La “festa biancoblu” in finale al premio “Italive 2016”.
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Esempi positivi di tifo calcistico, dove trova spazio un mix vincente tra fair play e convivialità. Arriva direttamente dalla provincia più povera d’Italia, e vola alla ribalta nazionale, la bella storia-progetto della “festa biancoblù”. Famiglie che tornano a popolare le gradinate dello stadio di Carbonia, terzi tempi con la squadra ospite invitata a gustare le specialità culinarie del territorio, musica e divertimento per tutte le età. E, adesso, la grande occasione: il prossimo 28 febbraio, a Roma, “La festa biancoblù” viene valutata da una categoria di esperti, all’interno della finale del premio “Italive 2016”, nella categoria “raduni ed eventi sportivi”. In caso di vittoria, l’appuntamento con la premiazione è nella Capitale, nella prima metà di marzo, nella suggestiva location dell’area archeologica dello stadio di Domiziano, in piazza Navona, insieme al ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo.
Ma per “I Briganti Carbonia 1939” la vittoria c’è già tutta. «L’essere riusciti a riportare le famiglie nel nostro stadio, con manifestazioni all’insegna del gusto e dello stare insieme, è un successo. Passa il messaggio, positivo, che lo sport e il calcio possono anche essere collanti per iniziative di promozione e sviluppo del territorio – afferma Damiano Basciu, commerciante di Carbonia, 46 anni, dal 1989 nel mondo del tifo organizzato, tra i promotori della mentalità ‘new ultras’ -. Il nome ‘briganti’ è una scelta legata alla sofferenza che vive il nostro territorio, in passato la loro figura rievoca fatti negativi, ma, pensando a Robin Hood, emergono anche note positive. Con la festa biancoblù, realizzata insieme a Primavera Sulcitana, portiamo sul terreno di gioco, a fine partita, cibi tipici della nostra zona, bancarelle, giochi per bambini e tanta musica. Siamo gli apripista di un nuovo modo di intendere il tifo, altre tifoserie italiane stanno iniziando a copiarci, ciò non può che farci piacere. La nostra, anche se solo al secondo anno di vita, è già una tradizione destinata a radicarsi».
L’anno scorso, al “Carlo Zoboli”, la festa è stata organizzata, insieme al Carbonia Calcio, anche dall’associazione Primavera Sulcitana. «Crediamo fortemente nel progetto, è un modo per portare famiglie e bambini allo stadio. Il tifo sano esiste, la conquista della finale di Italive ne è prova –osserva Alessia Littarru, presidente dell’associazione -. Tradizioni carboniensi, festa e musica dopo ogni match rappresentano un connubio vincente, anche con appuntamenti simili si può provare a dare ossigeno a tutto il tessuto cittadino».