5 November, 2024
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Il festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz” arriva al giro di boa. La serata odierna, infatti, segna la metà esatta della manifestazione e lo fa con due concerti di grande classe e qualità.

Il trio Lok 3 aprirà la serata. La formazione è piuttosto atipica perché comprende due pianoforti ed un dj. Aki Takase (piano), Alexander von Schlippenbach (piano), Dj Illvibe (dj) intraprendono un viaggio musicale attraverso i loro strumenti e le suggestioni da essi creati, questo è il grande potere immaginifico della musica. Un percorso che si dipana da Colonia a Osaka, dagli Stati Uniti al Brasile attraverso melodie e ritmi tra Boulez ed Hancock tra il free-jazz ed il break-beat afroamericano. Insomma un viaggio tutto fatto di musica ed immagini condito da suoni contemporanei ed un senso del ritmo visto come elemento basilare di questo trio.

Successivamente sarà il turno del progetto di Greg Burk, Solar Sound. Oltre Burk (piano, moog) troviamo il batterista italiano Enzo Carpentieri, Marc Abrams (contrabbasso), Michele Sambin (digital painting) ed il gradito ritorno di un amico del nostro festival, il cornettista Rob Mazurek.

Il progetto nasce dal Lunar Quartet, un ensemble fondato da Abrams e Carpentieri con John Tchicai, il sassofonista danese-congolese recentemente scomparso. In questa formazione si aggiunge Mazurek e l’artista visivo Sambin che attraverso la sua pittura digitale creerà la connessione fra suoni ed immagini favorendo un interscambio tra due dati sensibili come la vista e l’udito in grado di compenetrarsi e fondersi insieme.

Allegato, l’album fotografico della quarta serata, con la produzione originale Rubatong e “Zappa Speach Project” di Andrea Massaria.

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Ancora vive le emozioni del concerto del “Large Ensemble” diretto da Evan Parker,“Ai confini tra Sardegna e Jazz” propone questa sera altre due produzioni che promettono di segnare profondamente l’intera trentesima edizione della rassegna organizzata dall’associazione culturale Punta Giara.

Ad aprire la serata sarà il quartetto di Evan Parker, formazione che nasce dall’esperienza dello storico trio del sassofonista inglese, con Barry Guy e Paul Lytton, al quale si unirà il virtuoso trombettista Peter Evans, per testimoniare l’evoluzione sempre costante del linguaggio improvvisativo della musica jazz.

Ad aprire la serata sarà il quartetto di Evan Parker, formazione che nasce da una profonda esperienza musicale con il bassista Barry Guy e percussionista Paul Lytton. Tutti e tre provengono dalla scena londinese sul finire degli anni ‘60 e primi ’70 che ruota attorno alla Musicians’ Co-operative e partecipano alla Guy’s London Jazz Composers’ Orchestra.  Nel 1970 Parker inizia a suonare in duo con Paul Lytton e nel 1980 invitano ad unirsi Barry per formare un trio poi conosciuto come Parker/Guy/Lytton. Negli anni successivi Barry si trasferisce in Irlanda e poi in Svizzera mentre Paul vive in Belgio. L’ottima reputazione guadagnata dal trio ha permesso loro di rimanere in contatto e suonare fuori da Londra e in divesre occasioni nella Barry Guy New Orchestra.

In passato sono stati invitati come ospiti speciali a unirsi al trio del grande Kenny Wheeler, hanno suonato e registrato con con Alexander von Schlippenbach, Paul Lovens e Agustí Fernandez. Da questo trio storico nasce anche l’ElectroAcoustic Ensemble di Evan Parker, che inizia infatti come doppio trio in cui ciascun musicista si rapporta con la propria “ombra elettronica”. Per il concerto di Sant’Anna Arresi il trio si trasforma eccezionalmente in quartetto con l’arrivo di Peter Evans, uno dei maggiori innovatori e virtuosista del linguaggio della tromba.                                                                                                                                

Barry Guy è uno dei maggiori bassisti solisti e improvvisatori al mondo, è conosciuto come direttore e e fondatore della London Jazz Composers Orchestra. E’ un compositore di musica da camera e orchestra sinfoniche e ha fondato l’ensemble nominato Barry Guy New Orchestra.

Paul Lytton è considerato un innovatore delle percussioni nella tradizione del free Europeo. Egli è anche pioniere della manipolazione elettronica dei suoni e dell’uso di oggetti fatti in casa. Lytton fece le sua prime apparizioni nella scena della musica creativa inglese alla fine degli anni ’60, e la sua influenza – in particolare nei live elettronici – può essere riconoscibile nella sperimentazione portata avanti dalla nuova generazione di improvvisatori da 30 anni a questa parte.

A soli 33 anni, Peter Evans è già considerato uno dei più importanti trombettisti americani attualmente in opera. Rivolto principalmente all’avant-garde e alla libera improvvisazione, Evans collabora con una moltitudine eterogenea di band appartenenti alla scena musicale di New York. Il suo primo album solista “More is More” l’ha visto protagonista di incredibili virtuosismi, quali estreme dissonanze, multifonie, respirazione circolare e tecniche avanzate di cui si è fatto padrone.

Di seguito, sul palco della Piazza del Nuraghe, sarà il turno della Nublu Orchestra con il progetto “The Long Goodbye” dedicato a Butch Morris. La Nublu orchestra, creatura prediletta del genio californiano, sarà diretta dalla prima volta da Kenny Wollesen che è stato capace di riunire alcuni dei musicisti più estremi ed avventurosi dell’intero panorama musicale di New York.

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