Fase 2 del Covid-19: «Riaprono diversi esercizi commerciali a Carbonia e Sant’Antioco. Iglesias più cauta» – di Federica Selis
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Settimana di riaperture per i settori dell’abbigliamento, calzature, gioiellerie, profumerie, studi di tatuaggi e servizi alla persona. Ma le linee seguite dai sindaci dei tre centri principali del Sulcis, sono molto diverse. Mentre Carbonia dà il via alle riaperture di tutti i settori, il sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci, va più cauto e decide di riaprire i negozi ma non i servizi alla persona, come parrucchieri ed estetisti. Ancora più dura la linea seguita dal sindaco di Iglesias, Mauro Usai, che decide di rimandare la data di apertura degli esercizi commerciali e dei servizi alla persona al 18 maggio, data in cui si attendono protocolli e linee guida più chiare.
«Abbiamo deciso di dar seguito all’ordinanza del presidente Christian Solinas, raccomandando agli esercenti di rispettare alla lettera tutte le prescrizioni da seguire – dichiara Paola Massidda, sindaco di Carbonia –. Il nostro Comune ha avuto una situazione fortunatissima, dovuta al fatto che i nostri cittadini si sono comportati bene. Confidiamo che anche in questa “Fase 2” di riaperture continueranno a seguire le regole. Il nostro è un territorio in cui la disoccupazione è alta e rischiamo di non veder risollevare le serrande di quei commercianti che, in questi due mesi, hanno sofferto la crisi, dovuta alle prescrizioni del Covid. Prima che sia troppo tardi, è opportuno ripartire.»
Per concludere, il sindaco Paola Massidda fa un augurio ai commercianti della sua cittadina: «Siamo con loro con tutto il cuore, insieme a loro. Perché è con loro che può ripartire la città. Non devono sentirsi soli. Noi ci siamo».
Tanta speranza traspare dalle parole di Maddalena Cascìu, titolare, assieme al marito Franco, di una gioielleria di Carbonia: «Siamo felici di essere tornati nel nostro negozio, al nostro lavoro. Un lavoro a cui siamo affezionati perché lo svolgiamo dal 1981. Io spero che si riprenda la vita di prima. Sappiamo che c’è crisi ma almeno che si ricominci a vivere». Saltando le cerimonie religiose, si è persa una grossa fetta di mercato. «Non ci sono matrimoni, non ci sono battesimi, non ci sono più ricorrenze – prosegue Maddalena Casciu -. È saltato tutto.»
Tra i settori merceologici che risollevano le serrande, c’è quello di Alessia Mirai, titolare di un negozio di calzature a Sant’Antioco.
«La nuova apertura è stata emozionante, nonostante la grande paura – confida Alessia Mirai -. Ritrovare in negozio i nostri clienti, che ci sostenevano tramite social, è stato davvero entusiasmante. Mi ha dato una carica che non pensavo di riuscire a trovare.» Però c’è anche la paura per quanto riguarda l’aspetto della salute. Prosegue Alessia Mirai: «C’è stato da capire come potersi comportare. Comunque, abbiamo sanificato tutto il locale e, inoltre, abbiamo acquistato anche delle salviette disinfettanti da fornire ad ogni cliente».
Com’è stato il rapporto con la clientela? «C’è stato un grandissimo rispetto da parte di tutte le mamme, che sono arrivate in negozio munite di tutte le precauzioni necessarie e hanno rispettato rigorosamente le distanze di sicurezza. I bambini son stati meravigliosi, perché son stati educati dai genitori a casa e quindi sapevano già come comportarsi. È stato bello vedere questo grande lavoro da parte delle famiglie.»
In conclusione, per quanto riguarda la tipologia di vendita, Alessia Mirai aggiunge: «Per chi ancora non se la sentisse di venire in negozio ci siamo organizzati per la consegna a domicilio».
Federica Selis