coglie un altro exploit: se alla prima edizione (2008/09) hanno partecipato dodici studenti, all’ultima hanno preso parte in 47, 18 di Stoccolma, 15 di Cracovia e 13 di Cagliari. Tra questi, statunitensi, norvegesi, spagnoli, coreani, cinesi e yemeniti, iscritti al Karolinska e a Cracovia.

Gli studenti selezionati nelle tre diverse sedi (in città con bando di facoltà) hanno seguito tre moduli: dal 16 al 22 dicembre a Stoccolma, dal 7 al 10 gennaio a Cracovia e dal 12 al 15 gennaio a Cagliari. Una scelta che dà la possibilità di verificare in loco modalità organizzative e didattica. Per la chiusura hanno svolto relazioni di pregio gli specialisti della facoltà cagliaritana di medicina Giovanni Caocci, Paolo Contu, Alessandro Zuddas, Ernesto D’Aloia, Gaetano Di Chiara, Francesco Marongiu e Valerio Mais. Inoltre, sono stati visitati i reparti di Ematologia (Giorgio La Nasa), Medicina interna (Francesco Marongiu), Ginecologia (Valerio Mais) e Radiologia (Eugenio Genovese).

Nella giornata conclusiva spazio ai “supercases”: gli studenti hanno affrontato problematiche cliniche riguardanti le possibili differenze in termini di patologie presenti in Svezia, Italia e Polonia. Durante la presentazioni dei “supercases”, hanno identificato e analizzato le possibili ragioni della diversa incidenza di patologie di varia natura (diabete, cancro, malattie cardiovascolari) riscontrata nell’Europa del Nord, Centro e Sud. L’esame finale è stato, in sintesi, un tentativo di capire e correggere, abitudini alimentari, stili di vita o altri possibili ragioni alla base delle differenze, a volte imponenti, di diverse patologie.

La Commissione Europea, sul finire del 2013, ha approvato un finanziamento di quattro milioni e mezzo di euro per il progetto di ricerca transazionale Matrics (Multidisciplinary Approaches to Translational Research In Conduct Syndromes). Il quarto progetto del 7° Programma Quadro (FP7) – insieme a Pers (Paediatric European Risperidone Studies), Stop (Suicidality: Treatment Occurring in Paediatrics) e Adduce (Attention Deficit Hyperactivity Disorder Drugs Use Chronic Effects) – vede in prima fila l’ateneo di Cagliari. Alessandro Zuddas (professore associato Neuropsichiatria infantile – dipartimento Scienze biomediche, direttore clinica Neuropsichiatria infantile Azienda ospedaliero-universitaria Cagliari), infatti, coordina una serie di specifici sotto-progetti (work packages).

Il progetto Matrics, coordinato da Jeffrey Glennon (Donders Institute, Radboud University Medical Centre, Paesi Bassi), affida al professor Zuddas il coordinamento del sotto-progetto sulla definizione di specifici aspetti neuropsicologici sensibili a terapie farmacologiche innovative. Le attività di ricerca si aprono nel prossimo mese di marzo e sono tese a rafforzare gli studi dei ricercatori europei sul Disturbo di condotta. Gli studiosi interagiscono con i progetti Imagen (coordinato dal professor Gunter Schumann nell’ambito di FP6), Pers e Aggressotype (coordinati dai professori Jan Buitelaar e Barbara Franke (FP7). 

«Con la combinazione di studi neuropsicologici, neuro-immagini, genetici e su modelli animali, Matrics è finalizzato a ridefinire i fattori neuronali, genetici e molecolari coinvolti nella patogenesi dell’aggressività e del comportamento antisociale nel Disturbo di Condotta, nel tentativo – spiega il professor Zuddas – di definire nuove strategie terapeutiche; in particolare saranno studiati i meccanismi con cui l’assenza di sensibilità emotiva di fronte alla sofferenza degli altri (i cosiddetti tratti calloso-anemozionali) modula lo sviluppo, ed il perdurare nel tempo, dei disturbi del comportamento in età evolutiva.»

Il docente ha un auspicio: «Confido che le attività di ricerca possano incrementarsi anche grazie al prossimo trasferimento della Clinica all’ospedale Microcitemico-Pediatrico regionale. Il tutto si tradurre anche in ulteriore miglioramento  degli standard dell’assistenza ai minori con gravi patologie neuropsichiatriche».

Info: prof. Alessandro Zuddas 348.8440455.